221. Dialogo sugli insegnamenti del Loto e della Pura terra
Luogo sconosciuto, 1272. Indirizzata a Destinatario sconosciuto
Benjo ha detto: «Mi è difficile adeguarmi alle pratiche della Sacra via e così le ho scartate, chiuse, ignorate e abbandonate per riporre fede nella Pura terra, attraverso la quale otterrò la rinascita nella Pura terra, dove potrò ascoltare il Sutra del Loto e raggiungere la comprensione della verità della non nascita3».
Io, Nichiren, ho replicato così: «Voi dite che vi è difficile adattarvi [agli insegnamenti della Sacra via] e che quindi, fintanto che sarete in questa terra impura, scarterete, chiuderete, ignorerete e abbandonerete il Sutra del Loto e il Budda Shakyamuni, il signore degli insegnamenti, per andare nella Pura terra dove potrete raggiungere la comprensione. Su quali passi dei sutra basate una simile dottrina?
«Inoltre, la scuola T’ien-t’ai sostiene che la terra della ricompensa corrisponde allo stadio del risveglio progressivo e allo stadio della suprema illuminazione, ma la scuola della Pura terra afferma che la terra della ricompensa corrisponde a tutti e cinque gli stadi, da quello dell’udire il nome e le parole della verità a quello della suprema illuminazione. Su quali sutra, trattati o commentari, si basa questa asserzione?
«E su quali passi dei sutra basate l’asserzione che, fintanto che ci si trova in questa terra impura, si dovrebbero scartare, chiudere, ignorare e abbandonare il Sutra del Loto e il Budda Shakyamuni, il signore degli insegnamenti, e poi, una volta raggiunta la Pura terra, si potrà ottenere una comprensione del Sutra del Loto?».
Benjo allora ha affermato: «Quando io scarto, chiudo, ignoro e abbandono le varie pratiche del Loto e degli altri sutra e adotto la pratica del Nembutsu, sto seguendo il passo del Sutra della Meditazione sul Budda Vita Infinita che recita: “Il Budda disse ad Ananda: ‘Abbraccia fermamente queste parole. Abbracciare fermamente queste parole significa abbracciare fermamente il nome del Budda Vita Infinita’”.
«E quando parlo di rinascere nella Pura terra e ascoltare là il Sutra del Loto mi baso sul passo che recita: “Percettore dei Suoni del Mondo e Grande Potere, parlando con voce piena di compassione, esporranno per loro l’insegnamento del vero aspetto di tutti i fenomeni che cancella la colpa. Quando essi lo udranno, ne gioiranno e concepiranno immediatamente la determinazione di ottenere l’illuminazione”4. Ci sono molti altri passi che potrei citare, ma li ometterò qui».
Io, Nichiren, ho replicato nuovamente: «Il Sutra della Meditazione [che hai appena citato] fu esposto nei primi quarant’anni e più dopo che il Tathagata ottenne l’illuminazione, ma il Sutra del Loto fu predicato negli otto anni che seguirono a tale periodo. Come è possibile che il nome del Sutra del Loto, che non era ancora stato predicato, si trovi nel Sutra della Meditazione, che era già stato predicato, e come potrebbe il Budda in quest’ultimo aver detto di scartare, chiudere, ignorare e abbandonare un sutra che non era ancora stato predicato?
«Ne consegue che il passo che avete citato, quello che inizia con “Il Budda disse ad Ananda” incoraggia semplicemente a praticare la recitazione del nome del Budda Amida. Non ho mai sentito dire che significhi che si dovrebbe scartare, chiudere, ignorare e abbandonare il Sutra del Loto.
«E ciò è ancor più ovvio quando si considera che, mentre il Budda si accingeva a predicare il Sutra del Loto, nel Sutra degli Innumerevoli significati si riferì ai sutra predicati nei precedenti quarant’anni e più e affermò che in quei sutra “non aveva ancora rivelato la verità”. Come potrebbe esserci nel Sutra della Meditazione, predicato quando egli “non aveva ancora rivelato la verità”, un passo che dice di scartare, abbandonare e così via, il Sutra del Loto, che fu predicato nel periodo in cui egli rivelò la verità?
«Inoltre, il Sutra del Loto dice: “A lungo ha taciuto l’essenziale, non ha avuto fretta di parlarne immediatamente”5. Nei precedenti quarant’anni e più della sua vita di predicazione, il Budda Shakyamuni, il signore degli insegnamenti, non pronunciò mai nemmeno il nome del Sutra del Loto. Perché dunque, nel Sutra della Meditazione, predicato nel passato, mentre parlava del Nembutsu avrebbe dovuto dire di abbandonare il Sutra del Loto?
«Poi, voi citate il passo che, riferendosi agli insegnamenti destinati agli appartenenti al più basso dei nove gradi di rinascita nella Pura terra6, parla dell’“insegnamento del vero aspetto di tutti i fenomeni che cancella la colpa”. Ma, nei sutra precedenti al Loto, c’è più di un’occorrenza di questa espressione “vero aspetto”. Per cominciare c’è il “vero aspetto” esposto dal non buddista Dirghanakha7. E negli insegnamenti buddisti, il termine “vero aspetto” viene usato negli insegnamenti hinayana [o del Tripitaka] e negli altri tre dei quattro insegnamenti dei sutra precedenti al Loto per riferirsi ai loro princìpi fondamentali. Perché si dovrebbe supporre necessariamente che il termine “vero aspetto” che appare nel Sutra della Meditazione, un sutra predicato all’inizio della carriera del Budda, abbia lo stesso significato del termine che appare nel Sutra del Loto?
«Se sperate di salvare l’Onorevole Honen dall’inferno di incessante sofferenza, dovete essere in grado di presentare una prova documentaria un po’ più valida».
Benjo allora ha risposto: «Anche se il Sutra della Meditazione fu predicato prima di quello del Loto, la sua predicazione era a beneficio del futuro e perciò gli esseri viventi delle generazioni future, leggendo e recitando il sutra che sarà diffuso nella loro epoca, potranno ottenere la rinascita nella Pura terra. Anche il Sutra del Loto e gli altri sutra predicati nel passato erano destinati al futuro e perciò leggendoli e recitandoli è probabile che si possa ottenere tale rinascita. Ma Honen, basandosi sul passo del Sutra della Meditazione che dice di “abbracciare fermamente il nome del Budda Vita Infinita” disse che si dovrebbe scartare, chiudere, ignorare e abbandonare il Sutra del Loto, per svolgere quell’altra pratica. E lo disse perché, prima del passo che dice di abbracciare fermamente il nome del Budda Vita Infinita, il Sutra della Meditazione descrive varie buone pratiche e poi in questo passo prosegue esortando ad affidarsi unicamente al nome del Budda Vita Infinita.
«In quanto all’obiezione che ci sono molti usi differenti del termine “vero aspetto”, ciò non vale in questo caso perché il sutra qui sta parlando della Pura terra.
«L’Onorevole Honen credeva che per le persone fosse troppo difficile praticare e adattare le proprie capacità alla Sacra via, perciò consigliò loro di scartare, chiudere, ignorare e abbandonare il Sutra del Loto che era destinato alla propagazione in tempi futuri. Quindi possiamo dire che con ciò egli ha dimostrato la massima pietà e compassione. Grazie a tale pietà e compassione egli permette alle persone di ottenere la rinascita nella Pura terra e dunque non c’è alcuna ragione perché debba cadere nell’inferno!».
Io, Nichiren, ho replicato così: «Voi avete accennato al fatto che il Sutra della Meditazione fu predicato prima del Sutra del Loto. Concordate dunque che è così e, cioè, che al tempo in cui fu esposto il Sutra della Meditazione, quello del Loto non era ancora stato predicato. Ma l’Onorevole Honen sta dicendo che a quel tempo il Budda esaminò il futuro e disse che si doveva scartare, chiudere, ignorare e abbandonare il Sutra del Loto.
«Ora, se il Budda esamina il futuro in questa maniera e nei sutra che predica prima espone restrizioni riguardanti i sutra che predicherà nel futuro, allora i sutra hinayana, predicati prima, contengono forse restrizioni che riguardano i sutra mahayana, predicati in un periodo successivo?
«Inoltre, voi sostenete che i sutra mahayana provvisori [come il Sutra della Meditazione], predicati in precedenza, contengono restrizioni che riguardano il sutra del vero Mahayana che non era ancora stato predicato, restrizioni che riguardano come il Sutra del Loto sarebbe stato propagato nel futuro. Ma se fosse così, come spiegate il fatto che in quei primi sutra il Budda non menzionò mai nemmeno il nome del Sutra del Loto?
«E, riguardo alla pietà e compassione dell’Onorevole Honen, voi dite che furono la pietà e la compassione a indurlo a consigliare alle persone di abbandonare il Sutra del Loto e il Budda Shakyamuni, il signore degli insegnamenti? Ma nessuno dei passi che avete citato finora prova chiaramente ciò. Dovete esibire qualche prova documentaria più valida se sperate di salvare l’Onorevole Honen dalle sue terribili sofferenze.
«Voi dite che [secondo il Sutra della Meditazione] le persone dei sei gradi superiori8 dovrebbero svolgere varie buone pratiche per ottenere la rinascita, mentre quelle dei tre gradi inferiori dovrebbero abbandonare le buone pratiche per affidarsi al Nembutsu, e ciò equivale a dire che si dovrebbe abbandonare il Sutra del Loto. Ma le buone pratiche che il Sutra della Meditazione prescrive per le persone dei sei gradi superiori sono buone pratiche che furono esposte in opere predicate prima del Sutra del Loto. Ammesso che il Sutra della Meditazione stia dicendo alle persone dei tre gradi inferiori di affidarsi al Nembutsu e abbandonare le buone pratiche prescritte per le persone dei sei gradi superiori, difficilmente si può ritenere che il Sutra del Loto sia incluso fra queste buone pratiche. Come potete pensare dunque che ciò significhi che si dovrebbe ignorare il Sutra del Loto?
«Dicendo che si dovrebbero scartare le buone pratiche esposte nei sutra precedenti insieme al Nembutsu descritto nel Sutra della Meditazione, il Tathagata espose il Sutra del Loto adempiendo così allo scopo originale del suo avvento in questo mondo. Questo è il messaggio del Sutra del Loto. Per quanto la mia visione possa essere limitata, non ho mai visto alcun passo in nessuno dei sacri insegnamenti esposti dal Budda nel corso della sua vita, o nel testo stesso del Sutra del Loto, che citi per nome il Sutra del Loto e dica che si dovrebbe abbandonarlo o chiudere la porta alle sue dottrine.
«Stando così le cose, allora come si può sfuggire al [le eccezioni menzionate nel] voto originale di Amida9, il voto sul quale si basa l’Onorevole Honen, o all’ammonimento del Budda Shakyamuni che chi offende il Sutra del Loto “cadrà nell’inferno Avichi”10? E se l’Onorevole Honen cade nell’inferno di incessante sofferenza, allora i discepoli che egli ha convertito e anche i suoi vari seguaci laici cadranno tutti insieme nella grande fortezza dell’inferno Avichi. Nel futuro dovete essere in grado di presentare qualche passo dei sutra chiaro e convincente, se sperate di spegnere le fiamme dell’inferno Avichi che tormentano l’Onorevole Honen».
Nichiren
Benjo
Il diciassettesimo giorno del primo mese del nono anno di Bun’ei [1272], segno ciclico mizunoe-saru.
Cenni Storici
Questo documento è il resoconto di un dibattito avvenuto sull’isola di Sado, il diciassettesimo giorno del primo mese del 1272, tra Nichiren Daishonin e Insho-bo Benjo, un prete influente della scuola della Pura terra in quella zona. Il giorno precedente, nel medesimo luogo, era avvenuto un altro dibattito: il famoso dibattito di Tsukahara, tra Nichiren Daishonin e i preti della scuola della Pura terra e di altre scuole, giunti da varie parti dell’isola e dalle province confinanti. Prima di questo famoso dibattito, Benjo e altri preti locali si erano recati da Homma Rokuro Saemon, il vice conestabile dell’isola, chiedendogli di sbarazzarsi del Daishonin. Homma rifiutò la loro richiesta spronandoli a confrontarsi in un dibattito religioso.
Una folla di preti e relativi seguaci si riunì davanti all’alloggio del Daishonin a Tsukahara per sfidarlo in dibattito. Il Daishonin rispose alle loro argomentazioni punto per punto, mettendo in luce le contraddizioni e le imprecisioni dei loro discorsi. Molti di quei preti ammisero la propria sconfitta. Questo episodio è descritto dettagliatamente in Le azioni del devoto del Sutra del Loto (Raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin, vol. 1, pp. 685-686). Anche Benjo era presente quel giorno e fu testimone della vittoria del Daishonin sui suoi compagni della Pura terra. Il giorno seguente egli tornò da solo a dibattere col Daishonin.
Questo documento è firmato “Nichiren” e “Benjo”, a significare che entrambi convenivano che le affermazioni riportate nel testo rappresentavano le loro rispettive posizioni. All’inizio troviamo un diagramma che schematizza la disputa tra la scuola del Loto (gli insegnamenti di T’ien-t’ai fondati sul Sutra del Loto) e la scuola della Pura terra, in merito al modo in cui esse considerano i sei stadi della pratica secondo i concetti di “terra impura” e di “terra della ricompensa”. Secondo gli insegnamenti della Pura terra, la terra della ricompensa, dove le persone rinascono come ricompensa per la propria pratica, è un luogo lontano da questo mondo impuro ed è conosciuto come la pura terra del Budda Amida. Anche gli insegnamenti di T’ien-t’ai parlano di una terra della ricompensa o pura terra, ma non la identificano con un regno distaccato dalla terra impura. Come dichiara il Daishonin: «Non ci sono terre pure e terre impure di per sé: la differenza sta unicamente nella bontà o malvagità della nostra mente» (Raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin, vol. 1, p. 4).
Mentre T’ien-t’ai associava i primi quattro dei sei stadi della pratica con questo mondo impuro, e i due stadi più alti con la terra della ricompensa, la scuola della Pura terra associa solo lo stadio più basso della pratica a questo mondo impuro. Secondo il diagramma, attribuito a Benjo, anche se gli insegnamenti della Pura terra affermano che le persone di tutti e tre i gradi – inferiore, medio e superiore – rinasceranno nella Pura terra se reciteranno il nome di Amida Budda, nei termini dei sei stadi della pratica, le persone del grado medio che osservano i precetti e praticano la bontà mondana, e le persone del grado inferiore che non osservano i precetti e commettono colpe mondane, appartengono allo stadio di essere un Budda in potenza e dimorano nel mondo impuro. Ma le persone del grado superiore appartengono agli stadi che vanno dal secondo al sesto e dimorano nella terra della ricompensa.
La parte iniziale di questo documento non è pervenuta fino a noi, ma dalla risposta del Daishonin si evince che il diagramma rappresenta una sintesi delle affermazioni iniziali di Benjo. In riferimento a questo diagramma, il Daishonin chiede: «La scuola T’ien-t’ai sostiene che la terra della ricompensa corrisponde allo stadio del risveglio progressivo e allo stadio della suprema illuminazione, ma la scuola della Pura terra afferma che la terra della ricompensa corrisponde a tutti e cinque gli stadi, da quello dell’udire il nome e le parole della verità a quello della suprema illuminazione. Su quali sutra, trattati o commentari, si basa questa asserzione?».
Il corpo del testo contiene tre affermazioni di Benjo che il Daishonin confuta da vari punti di vista. Prima di tutto, Benjo afferma di aver abbandonato gli insegnamenti della Sacra via, che includono il Sutra del Loto, perché non sono adatti alle sue capacità, e che egli potrà comprendere il Sutra del Loto dopo la sua rinascita nella pura terra del Budda Amida. Il Daishonin puntualizza che non esiste alcun sutra o trattato a prova di tali affermazioni, e neanche a prova dell’associazione, che Benjo stabilisce nel diagramma, tra i cinque stadi della pratica e la terra della ricompensa.
Inoltre, quando Benjo cita alcuni passi del Sutra della Meditazione nel tentativo di documentare le sue affermazioni, il Daishonin fa notare che essi non parlano di abbandonare il Sutra del Loto; e poiché il Sutra della Meditazione fu predicato dal Budda prima del Sutra del Loto, cosa che Benjo riconosce, non è possibile che in esso ci siano delle allusioni al Sutra del Loto, e tanto meno al fatto di abbandonarlo. Infine, quando Benjo afferma che la fonte delle sue interpretazioni è Honen, il fondatore della scuola della Pura terra giapponese, il Daishonin demolisce dal punto di vista logico l’affermazione di Honen secondo cui Shakyamuni intendeva dire che nel futuro si doveva scartare il Sutra del Loto e divulgare al suo posto il Nembutsu. Egli conclude dicendo invece che Honen e i suoi seguaci, offendendo il Sutra del Loto e rifiutando il Budda Shakyamuni, stanno ponendo cause di futura sofferenza.