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75. Gli inviati mongoli

RSND, VOLUME I

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Minobu, 1275. Indirizzata a Nishiyama, prete laico

Non ho parole per esprimere la mia gioia nel sapere che sei tornato da Kamakura senza incidenti. Ho anche ricevuto la notizia della decapitazione degli inviati mongoli. Com’è penoso che siano stati decapitati gli innocenti inviati mongoli, mentre non sono state tagliate le teste dei preti delle scuole Nembutsu, della Vera parola, Zen e dei Precetti, che sono i nemici del nostro paese!1 Coloro che non conoscono le circostanze, penseranno che io lo dica per orgoglio perché la mia profezia si è avverata2. Ma da più di venti anni, giorno e notte, me ne lamento con i miei discepoli e più volte l’ho dichiarato pubblicamente.

    La rovina del paese è il più serio di tutti i disastri. Il Sutra dei Sovrani dice: «Tra tutti i danni, nessuno è più grave della perdita della sovranità di un paese». Questo passo significa che il peggiore fra tutti i mali è l’avvento di un sovrano che amministri male il suo paese e sia sconfitto da un paese straniero. Anche il Sutra della Luce dorata afferma: «Dato che gli uomini malvagi sono rispettati e prediletti mentre gli uomini buoni sono sottoposti a punizioni, giungeranno saccheggiatori da altre regioni e la popolazione andrà incontro a disordini e morte». Questo passo significa che quando il sovrano di un paese rispetta gli uomini malvagi, mentre condanna quelli buoni, il suo paese sarà sicuramente distrutto da un altro paese. Il quinto volume del Sutra del Loto afferma: «Saranno rispettati e riveriti dal mondo quasi fossero arhat in possesso dei sei poteri sovrannaturali»3. Questo passo descrive l’aspetto dei nemici del Sutra del Loto e dice che il sovrano riverirà gli uomini che seguono scrupolosamente i duecentocinquanta precetti e che appaiono simili a Mahakashyapa e Shariputra, e cercherà di distruggere il devoto del Sutra del Loto.

      Un insegnamento di grande importanza non è niente di speciale: una persona di saggezza è quella che discerne senza il minimo errore che cosa è essenziale per sé e per il paese in conformità con i tempi. Il Budda viene definito un essere degno di supremo rispetto perché comprende il passato e conosce il futuro; non c’è saggezza superiore a quella di conoscere le tre esistenze. Pur non essendo dei Budda, saggi e santi come Nagarjuna, Vasubandhu, T’ien-t’ai e Dengyo avevano una buona comprensione delle tre esistenze, benché non paragonabile a quella del Budda, e perciò i loro nomi sono stati tramandati ai posteri.

        In definitiva, tutti i fenomeni, fino all’ultimo granello di polvere, sono contenuti nella nostra vita; le nove montagne e gli otto mari sono racchiusi nel nostro corpo; il sole, la luna e le miriadi di stelle si trovano nella nostra vita4. Tuttavia noi siamo come il cieco che non vede le immagini riflesse in uno specchio o come il neonato che non teme l’acqua e il fuoco. Le scritture non buddiste e le scritture buddiste hinayana e mahayana provvisorie spiegano tutte parzialmente i fenomeni della nostra vita5, non li spiegano come fa il Sutra del Loto. Esistono quindi sutra superiori e sutra inferiori, e anche le persone che li abbracciano si possono distinguere in santi e saggi. Ma le questioni dottrinali sono così numerose che per ora mi fermerò qui.

          Apprezzo profondamente la tua sollecitudine nell’inviare un messaggero appena rientrato da Kamakura. Mi ha fatto anche piacere ricevere tutte le varie cose che hai mandato. Mentre tutto il popolo del Giappone si lamenta, Nichiren e i suoi discepoli si rallegrano in mezzo alle sofferenze. Vivendo in questo paese non possiamo assolutamente sfuggire all’attacco dei mongoli, ma, poiché il cielo sa che abbiamo subìto persecuzioni per amore del nostro paese, ci rallegriamo pensando che saremo sicuramente salvati nella prossima vita. Inoltre tu hai contratto un debito di gratitudine verso l’impero mongolo nella vita presente. Se non fosse successo questo evento, la caccia commemorativa per il tredicesimo anniversario della morte del prete laico del Saimyo-ji sicuramente avrebbe avuto luogo nella tua proprietà. Inoltre non sei stato mandato a Tsukushi come il signore Hojo Rokuro6. Ciò può essere contrario ai desideri tuoi e dei membri del tuo clan, ma non si tratta di una punizione che altri vi infliggono. Da un altro punto di vista, non siete invece stati salvati grazie al Sutra del Loto?

            Tu pensi di aver ricevuto un grave torto, invece è stato un evento così lieto che avrei voluto venire a congratularmi di persona, ma me ne sono astenuto perché gli altri avrebbero potuto interpretarlo male.

              Ho risposto immediatamente alla tua lettera.

                Nichiren

                  Risposta a Nishiyama

                      Cenni Storici

                      Nichiren Daishonin scrisse questa lettera nel primo anno di Kenji (1275), da Minobu, al prete laico Nishiyama che viveva nel villaggio di Nishiyama, nella provincia di Suruga. Appena rientrato da un viaggio di servizio a Kamakura, Nishiyama aveva informato il Daishonin che cinque inviati mongoli, giunti in Giappone per intimare al governo la sua sottomissione all’impero, erano stati decapitati a Tatsunokuchi. Nella lettera Nishiyama riferiva inoltre che, a causa della minaccia di un’imminente invasione mongola, una battuta di caccia programmata nella sua tenuta in onore del defunto Hojo Tokiyori era stata annullata e che non aveva per il momento ricevuto l’ordine di partecipare alla difesa del Kyushu. Questa lettera è la risposta del Daishonin al rapporto di Nishiyama.

                      Note

                      1. Questa frase sottintende che la causa dell’invasione straniera risiede nel comportamento di questi preti che denigrano il Sutra del Loto e il suo devoto presso i governanti, conducendo così il paese in una direzione sbagliata.
                      2. Riferimento alla profezia di invasione straniera, fatta dal Daishonin nel 1260, secondo la quale, se i governanti del Giappone avessero continuato ad appoggiare i seguaci degli insegnamenti errati, il paese sarebbe stato invaso da una potenza straniera.
                      3. Il Sutra del Loto, cap. 13, p. 271.
                      4. Nella nostra vita: in questa e nelle altre occorrenze in questo paragrafo, letteralmente è scritto “nella propria mente”. Il carattere per “mente” (giap. shin, in questo caso ko shin) ha un significato più ampio di quello solitamente attribuito in occidente e abbraccia mente-cuore-vita.
                      5. Lett.: «…spiegano tutte frammenti marginali della Legge della nostra vita».
                      6. Hojo Rokuro: probabilmente Hojo Tokisada (m. 1289), fratello minore di Hojo Tokiyori, quinto reggente di Kamakura, che nella frase precedente viene chiamato il prete laico del Saimyo-ji. Tokisada morì a Tsukushi nella difesa contro i mongoli.
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