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8. Domande e risposte riguardo all’abbracciare il Sutra del Loto

RSND, VOLUME I

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Kamakura, 1263. Indirizzata a Destinatario sconosciuto

Domanda: Sono nato come essere umano, cosa di per sé rara, e ho avuto la fortuna di incontrare il Buddismo. Ma si dice che esistano insegnamenti superficiali e insegnamenti profondi e che certi individui abbiano capacità maggiori e altri minori. Quale insegnamento dovrei praticare per conseguire la Buddità il più rapidamente possibile? Ti prego di istruirmi su questo punto.

    Risposta: In ogni famiglia ci sono anziani rispettati da tutti e ogni provincia ha i suoi dignitari. Ma, nonostante tutti rispettino il proprio signore e onorino i genitori, chi potrebbe stare più in alto del sovrano del paese?

      Allo stesso modo, le dispute fra insegnamenti mahayana e hinayana, o fra insegnamenti provvisori e veri, sono paragonabili a competizioni tra famiglie rivali, ma, fra tutti i sacri insegnamenti esposti dal Budda nel corso della sua vita, solo il Sutra del Loto detiene una posizione di assoluta superiorità. Esso indica la strada per l’immediato ottenimento della perfetta saggezza, è il carro che ci conduce immediatamente al luogo dell’illuminazione.

        Domanda: Un maestro è una persona che ha afferrato il significato fondamentale dei sutra e dei trattati e che scrive commentari che li spiegano. È dunque ovvio che ciascun maestro delle varie scuole formuli le dottrine che si accordano con ciò che ha compreso e che, su questa base, scriva i propri commentari, stabilisca princìpi e si dedichi all’ottenimento dell’illuminazione. Come possono tali sforzi essere vani? Io credo che chi insiste sulla superiorità assoluta del Sutra del Loto abbia una visione troppo ristretta.

          Risposta: Se tu pensi che proclamare l’assoluta superiorità del Sutra del Loto dimostri un punto di vista limitato, allora nessuno al mondo ebbe una visione più ristretta del Budda Shakyamuni. Temo che tu stia gravemente sbagliando a questo proposito. Ti citerò un sutra e il commentario di una scuola, e vediamo se ciò potrà chiarirti le idee.

            Il Sutra degli Innumerevoli significati afferma: «[Perché sapevo che la natura e i desideri degli esseri viventi non sono tutti uguali,] esposi la Legge in molti modi differenti. Nel predicare la Legge in modi differenti, mi sono avvalso del potere degli espedienti. Ma in questi quarant’anni e più non ho ancora rivelato la verità».

              Udendo queste parole, Grande Ornamento e gli altri ottantamila bodhisattva dichiararono all’unisono di aver compreso che «[per quanto riguarda gli esseri viventi che non possono udire questo sutra], anche se trascorressero innumerevoli, infiniti, incalcolabili asamkhya di kalpa, alla fine non otterrebbero la suprema illuminazione».

                Il significato di questo passo è che chiunque aspiri alla via del Budda invocando il nome del Budda Amida o abbracciando gli insegnamenti della scuola Zen, oppure affidandosi ai sutra della Ghirlanda di fiori, o dei periodi Agama, Corretto ed equo e della Saggezza, esposti dal Budda durante i precedenti quarant’anni e più, non potrà mai ottenere la suprema illuminazione, nemmeno con il trascorrere di innumerevoli, infiniti, incalcolabili asamkhya di kalpa.

                  E questo non è l’unico passo di questo tipo. Nel capitolo “Espedienti” del Sutra del Loto si legge: «L’Onorato dal Mondo ha esposto a lungo le sue dottrine e adesso deve rivelare la verità»1. Afferma inoltre: «[Nelle terre del Budda delle dieci direzioni] esiste solo la Legge dell’unico veicolo, non ce ne sono due, non ce ne sono tre»2. Questi passi testimoniano che solo questo sutra [del Loto] rappresenta la verità.

                    Inoltre nel secondo volume si afferma: «Io sono l’unica persona che può salvarli e proteggerli»3. E si parla di «desiderano abbracciare soltanto il sutra del grande veicolo, non accettando un solo verso degli altri sutra»4. Questi passi significano che solo il Budda Shakyamuni può salvare e proteggere tutti gli esseri viventi e che si dovrebbe desiderare di accettare e abbracciare solo il Sutra del Loto e neppure un singolo verso degli altri sutra5.

                      Afferma anche: «Chi non riesce ad avere fede e invece offende questo sutra, distruggerà immediatamente tutti i semi per divenire Budda in questo mondo. […] Allorché la sua vita giungerà al termine egli cadrà nell’inferno Avichi»6. Questo passo significa che chi non crede nel Sutra del Loto e, al contrario, vi si oppone, distruggerà immediatamente i semi per il conseguimento della Buddità in questo mondo e, dopo la morte, cadrà nell’inferno di incessante sofferenza.

                        Esaminando questi passi, T’ien-t’ai concluse che furono queste affermazioni a ispirare le parole «che sia un demone che finge di essere il Budda?»7. Come possiamo parlare di Buddismo se ci basiamo unicamente sui commentari dei vari maestri e non ci atteniamo alle parole del Budda? Sarebbe il colmo dell’assurdo!

                          Perciò, il Gran Maestro Chisho dichiarò che, se accettassimo le affermazioni dei vari maestri e sostenessimo che i sutra non si dividono affatto in Mahayana e Hinayana e che non c’è distinzione fra rivelazioni parziali e perfette della verità, la predicazione del Budda sarebbe stata inutile8.

                            T’ien-t’ai asserì: «Ciò che si basa su una dottrina profonda e si accorda con i sutra deve essere trascritto e reso accessibile, ma non dovete prestare fede alle parole o ai princìpi che non si trovano nei testi [dei sutra]»9. Inoltre aggiunse: «Tutte le affermazioni che mancano di prova documentaria devono essere considerate false»10. Come interpreti tutto ciò?

                              Domanda: Ciò che hai appena detto è applicabile ai commentari dei maestri. Ma cosa pensi dei sutra esposti prima del Sutra del Loto, nei quali si afferma: «Questo è il primo di tutti i sutra», oppure: «Questo è il re dei sutra»? Stando a quanto tu hai detto, non dobbiamo accettarle benché siano parole del Budda?

                                Risposta: Sebbene contengano affermazioni come «Questo è il più importante tra tutti i sutra», oppure «Questo è il re dei sutra», tali sutra appartengono tutti agli insegnamenti provvisori. Non ci si deve basare sulle loro affermazioni. A questo proposito il Budda stesso disse: «Affidatevi ai sutra completi e definitivi, non a quelli incompleti e non definitivi»11. E il Gran Maestro Miao-lo dichiarò: «Sebbene altri sutra si proclamino i re dei sutra, nessuno sostiene di essere il supremo fra tutti i sutra che sono stati predicati nel passato, che sono predicati adesso o che saranno predicati nel futuro12. Perciò bisogna comprenderli secondo il principio di “associare, escludere, mettere in relazione e includere”»13. Questo passo del commentario sostiene essenzialmente che un sutra che si autodefinisca “re dei sutra”, ma non dichiari di essere superiore ai sutra esposti prima e a quelli che saranno esposti successivamente, deve essere considerato un sutra che appartiene agli [insegnamenti con valore di] espedienti.

                                  È tipico dei sutra predicati prima del Sutra del Loto non fare riferimento ai sutra che saranno esposti nel futuro. Solamente nel Sutra del Loto, l’ultima e la massima predicazione del Budda, si afferma esplicitamente che solo questo sutra ricopre una posizione di assoluta superiorità «tra quelli [i sutra] che ho predicato, che ora predico e che predicherò»14.

                                    Di conseguenza in un commentario si afferma: «Solo nel Sutra del Loto il Budda spiegò l’intento dei suoi precedenti insegnamenti e l’intento del suo insegnamento attuale»15. Cioè nel Sutra del Loto vengono definiti chiaramente sia il vero intento del Tathagata, sia i metodi da usare per istruire e convertire.

                                      Per questa ragione T’ien-t’ai sostiene: «Dopo che il Tathagata ebbe ottenuto l’illuminazione, per più di quarant’anni non rivelò la verità. Nel Sutra del Loto per la prima volta rivelò la verità»16. In altre parole, per più di quarant’anni da quando ebbe iniziato a percorrere le vie del mondo, il Tathagata non rivelò il vero insegnamento. Nel Sutra del Loto rivelò per la prima volta la vera via che conduce al conseguimento della Buddità.

                                        Domanda: Ho compreso che cosa intendi dicendo che il Sutra del Loto è il primo fra tutti i sutra che il Budda «ha predicato, che ora predica e che predicherà». Tuttavia un certo maestro sostiene che l’affermazione «in questi quarant’anni e più non ho ancora rivelato la verità» era rivolta solo agli ascoltatori della voce che furono in grado di conseguire la Buddità con il Sutra del Loto, ma non ai bodhisattva che avevano già ottenuto il beneficio dell’illuminazione con i sutra esposti prima del Sutra del Loto. Qual è la tua opinione in proposito?

                                          Risposta: Che il Sutra del Loto sia stato predicato per il bene delle persone dei due veicoli e non per i bodhisattva, e che le parole «non ho ancora rivelato la verità» siano applicabili esclusivamente alle persone dei due veicoli, è una teoria elaborata dal Gran Maestro Tokuitsu, un prete della scuola delle Caratteristiche dei dharma. Essa fu confutata dal Gran Maestro Dengyo che scrisse: «Esiste al presente un individuo che si nutre di cibi grossolani, il quale ha composto svariati volumi di scritti falsi, offendendo la Legge e le persone. Come potrà salvarsi dal cadere nell’inferno?»17. Quando Tokuitsu fu criticato con queste parole, la sua lingua si spezzò in otto pezzi ed egli morì.

                                            Comunque sia, l’affermazione che la frase «non ho ancora rivelato la verità» sia stata formulata per la salvezza delle persone dei due veicoli è del tutto ragionevole. Infatti, sin dal principio, aprire la strada dell’illuminazione alle persone dei due veicoli fu lo scopo fondamentale della predicazione del Tathagata. I metodi di istruzione usati in tutta la sua vita di maestro e gli abili espedienti impiegati nei tre cicli di predicazione erano diretti principalmente a loro.

                                              Nel Sutra della Ghirlanda di fiori si dice che persino gli esseri dell’inferno possono divenire Budda, ma gli ascoltatori della voce e i risvegliati all’origine dipendente sono condannati come incapaci di divenire Budda. Nei sutra Corretti ed equi si afferma che, come i fiori di loto non possono crescere sul picco di un’alta montagna, le persone dei due veicoli [non potranno raggiungere l’illuminazione perché] hanno bruciato i semi della Buddità. E nei sutra della Saggezza leggiamo che coloro che hanno commesso i cinque peccati capitali possono conseguire la Buddità, mentre i due veicoli vengono abbandonati perché incapaci di farlo. Il Tathagata adesso dichiara che il suo vero intento è che queste persone misere e abbandonate possano invece conseguire la Buddità, usando ciò come una dimostrazione della superiorità del Sutra del Loto.

                                                T’ien-t’ai quindi asserì: «Né il Sutra della Ghirlanda di fiori né l’Ampio Sutra della Saggezzapotevano curare [la condizione di queste persone dei due veicoli]. Solamente il Sutra del Loto era in grado di generare buone radici in coloro che non avevano più niente da imparare18 e consentire loro di raggiungere la via del Budda. Perciò questo sutra è definito myo o meraviglioso. In più, gli icchantika, o persone di incorreggibile miscredenza, tuttavia possiedono una mente, perciò hanno ancora la possibilità di conseguire la Buddità. Ma le persone dei due veicoli hanno annientato la coscienza e perciò non possono risvegliare la mente che aspira all’illuminazione. Tuttavia il Sutra del Loto è in grado di curarli, questo è il motivo per cui è chiamato myo, o meraviglioso»19.

                                                  Il significato di questo passo non ha bisogno di spiegazione: dovrebbe essere chiaro una volta per tutte che anche la medicina delle dottrine offerte dai sutra della Ghirlanda di fiori, Corretti ed equi e dall’Ampio Sutra della Saggezza non può guarire la grave malattia che affligge le persone dei due veicoli. Inoltre nei sutra predicati prima del Sutra del Loto persino alle persone colpevoli, condannate a dimorare nei tre cattivi sentieri, viene concesso lo stato di bodhisattva [e quindi la possibilità di conseguire la Buddità], mentre tale concessione non viene accordata alle persone dei due veicoli.

                                                    A questo proposito il Gran Maestro Miao-lo spiega: «Nei vari sutra a volte s’insegna che gli esseri degli altri sentieri sono condotti al vero [sentiero della Buddità], ma per i due veicoli non c’è alcuna speranza. Perciò, [nel Sutra del Loto] gli esseri dei sei sentieri sono accomunati ai bodhisattva [ai quali è garantita la Buddità] e il potere del sutra viene esposto a favore dei due veicoli per i quali è sommamente difficile conseguire la Buddità»20. T’ien-t’ai afferma che il conseguimento della Buddità da parte delle persone dei due veicoli è la prova che tutti gli esseri viventi, senza eccezione alcuna, possono divenire Budda.

                                                      Si può pensare che sia difficile per un asura attraversare il grande mare? O che per un bambino sia facile buttare a terra un uomo grande e grosso? Anche i sutra esposti prima del Sutra del Loto affermano che coloro che possiedono i semi della natura di Budda possono conseguire la Buddità, ma nessuno afferma che potranno farlo coloro i cui semi sono irrimediabilmente bruciati. Solamente la buona medicina del Sutra del Loto può guarire senza difficoltà questa grave afflizione.

                                                        Ora, se desideri conseguire la Buddità, devi solo ammainare i vessilli dell’arroganza, mettere da parte il bastone della rabbia e dedicarti esclusivamente all’unico veicolo del Sutra del Loto. Fama mondana e profitto sono orpelli della presente esistenza; arroganza e pregiudizio sono catene nella futura esistenza. Dovresti vergognarti di queste cose! E dovresti anche averne paura!

                                                          Domanda: Dato che da un singolo esempio si può supporre la natura di tutte le cose, ascoltando le tue brevi osservazioni sul Sutra del Loto, i miei orecchi e i miei occhi si sono aperti per la prima volta. Ma come si può comprendere il Sutra del Loto e raggiungere al più presto la riva dell’illuminazione?

                                                            Ho sentito dire che solamente colui per il quale il sole della saggezza splende senza nuvole nel grande cielo dei tremila regni in un singolo istante di vita, e per il quale l’acqua della saggezza non è mai torbida nell’ampio stagno della triplice contemplazione in un’unica mente, abbia la capacità di portare avanti la pratica di questo sutra. Ma, poiché io non mi sono mai impegnato nello studio delle varie scuole della capitale meridionale di Nara e sono all’oscuro delle dottrine del Trattato sugli stadi della pratica dello Yoga e del Trattato sulla dottrina della coscienza come unica realtà, e, poiché i miei occhi sono ugualmente chiusi nei confronti degli insegnamenti del picco settentrionale di Hiei, sono confuso sul significato di Grande concentrazione e visione profonda e di Annotazioni su “Il significato profondo del Sutra del Loto”. Riguardo alla scuola Tendai e alla scuola delle Caratteristiche dei dharma posso essere paragonato a una persona che ha una pentola sulla testa e il viso rivolto al muro. Sembrerebbe, quindi, che le mie capacità non siano all’altezza del Sutra del Loto. Come devo comportarmi?

                                                              Risposta: Gli studiosi di oggi sostengono che solamente coloro che possiedono una saggezza superiore e che si impegnano con totale assiduità nella pratica della meditazione abbiano la capacità di beneficiare del Sutra del Loto, e dissuadono coloro che mancano di tale saggezza anche soltanto dal provare. Ma questo è un punto di vista del tutto ignorante ed errato. Il Sutra del Loto è l’insegnamento che permette a tutti gli esseri viventi di raggiungere la via del Budda; perciò, coloro che possiedono facoltà e capacità superiori dovrebbero naturalmente dedicarsi alla contemplazione e alla meditazione sulla Legge mentre, per le persone di facoltà e capacità inferiori, la cosa importante è semplicemente la fede. Perciò il Sutra del Loto afferma: «Se uomini o donne devoti, […] crederanno in esso e lo riveriranno con cuore puro, senza dubbi né perplessità, essi non cadranno mai nell’inferno, nel regno degli spiriti affamati o in quello degli animali, ma nasceranno alla presenza dei Budda delle dieci direzioni»21. Dovremmo avere piena fede nel Sutra del Loto e desiderare di nascere in presenza dei Budda in una delle prossime vite.

                                                                Supponiamo, per fare un esempio, che una persona si trovi ai piedi di un argine alto e sia incapace di salire, e supponiamo che ci sia qualcuno in cima all’argine che gli cali una corda dicendo: «Se l’afferri ti farò salire in cima all’argine». Se la persona in basso, dubitando che l’altro abbia la forza di tirarlo su o che la corda sia troppo debole, si rifiuta di allungare la mano per afferrarla, come potrà mai giungere sulla cima dell’argine? Ma se segue le istruzioni, tende la mano e afferra la fune, allora potrà salire.

                                                                  Se si dubita della forza del Budda quando afferma: «Io sono l’unica persona che può salvarli e proteggerli»22; se si dubita della corda offerta dal Sutra del Loto che insegna che si può «accedervi solo grazie alla fede»23; se non si invoca la Legge mistica che garantisce che «tale persona sicuramente, senza alcun dubbio, [raggiungerà la via del Budda]»24, allora il potere del Budda non potrà raggiungerci e sarà impossibile scalare l’argine dell’illuminazione.

                                                                    La mancanza di fede è l’errore fondamentale che provoca la caduta nell’inferno. Perciò nel Sutra del Loto è scritto: «Se nei confronti di questo sutra uno dovesse nutrire dubbi e mancasse di credere, cadrebbe all’istante nei cattivi sentieri»25.

                                                                      Chi ha avuto la rara fortuna di nascere come essere umano e l’ulteriore fortuna di incontrare gli insegnamenti buddisti, come può sprecare un’occasione come questa? Se vuole credere in qualcosa, allora, tra tutti gli insegnamenti del Mahayana e dello Hinayana, fra le dottrine provvisorie e le dottrine vere, dovrebbe prendere fede nell’unico veicolo, il vero scopo per il quale i Budda compaiono in questo mondo, il sentiero diretto per l’illuminazione di tutti gli esseri viventi.

                                                                        Se il sutra che una persona abbraccia è superiore a tutti gli altri sutra, anche la persona che lo sostiene deve essere superiore a tutte le altre. Ecco perché il sutra afferma: «Una persona che è in grado di accettare e sostenere questo sutra, allo stesso modo, è la prima fra tutti gli esseri viventi»26. Non ci può essere alcun dubbio su queste auree parole del grande santo. Eppure la gente non comprende questo principio o non lo prende in considerazione, invece cerca la fama o si lascia sviare dai dubbi e dai pregiudizi, ponendo così le basi per cadere nell’inferno.

                                                                          Tutto ciò che io desidero è che tu abbracci questo sutra, gettando il tuo nome sul mare di voti fatti dai Budda delle dieci direzioni e affidando il tuo onore al cielo di compassione dei bodhisattva delle tre esistenze. Quando una persona abbraccia il Sutra del Loto, gli dèi celesti, i draghi e gli altri degli otto tipi di esseri non umani, e tutti i grandi bodhisattva, diventeranno suoi seguaci. Inoltre il suo corpo fisico, che sta ancora ponendo le cause per conseguire la Buddità, acquisirà l’occhio del Budda di chi ha portato a termine tale cammino e questa carne comune che vive nel regno del condizionato indosserà la sacra veste dell’incondizionato. Allora non dovrà più temere i tre sentieri27 o tremare davanti alle otto difficoltà28. Salirà sul picco della montagna dei sette espedienti e spazzerà via le nuvole dei nove mondi. Nel giardino della terra immacolata sbocceranno i fiori e nel cielo della natura del Dharma splenderà la luna. Possiamo fare affidamento sul passo che promette: «Tale persona sicuramente, senza alcun dubbio, conseguirà la via del Budda» e non dobbiamo dubitare dell’affermazione del Budda: «Io sono l’unica persona che può salvarli e proteggerli».

                                                                            I benefici che si ottengono anche da un singolo istante di fede e comprensione nel Sutra del Loto sorpassano quelli della pratica delle cinque paramita29, e il beneficio dalla cinquantesima persona che gioisce nell’udire il Sutra del Loto è maggiore di quello che si acquisisce in ottant’anni di offerte30. La dottrina dell’ottenimento immediato dell’illuminazione offusca di gran lunga quelle delle altre scritture, e le affermazioni sulla rivelazione dell’illuminazione originale del Budda e della incommensurabile durata della sua vita non si trovano in nessun altro insegnamento.

                                                                              Per questo motivo, la figlia di otto anni del re drago fu capace di uscire dal vasto mare e dimostrò in un istante il potere di questo sutra, e Pratiche Superiori, un bodhisattva dell’insegnamento originale, emerse dalla grande terra dimostrando la durata inconcepibilmente lunga della vita del Budda. Questo è il re dei sutra, che sfugge a ogni descrizione con le parole, la Legge meravigliosa al di là del potere di comprensione della mente.

                                                                                Ignorare la supremazia del Sutra del Loto e affermare che gli altri sutra stanno al suo stesso livello è la peggiore offesa alla Legge, una colpa della massima gravità. Nessuna analogia è sufficiente per illustrare ciò. Neppure i Budda, con i loro poteri di magica trasformazione, riuscirebbero a descriverne fino in fondo le conseguenze, e i bodhisattva, con tutta la saggezza a loro disposizione, non potrebbero sondarne l’immensità. Perciò il capitolo “Parabola e similitudine” del Sutra del Loto dice: «Se dovessi descrivere le punizioni [in cui incorrono coloro che offendono questo sutra], potrei proseguire per un intero kalpa senza giungere alla fine»31. Significa che nemmeno un intero kalpa basterebbe per descrivere la gravità della colpa di una persona che agisce anche una sola volta contro il Sutra del Loto.

                                                                                  Per questa ragione, una persona che commette questa colpa non potrà mai ascoltare la predicazione dei Budda delle tre esistenze e sarà esclusa dalle dottrine dei Tathagata, che sono numerose come i granelli di sabbia del Gange. Tale persona uscirà dall’oscurità per entrare in una oscurità più grande. Come potrà evitare le sofferenze della grande fortezza dell’inferno Avichi? Come può una persona di buon senso non temere la prospettiva di lunghi kalpa di sofferenza?

                                                                                    Il sutra afferma: «Se qualcuno, […] vedendo coloro che leggono, recitano, copiano e sostengono questo sutra, li dovesse disprezzare, odiare, invidiare, o provare rancore nei loro confronti […]. Allorché la sua vita giungerà al termine egli cadrà nell’inferno Avichi»32. Questo passo significa che chi disprezza, odia, invidia o prova rancore nei confronti di coloro che leggono e abbracciano il Sutra del Loto cadrà dopo la morte nella grande fortezza dell’inferno Avichi33. Chi riuscirebbe a non tremare di fronte a queste auree parole del grande santo? E chi potrebbe dubitare della chiara affermazione del Budda: «Mettendo da parte onestamente gli espedienti, [esporrò unicamente la Via suprema]»34?

                                                                                      Tuttavia, tutti voltano le spalle a questi passi del sutra e il mondo intero è completamente confuso sui princìpi del Buddismo. Perché tu persisti a seguire gli insegnamenti dei cattivi amici? Il Gran Maestro T’ien-t’ai spiegò che accettare e riporre fede nelle dottrine dei cattivi maestri equivale a bere veleno35. Devi stare attento a questo! Stai molto attento!

                                                                                        Guardando attentamente il mondo di oggi, vediamo che, sebbene dichiarino che la Legge è degna di rispetto, tutti odiano la persona [che l’abbraccia]. Tu stesso sembri molto confuso su quale sia la sorgente della Legge. Proprio come tutte le piante e gli alberi sorgono dalla terra, così tutti i vari insegnamenti del Budda vengono diffusi da persone. Come disse T’ien-t’ai: «Anche durante la vita del Budda la Legge era rivelata dalle persone. Come si può dire che nell’ultima epoca la Legge è degna di rispetto, ma che la persona che l’abbraccia è spregevole?»36.

                                                                                          Quindi, se la Legge che una persona abbraccia è suprema, ne consegue che la persona che l’abbraccia deve essere la prima tra tutte le altre. E se ciò è vero, allora denigrare questa persona equivale a denigrare la Legge, così come disprezzare un bambino equivale a disprezzare i suoi genitori.

                                                                                            Da ciò puoi capire che oggi le parole delle persone non corrispondono minimamente a quello che hanno in mente. È come se colpissero i propri genitori con una copia de Il classico della pietà filiale. Sapendo che, senza essere visti, i Budda e i bodhisattva li stanno osservando, dovrebbero vergognarsi delle loro azioni! Le pene dell’inferno sono veramente terribili. Stai attento, stai molto attento!

                                                                                              Quando vedi persone di capacità superiore alla tua, non denigrarti. La vera intenzione del Budda era che a nessuno, neanche alle persone di capacità inferiore, fosse negata l’illuminazione. Viceversa, quando ti paragoni a persone di capacità inferiore, non essere arrogante e presuntuoso. Anche le persone di capacità superiore possono essere escluse dall’illuminazione se non si dedicano con tutto il cuore.

                                                                                                Uno può avere nel cuore il proprio paese natale, ma, se la strada è interrotta o non ci sono ragioni di tornarvi, alla fine anche il pensiero si allontana sempre più. Benché si ami una persona, se non si ha alcuna speranza di conquistarne l’amore e non si è scambiata alcuna promessa, si smette pian piano di aspettarla. Allo stesso modo trascuriamo il nostro viaggio verso la pura terra del Picco dell’Aquila, anche se essa supera in grandiosità i palazzi dei nobili e degli alti ministri, e inoltre è abbastanza facile da raggiungere. Non riusciamo a vedere la figura gentile e benevola del Budda che ha dichiarato: «Io sono il padre di voi tutti»37, sebbene dovremo sicuramente presentarci al suo cospetto. Non dovremmo addolorarci di ciò bagnando le maniche di lacrime, con il cuore consumato dal rimorso?

                                                                                                  Il colore delle nuvole nel cielo al crepuscolo, la luce della luna che si affievolisce allo spuntar dell’alba, sono cose che dovrebbero farci riflettere. Ogni volta che gli eventi ci rammentano l’incertezza della vita, dovremmo rivolgere il pensiero alla vita a venire. Pensaci quando osservi i germogli in primavera o la neve in una mattina d’inverno, non dimenticartene un solo istante nelle sere in cui il vento infuria e cumuli di nuvole si agitano nel cielo.

                                                                                                    La vita non dura più a lungo dell’intervallo fra un’espirazione e l’inspirazione successiva. In quale momento, in quali circostanze potremmo mai permetterci di dimenticare il compassionevole voto del Budda che dichiarò: «Questo è il mio pensiero costante: [come posso far sì che tutti gli esseri viventi accedano alla via suprema e acquisiscano rapidamente il corpo di Budda]»38? In quale giorno o mese possiamo abbandonare il sutra che dice: «[Fra coloro che ascoltano la Legge] nemmeno uno mancherà di conseguire la Buddità»39?

                                                                                                      Ieri diventa oggi, l’anno scorso diventa quest’anno: quanto tempo possiamo aspettarci di continuare a vivere così? Guardando indietro al passato, possiamo contare quanti anni abbiamo vissuto, ma, se guardiamo al futuro, chi può sapere se rientrerà nel numero dei vivi per un altro giorno o anche solo per un’altra ora? Ma, benché uno sappia che il momento della morte si sta avvicinando, si aggrappa alla sua arroganza e ai suoi pregiudizi, alla fama e al profitto, e non si dedica alla recitazione della Legge mistica. Tale atteggiamento è assolutamente futile! Anche se il Sutra del Loto è ritenuto l’insegnamento che permette a tutti gli esseri viventi di raggiungere la via del Budda, come può conseguirla una persona che si comporta così? Si dice che nemmeno la luce della luna si degni di illuminare la manica di una persona arida e fredda40.

                                                                                                        Inoltre, poiché la vita non dura che un momento, il Budda ha esposto i benefici che derivano da un singolo istante di gioia [per avere udito il Sutra del Loto]. Se avesse detto che sono necessari due o tre istanti, non si potrebbe più parlare di voto originale del Budda di grande e imparziale saggezza, di unico veicolo dell’insegnamento che rivela direttamente la verità e conduce tutti gli esseri viventi al conseguimento della Buddità.

                                                                                                          Per quanto riguarda il tempo della propagazione, il Sutra del Loto si diffonde nell’ultima epoca, quando la Legge del Budda sta per scomparire; riguardo alle capacità delle persone, esso può salvare anche coloro che commettono i cinque peccati capitali o che offendono l’insegnamento corretto. Lasciati quindi guidare dall’intento [del Sutra del Loto, che è] l’immediato ottenimento dell’illuminazione e non cedere alle idee errate che hanno origine dagli attaccamenti o dai dubbi.

                                                                                                            Quanto dura una vita? Se ci fermiamo a riflettere, è come la sosta di una notte in una locanda lungo la strada. Come possiamo dimenticarlo e ricercare invece un po’ di fama e profitto? Anche se li ottieni, saranno come ricchezze possedute in un sogno, gioie di scarso valore. Faresti meglio a lasciare tali questioni al karma formato nelle tue esistenze precedenti.

                                                                                                              Una volta risvegliato all’incertezza e alla transitorietà di questo mondo, troverai infiniti esempi che si presenteranno ai tuoi occhi e riempiranno i tuoi orecchi. Scomparsi come nuvole o pioggia, gli uomini del passato non hanno lasciato altro che i loro nomi. Svanendo come rugiada, dissolvendosi come fumo, anche i nostri amici di oggi spariscono dalla nostra vista. Può qualcuno supporre che lui solo possa in qualche modo rimanere eterno come le nuvole sopra il monte Mikasa41?

                                                                                                                I fiori di primavera seguono il vento e le foglie dell’acero si tingono di rosso con le piogge autunnali. Sono tutti segni che niente dura a lungo in questo mondo. Perciò il Sutra del Loto ci consiglia: «Niente in questo mondo è durevole o stabile, ogni cosa è simile a una bolla, a schiuma, a un miraggio»42.

                                                                                                                  «[Questo è il mio pensiero costante:] come posso far sì che tutti gli esseri viventi accedano alla via suprema e acquisiscano rapidamente il corpo di Budda». Queste parole esprimono il desiderio più profondo del Budda di condurre alla Buddità sia coloro che accettano il Sutra del Loto, sia coloro che vi si oppongono. Poiché questo è il suo scopo fondamentale, la persona che abbraccia il Sutra del Loto anche per poco tempo agisce in accordo con la sua volontà e, poiché agisce in accordo con la sua volontà, ripaga il debito di gratitudine nei confronti del Budda. Le parole del sutra, piene di compassione come l’amore di una madre, troveranno conforto e anche la preoccupazione del Budda, che afferma: «Io sono l’unica persona che può salvarli e proteggerli», troverà sollievo. Il Budda Shakyamuni non sarà il solo a rallegrarsi; poiché il Sutra del Loto è lo scopo fondamentale per il quale tutti i Budda appaiono nel mondo, anche i Budda delle dieci direzioni e delle tre esistenze si rallegreranno. Shakyamuni disse: «[Se qualcuno potrà sostenerlo anche solo per breve tempo] certo io ne gioirò e così faranno anche tutti gli altri Budda»43. Non solo i Budda si rallegreranno, ma anche gli dèi si uniranno alla loro gioia. Per questo, quando il Gran Maestro Dengyo insegnò il Sutra del Loto, il Grande Bodhisattva Hachiman gli offrì un mantello color porpora44 e, quando l’Onorevole Kuya45 recitò il Sutra del Loto, la grande divinità del santuario Matsuo poté ripararsi dal vento freddo.

                                                                                                                    Per questa ragione, quando si prega affinché «i sette disastri istantaneamente svaniscano e subito appaiano le sette fortune»46, questo sutra si rivela il più efficace di tutti, dato che promette che i suoi devoti «godranno di pace e sicurezza nell’esistenza presente»47. E quando si prega per evitare i disastri dell’invasione straniera e della rivolta interna, niente può superare questo meraviglioso sutra, poiché assicura che le persone che lo abbracciano «non subiranno declino o danni nello spazio di cento yojana»48.

                                                                                                                      Ma oggigiorno il modo di pregare è precisamente il contrario di quello che dovrebbe essere: si usano gli insegnamenti provvisori intesi per la propagazione nelle epoche precedenti, e non la Legge segreta della suprema verità, intesa per la propagazione nell’ultima epoca. È come usare il calendario dell’anno passato o come impiegare per la pesca un corvo al posto di un cormorano.

                                                                                                                        Ciò accade esclusivamente perché si attribuiscono i massimi onori ai maestri sbagliati degli insegnamenti provvisori, mentre non si dà il giusto riconoscimento al maestro illuminato al vero insegnamento. È triste pensare che questa pietra preziosa grezza, come quella offerta da Pien Ho49 ai re Wen e Wu, non sia accettata in nessun luogo! Ma è una gioia che io abbia ottenuto in questa vita la gemma inestimabile nascosta nella crocchia di capelli [del re che mette in moto la ruota]50,per la quale il Budda Shakyamuni apparve in questo mondo!

                                                                                                                          Ciò che dico è stato testimoniato dai Budda delle dieci direzioni; non sono vane chiacchiere. Quindi, sapendo che il Sutra del Loto afferma: «Nel mondo dovrà fronteggiare molta ostilità e sarà difficile credervi»51, come puoi serbare la benché minima incredulità? E quando afferma che «tale persona sicuramente, senza alcun dubbio, conseguirà la via del Budda», come puoi rifiutarti di divenire un Budda?

                                                                                                                            Dal più remoto passato fino a ora non hai fatto che soffrire invano le pene di innumerevoli esistenze. Perché non provi, anche solo per una volta, a piantare i meravigliosi semi che conducono all’eterna e immutabile Buddità? Sebbene nel presente tu possa gustare appena una minima parte delle gioie eterne che ti attendono nel futuro, di certo non dovresti spendere sconsideratamente il tuo tempo inseguendo fama e profitto, che sono fugaci come il lampeggiare di un fulmine o la rugiada mattutina. Il Tathagata insegna: «Non vi è salvezza nel triplice mondo; esso è come una casa in fiamme»52, e un bodhisattva afferma: «Tutte le cose sono come fantasmi, come immagini evocate per magia»53.

                                                                                                                              Al di fuori della capitale della Luce Tranquilla, c’è il regno della sofferenza. Una volta abbandonato il rifugio dell’illuminazione intrinseca, cosa potrà portarti gioia? Prego perché tu abbracci la Legge mistica che garantisce che «godranno di pace e sicurezza nell’esistenza presente e nasceranno in circostanze favorevoli nelle successive»54. È il solo onore che ti serve ricercare nell’esistenza presente e l’azione che ti guiderà verso la Buddità nella prossima esistenza. Recita Nam-myoho-renge-kyo con un’unica mente ed esorta gli altri a fare la stessa cosa; questo resterà il solo ricordo della tua vita presente in questo mondo umano. Nam-myoho-renge-kyo, Nam-myoho-renge-kyo.

                                                                                                                                Nichiren

                                                                                                                                    Cenni Storici

                                                                                                                                    Si ritiene che questa lettera sia stata scritta nel terzo mese del terzo anno di Kocho (1263), poco dopo il ritorno del Daishonin a Kamakura, dopo due anni di esilio a Izo.

                                                                                                                                    Come indicato dal titolo, è scritta in forma di cinque domande e relative risposte sul significato di abbracciare il Sutra del Loto.

                                                                                                                                    Alla prima domanda, su quale sia l’insegnamento da praticare per conseguire rapidamente la Buddità, il Daishonin risponde che il Sutra del Loto mette in grado tutte le persone di conseguire la Buddità, senza eccezioni, ed è perciò il più alto di tutti i sutra.

                                                                                                                                    La seconda domanda solleva l’o­bie­zione che un’enfasi così esclusiva sul Sutra del Loto possa indicare vedute limitate. Ma il Daishonin replica che la sua convinzione della supremazia del sutra è basata sulle parole del Budda stesso, e non su teorie o commentari di dubbia autorevolezza ad opera di studiosi e maestri più recenti.

                                                                                                                                    Quando l’interlocutore fa notare che anche altri sutra si definiscono come “il primo di tutti i sutra”, oppure “il re dei sutra”, il Daishonin replica che tali affermazioni sono relative. Solamente il Sutra del Loto dichiara esplicitamente di essere il supremo fra tutti i sutra predicati nel passato, nel presente e nel futuro. Egli aggiunge poi che il Budda Shakyamuni, durante i suoi primi quarant’anni e più di predicazione, non ha rivelato la verità e che solo il Sutra del Loto è la vera via che conduce alla Buddità.

                                                                                                                                    La domanda successiva riguarda un’in­terpretazione avanzata dalla scuola delle Caratteristiche dei dharma, la quale sostiene che il Sutra del Loto sia un insegnamento provvisorio, esposto con il solo scopo di condurre alla Buddità le persone dei due veicoli, ma non i bodhisattva, che hanno già beneficiato degli insegnamenti precedenti. In risposta, il Daishonin concede che il Sutra del Loto è stato esposto principalmente per le persone dei due veicoli, ascoltatori della voce e risvegliati all’origine dipendente, la cui capacità di ottenere l’illuminazione era negata nei sutra precedenti, ma ciò non significa che il Sutra del Loto sia un insegnamento provvisorio o che rechi beneficio soltanto alle persone dei due veicoli. Anzi, affermando che tramite il Sutra del Loto persino le persone dei due veicoli possono conseguire la Buddità, Shakyamuni dimostrò che questo sutra è l’unico veicolo in grado di aprire la via che conduce alla Buddità per tutte le persone.

                                                                                                                                    Infine l’interlocutore, ormai convinto, domanda in che modo si dovrebbe praticare il Sutra del Loto per ottenere rapidamente l’illuminazione. Nichiren risponde che non è necessario conoscere a fondo il principio dei tremila regni in un singolo istante di vita, o completare la triplice contemplazione in un’unica mente come asseriscono gli studiosi Tendai.

                                                                                                                                    La sola cosa necessaria è una fede sincera nel sutra. La fede, infatti, è la causa fondamentale per ottenere l’illuminazione, mentre offendere il Sutra del Loto e i suoi devoti è un’azione che procura indescrivibili sofferenze.

                                                                                                                                    La parte conclusiva della lettera, di grande bellezza poetica, sottolinea la natura fuggevole dell’esistenza. Nascere come esseri umani e, per di più, avere la fortuna di incontrare il supremo insegnamento del Buddismo rappresentano opportunità eccezionali. Piuttosto che sprecare la propria vita, breve ma preziosa, inseguendo guadagni e fama mondana, ci si dovrebbe dedicare intensamente alla fede nel Sutra del Loto, ottenendo la gioia eterna dell’illuminazione. Recitare Nam-myoho-renge-kyo e permettere anche agli altri di poterlo fare sono i compiti più importanti nella propria esistenza presente.

                                                                                                                                    Note

                                                                                                                                    1. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 68.
                                                                                                                                    2. Ibidem, cap. 2, p. 79.
                                                                                                                                    3. Ibidem, cap. 3, p. 120.
                                                                                                                                    4. Ibidem, cap. 3, p. 131.
                                                                                                                                    5. Nel testo originale giapponese questo passo del Sutra del Loto e il seguente sono scritti nella forma originale cinese, seguita dall’interpretazione del Daishonin.
                                                                                                                                    6. Il Sutra del Loto, cap. 3, pp. 125-126.
                                                                                                                                    7. Ibidem, cap. 3, p. 98.
                                                                                                                                    8. Raccolta degli insegnamenti orali.
                                                                                                                                    9. Il significato profondo del Sutra del Loto.
                                                                                                                                    10. Ibidem.
                                                                                                                                    11. Sutra del Nirvana.
                                                                                                                                    12. Riassunto di un passo del decimo capitolo del Sutra del Loto, “Maestro della Legge”.
                                                                                                                                    13. Annotazioni su “Il significato profondo del Sutra del Loto”. Il concetto formulato da T’ien-t’ai di “associare, escludere, mettere in relazione e includere” chiarisce la relazione fra i quattro insegnamenti e i primi quattro dei cinque periodi, dimostrando che il Sutra del Loto è l’unico vero perfetto insegnamento.
                                                                                                                                    14. Il Sutra del Loto, cap. 10, p. 235.
                                                                                                                                    15. Annotazioni su “Il significato profondo del Sutra del Loto”.
                                                                                                                                    16. Il significato profondo del Sutra del Loto.
                                                                                                                                    17. Parafrasi di un passo degli Eminenti princìpi del Sutra del Loto. Dengyo dice che Tokuitsu si nutre di “cibi grossolani”, intendendo che egli si accontenta dei quattro sapori inferiori (gli insegnamenti provvisori della Ghirlanda di fiori e dei periodi Agama, Corretto ed equo e della Saggezza) rifiutandosi di gustare la delicatezza del ghee, a cui viene paragonato il Sutra del ­Loto.
                                                                                                                                    18. Coloro che non avevano più niente da imparare: coloro che hanno raggiunto lo stato di arhat, il più alto degli stadi di illuminazione hinayana.
                                                                                                                                    19. Grande concentrazione e visione profonda.
                                                                                                                                    20. Annotazioni su “Il significato profondo del Sutra del Loto”.
                                                                                                                                    21. Il Sutra del Loto, cap. 12, p. 260.
                                                                                                                                    22. Ibidem, cap. 3, p. 120.
                                                                                                                                    23. Ibidem, p. 125.
                                                                                                                                    24. Ibidem, cap. 21, p. 378.
                                                                                                                                    25. Ibidem, cap. 15, p. 307.
                                                                                                                                    26. Ibidem, cap. 23, p. 392.
                                                                                                                                    27. I tre sentieri: qui sono i sentieri del fuoco, del sangue e delle spade, che i morti dovrebbero percorrere. Questo termine è usato come sinonimo dei tre cattivi sentieri dell’inferno, degli spiriti affamati e degli animali.
                                                                                                                                    28. Otto difficoltà: otto luoghi, stati o circostanze in cui si è incapaci di vedere il Budda o di ascoltare il suo insegnamento. Sono: i mondi dell’inferno, degli spiriti affamati e degli animali; il cielo della lunga vita, una suddivisione del quarto cielo di meditazione nel mondo della forma; Uttarakuru, il continente a nord del monte Sumeru in cui gli abitanti sperimentano molti piaceri; ostruzione degli organi di senso; pregiudizi e false opinioni che sorgono dall’attaccamento alle conoscenze secolari; il periodo precedente alla nascita o successivo alla morte del Budda.
                                                                                                                                    29. Cinque paramita: le prime cinque delle sei paramita o pratiche. Il diciassettesimo capitolo del Sutra del Loto, “Distinzioni dei benefici”, afferma che anche un singolo istante di fede e comprensione nell’udire il Sutra del Loto produce benefici superiori a quelli ottenuti praticando le cinque paramita per ottocentomila milioni di nayuta di kalpa.
                                                                                                                                    30. Si riferisce al seguente passo del diciottesimo capitolo del Sutra del Loto, “Rispondere con gioia”: «Immaginate un grande benefattore che distribuisca beni a moltitudini innumerevoli, e che lo faccia per ottanta interi anni, esaudendo i desideri di ogni persona […]. Ma la cinquantesima persona che ascolta un verso [del Sutra del Loto] e ne gioisce ottiene benefici di gran lunga maggiori, che non possono essere descritti con similitudini e parabole» (cap. 18, pp. 341-342). Vedi anche trasmissione continua fino alla cinquantesima persona nel Glossario.
                                                                                                                                    31. Il Sutra del Loto, cap. 3, p. 129.
                                                                                                                                    32. Ibidem, cap. 3, pp. 125-126.
                                                                                                                                    33. Il Daishonin ha scritto il passo del sutra in cinese e perciò ne spiega il significato.
                                                                                                                                    34. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 90.
                                                                                                                                    35. Parole e frasi del Sutra del Loto.
                                                                                                                                    36. Parole e frasi. Probabilmente non è una citazione di T’ien-t’ai ma di Miao-lo tratta da Su “Parole e frasi del Sutra del Loto”. Le parole del Daishonin differiscono leggermente da quelle di Miao-lo.
                                                                                                                                    37. Il Sutra del Loto, cap. 3, p. 122.
                                                                                                                                    38. Ibidem, cap. 16, p. 319.
                                                                                                                                    39. Ibidem, cap. 2, p. 85.
                                                                                                                                    40. «Arida e fredda»: lett. «priva di colore» (giap. ironaki); indica una persona incapace di manifestare le emozioni, che si esprimono attraverso il cambiamento del colore del volto.
                                                                                                                                    41. Mikasa: montagna nei dintorni di Nara, di grande bellezza paesaggistica, cantata spesso nella poesia tradizionale giapponese.
                                                                                                                                    42. Il Sutra del Loto, cap. 18, p. 341.
                                                                                                                                    43. Ibidem, cap. 11, p. 255.
                                                                                                                                    44. Secondo Biografia del Gran Maestro Dengyo, nell’814 Dengyo visitò il santuario di Usa Hachiman nel Kyushu, dove insegnò il Sutra del Loto. Si dice che la divinità, profondamente commossa, regalò personalmente a Dengyo un mantello color porpora.
                                                                                                                                    45. Kuya (903-972): prete Nembutsu che contribuì a diffondere gli insegnamenti della Pura terra fra la gente comune. Percorreva le varie province danzando per le strade e recitando il nome del Budda Amida. Secondo Biografie dei preti eminenti del Giappone, mentre si trovava nel tempio Unrin a Kyoto, vide un uomo anziano che, tremando dal freddo, gli rivelò di essere la divinità del santuario Matsuo. Egli disse che, sebbene avesse udito i sutra della Saggezza, non era stato ancora in grado di ascoltare il Sutra del Loto, cosicché stava ancora tremando nei venti gelidi dell’avidità e dell’illusione. Kuya recitò per lui il Sutra del Loto liberandolo dalla sofferenza.
                                                                                                                                    46. Queste parole appaiono nel Sutra dei Re benevolenti. I sette disastri sono: cambiamenti straordinari nel sole e nella luna; cambiamenti straordinari nelle stelle e nei pianeti; incendi; alluvioni fuori stagione; uragani; siccità; guerra, che include sia gli attacchi di nemici dall’esterno sia le ribellioni all’interno. Le sette fortune consistono nell’allontanare o eliminare i sette disastri.
                                                                                                                                    47. Il Sutra del Loto, cap. 5, p. 155.
                                                                                                                                    48. Vedi ibidem, cap. 26, p. 421.
                                                                                                                                    49. Pien Ho: un nativo di Ch’u, in Cina, durante il periodo di Primavera e Autunno (770-403 a.c.). Secondo lo Han Fei Tzu, Pien Ho trovò una pietra preziosa sul monte Ching e la regalò al re Li. Quando il re la osservò, la scambiò per una pietra comune e fece amputare sotto il ginocchio la gamba sinistra di Pien Ho. Dopo la morte di Li, Pien Ho offrì di nuovo la pietra preziosa al re, che a quel tempo era Wu, cosa che gli procurò l’amputazione sotto il ginocchio della gamba destra come pena per il secondo tentativo di raggiro. Successivamente, quando sedeva sul trono il re Wen, Pien Ho pianse per tre giorni ai piedi del monte Ching, stringendo la pietra preziosa e versando lacrime di sangue. Saputo ciò, il re Wen chiese la pietra di Pien Ho e la fece lucidare. Si scoprì allora che era realmente preziosa e si dice che sia stata ampiamente onorata dal popolo.
                                                                                                                                    50. Questa storia è narrata nel quattordicesimo capitolo del Sutra del Loto, “Pratiche pacifiche”. La “gemma inestimabile” significa l’unico veicolo del Budda.
                                                                                                                                    51. Il Sutra del Loto, cap. 14, p. 287.
                                                                                                                                    52. Ibidem, cap. 3, p. 120.
                                                                                                                                    53. Probabilmente si riferisce a un passo simile nel Trattato sulla grande perfezione della saggezza di Nagarjuna in cui viene discussa la vacuità di tutti i fenomeni.
                                                                                                                                    54. Il Sutra del Loto, cap. 5, p. 155.
                                                                                                                                    La Biblioteca di Nichiren
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                                                                                                                                    nuovo rinascimento
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