385. Il Tathagata Shakyamuni
Luogo sconosciuto, Data sconosciuta. Indirizzata a Destinatario sconosciuto
Il Tathagata Shakyamuni ha affermato nel Sutra del Loto: «Se nell’era malvagia dell’Ultimo giorno della Legge qualcuno sarà in grado di sostenere questo sutra…»1. Eppure Shan-tao afferma che «neanche una persona su mille»2 [può essere salvata in questo modo]. A quale affermazione dobbiamo credere?
O qualcuno vorrebbe sostenere che Shan-tao e l’Onorevole Honen non possono non aver visto i passi dei sutra e dei trattati che ha visto Nichiren? Ma allora, secondo questo genere di ragionamento coloro che vengono dopo non dovrebbero mai correggere gli errori degli uomini delle epoche precedenti?
Cenni Storici
Questo è il frammento di una lettera di cui non si conoscono né la data né il destinatario.
Nichiren Daishonin domanda se si debba credere alle parole del Budda nel Sutra del Loto o alle parole di Shan-tao, un maestro buddista che visse molto tempo dopo. Nel passo tratto dal diciassettesimo capitolo del Sutra del Loto, “Distinzioni dei benefici”, il Budda Shakyamuni descrive gli innumerevoli benefici di chi è «in grado di sostenere questo sutra». Shan-tao, però, affermò che neanche una persona su mille può essere salvata dal Sutra del Loto.
I preti Nembutsu avevano criticato il Daishonin, sostenendo che i patriarchi della loro scuola, come Shan-tao in Cina e Honen in Giappone, avevano sicuramente letto le stesse scritture del Daishonin, ma erano giunti alla conclusione che il Sutra del Loto doveva essere scartato. Che diritto aveva Nichiren, un prete di un’epoca successiva, di mettere in dubbio la saggezza di tali venerabili maestri del passato? Il Daishonin controbatte dicendo che, se si vuole seguire questa linea di ragionamento, nessuno avrebbe il diritto di mettere in dubbio le dottrine dei maestri del passato, anche se fossero in contraddizione con gli insegnamenti del Budda.