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78. Il santo conosce le tre esistenze della vita

RSND, VOLUME I

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Minobu, 1275. Indirizzata a Toki Jonin

Un santo1 è colui che comprende perfettamente le tre esistenze della vita: passato, presente e futuro. I Tre sovrani, i Cinque imperatori e i Tre santidi cui si parla nel Confucianesimo conoscevano soltanto il presente, non conoscevano né il passato né il futuro. I brahmani, che erano in grado di vedere fino a ottantamila kalpa nel passato e nel futuro, si possono considerare quasi dei santi. Le persone dei due veicoli degli insegnamenti hinayana conoscevano le cause e gli effetti nel passato e nel futuro ed erano quindi superiori ai brahmani.

    I bodhisattva hinayana nel corso della loro pratica trascorsero tre asamkhya di kalpa nel passato, i bodhisattva dell’insegnamento di condivisione avevano praticato nel passato per tanti kalpa quanti i granelli di polvere che esistono e i bodhisattva dell’insegnamento specifico in ciascuno degli stadi della loro pratica conobbero miriadi di koti di kalpa passati.

      Nell’insegnamento transitorio del Sutra del Loto il Budda Shakyamuni parla di un passato remoto tanti kalpa quanti i granelli di polvere di un sistema maggiore di mondi. Questo insegnamento supera tutti gli altri insegnamenti che aveva predicato nel corso della sua vita. Nell’insegnamento originale del sutra, il Budda parla di un passato remoto tanti kalpa quanti i granelli di polvere di innumerevoli sistemi maggiori di mondi e di tutti i kalpa passati; inoltre fa dichiarazioni che riguardano un futuro distante un numero incalcolabile di kalpa.

        Da tutto ciò si vede chiaramente che la perfetta conoscenza del passato e del futuro è una caratteristica della natura del santo. Il Budda Shakyamuni, il signore degli insegnamenti, predisse accuratamente il futuro prossimo dichiarando che sarebbe entrato nel nirvana entro tre mesi. Come si può dubitare della sua predizione riguardante un futuro lontano in cui il Sutra del Loto si sarebbe diffuso ampiamente in tutto il mondo2 nell’ultimo periodo di cinquecento anni dopo la sua morte? Con una tale percezione si può dedurre il lontano futuro osservando ciò che è vicino a noi. Da ciò che esiste nel presente si può conoscere ciò che sarà. Questo è il significato di [il passo del Sutra del Loto che afferma: «Questa realtà consiste di] aspetto, […] e della loro coerenza dall’inizio alla fine»3.

          Chi dovrà essere riconosciuto come devoto del Sutra del Loto nell’ultimo periodo di cinquecento anni? Io non mi fidavo ancora della mia saggezza, ma, dopo che si sono avverate le rivolte e l’invasione [da me predette], devo crederci4. E non dico questo solo per far colpo sugli altri.

            Miei discepoli, sappiatelo! Io sono il devoto del Sutra del Loto. Poiché io seguo le orme del Bodhisattva Mai Sprezzante, coloro che mi scherniscono e mi maledicono avranno la testa spaccata in sette pezzi5, mentre coloro che credono in me accumuleranno una fortuna alta come il monte Calmo e Luminoso.

              Domanda: Come si spiega che la testa di quelli che ti hanno maledetto non si è ancora spaccata in sette pezzi?

                Risposta: Tra tutti coloro che nei tempi antichi hanno maledetto un santo che non fosse un Budda, solo uno o due hanno ricevuto la punizione di avere la testa spaccata. Il crimine di diffamare Nichiren non è affatto limitato a una o due persone; di fatto l’intera popolazione giapponese [ha calunniato Nichiren] e ha avuto la testa spaccata. Cos’altro credi che abbia causato il grande terremoto dell’era Shoka e la gigantesca cometa dell’era Bun’ei6?

                  Io, Nichiren sono il più grande santo di tutto Jambudvipa. Ciò nonostante, tutti, dai governanti alla gente del popolo, mi hanno schernito e maledetto, mi hanno attaccato con spade e bastoni7 e mi hanno persino esiliato8. Per questo Brahma e Shakra, gli dèi del sole e della luna e i quattro re celesti hanno ordinato a un paese vicino di punire la nostra terra. Lo dice il Sutra della Grande raccolta, lo dice il Sutra dei Re benevolenti, lo dice il Sutra del Nirvana, lo dice il Sutra del Loto. Anche se venissero offerte diecimila preghiere, se le persone non mi daranno ascolto, questo paese sicuramente finirà per diventare come Iki e Tsushima9.

                    Miei discepoli, credete a ciò che dico e osservate ciò che succederà. Tutte queste cose accadono non perché io sia una persona venerabile, ma perché il potere del Sutra del Loto è supremo. Se io elogio me stesso, tutti penseranno che sono presuntuoso, ma, se mi umilio, disprezzeranno il sutra. Più alto è il pino, più lunghi sono i rami di glicine [che da esso pendono]. Più profonda la sorgente, più lungo il corso del fiume. Che fortuna, che gioia! In questa terra impura io sono l’unico a godere di felicità e di gioia.

                        Cenni Storici

                        Nichiren Daishonin scrisse questa lettera da Minobu, nel primo anno di Kenji (1275), a Toki Jonin, un prete laico che viveva a Shimosa, a nord-est di Kamakura, ed era alle dipendenze del signore di Chiba, conestabile della provincia di Shimosa. Toki Jonin era uno dei discepoli più leali del Daishonin che gli inviò dozzine di lettere, molte delle quali contengono rivelazioni importanti sui suoi insegnamenti; L’oggetto di culto per l’osservazione della mente è forse la più conosciuta.

                        In questa lettera il Daishonin definisce “santo” colui che comprende pienamente le tre esistenze della vita, passato, presente e futuro, e afferma che così si definisce un Budda. Infatti, le profezie buddiste si basano sulla rigorosa legge di causalità che governa la vita per l’eternità: quando si comprende la legge di causalità, osservando il presente si possono conoscere passato e futuro. Nichiren Daishonin dichiara poi di essere «il più grande santo di tutto Jambudvipa», cioè del mondo intero, giacché la profezia di lotte intestine e invasioni straniere da lui enunciata nel trattato Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese si stava realizzando.

                        Note

                        1. Santo (giap. shonin): qui significa Budda.
                        2. Lett.: «Come si può dubitare che l’ampia propagazione (giap. kosen-rufu) sarebbe stata realizzata».
                        3. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 66. Con “coe­renza dall’inizio alla fine” il Daishonin intende che, dall’osservazione del primo fattore, cioè l’“aspetto”, chi è dotato della saggezza del Budda può prevedere il risultato finale, cioè l’“effetto manifesto” o “retribuzione”.
                        4. Si riferisce alle profezie di lotte intestine e invasione straniera che si avverarono rispettivamente nel 1272, quando Hojo Tokisuke si ribellò contro il fratellastro minore, il reggente Hojo Tokimune, e nel 1274 quando i mongoli attaccarono il Giappone.
                        5. La testa spaccata in sette pezzi: si riferisce a un verso del capitolo “Dharani”: «A chiunque […] tormenta i predicatori della Legge, si spacchi la testa in sette pezzi come i rami dell’albero arjaka» (Il Sutra del Loto, cap. 26, p. 422).
                        6. Nel 1257 un grande terremoto devastò Kamakura e nel 1264 apparve un’enorme cometa, che all’epoca era considerata un presagio di sventura.
                        7. Riferimento alla persecuzione di Komatsubara, nel 1264, in cui il Daishonin e alcuni suoi seguaci furono attaccati da Tojo Kagenobu, e alla persecuzione di Tatsunokuchi nel 1271, in cui il Daishonin fu colpito al volto con il rotolo del quinto volume del Sutra del Loto e poco dopo fu sul punto di essere decapitato.
                        8. Gli esilii sulla penisola di Izu e sull’isola di Sado.
                        9. Iki e Tsushima sono isole al largo della costa del Kyushu, devastate dalle invasioni mongole.
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