341. A proposito del piccolo stato mongolo
Luogo sconosciuto, 1281. Indirizzata a Seguaci in generale
Nessuno dei miei discepoli dovrebbe parlare o fare qualsiasi commento rispetto al fatto che gli uomini del piccolo stato mongolo siano venuti ad attaccare il grande paese del Giappone. Sappiate che chiunque disobbedisca a queste istruzioni deve essere immediatamente allontanato dal gruppo dei miei seguaci. Tutte le persone devono esserne informate.
Nichiren
Il sedicesimo giorno del sesto mese del quarto anno di Koan [1281], segno ciclico kanoto-mi
Ai miei seguaci
Cenni Storici
Questo breve messaggio fu scritto il sedicesimo giorno del sesto mese del 1281, dieci giorni dopo il primo attacco delle forze mongole contro il Giappone meridionale. Subito dopo avere ricevuto notizia dell’attacco, Nichiren Daishonin avverte i suoi seguaci di trattenersi dal commentare l’evento. Egli aveva predetto, nel suo trattato del 1260 Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese, che il sostegno del Giappone a insegnamenti buddisti errati e l’offesa a «l’unico vero veicolo, la sola buona dottrina [del Sutra del Loto]» (Raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin, vol. 1, p. 26) avrebbero prodotto come effetto l’invasione straniera. La predizione del Daishonin si avverò quando le forze mongole attaccarono il Giappone nel 1274 e poi nel 1281.
Nel 1276, il Daishonin scrisse a Nanjo Tokimitsu: «Per quanto riguarda l’imminente attacco dei mongoli, finora non ho avuto notizie. Quando ne parlo, la gente dice che Nichiren si rallegra ogni volta che sente parlare dell’attacco dei mongoli, ma questo è infondato. Poiché ho detto che tale cosa sarebbe accaduta, sono stato attaccato da tutti come un nemico» (Raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin, vol. 1, p. 605).
Il Daishonin fa riferimento al «piccolo stato mongolo» e al «grande paese del Giappone» dal punto di vista del Buddismo. Quando questa lettera fu scritta, il Buddismo era quasi scomparso in Cina, che all’epoca faceva parte dell’Impero mongolo, mentre il Giappone era il paese in cui veniva propagato l’insegnamento del «grande veicolo» del Sutra del Loto.