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87. Consacrazione di una statua del Budda Shakyamuni fatta da Shijo Kingo

RSND, VOLUME I

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Minobu, 1276. Indirizzata a Shijo Kingo

Nel tuo diario parli di una statua di legno del Budda Shakyamuni. Per quanto riguarda la cerimonia di apertura degli occhi [per tale statua], il Sutra di Virtù Universale afferma: «Questo sutra del grande veicolo1 è il forziere dei tesori dei Budda, l’occhio dei Budda delle dieci direzioni e delle tre esistenze». Dice inoltre: «Questo sutra corretto ed equo2 è l’occhio dei Budda. È grazie a esso che i Budda sono in grado di sviluppare i cinque tipi di visione».

    I cinque tipi di visione di cui parla questo sutra sono: primo, l’occhio fisico; secondo, l’occhio celeste; terzo, l’occhio della saggezza; quarto, l’occhio del Dharma e, quinto, l’occhio del Budda. Coloro che abbracciano il Sutra del Loto ottengono questi cinque occhi naturalmente, come la persona che diventa il re è naturalmente seguita dalla popolazione del paese e come il signore del grande mare è naturalmente seguito dai pesci che in esso dimorano.

      Nei sutra della Ghirlanda di fiori, Agama, Corretti ed equi, della Saggezza e di Mahavairochana, si trova il nome dei cinque occhi, ma non la loro sostanza, mentre nel Sutra del Loto sono presenti sia il nome sia la sostanza. E quand’anche non vi fosse il nome, vi è senza alcun dubbio la sostanza.

        Riguardo ai tre corpi, il Sutra di Virtù Universale dice: «I tre tipi di corpo del Budda nascono da questo sutra corretto ed equo. È il grande sigillo della Legge che assicura l’ingresso nel mare del nirvana. Da tale mare nascono i tre tipi di corpo puro del Budda. Questi tre tipi di corpo sono campi della fortuna per gli esseri umani e celesti e i più degni di offerte».

          I tre corpi del Budda sono: primo, il corpo del Dharma di un Tathagata; secondo, il corpo di ricompensa di un Tathagata e, terzo, il corpo manifesto di un Tathagata. Tutti i Budda sono immancabilmente dotati di questi tre corpi. Prendendo ad esempio la luna, il corpo della luna è paragonabile al corpo del Dharma, la luce della luna al corpo di ricompensa, il riflesso della luna al corpo manifesto. Come una singola luna possiede questi tre differenti aspetti, così ogni singolo Budda possiede le virtù dei tre corpi.

            Le dottrine dei cinque tipi di visione e dei tre corpi non sono esposte in nessun luogo al di fuori del Sutra del Loto. Per questo il Gran Maestro T’ien-t’ai ha detto: «Nelle tre esistenze il Budda possiede sempre i tre corpi, ma nei suoi vari insegnamenti lo tenne segreto e non lo trasmise»3. I “vari insegnamenti” di questa frase del commentario di T’ien-t’ai si riferiscono non solo ai sutra della Ghirlanda di fiori, Corretti ed equi e della Saggezza, ma a tutti i sutra al di fuori del Sutra del Loto. «Lo tenne segreto e non lo trasmise» significa che il Budda Shakyamuni, signore degli insegnamenti, non lo rivelò e non lo trasmise, nell’intero corpo dei sutra, tranne che nel capitolo “Durata della vita” del Sutra del Loto. Perciò la cerimonia di apertura degli occhi delle immagini dipinte o scolpite del Budda deve essere condotta soltanto in base alla scuola T’ien-t’ai e al Sutra del Loto.

              Inoltre, la dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita sorge dal concetto dei tre regni dell’esistenza. I tre regni sono: primo, il regno degli esseri viventi; secondo, il regno delle cinque componenti; terzo, il regno della terra4. Lasciamo da parte per il momento i primi due. Nel regno della terra è compreso il regno delle piante e degli alberi. Dal regno delle piante e degli alberi si ottengono i pigmenti dei cinque colori usati per dipingere le immagini, dagli alberi si ottengono le statue lignee.

                Il Gran Maestro T’ien-t’ai realizzò che ciò che rende possibile infondere un’“anima”, o proprietà spirituale, in tali dipinti e statue è il potere del Sutra del Loto. Questa dottrina, nel caso degli esseri viventi, si chiama conseguimento della Buddità nella propria forma presente, nel caso delle immagini dipinte o scolpite si chiama illuminazione delle piante e degli alberi. Per questo motivo [il Gran Maestro Chang-an] scrisse: «Nelle epoche precedenti non vi è mai stato nulla di paragonabile alla luminosità e alla serenità della concentrazione e visione profonda»5, e [il Gran Maestro Miao-lo] disse: «Rimasero stupiti e dubitarono quando udirono parlare della natura di Budda degli esseri insenzienti»6.

                  Questa dottrina [dei tremila regni in un singolo istante di vita] non esisteva prima [di T’ien-t’ai] e neanche nelle epoche successive. E se comparve, gli fu certamente rubata.

                    Tuttavia, circa duecento anni dopo T’ien-t’ai, Shan-wu-wei, Chin-kang-chih e Pu-k’ung fondarono la scuola della Vera parola basata sul Sutra di Mahavairochana e, benché la dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita non fosse menzionata nel Sutra di Mahavairochana così come il Budda lo espose, ne fecero il cuore della scuola della Vera parola rubandola al Sutra del Loto e al commentario di T’ien-t’ai. Inoltre, dicendo che questa dottrina aveva avuto origine in India, essi ingannarono e sviarono i successivi studiosi cinesi e giapponesi e, poiché nessuno conosceva la verità, tutti all’unanimità credettero loro. Da allora sono passati più di cinquecento anni.

                      Stando così le cose, le immagini dipinte o scolpite consacrate prima della scuola della Vera parola, [quando si praticavano le cerimonie T’ien-t’ai], hanno straordinari poteri, ma quelle dei templi e pagode fatte dopo [l’adozione delle cerimonie della] Vera parola producono ben pochi benefici. Poiché vi sono molti esempi di ciò, non sto a descriverli dettagliatamente.

                        Questo tuo Budda è un Budda vivente, del tutto simile alla statua di legno fatta dal re Udayana7 e a quella del re Bimbisara. Di certo Brahma, Shakra, le divinità del sole e della luna e i quattro re celesti ti proteggeranno sempre, come l’ombra accompagna il corpo. (Questo è il primo punto).

                          Nel tuo diario dici anche che per novanta giorni, dall’ottavo giorno del quarto mese al quindicesimo giorno del settimo mese di ogni anno, tieni cerimonie in onore del dio del sole. Il palazzo del dio del sole è adorno di sette tipi di gemme e misura 816 ri o 51 yojana. Nel centro sta il dio del sole con due consorti, Vittoriosa e Invincibile; a destra e a sinistra si allineano i sette luminari e i nove luminari8, di fronte a lui sta la dea celeste Marichi. Su un cocchio fatto delle sette gemme e tirato da otto veloci destrieri, nello spazio di un giorno e una notte egli compie un giro intorno ai quattro continenti fungendo da occhio per gli esseri viventi che vi abitano.

                            Abbiamo sentito dire che i Budda, i bodhisattva e altre divinità concedono straordinari benefici, ma con i nostri occhi offuscati dobbiamo ancora vederli, mentre, nel caso del dio del sole, non possono esserci dubbi perché i suoi benefici sono davanti ai nostri occhi. Se non fosse per Shakyamuni, il signore degli insegnamenti, come potrebbero manifestarsi tali benefici? E se non fosse per il potere del meraviglioso sutra dell’unico veicolo, come potrebbero apparire tali prodigi davanti ai nostri occhi? È una cosa veramente meravigliosa!

                              Ricercando come si possa ripagare il debito di gratitudine verso questa divinità, vediamo che, anche fra le persone delle epoche precedenti alla comparsa del Buddismo, quelle dotate di discernimento che si inchinavano davanti a essa o le facevano offerte, ne ricevevano benefici. Mentre coloro che si rivoltavano contro di essa, venivano puniti.

                                Considerando ora cosa dicono le scritture, il Sutra della Luce dorata afferma: «Gli dèi del sole e della luna sono ricchi di vitalità perché ascoltano questo sutra». E il Sutra dei Sovrani afferma: «Questi luminari possono ruotare intorno ai quattro continenti grazie al potere di questo re dei sutra».

                                  Sappi che è il potere della Legge buddista quello che permette alle divinità del sole e della luna di ruotare intorno ai quattro continenti. I sutra della Luce dorata e dei Sovrani sono espedienti che conducono al Sutra del Loto. In confronto al Sutra del Loto sono come il latte di fronte al ghee o come il metallo di fronte a pietre preziose. Ma, pur essendo inferiori, essi permettono alle divinità celesti di ruotare intorno ai quattro continenti. Quanto maggiore sarà il potere di queste divinità se assaggiano il dolce ghee del Sutra del Loto!

                                    Per questo nella “Introduzione” del Sutra del Loto troviamo le divinità del sole e della luna accanto alla divinità delle stelle. E nel capitolo “Maestro della Legge” è predetto che [il dio del sole] otterrà la perfetta suprema illuminazione e diventerà il Tathagata Custode del Fuoco9.

                                      Oltre tutto, poiché tu hai tenuto queste cerimonie per lungo tempo continuando in seconda generazione la tradizione iniziata dal tuo defunto padre, come potrebbe abbandonarti la divinità?

                                        Anche io, Nichiren, ho lottato in Giappone per molti anni affidandomi a questa divinità. Ormai sento di aver riportato una completa vittoria: tale evidente beneficio non può essere attribuito ad altri [che a questa divinità].

                                          Oltre a questi, vi sono altri punti degni di nota nel tuo diario, ma non posso trattarli tutti in questa lettera.

                                            Per me, la cosa più degna di ammirazione è che nelle tue lettere hai più volte espresso la tua devozione filiale e, leggendo la presente lettera, non ho potuto trattenere le lacrime, commosso dal tuo dolore al pensiero che forse i tuoi genitori si trovino nell’inferno.

                                              Fra i discepoli del Budda c’era il Venerabile Maudgalyayana. Il padre si chiamava Kissen Shishi e la madre Shodai-nyo. La madre, dopo la morte, cadde nel regno degli spiriti affamati. Finché era una persona comune, Maudgalyayana non lo sapeva e non aveva ragione di addolorarsi, ma dopo essere divenuto discepolo del Budda e aver conseguito lo stato di arhat, ottenne l’occhio celeste con il quale vide la madre nel regno degli spiriti affamati. Vedendo ciò, egli le fece offerte di cibo e bevande che però si trasformarono in fiamme accrescendone il tormento. Allora si affrettò a tornare dal Budda e gli raccontò cosa era successo. Immagina cosa deve aver provato in quei momenti!

                                                Ora, poiché tu sei una persona comune e possiedi solo l’occhio fisico, non puoi vedere [in che regno si trovino i tuoi genitori] e ti crucci pensando che possano trovarsi nell’inferno. Questa è già una dimostrazione di pietà filiale. Brahma, Shakra, le divinità del sole e della luna e i quattro re celesti avranno sicuramente pietà di te.

                                                  Il Sutra della Ghirlanda di fiori dice: «Molti di coloro che non conoscono la gratitudine, andranno incontro ad una morte prematura». E il Sutra della Meditazione sul Budda come l’oceano dice: «Questa [mancanza di riconoscenza] è causa di rinascita nell’inferno Avichi». Ma tu ora hai già mostrato una sincera devozione per i tuoi genitori e gli dèi celesti ascolteranno sicuramente le tue preghiere. (Questo è il secondo punto).

                                                    Nella tua lettera menzioni anche certe cose che, a ben considerare la sostanza della questione, tu non dovresti fare. Io, Nichiren, sono odiato dal popolo giapponese e ciò è dovuto interamente all’ostilità del signore di Sagami. Ma benché il governo abbia agito senza ragione, anche prima che incontrassi queste difficoltà sapevo che dovevano succedere e decisi che, qualunque cosa mi fosse capitata in futuro, non avrei nutrito odio verso gli altri. Questo pensiero agì forse come una preghiera, perché sono potuto uscire illeso dalle varie persecuzioni e ora non incontro più queste difficoltà.

                                                      Chi mi ha aiutato a non morire di fame nella provincia di Sado e chi mi ha aiutato finora a recitare il Sutra del Loto fra queste montagne? Solo tu mi hai aiutato. E perché hai potuto aiutarmi? Grazie al tuo signore, il prete laico di Ema. Benché a sua insaputa, indubbiamente la sua è stata come una preghiera per me. E se le cose stanno così, diventerà una preghiera anche per te.

                                                        Inoltre, se puoi ripagare il debito di gratitudine verso i tuoi genitori lo devi a lui. Qualunque cosa possa accadere, come puoi abbandonare il servizio di un simile uomo? Se lui ti respinge ripetutamente, non puoi far nulla, ma non devi abbandonarlo tu, anche se ne andasse della tua vita.

                                                          Il passo del sutra citato sopra dice che chi non riconosce i propri obblighi di gratitudine può andare incontro a una morte prematura. Al contrario, chi adempie gli obblighi verso i genitori non incontrerà una morte prematura.

                                                            Benché il cormorano mangi il ferro e riesca a digerirlo, i pulcini nel ventre materno non vengono danneggiati. Ci sono pesci che mangiano pietre, ma i piccoli nel ventre materno non muoiono. L’albero di sandalo non può essere bruciato e il fuoco nei cieli della purezza non è spento dall’acqua. Il corpo del Budda Shakyamuni non poté essere bruciato nonostante gli appiccassero il fuoco trentadue uomini robusti e, quando le fiamme emanarono dal corpo del Budda, queste non si estinsero, nonostante le divinità drago del triplice mondo cercassero di spegnerle facendo piovere.

                                                              Tu hai aiutato Nichiren nelle sue opere meritevoli e gli uomini malvagi non potranno farti del male. Se per caso ti dovesse capitare qualcosa, puoi esser certo che si tratta di una retribuzione nella vita presente dell’odio da te nutrito in una vita precedente contro un devoto del Sutra del Loto. Questa retribuzione non può essere evitata neanche rifugiandosi fra le montagne o in alto mare. Questo è il motivo per cui il Bodhisattva Mai Sprezzante fu colpito con verghe e bastoni e il Venerabile Maudgalyayana fu ucciso da un gruppo di brahmani della scuola del Bastone di bambù. Perciò che motivo hai di lamentarti?

                                                                Per evitare attacchi imprevisti, la cosa migliore è portare pazienza. Per cento giorni dopo aver letto questa lettera, non uscire sconsideratamente di notte con i tuoi compagni, ma bevi sakè a casa tua. Se il tuo signore ti convoca durante il giorno, affrettati ad andare, ma se ti chiama di notte, per le prime tre volte scusati col pretesto di un improvviso malessere. Se insiste più di tre volte, informa i tuoi uomini o qualcun altro e fai sorvegliare le strade prima di uscire per recarti in servizio.

                                                                  Se ti comporti con tale prudenza e se i mongoli dovessero attaccarci, i sentimenti degli altri nei tuoi confronti cambieranno e non penseranno più di attaccarti come un nemico.

                                                                    Riguardo a ciò che mi scrivi, anche se che tu fossi in fallo, non dovresti pensare con superficialità di lasciare il tuo servizio. A maggior ragione, se non hai commesso alcun errore, non devi preoccuparti di qualunque cosa possano dire gli altri.

                                                                      Quanto al tuo desiderio di diventare un prete laico, ci sarà tempo in futuro. Se dovessero sorgere circostanze sfavorevoli, sia materiali che spirituali, potresti essere soggetto di nuovo a varie cattive influenze. Di questi tempi vi sono donne che si fanno monache e ingannano la gente, e uomini che diventano preti laici e si macchiano di gravi colpe. Non devi assolutamente fare una cosa simile.

                                                                        Anche se non accusi alcun disturbo, fatti la moxa in uno o due punti, così da giustificare il pretesto di una malattia. Se dovesse verificarsi qualche disordine, per il momento manda qualcun altro a osservare cosa sta succedendo.

                                                                          Non posso scrivere in dettaglio tutto ciò che vorrei dirti e per questo non sono entrato in questioni dottrinali. Trascriverò il sutra per te quando farà più fresco.

                                                                            Con profondo rispetto,

                                                                              Nichiren

                                                                                Il quindicesimo giorno del settimo mese del secondo anno di Kenji (1276), segno ciclico hinoe-ne

                                                                                  Risposta a Shijo Kingo

                                                                                      Cenni Storici

                                                                                      Nichiren Daishonin scrisse questa lettera da Minobu, nel 1276, all’età di cinquantacinque anni, a Shijo Kingo che aveva scolpito nel legno un’immagine del Budda Shakyamuni a beneficio dei suoi genitori defunti, e aveva chiesto al Daishonin di eseguire una cerimonia di apertura degli occhi per consacrarla.

                                                                                      Il Daishonin risponde che, in questo tipo di cerimonia, solo se si utilizza il Sutra del Loto l’immagine consacrata viene dotata dei cinque tipi di visione e dei tre corpi del Budda.

                                                                                      Realizzare immagini del Budda era una pratica diffusa e, in un’epoca in cui la maggior parte delle persone venerava il Budda Amida, il Daishonin tollerava che si producessero immagini di Shakyamuni come un’azione che conduceva comunque verso il corretto insegnamento.

                                                                                      Considerazioni simili valgono anche per la pratica tradizionale, seguita anche da Shijo Kingo, di venerare il dio del sole in determinati periodi dell’anno. Nichiren Daishonin spiega infatti che il potere e le funzioni del dio del sole derivano, in ultima analisi, dalla Legge buddista esposta nel Sutra del Loto.

                                                                                      Il Daishonin loda poi Shijo Kingo per la sua devozione filiale e sottolinea che, fornendogli i mezzi per mantenersi, il signore di Ema gli aveva permesso di adempiere ai suoi doveri filiali e di fare offerte al devoto del Sutra del Loto. Sarebbe stato quindi un errore abbandonare con leggerezza qualcuno a cui era profondamente debitore. Tuttavia, a causa dell’ostilità dei suoi colleghi samurai, Shijo Kingo era fisicamente in pericolo e per questo il Daishonin lo esorta a stare in guardia.

                                                                                      Note

                                                                                      1. Questo sutra del grande veicolo: il Sutra del Loto. Il Sutra di Virtù Universale è considerato l’epilogo del Sutra del Loto.
                                                                                      2. Questo sutra corretto ed equo: qui si riferisce al Sutra del Loto.
                                                                                      3. Parole e frasi del Sutra del Loto.
                                                                                      4. Terra: l’ambiente in cui vivono gli esseri viventi.
                                                                                      5. Grande concentrazione e visione profonda, prefazione. “Concentrazione e visione profonda” denota il sistema di meditazione esposto da T’ien-t’ai.
                                                                                      6. Annotazioni su “Grande concentrazione e visione profonda”.
                                                                                      7. Udayana: re indiano di Kaushambi ai tempi di Shakyamuni. Secondo il Sutra Agama in ordine numerico crescente, quando il Budda ascese al cielo dei trentatré dèi per predicare la Legge a sua madre Maya, Udayana si ammalò per il dispiacere di non poterlo più venerare. I suoi ministri fecero allora una statua del Budda alta cinque piedi e il re guarì. Si dice che questa sia stata la prima immagine del Budda mai realizzata. Non si conosce la fonte a cui il Daishonin fa riferimento a proposito della statua del Budda realizzata dal re Bimbisara, dello stato indiano di Magadha.
                                                                                      8. Sette luminari e nove luminari: i sette luminari sono il Sole, la Luna, Marte, Giove, Mercurio, Venere e Saturno. I nove luminari sono i sette luminari più le comete e un corpo celeste chiamato in sanscrito Rahu che si diceva provocasse le eclissi.
                                                                                      9. Il capitolo “Maestro della Legge” non fa menzione del fatto che il dio del sole riceverà il nome di Tathagata Custode del Fuoco, ma predice la suprema illuminazione a tutti coloro che abbracciano una singola frase o verso del sutra. T’ien-t’ai in Parole e frasi del Sutra del Loto cita il Sutra del Risveglio alla vera meditazione nel quale si dice che i quattro re celesti diventeranno Budda con il nome di Tathagata Custode del Fuoco. Miao-lo a sua volta afferma che anche le divinità dei corpi celesti conseguiranno la Buddità con questo nome e sembra che il Daishonin aderisca qui all’interpretazione di Miao-lo.
                                                                                      La Biblioteca di Nichiren
                                                                                      istituto buddista italiano soka gakkai
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                                                                                      Eredità della vita
                                                                                      otto per mille
                                                                                      nuovo rinascimento
                                                                                      buddismo e società
                                                                                      volo continuo
                                                                                      esperia

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