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277. Il Bodhisattva Giovane Erudito

RSND, VOLUME II

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Luogo sconosciuto, 1277. Indirizzata a Ikegami Munenaga, moglie di

Ho da poco ricevuto in dono vari oggetti buddisti e adesso apprendo che la monaca laica è venuta a visitarmi su questo bel cavallo che ti è tanto caro. Tutto questo è grazie alla tua straordinaria gentilezza. So che queste azioni riflettono i desideri di Hyoe no Sakan, ma sono certo che siano dovute soprattutto alla premura di sua moglie, cioè alla tua.

    Tanto tempo fa viveva un bodhisattva di nome Giovane Erudito che comprò cinque fiori di loto per cinquecento monete e per sette giorni e sette notti li diede in offerta al Bodhisattva Luce Inestinguibile1. E ci fu una donna di nome Gopika che aveva due fiori di loto e li diede in offerta dicendo: «Fintanto che saremo esseri comuni prego che quest’uomo e io possiamo rinascere vita dopo vita, esistenza dopo esistenza, come marito e moglie. E auspico che entrambi potremo diventare Budda nello stesso momento!». Ella rimase sempre fedele a questo voto e per novantuno kalpa i due rinacquero come marito e moglie.

      In una incarnazione successiva, il Bodhisattva Giovane Erudito era il Budda Shakyamuni e Gopika era sua moglie Yashodhara, e il capitolo “Esortazione alla devozione” del Sutra del Loto afferma che ella diventerà un Budda chiamato Tathagata Dotato di Mille, Diecimila Segni Splendenti.

        Quando il principe Siddhartha andò sul monte Dandaka2, il suo cavallo, Kanthaka, era una reincarnazione del dio Shakra. E quando Kashyapa Matanga e Chu Fa-lan portarono le sacre scritture in Cina, le dieci fanciulle demoni si trasformarono nel cavallo bianco sul quale furono trasportate. Adesso questo tuo cavallo ha seguito la strada del Sutra del Loto. Dopo che avrai vissuto per centoventi anni, questo cavallo ti trasporterà nella pura terra del Picco dell’Aquila.

          Con profondo rispetto,

            Nichiren

              Il secondo giorno del terzo mese del terzo anno di Kenji [1277], segno ciclico hinoto-ushi

                Alla moglie di Hyoe no Sakan

                    Cenni Storici

                    Nichiren Daishonin scrisse questa lettera il secondo giorno del terzo mese del 1277 alla moglie di Ikegami Hyoe no Sakan Munenaga. Munenaga e suo fratello maggiore, Munenaka, praticavano il Buddismo del Daishonin da circa vent’anni. Entrambi si erano scontrati con l’opposizione del padre a causa della loro fede, e questi era diventato particolarmente ostile nei loro confronti intorno al periodo della persecuzione di Tatsunokuchi, nel 1271. Munenaga era stato abbastanza influenzato dal fatto che il padre avesse diseredato il fratello maggiore, Munenaka.

                    Il Daishonin riteneva che il sostegno e la fede delle mogli dei due fratelli fossero cruciali per aiutarli ad affrontare una simile opposizione. In questa lettera egli cita racconti tratti dalle scritture buddiste che riguardano le offerte sincere, al fine di lodare la moglie di Munenaga che aveva inviato una monaca laica, il cui nome non è noto, fino a Minobu a cavallo per far visita al Daishonin. Egli paragona le sue azioni a quelle di Yashodhara, la moglie di Shakyamuni, che in una vita passata aveva fatto un’offerta e un voto di conseguire la Buddità insieme a suo marito. Riferendosi ai cavalli, che nella storia buddista erano visti come divinità protettrici, il Daishonin afferma che il cavallo della moglie di Munenaga è quello che la condurrà sul Picco dell’Aquila dopo che ella avrà goduto di una lunga vita.

                    Note

                    1. Altro nome del Budda Fiaccola Ardente.
                    2. Il monte sul quale Shakyamuni praticò le austerità dopo la rinuncia al mondo secolare. Si riteneva che fosse nei pressi di Gandhara, nell’India settentrionale.
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