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159. Gosho del sakè raffinato

RSND, VOLUME I

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Minobu, 1281. Indirizzata a Ueno, monaca laica

Ho ricevuto tutti i tuoi doni: un cilindro1 di sakè raffinato, dieci brocche di metallo, cento dolci di riso cotto a vapore, un secchio contenente circa due sho di sciroppo, una cesta di mandarini e dieci spiedi di cachi secchi. Ho letto nel tuo messaggio che, con l’arrivo della primavera2, la tua gioia è sbocciata come i fiori di ciliegio ed è piena come la luna.

    Non si può fare a meno di ripensare al tuo defunto figlio Goro. I fiori che sono caduti stanno per sbocciare di nuovo e l’erba secca sta per rispuntare. Perché non ritorna anche il defunto Goro? Ah, se potesse ritornare insieme agli effimeri fiori e all’erba, allora, anche se non siamo Hitomaro3, attenderemmo vicino ai boccioli e, anche se non siamo cavalli legati, non ci allontaneremmo mai dall’erba!

      Un sutra dice che i figli sono nemici4. Forse c’è una ragione per questo. Il gufo è un uccello che divora la madre, e la bestia hakei5 distrugge il padre. Un uomo di nome An Lu-shan fu assassinato dal figlio Shih Shih-ming6, e il guerriero Yoshitomo uccise il padre, Tameyoshi. Dunque il sutra ha fondati motivi per affermare che i figli sono i nostri nemici.

        Un altro passo di sutra dice che i figli sono un tesoro. Il re Ornamento Meraviglioso era destinato a cadere al termine della sua esistenza nell’inferno chiamato grande fortezza di incessante sofferenza, ma fu salvato dal figlio, il principe Puro Forziere. Non solo poté evitare le sofferenze del grande inferno, ma divenne un Budda chiamato Re dell’Albero di Sal. Una donna chiamata Shodai-nyo fu confinata nel regno degli spiriti affamati per la sua avarizia e la sua avidità, ma fu salvata dal figlio Maudgalyayana e liberata da quel regno7. Dunque, l’affermazione del sutra che i figli sono un tesoro non è assolutamente falsa.

          Il defunto Goro aveva sedici anni. Non solo era superiore agli altri per carattere e bella presenza, ma aveva anche il vigore di un uomo ed era lodato da tutti. Inoltre obbediva alla volontà dei suoi genitori come l’acqua assume la forma di ciò che la contiene e l’ombra segue il corpo. Contavi su di lui come pilastro della casa; pensavi a lui come al bastone che ti sostiene lungo la strada. Tutta la ricchezza dei forzieri di famiglia, tutti i servitori esistevano per questo figlio. Eri fermamente convinta che alla tua morte ti avrebbe trasportato sulle spalle fino alla tomba e che non avresti dovuto più preoccuparti di niente. Ma disgraziatamente, egli ti ha preceduto nella morte. «Perché, perché è successo questo? Deve essere un sogno, un’illusione! Mi sveglierò, mi sveglierò!» devi aver pensato. Ma già il nuovo anno è succeduto al precedente e tu non ti sei ancora svegliata! E non sai quanto ancora dovrai aspettare. Se solo avesse lasciato detto dove potevi recarti per incontrarlo, saresti salita al cielo senza ali o avresti compiuto la traversata fino in Cina senza barca. Se tu avessi saputo che si trovava nelle viscere della terra, come avresti potuto non metterti a scavare?

            Eppure c’è un modo per incontrarlo presto. Con il Budda Shakyamuni come tua guida, puoi andare a incontrarlo nella pura terra del Picco dell’Aquila. Il sutra afferma: «Fra coloro che ascoltano la Legge, neppure uno mancherà di conseguire la Buddità»8.

              Questo significa che può accadere di mirare alla terra e mancarla, può accadere che il sole e la luna precipitino al suolo, che ci sia un tempo in cui le maree cesseranno di fluire e rifluire o persino che i fiori non si trasformino in frutti con l’estate, ma non potrà mai accadere che una donna che recita Nam-myoho-renge-kyo non si riunisca al suo adorato figlio. Dedicati, dedicati con costanza alla fede, perché accada presto!

                Con profondo rispetto,

                  Nichiren

                    Il tredicesimo giorno del primo mese

                      Risposta a Ueno Ama Gozen

                          Cenni Storici

                          Nichiren Daishonin scrisse questa lettera da Minobu nel primo mese del quarto anno di Koan (1281), l’anno che precede la sua morte, alla vedova Ueno, una monaca laica, madre di Nanjo Tokimitsu.

                          Il titolo corrisponde alla prima voce della lista delle offerte da lei inviate. Secondo il vecchio calendario lunare, il Capodanno cadeva tra il 21 gennaio e il 19 febbraio, e segnava l’inizio della primavera. Ricorreva in quei giorni il primo Capodanno dopo la morte di Nanjo Shichiro Goro, il figlio minore della donna, scomparso appena quattro mesi prima, all’età di sedici anni.

                          Il Daishonin esprime quindi la sua partecipazione al profondo dolore di Ueno Ama, reso ancora più acuto dal contrasto con il rifiorire della vita, all’inizio della primavera. Le spiega poi che Nam-myoho-renge-kyo, l’eterna Legge mistica, trascende vita e morte, e la incoraggia a rafforzare la sua fede e a manifestare lo stato di Buddità, in modo da potersi al più presto riunire al figlio.

                          Note

                          1. Cilindro: contenitore di forma cilindrica costituito da una sezione di bambù.
                          2. Secondo l’antico calendario giapponese, il primo mese è l’inizio della primavera.
                          3. Kakinomoto no Hitomaro: uno dei più grandi poeti giapponesi del periodo Nara, attivo dal 662 al 710 ca. Il Daishonin si riferisce qui all’associazione tradizionale tra poesia e fiori di ciliegio che costituì il tema di molte poesie di Hitomaro e di altri poeti classici.
                          4. Una parafrasi del Sutra dell’Osservazione della mente come la terra. Anche il passo citato nel paragrafo successivo, che afferma che i figli sono un tesoro, è tratto dalla stessa opera.
                          5. Hakei: animale leggendario, simile a una tigre; si dice che mangiasse il proprio padre.
                          6. Shih Shih-ming (m. 761): in realtà non era figlio di An Lu-shan, ma un suo subalterno che combatté al suo fianco. An Lu-shan (705-757) era un capo militare della dinastia cinese T’ang che alla fine rimase ucciso in una disputa per la successione dal suo vero figlio An Ch’ing-hsü, che a sua volta fu ucciso da Shih Shih-ming.
                          7. Questa storia è narrata nel Sutra del Servizio funebre per i defunti. Vedi anche Le offerte per gli antenati defunti, p. 227.
                          8. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 85.
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