325. Il tesoro di un figlio
Minobu, 1280. Indirizzata a Nanjo Tokimitsu
Una figlia apre la porta di un’altra casa, un figlio porta avanti la casa nella quale è nato. Un uomo può essere anche il sovrano di tutto il Giappone, ma, se non ha un figlio maschio, chi gli succederà? Può avere tante ricchezze da colmare un sistema maggiore di mondi, ma, se non ha un figlio, a chi le potrà affidare?
Perciò le tremila e più opere della letteratura non buddista dicono che chi ha un figlio è un uomo ricco, e le cinquemila e più opere del canone buddista dicono che chi non ha un figlio è un uomo povero.
Un figlio e una figlia sono come il sole e la luna in cielo, come l’est e l’ovest sulla terra, come le due ali di un uccello o le due ruote di un carro.
Perciò ti chiedo di chiamare questo tuo figlio Hiwaka Gozen1. Ti scriverò di più in un’altra occasione.
Nichiren
Il ventiseiesimo giorno dell’ottavo mese del terzo anno di Koan [1280]
Risposta a Ueno
Cenni Storici
Questa lettera, indirizzata a Nanjo Tokimitsu, amministratore del villaggio di Ueno, nella provincia di Suruga, fu scritta da Minobu nel 1280. In essa il Daishonin si congratula con Tokimitsu per la nascita di suo figlio, per il quale propone il nome Hiwaka Gozen. Il Daishonin fa notare, in accordo con la tradizione del tempo, che mentre una figlia femmina sarà la fonte della prosperità di un’altra famiglia, un figlio maschio diventerà un erede là dove è nato. Paragonando un figlio maschio e una figlia femmina al sole e alla luna, egli sottolinea che i figli sono un tesoro insostituibile.