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225. Errori della Vera parola e di altre scuole

RSND, VOLUME II

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Sado, 1272. Indirizzata a Toki Jonin

A Toki e altri miei seguaci

    Nichiren

      Imparate a memoria tutto questo e spiegatelo nei dettagli alle persone più anziane.

        Non dovete lamentarvi perché non mi è stata condonata velocemente la pena dell’esilio. Senza dubbio questo ritardo è dovuto agli dèi celesti. Lo potete capire riflettendo sul caso del prete laico Fujikawa1. Se egli fosse stato esiliato l’anno scorso, quest’anno non sarebbe andato incontro a una morte prematura. Usate il suo caso per capire il mio, anche se forse le persone ignoranti non riusciranno a cogliere il parallelo.

          Non dovete comportarvi come se foste ansiosi che io venga perdonato. Così facendo, non sareste miei veri discepoli e io non potrei aiutarvi nella prossima esistenza.

            Ognuno di voi deve capire bene quello che ho detto adesso.

              La scuola della Vera parola non è mai esistita in India. All’inizio dell’era K’ai-yüan [713-741] in Cina, il Maestro del Tripitaka Shan-wu-wei, il Maestro del Tripitaka Chin-kang-chih e il Maestro del Tripitaka Pu-k’ung rubarono la dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita, che era stata esposta in precedenza dal Gran Maestro T’ien-t’ai, e la vollero leggere all’interno del Sutra di Mahavairochana, fondando così quella che fu chiamata la scuola della Vera parola.

                La scuola della Ghirlanda di fiori apparve dapprima nel regno dell’imperatrice cinese Wu [r. 690-705]. Ch’eng-kuan e altri rubarono le dieci meditazioni di T’ien-t’ai e le applicarono al Sutra della Ghirlanda di fiori, fondando così quella che viene chiamata la scuola della Ghirlanda di fiori.

                  Per quanto riguarda la scuola delle Caratteristiche dei dharma e quella dei Tre trattati, non sono abbastanza importanti da doverle analizzare adesso.

                    La scuola Zen apparve durante la dinastia cinese Liang [502-557], quando il Gran Maestro Bodhidharma, basandosi sul Sutra Lankavatara e su altri sutra, sostenne una piccola parte della dottrina mahayana della vacuità. Gli esponenti di questa scuola sono molto arroganti e, pretendendo di possedere “una trasmissione separata al di fuori dei sutra”, considerano con disprezzo tutti gli altri sutra. Questa scuola è una invenzione del demone celeste.

                      Riguardo alla scuola della Pura terra, Shan-tao e gli altri, leggendo il Sutra della Meditazione, provarono un vago senso di pietà e compassione e, rivolgendosi ai maestri della scuola del Compendio del Mahayana e del Trattato sul Sutra dei Dieci stadi, li esortarono a dedicarsi unicamente all’invocazione del nome di Amida. In Giappone Honen, fraintendendo la loro dottrina2, dichiarò che le scuole Tendai e della Vera parola appartenevano alla categoria delle pratiche diverse, e a parer suo non si accordavano alla capacità delle persone di questa ultima epoca. Così egli confuse e ingannò l’intero paese facendolo sprofondare nella lunga notte delle sofferenze di nascita e morte.

                        Io, Nichiren, sono l’unica guida e maestro che ha esposto gli errori delle altre scuole.

                          Il Sutra del Nirvana afferma: «Se un buon monaco vede qualcuno distruggere l’insegnamento e non se ne cura, non lo rimprovera, lo espelle o lo punisce per la sua offesa, dovresti comprendere che quel monaco sta tradendo l’insegnamento del Budda».

                            Kuan-ting, il Gran Maestro Chang-an, afferma: «Chi distrugge o crea confusione nell’insegnamento del Budda, lo sta tradendo. Se uno è amico di una persona, ma manca della compassione di correggerla, in realtà è un suo nemico. Chi la libera dal male, sta agendo come un genitore»3.

                              Honen esortò le persone a “scartare, chiudere, ignorare e abbandonare” [tutti i sutra diversi da quelli della Pura terra], e la scuola Zen afferma di rappresentare una “trasmissione separata al di fuori dei sutra”. Se queste dichiarazioni contrastano con l’intenzione del Budda, allora io [denunciandole] mi comporto come un padre saggio, come un genitore santo, come una guida e un maestro per il popolo del Giappone. Ma se non denuncio queste cose, come posso non essere accusato del grave errore descritto da Chang-an con le parole: «Se uno è amico di una persona, ma manca della compassione di correggerla, in realtà è un suo nemico»?

                                Per il bene del sovrano, dei suoi ministri e del popolo del Giappone ho cercato di essere “chi libera [la persona] dal male, agendo come un genitore”. Ma questo paese ha già commesso i tre peccati capitali4. Come può il Cielo non inviare una punizione?

                                  Il Sutra del Nirvana afferma: «A quel tempo l’Onorato dal Mondo raccolse un po’ di terriccio dal suolo, lo pose sulla punta dell’unghia e disse a Kashyapa: “È di più questo terriccio o la terra di tutti i mondi delle dieci direzioni?”

                                    «Il Bodhisattva Kashyapa rispose al Budda: “Onorato dal Mondo, il terriccio che può stare su un’unghia non è paragonabile alla terra di tutti i mondi delle dieci direzioni!” […]

                                      «[Il Budda disse]: “Coloro che commettono le quattro offese maggiori o i cinque peccati capitali, […] che diventano icchantika, recidendo tutte le loro buone radici e non riuscendo a credere in questo sutra, sono numerosi come i granelli di terra di tutti i mondi delle dieci direzioni. Coloro che si astengono dal commettere i cinque peccati capitali, […] che non si comportano da icchantika e non recidono le radici del bene, ma sono invece capaci di credere in opere come questo Sutra del Nirvana, sono pochi come il terriccio che può stare su un’unghia”».

                                        Stando a questo passo del sutra, oggigiorno tutto il popolo del Giappone è paragonabile alla terra dei mondi delle dieci direzioni, mentre io, Nichiren, sono come il terriccio sulla punta di un’unghia.

                                          Il Sutra del Loto dice: «Ci saranno molte persone ignoranti che ci malediranno e parleranno male di noi»5.

                                            Nel Sutra del Declino della Legge è scritto: «Dopo la mia entrata nel nirvana, nell’epoca macchiata dai cinque peccati capitali, la via del demone prospererà. Il demone apparirà sotto le sembianze di monaci buddisti e tenterà di confondere e distruggere i miei insegnamenti. […] I malvagi diventeranno numerosi come le sabbie del grande mare. Quando il kalpa sarà prossimo alla fine, la luce del sole e quella della luna avranno una durata sempre più breve, mentre i buoni saranno pochissimi, forse non più di una o due persone».

                                              E lo stesso sutra dice: «Dopo che la vita di questi monaci demoniaci sarà giunta al termine, i loro spiriti cadranno nell’inferno di incessante sofferenza».

                                                Adesso Doryu, Ryokan, Shoichi, i loro rispettivi sostenitori e, di fatto, tutti i quattro tipi di credenti buddisti di questo paese del Giappone sono persone come quelle descritte in questi passi di sutra.

                                                  Il Sutra del Loto afferma: «Se, allorché arde l’incendio alla fine del kalpa, qualcuno potesse caricarsi dell’erba secca sulla schiena e passare nel fuoco senza bruciare, ciò non sarebbe difficile. Ma se dopo la mia estinzione vi sarà chi abbraccia questo sutra e lo espone anche solo a una persona, ciò sarà davvero difficile!»6.

                                                    Io, Nichiren, sono il tipo di persona di cui parla questo passo del sutra.

                                                      Il Sutra del Loto dice: «Ci saranno molte persone ignoranti che ci malediranno e parleranno male di noi; ci attaccheranno con spade e bastoni»7.

                                                        Il Budda profetizzò che dopo la sua morte, nell’ultimo periodo di cinquecento anni, i devoti del Sutra del Loto sarebbero stati invariabilmente maledetti e denigrati da molte persone ignoranti, sarebbero stati attaccati con spade e bastoni, tegole e sassi, e sarebbero stati condannati all’esilio o a morte.

                                                          Se non fosse per Nichiren, queste profezie di Shakyamuni, Molti Tesori e dei Budda delle dieci direzioni non sarebbero che enormi bugie!

                                                            Obiezione: Tu dici di essere superiore alle altre persone dei tuoi tempi e in una certa misura può essere così, ma dire di essere superiore ai maestri fondatori della Vera parola, della Ghirlanda di fiori, delle Caratteristiche dei dharma e di altre scuole significa avere l’arroganza di chi pretende di essere superiore a quelli che in realtà sono superiori a lui, non ti pare? L’offesa di pretendere falsamente di aver conseguito un certo livello spirituale8 riguarda proprio questo e quindi tu cadrai sicuramente nella grande fortezza dell’inferno d’incessante sofferenza!

                                                              Il Sutra Shuramgama ci dice: «Se un poveraccio mente, dicendo di essere un re, attirerà su di sé castigo e distruzione. E ciò è ancor più vero per cose che riguardano il Budda, il re della Legge! Se qualcuno mente, pretendendo di aver conseguito un livello spirituale che in realtà non possiede, non fa che attirarsi conseguenze nefaste e perverse».

                                                                Il Sutra del Nirvana afferma: «Quale monaco si può definire colpevole di false pretese di conseguimento spirituale? […] Si tratta di un monaco che non ha conseguito i quattro stadi9 raggiungibili dai monaci, eppure pensa sempre a come manipolare le persone dei suoi tempi in modo da fargli credere che li ha raggiunti».

                                                                  Risposta: Il Sutra del Loto afferma: «E così come il grande re celeste Brahma è il padre di tutti gli esseri viventi, [similmente questo sutra è il padre di tutti i saggi e i santi]»10. E afferma inoltre: «Questo sutra […] è il re dei sutra […] Così questo sutra è il sommo […] Una persona che è in grado di abbracciare e sostenere questo sutra, allo stesso modo, è la prima fra tutti gli esseri viventi»11.

                                                                    Il Gran Maestro Dengyo in Gli eminenti princìpi del Sutra del Loto scrive: «La scuola Tendai Loto è superiore alle altre scuole per via del sutra sul quale si fonda. Perciò, quando dichiara la propria superiorità non sta semplicemente esaltando se stessa e disprezzando gli altri. Spero che i gentiluomini dotati di saggezza esamineranno la questione dei sutra e su questa base decideranno quale scuola seguire».

                                                                      Tra i corpi celesti la luna è superiore alle stelle e il sole è superiore sia alle stelle sia alla luna. Un primo ministro di un piccolo stato è inferiore a un funzionario di un grande stato che non ricopre alcuna carica ministeriale. Allo stesso modo un discepolo del Budda, un seguace hinayana dei tre stadi di merito, anche se non sa dominare l’uno o l’altro dei cinque poteri sovrannaturali è assai superiore a un credente non buddista che domina tutti i cinque poteri sovrannaturali, così come il cielo sta sopra la terra. I grandi bodhisattva dei sutra diversi dal Sutra del Loto sono inferiori persino a quegli esseri comuni che hanno raggiunto soltanto lo stadio di udire il nome e le parole della verità nella pratica del Sutra del Loto.

                                                                        Perché mai dovresti sorprenderti di ciò che dico? È possibile determinare quali persone siano superiori e quali inferiori in base all’insegnamento che abbracciano. Ma, se prima non si sa quale sutra è superiore e quale inferiore, com’è possibile determinare la superiorità o l’inferiorità del rango delle persone che seguono quei sutra?

                                                                          Domanda: Se tu sei il devoto del Sutra del Loto, perché il Cielo non ti protegge e non ti difende?

                                                                            Risposta: Il Sutra del Loto dice: «Demoni malvagi si impossesseranno di altre persone»12.

                                                                              Il Sutra Shuramgama afferma: «C’è il re degli asura che cerca di acquisire il controllo del mondo, lottando per il potere con i signori celesti Brahma e Shakra, e con i quattro re celesti. Il re asura, a seconda delle trasformazioni che subisce, a volte è compreso fra gli esseri del regno celeste».

                                                                                Questo grande re degli asura, che combatte contro i grandi signori celesti Brahma e Shakra, e contro i quattro re celesti, ha preso possesso dei capi delle scuole Zen, Nembutsu e dei Precetti, e poi ha esteso gradualmente il suo controllo ai sovrani e al popolo del paese, sperando così di sconfiggere le persone sagge. Persino Brahma e Shakra trovano difficile difendere la gente da questo grande male; che difesa ci si può aspettare dunque dagli dèi minori del Giappone? Solo se si potrà contare sulla protezione dei grandi bodhisattva che emersero dalla terra, numerosi come i granelli di polvere di mille mondi, e su quella di Shakyamuni, di Molti Tesori e degli altri Budda, ci sarà qualche speranza di successo.

                                                                                  Il sole e la luna sono limpidi specchi che riflettono tutto ciò che accade nei quattro quadranti del cielo, e perciò gli dèi celesti sicuramente mi conoscono e mi capiscono! Il sole e la luna sono limpidi specchi che riflettono tutto ciò che accade nei mondi delle dieci direzioni, e perciò i Budda sicuramente mi conoscono e mi capiscono! Non c’è il minimo dubbio [sul fatto che mi proteggeranno].

                                                                                    È solo che parte del mio karma delle vite passate deve ancora essere espiato. Ma, quando fui condannato all’esilio, il Budda Shakyamuni, il signore degli insegnamenti, non mi avvolse forse con la sua veste? E l’anno scorso, la notte del dodicesimo giorno del nono mese, non sono forse riuscito a fuggire quando stavo per perdere la vita?13 Questo significa il passo: «Se la mente è forte, di certo anche la protezione degli déi sarà salda»14.

                                                                                      Non devi mai dubitarne, nemmeno per un istante. In nessuna circostanza devi lasciare spazio al dubbio!

                                                                                        Con profondo rispetto,

                                                                                          Nichiren

                                                                                            Il quinto giorno del quinto mese

                                                                                              Non mostrare questa lettera a persone che non siano miei seguaci, perché i contenuti potrebbero farle arrabbiare.

                                                                                                A Toki

                                                                                                    Cenni Storici

                                                                                                    Nichiren Daishonin scrisse questa lettera, indirizzata a Toki Jonin e ad altri seguaci che abitavano nella provincia di Shimosa, il quinto giorno del quinto mese del 1272, mentre si trovava in esilio a Sado.

                                                                                                    Nichiren inizia suggerendo che il suo prolungato esilio sull’isola di Sado potrebbe dipendere da un disegno del Budda, ovvero potrebbe trattarsi di una sorta di protezione da una morte prematura. In una lettera a Shijo Kingo egli scrive: «Se io, Nichiren, invece di essere esiliato, fossi rimasto a Kamakura, sicuramente sarei stato ucciso nella battaglia» (Raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin, vol. 1, p. 731). La battaglia a cui si riferisce il Daishonin è la rivolta che avvenne all’interno del clan reggente Hojo, e che Nichiren aveva predetto nel suo trattato Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese, sostenendo che il Giappone avrebbe affrontato ciò che i sutra descrivono come il disastro «della rivolta all’interno del proprio dominio». Pertanto, riconoscendo il senso del suo prolungato esilio, il Daishonin proibisce ai suoi seguaci di inviare una petizione al governo chiedendo il suo perdono.

                                                                                                    Il Daishonin si concentra poi sugli errori delle varie scuole buddiste del Giappone: Vera parola, Ghirlanda di fiori, Caratteristiche dei dharma, Tre trattati, Zen e Pura terra. Con una affermazione simile a quella che scrisse diversi mesi prima in L’apertura degli occhi, egli dichiara: «Honen esortò le persone a “scartare, chiudere, ignorare e abbandonare” [tutti i sutra diversi da quelli della Pura terra], e la scuola Zen afferma di rappresentare una “trasmissione separata al di fuori dei sutra”. Se queste dichiarazioni contrastano con l’intenzione del Budda, allora io [denunciandole] mi comporto come un padre saggio, come un genitore santo, come una guida e un maestro per il popolo del Giappone».

                                                                                                    Il Daishonin cita poi brevemente il sutra del Nirvana, nel quale il Budda paragona numericamente le persone che mancano di fede e che commettono offese ai granelli di terra di tutti i mondi delle dieci direzioni, e quelle che hanno fede nel sutra, al terriccio che può stare su un’unghia. Poiché egli ha fede nel Sutra del Loto, è come il terriccio che può stare su un’unghia, mentre tutte le persone del Giappone che non credono nel sutra sono come i granelli di terra dell’universo.

                                                                                                    Citando da vari sutra, egli afferma che preti rispettati in Giappone come Doryu, Ryokan e Shoichi corrispondono ai monaci demoniaci descritti nel sutra. Egli dichiara di essere il devoto del Sutra del Loto descritto nel sutra e sostiene che, se non fosse per lui e per le persecuzioni da lui subite in nome del sutra, le profezie di Shakyamuni sarebbero false.

                                                                                                    Il Daishonin si domanda poi come mai, essendo il devoto del Sutra del Loto, non ottiene la protezione delle divinità celesti come promesso nel sutra. Egli risponde dicendo che demoni malvagi si sono rafforzati e si sono impossessati dei capi delle scuole buddiste, estendendo la loro influenza ai sovrani e al popolo. Anche se le sue persecuzioni sono riconducibili agli effetti del karma negativo creato nelle vite passate, il fatto che egli sia scampato a un tentativo di decapitazione è dovuto esclusivamente alla protezione promessa nel Sutra del Loto. Ammonendo i suoi seguaci a non soccombere al dubbio, conclude con le parole di Miao-lo: «Se la mente è forte, di certo anche la protezione degli dèi sarà salda».

                                                                                                    Note

                                                                                                    1. Si sa ben poco del prete laico Fujikawa (m. 1272), del quale si ignora anche se fosse o meno un discepolo del Daishonin. Dal testo si evince che fosse noto ai destinatari della lettera e che avesse subito una minaccia o una condanna all’esilio, poi sospesa.
                                                                                                    2. Il Daishonin intende dire che Shan-tao e altri patriarchi cinesi della scuola della Pura terra, quando stabilirono le categorie degli insegnamenti della Pura terra e di quelli della Sacra via, delle pratiche corrette e delle pratiche diverse, e così via, lasciarono fuori il Sutra del Loto, ma Honen fraintese la loro dottrina e incluse il Sutra del Loto nella categoria delle pratiche diverse.
                                                                                                    3. Annotazioni sul Sutra del Nirvana.
                                                                                                    4. I tre peccati capitali di cui parla il Daishonin sono: l’uccisione del padre, della madre, e di un arhat o un maestro buddista. L’accenno al fatto che il Giappone li aveva già commessi si riferisce al tentativo, avvenuto nel 1271, di decapitare il Daishonin che stava agendo come un genitore e un maestro per il popolo del Giappone.
                                                                                                    5. Il Sutra del Loto, cap. 13, p. 270.
                                                                                                    6. Ibidem, cap. 11, p. 253.
                                                                                                    7. Ibidem, cap. 13, p. 270.
                                                                                                    8. Una delle quattro offese maggiori (vedi Glossario).
                                                                                                    9. I “quattro stadi” sono i quattro stadi dell’illuminazione hinayana (vedi Glossario).
                                                                                                    10. Il Sutra del Loto, cap. 23, pp. 391-392.
                                                                                                    11. Ibidem, p. 392.
                                                                                                    12. Ibidem, cap. 13, p. 272.
                                                                                                    13. Riferimento alla persecuzione di Tatsunokuchi nel 1271.
                                                                                                    14. Annotazioni su “Grande concentrazione e visione profonda”.
                                                                                                    La Biblioteca di Nichiren
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