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256. Il monastero di Jetavana

RSND, VOLUME II

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Minobu, 1275. Indirizzata a Nanjo Tokimitsu

Ti sono grato di esserti preso il disturbo di inviare il tuo messaggero. Secondo il suo rapporto, hai intenzione di costruirti una nuova residenza. È meraviglioso! Prima o poi voglio venire a farti visita e porgerti le mie congratulazioni per la tua nuova abitazione. So che desidereresti avere una targa relativa alla costruzione della casa; così ne ho iscritta una e te la farò recapitare da Hoki-ko1.

    Il passo del sutra2 si riferisce alla storia seguente. Il ricco Sudatta costruì il monastero di Jetavana, ma perché mai dovette subire per ben sette volte la sciagura dell’incendio? Quando Sudatta ne chiese la ragione al Budda, questi rispose che gli incendi erano dovuti alla profonda avidità dei suoi parenti e dei suoi servi. Il ricco rispose: «Bene, dunque cosa posso fare per impedire il disastro del fuoco?».

      Il Budda rispose: «Ci saranno fausti presagi a sud-est. Tu devi praticare diligentemente rivolto in quella direzione. Quando da essa proverranno fasci di luce, tre spiriti si avvicineranno e faranno un annuncio. Diranno che nella zona dei mari meridionali vive un uccello chiamato meifun3. Dove l’uccello vive non scoppiano mai incendi. Inoltre l’uccello canta il passo: “Signore santo, essere celeste tra gli esseri celesti, la cui voce è uguale a quella dell’uccello kalavinka, che provi pietà e rechi conforto agli esseri viventi, noi ora ti onoriamo e ti riveriamo”4. Quando si recita questo passo, nessun incendio potrà scoppiare nell’arco di tremila ri. Questo è ciò che i tre spiriti proclameranno».

        Sudatta fece come il Budda gli aveva insegnato e le cose andarono esattamente come il Budda aveva detto. E, come vediamo da un sutra, da quel momento in poi non si verificò più nemmeno un incendio.

          Per questo motivo, dalla morte del Budda fino ai nostri giorni, le persone trascrivono questo passo del sutra per prevenire gli incendi. Anche nel tuo caso godrai sicuramente della stessa protezione. Questo è un passo del sutra nel quale devi credere fermamente. Si trova nel capitolo “Parabola della città fantasma”, nel terzo volume del Sutra del Loto. Ti farò spiegare meglio dal prete Hoki-ko.

            Con profondo rispetto,

              Nichiren

                Il diciottesimo giorno dell’ottavo mese

                  Risposta a Ueno

                      Cenni Storici

                      Nichiren Daishonin scrisse questa lettera da Minobu il diciottesimo giorno dell’ottavo mese del 1275 in risposta a Nanjo Tokimitsu, della provincia di Suruga, che gli aveva chiesto un talismano protettivo per la sua nuova abitazione. Il Daishonin dice a Tokimitsu di avere iscritto una targa che gli verrà consegnata da Hoki-ko, o Nikko. Egli riporta la storia di Sudatta che riuscì a proteggere la sua casa dagli incendi grazie a un passo del sutra che aveva sentito da tre spiriti. Pare che il Daishonin avesse iscritto proprio tale passo del Sutra del Loto sulla targa destinata a Tokimitsu. Il Daishonin lo esorta a nutrire una forte fede in quel passo, e aggiunge che Hoki-ko gliene spiegherà il significato.

                      Note

                      1. Hoki-ko: altro nome di Nikko, uno dei discepoli più vicini al Daishonin e suo successore.
                      2. Il Daishonin si riferisce a un passo del settimo capitolo del Sutra del Loto. “Parabola della città fantasma”, citato più avanti nella lettera.
                      3. Non si hanno notizie relative a questo uccello.
                      4. Vedi Il Sutra del Loto, cap. 7, p. 186. “Signore santo, essere celeste tra gli esseri celesti” è uno dei titoli onorifici di un Budda. Si diceva che l’uccello kalavinka, di cui si parla in seguito, avesse una voce più bella e melodiosa di quella di ogni altro uccello.
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