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49. Il devoto del Sutra del Loto incontrerà persecuzioni

RSND, VOLUME I

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Sado, 1274. Indirizzata a Seguaci in generale

Il quarto volume del Sutra del Loto afferma: «E poiché odio e gelosia [nei confronti di questo sutra] abbondano perfino mentre il Tathagata è nel mondo, quanto peggio sarà dopo la sua scomparsa?»1. Il quinto volume dice: «Nel mondo dovrà fronteggiare molta ostilità e sarà difficile credervi»2. Il trentottesimo volume del Sutra del Nirvana afferma: «A quel tempo c’erano innumerevoli non buddisti […] dai loro cuori scaturivano collera e risentimento». Dice anche: «A quel tempo, innumerevoli non buddisti, tutti d’accordo, si recarono da Ajatashatru, re del Magadha e gli dissero: “Esiste attualmente un uomo di incomparabile malvagità, un monaco chiamato Gautama. Oh re, voi non lo avete mai interrogato e noi abbiamo molta paura. Intorno a lui si è raccolta ogni sorta di persone malvagie che, sperando di trarne profitto ed elemosine, sono diventate suoi seguaci. [Essi non praticano il bene, ma usano il potere degli incantesimi e della magia per attirare uomini come] Mahakashyapa, Shariputra e Maudgalyayana”». Questi esempi illustrano perfettamente il significato della frase: «E poiché odio e gelosia [nei confronti di questo sutra] abbondano perfino mentre il Tathagata è nel mondo».

    Il Grande Virtuoso Tokuitsu oltraggiò il Gran Maestro T’ien-t’ai Chih-che, dicendogli: «Ehi, Chih-i, che razza di discepolo sei? Con una lingua lunga meno di tre pollici tu offendi gli insegnamenti che provengono da una lingua tanto grande da coprire il volto!»3. Tokuitsu disse anche: «Sicuramente [T’ien-t’ai] dev’essere completamente pazzo!». Più di trecento preti, inclusi gli alti prelati dei sette maggiori templi di Nara, come il Supervisore del clero Gomyo e il Maestro dei precetti Keishin4, ingiuriarono il Gran Maestro Dengyo, con queste parole: «Così come in una terra a ovest della Cina c’era un brahmano chiamato Eloquenza Demoniaca, ora, in questo reame orientale del Giappone, c’è un monaco dalla testa rasata che vomita astute parole. Gli spiriti maligni convocano segretamente persone come loro per ingannare e fuorviare il mondo»5.

      Tuttavia, Dengyo afferma nel suo Gli eminenti princìpi del Sutra del Loto: «Shakyamuni insegnò che il superficiale è facile, ma il profondo è difficile. Il cuore di un coraggioso lascia il superficiale e cerca il profondo6. Il Gran Maestro T’ien-t’ai credette e obbedì a Shakyamuni e si adoperò per sostenere la scuola del Loto diffondendone gli insegnamenti in tutta la Cina. Noi del Monte Hiei, che abbiamo ereditato la dottrina da T’ien-t’ai, ci adoperiamo per sostenere la scuola del Loto e ne diffondiamo gli insegnamenti in tutto il Giappone».

        Durante la vita del Budda, come pure nei duemila anni del Primo e Medio giorno della Legge che seguirono alla sua morte, ci furono soltanto tre devoti del Sutra del Loto. Essi furono: il Budda Shakyamuni, T’ien-t’ai e Dengyo. Al contrario, Shan-wu-wei e Pu-k’ung della scuola della Vera parola, Tu-shun e Chih-yen della scuola della Ghirlanda di fiori e i maestri delle scuole dei Tre trattati e delle Caratteristiche dei dharma interpretarono le frasi del sutra del vero insegnamento in maniera che concordassero col significato dei sutra provvisori. Studiosi come Nagarjuna e Vasubandhu compresero dentro di sé il [significato del] Sutra del Loto, ma non ne parlarono apertamente. Nel propagare il Sutra del Loto proprio come il sutra stesso insegna, neanche i quattro ordini di saggi7 del Primo giorno della Legge sono paragonabili a T’ien-t’ai e Dengyo.

          Se la profezia del Budda è vera, deve esistere un devoto del Sutra del Loto nell’Ultimo giorno della Legge e le grandi difficoltà che dovrà affrontare supereranno quelle che si verificarono durante la vita del Budda. Il Budda subì nove grandi prove: fu calunniato da Sundari; gli fu offerta una fetida brodaglia di riso; fu costretto a mangiare la biada dei cavalli; il re Virudhaka massacrò gran parte del clan Shakya; andò a chiedere l’elemosina, ma la sua ciotola rimase vuota; fu calunniato da Chincha, la figlia del brahmano; Devadatta fece cadere un masso dalla cima di una collina [nel tentativo di ucciderlo]; il vento gelido lo costrinse a cercare indumenti per proteggersi8. In più, fu denunciato da tutti i non buddisti, come ho già detto in precedenza. Se dobbiamo seguire la profezia del sutra [secondo la quale odio e gelosia saranno molto peggiori dopo la morte del Budda], allora T’ien-t’ai e Dengyo non hanno adempiuto la profezia del Budda. Alla luce di ciò, un devoto del Sutra del Loto dovrà apparire all’inizio dell’Ultimo giorno della Legge, proprio come predetto dal Budda.

            Comunque, il settimo giorno del dodicesimo mese del decimo anno di Bun’ei (1273), una lettera dell’ex governatore di Musashi9 è giunta nella provincia di Sado. La lettera, che portava il suo sigillo, diceva:

              Abbiamo udito voci che Nichiren, il prete esiliato nella provincia di Sado, sta istruendo i suoi discepoli e altri per tramare qualche azione malvagia. Il suo piano è estremamente oltraggioso. D’ora in poi, chi segue quel prete sarà punito severamente. Se, nonostante questo, dovessero ancora esserci persone che trasgrediscono questo divieto, dovete riferirne i nomi. Questo è un ordine ufficiale.

                Prete Kan’e10

                  Il settimo giorno del dodicesimo mese del decimo anno di Bun’ei

                    A Echi-no Rokuro Saemon-no-jo11

                      Questa lettera dice che io sto “tramando qualche azione malvagia”. I non buddisti calunniarono il Budda dicendo che Gautama era un uomo malvagio. Io, Nichiren, ho sopportato in prima persona ognuna delle nove grandi prove. Fra queste, il massacro del clan Shakya da parte di Virudhaka, chiedere l’elemosina ma essere lasciato con la ciotola vuota ed essere costretto a cercare indumenti per proteggersi dal vento gelido hanno avuto proporzioni ben maggiori di quelle verificatesi durante la vita del Budda12. Queste sono difficoltà che T’ien-t’ai e Dengyo non hanno mai incontrato. In verità sappiate che, aggiungendo Nichiren agli altri tre, c’è ora un quarto devoto del Sutra del Loto, apparso nell’Ultimo giorno della Legge. Come sono lieto di adempiere le parole della profezia del Budda: «Quanto peggio sarà dopo la sua scomparsa?». Quanto mi rattrista che tutti gli abitanti di questo paese debbano cadere nell’inferno Avichi! Non voglio scendere nei particolari o questa lettera diventerebbe troppo complicata. Dovete rifletterci seriamente da soli.

                        Nichiren

                          Il quattordicesimo giorno del primo mese dell’undicesimo anno di Bun’ei (1274), segno ciclico kinoe-inu

                            Tutti i miei discepoli e seguaci dovrebbero leggere e ascoltare questa lettera. Coloro che hanno una sincera determinazione13 dovrebbero discuterne insieme.

                              Poscritto14: Nagarjuna e Vasubandhu erano entrambi studiosi dalle mille opere, eppure esposero solo gli insegnamenti mahayana provvisori. Essi avevano compreso in cuor loro il [significato del] Sutra del Loto, ma non lo espressero verbalmente. (Esiste una tradizione orale a questo riguardo)15. T’ien-t’ai e Dengyo lo esposero, ma non rivelarono l’oggetto di culto dell’insegnamento originale, i quattro bodhisattva16, il santuario e i cinque caratteri di Nam-myoho-renge-kyo. Le due ragioni erano che il Budda non aveva affidato a loro questi insegnamenti e che né il tempo né la capacità delle persone erano maturi. Ora il tempo è giunto e i quattro bodhisattva appariranno sicuramente. Io, Nichiren, sono stato il primo ad averlo compreso. Si dice che il volo dell’uccello azzurro annunci l’apparizione della Regina Madre dell’Ovest e che il canto di una gazza predìca l’arrivo di un ospite17. [Allo stesso modo ci sono presagi che annunciano l’avvento dei quattro bodhisattva]. Tutti coloro che si considerano miei discepoli sappiano che questo è il tempo giusto per l’apparizione dei quattro bodhisattva. Perciò, non abbandonate mai la fede, anche a costo della vita.

                                Toki, Saburo Saemon-no-jo, Kawanobe, Acharya Yamato e il resto di voi, gentiluomini e preti, dovete leggere fra di voi questa lettera e prestare ascolto. In questa epoca impura, dovete sempre parlare fra di voi e non smettere mai di pregare per la prossima vita.

                                  A Kawanobe e ai suoi,

                                    ad Acharya Yamato e agli altri18

                                      a tutti i miei discepoli e seguaci

                                        a Saburo Saemon-no-jo

                                          Nichiren

                                            Rispettosamente inviata a Toki.

                                                Cenni Storici

                                                Nichiren Daishonin scrisse questa lettera da Sado, nel 1274, a tutti i preti suoi discepoli e ai seguaci laici, tra cui Toki Jonin e Saburo Saemon-no-jo (Shijo Kingo). Un mese più tardi il governo gli avrebbe concesso la grazia, ma, a quest’epoca, il Daishonin veniva ancora trattato come un criminale, come dimostra l’ordinanza emanata da Hojo Nobutoki, conestabile di Sado, che viene citata alla fine della lettera.

                                                Il poscritto contiene uno dei primi riferimenti alle tre grandi Leggi segrete, che costituiscono il cuore del Buddismo del Daishonin: l’oggetto di culto, il santuario e l’invocazione, o daimoku, dell’insegnamento originale. Né il Budda Shakyamuni né i suoi successori in India, Cina e Giappone le avevano mai rivelate.

                                                Tra tutti gli scritti del Daishonin giunti fino a noi, originali o copie, questo è il primo in cui, nell’elencare le tre grandi Leggi segrete, egli cita il santuario.

                                                Il Daishonin conclude la lettera dichiarando di essere il devoto del Sutra del Loto nell’Ultimo giorno della Legge, legittimo successore degli altri tre devoti del sutra, Shakyamuni, T’ien-t’ai e Dengyo.

                                                Note

                                                1. Il Sutra del Loto, cap. 10, p. 235.
                                                2. Ibidem, cap. 14, p. 287.
                                                3. Lingua tanto grande da coprire il volto: la lingua del Budda. La citazione è tratta dai Saggi sulla protezione del paese di Dengyo. Anche la successiva osservazione di Tokuitsu proviene dalla stessa fonte. Tokuitsu: prete della scuola giapponese delle Caratteristiche dei dharma durante il primo periodo Heian (794-1185); criticò il Gran Maestro T’ien-t’ai, o Chih-i (538-597), e la sua dottrina dell’unico veicolo del Sutra del Loto, definendola provvisoria, e dibatté su questo punto con Dengyo fino alla morte di quest’ultimo.
                                                4. Keishin: prete del tempio Todai nel primo periodo Heian. Si oppose al progetto di Dengyo per la costruzione di un palco di ordinazione mahayana.
                                                5. Citato in Chiarificazione dei precetti.
                                                6. “Lascia” e “cerca” corrispondono ai due verbi giapponesi dal significato opposto saru = allontanarsi, lasciare e tsuku = avvicinarsi, seguire.
                                                7. Quattro ordini di saggi: qui si riferisce a studiosi mahayana come Nagarjuna e Vasubandhu. Vedi quattro ordini di saggi nel Glossario.
                                                8. Qui viene omessa la nona persecuzione, quella del re Ajatashatru che fece ubriacare alcuni elefanti selvatici e li scagliò su Shakyamuni e i suoi discepoli.
                                                9. Ex governatore di Musashi: Hojo Nobutoki che detenne questa carica dal 1267 al 1273 e fu anche conestabile della provincia di Sado.
                                                10. Prete Kan’e: non è certo se si trattasse di Hojo Nobutoki o di un suo segretario.
                                                11. Echi-no Rokuro Saemon-no-jo: Homma Rokurozaemon che era al servizio di Hojo Nobutoki. Era anche amministratore di Niiho nell’isola di Sado e vice conestabile dell’isola.
                                                12. “Il massacro del clan Shakya da parte di Virudhaka” si riferisce probabilmente alla persecuzione di Tatsunokuchi e al conseguente esilio a Sado. A quel tempo, il governo non soltanto cercò di decapitare il Daishonin, ma fece anche arrestare ed esiliare molti dei suoi seguaci. Durante la vita del Budda molti membri del clan Shakya furono uccisi dal re Virudhaka, ma Shakyamuni non fu mai personalmente condannato a morte dalle autorità secolari; in questo senso la “prova” del Daishonin era superiore a quella del Budda. Per di più, al tempo della persecuzione di Komatsubara, il Daishonin riportò una ferita di spada alla fronte e una frattura alla mano sinistra e due dei suoi seguaci rimasero uccisi. Per quanto riguarda le altre due “prove” sopra citate, durante la maggior parte della sua vita ma soprattutto nel periodo dell’esilio a Sado, il Daishonin dovette patire la fame, il freddo e altre privazioni ben peggiori di quelle subite dal Budda Shakyamuni, per amore del Sutra del Loto.
                                                13. Sincera determinazione: l’espressione giapponese è kokorozashi, che letteralmente significa “direzione del cuore”, e quindi, per estensione, cuore che crede, cuore orientato nella direzione corretta, determinazione, volontà, sincerità, premura, sincera intenzione; sta a indicare anche la sincerità dell’offerta e l’offerta stessa. Nichiren Daishonin usa spesso questa espressione come sinonimo di “fede”.
                                                14. Sul manoscritto originale, probabilmente per mancanza di spazio, il Daishonin aveva inserito il poscritto all’inizio della lettera, dove attualmente appare anche nell’edizione giapponese delle Opere complete di Nichiren Daishonin (Nichiren Daishonin gosho zenshu).
                                                15. Questa nota si trova nel testo originale giapponese e probabilmente si riferisce al passo di Grande concentrazione e visione profonda che recita: «Vasubandhu e Nagarjuna percepirono chiaramente la verità nei loro cuori, ma non la insegnarono. Predicarono invece gli insegnamenti del Mahayana provvisorio che erano adatti ai loro tempi».
                                                16. Quattro bodhisattva: le quattro guide dei Bodhisattva della Terra. Vedi Glossario.
                                                17. Regina Madre dell’Ovest: dea leggendaria che dimora su una montagna nella zona occidentale della Cina. Una espressione simile si trova in Una raccolta di novelle e poesie. In Significato profondo del Sutra del Loto si legge: «Se una gazza canta, predice l’arrivo di un ospite».
                                                18. Non si sa molto di Kawanobe e di Acharya Yamato. Kawanobe era probabilmente un credente laico arrestato e imprigionato al tempo della persecuzione di Tatsunokuchi. Secondo una versione, Acharya Yamayo era Acharya Nissho (1221-1323), uno dei sei discepoli anziani del Daishonin.
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