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10. Incoraggiamento a una persona malata

RSND, VOLUME I

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Kamakura, 1264. Indirizzata a Nanjo Hyoe Shichiro

Ho sentito dire che sei malato. È vero? L’impermanenza di questo mondo è tale che nemmeno chi è privo di malattie può rimanere per sempre, per non parlare di chi è malato. Per questo le persone di buon senso dovrebbero prepararsi spiritualmente alla prossima vita. Ma non è possibile prepararsi da soli alla prossima vita; lo possiamo fare soltanto basandoci sull’insegnamento del Budda Shakyamuni, il maestro originale di tutti gli esseri viventi.

    Tuttavia gli insegnamenti del Budda variano, forse perché anche le menti delle persone differiscono fra loro. Comunque sia, il Budda Shakyamuni insegnò per non più di cinquant’anni e, tra gli insegnamenti esposti nei primi quarant’anni e più, nel Sutra della Ghirlanda di fiori troviamo l’affermazione che non sussiste distinzione fra tre cose: la mente, il Budda e gli esseri viventi; nei sutra Agama troviamo i princìpi di sofferenza, vacuità, impermanenza e non io; nel Sutra della Grande raccolta la compenetrazione di puro e contaminato1; nell’Ampio Sutra della Saggezza la mutua identificazione e non dualità, e nei sutra in Due volumi, della Meditazione e di Amida, la rinascita nella Terra di Perfetta Beatitudine. Questi insegnamenti furono senza dubbio esposti per salvare tutti gli esseri viventi del Primo, Medio e Ultimo giorno della Legge.

      Tuttavia, per qualche sua ragione, il Budda dichiarò nel Sutra degli Innumerevoli significati: «[Nel predicare la Legge in modi differenti,] mi sono avvalso del potere degli espedienti. Ma in questi quarant’anni e più non ho ancora rivelato la verità». Come un genitore che si pente dell’atto di cessione scritto in precedenza, egli ebbe un ripensamento su tutti i sutra predicati nei primi quarant’anni e più, compresi quelli in cui insegnava la rinascita nella Terra di Perfetta Beatitudine, e dichiarò: «Neppure se dovesse trascorrere un infinito e illimitato numero di asamkhya di kalpa, essi saranno in grado di ottenere la suprema illuminazione [attraverso questi sutra]»2. E ribadì questo concetto nel capitolo “Espedienti” del Sutra del Loto dicendo: «Mettendo da parte onestamente gli espedienti, esporrò unicamente la via suprema»3. Con la frase «Mettendo da parte onestamente gli espedienti» intendeva che si devono scartare il Nembutsu e gli altri insegnamenti predicati durante quel periodo di più di quarant’anni.

        Dopo aver così esplicitamente rinnegato gli insegnamenti precedenti, egli chiarì la sua vera intenzione affermando: «L’Onorato dal Mondo ha esposto a lungo le sue dottrine e adesso deve rivelare la verità»4 e «A lungo ha taciuto l’essenziale, non ha avuto fretta di parlarne immediatamente»5. Dopo di che, il Budda Molti Tesori emerse da sotto la terra e portò la sua testimonianza dichiarando che ciò che Shakyamuni aveva detto era vero, e i Budda delle dieci direzioni, riuniti nelle otto direzioni6, estesero le loro lingue lunghe e ampie fino a raggiungere il palazzo del grande re celeste Brahma. Gli esseri dei due mondi e degli otto gruppi, riuniti nei due luoghi e nelle tre assemblee, tutti senza alcuna eccezione, ne furono testimoni.

          Eppure, tralasciando le persone malvagie e i non buddisti che non credono nel Buddismo, perfino tra i seguaci del Buddismo troviamo persone che [rifiutano questa testimonianza e invece] hanno una fede devota negli insegnamenti provvisori predicati prima del Sutra del Loto, come il Nembutsu. Si dedicano a recitarlo dieci, cento, mille, diecimila o addirittura sessantamila volte al giorno, ma non recitano Nam-myoho-renge-kyo nemmeno una volta ogni dieci o vent’anni. Alla luce dei passi del sutra citati, non sono forse come una persona che si attacca al precedente atto di cessione annullato dal padre e rifiuta di accettare il successivo? Agli altri e anche a se stessi può sembrare che credano negli insegnamenti del Budda, ma, se ci basiamo su quello che il Budda ha veramente insegnato, non rispettano il loro genitore.

            Per questo il secondo volume del Sutra del Loto afferma: «Tuttavia questo triplice mondo costituisce il mio dominio e gli esseri che ci vivono sono tutti miei figli. Questo luogo adesso è pieno di dolore e sofferenza. Io sono l’unica persona che può salvarli e proteggerli, ma benché io li istruisca e li ammonisca, essi non accettano i miei insegnamenti»7.

              Questo passo significa che il Tathagata Shakyamuni è nostro genitore, maestro e sovrano. Amida, Maestro della Medicina e gli altri Budda possono essere sovrani per noi esseri viventi, ma non genitori né maestri. Shakyamuni è l’unico Budda dotato di tutte queste tre virtù, e nei confronti del quale abbiamo il più profondo debito di gratitudine. Ci sono genitori e genitori, ma nessuno può essere uguale a lui. Ci sono maestri e sovrani di ogni genere, ma nessuno è più degno di ammirazione di lui. Coloro che disobbediscono all’insegnamento del loro genitore, maestro e sovrano, non saranno abbandonati dagli dèi celesti e dalle divinità terrestri? Essi sono i peggiori di tutti i figli. Per questo il Budda disse: «Benché io li istruisca e ammonisca, essi non accettano i miei insegnamenti». Anche se aderiscono ai sutra predicati prima del Sutra del Loto e li praticano per cento, mille, diecimila o centomila kalpa, se non credono nel Sutra del Loto e non recitano Nam-myoho-renge-kyo almeno una volta, sono figli ingrati e perciò saranno abbandonati dai santi8 delle tre esistenze e delle dieci direzioni e odiati dalle divinità del cielo e della terra. Questa è la prima [delle cinque guide per la propagazione].

                Anche quelli che commettono i cinque peccati capitali, le dieci azioni malvagie o innumerevoli altri misfatti possono raggiungere la via, purché le loro facoltà siano acute. Devadatta e Angulimala ne sono un esempio. E anche coloro che hanno una mente ottusa potranno raggiungere la via, purché non commettano atti malvagi. Chudhapanthaka ne è un esempio. Le nostre facoltà sono ancor più ottuse di quelle di Chudhapanthaka: i nostri occhi non sono in grado di discernere i colori e le forme delle cose meglio dell’occhio di una pecora. Siamo così pieni di avidità, collera e stupidità che commettiamo ogni giorno le dieci azioni malvagie e, anche se non commettiamo i cinque peccati capitali, ci macchiamo quotidianamente di colpe simili a essi.

                  Inoltre ogni singola persona è colpevole di aver offeso la Legge, una colpa di gravità superiore perfino alle dieci azioni malvagie e ai cinque peccati capitali. Sebbene pochi offendano il Sutra del Loto con vere e proprie ingiurie, non vi è però nessuno che lo accetti. Alcuni apparentemente lo hanno accettato, ma in realtà non credono in esso tanto profondamente come nel Nembutsu o in altri insegnamenti. E anche coloro che hanno una fede profonda non rimproverano i nemici del Sutra del Loto. Per quanto grandi siano le buone cause che una persona pone, perfino se legge o trascrive l’intero Sutra del Loto mille o diecimila volte o consegue la via della percezione dei tremila regni in un singolo istante di vita, se non denuncia i nemici del Sutra del Loto non potrà raggiungere la via. Per fare un esempio, è come il caso di una persona in servizio alla corte dell’imperatore: anche se ha servito per dieci o vent’anni, se sa che qualcuno è nemico dell’imperatore e non lo riferisce a quest’ultimo né lo considera come un proprio nemico, tutti i meriti dei suoi passati servizi saranno cancellati e sarà invece accusato di un crimine. Sappiate che le persone di quest’epoca sono persone che offendono la Legge. Questa è la seconda [delle cinque guide per la propagazione].

                    Il periodo di mille anni che ha inizio il giorno dopo la morte del Budda viene chiamato Primo giorno della Legge, un periodo in cui molti osservavano i precetti e raggiungevano la via. A esso fece seguito un altro periodo di mille anni, il Medio giorno della Legge. Durante questo periodo molti infrangevano i precetti e pochi raggiungevano la via. Il Medio giorno di mille anni è seguito dai diecimila anni dell’Ultimo giorno della Legge. Durante questo periodo le persone non osservano i precetti e nemmeno li infrangono; il paese è pieno soltanto di gente senza precetti. Si chiama epoca impura, un’epoca in cui regna il disordine. In un’epoca non corrotta, chiamata epoca pura, si scarta ciò che è sbagliato e si abbraccia ciò che è giusto, così come il legno curvo viene piallato finché corrisponde al segno tracciato da una corda dritta. Dal Primo e Medio giorno della Legge cominciano ad apparire le cinque impurità e nell’Ultimo giorno esse dilagano. Esse generano i marosi della tempesta che non solo si infrangono sulla riva, ma cozzano gli uni contro gli altri. L’impurità del pensiero è tale che, via via che trascorrono il Primo e il Medio giorno della Legge, vengono trasmessi insegnamenti errati e poco significativi, mentre si distrugge il corretto insegnamento di insondabile profondità, per cui sono più numerose le persone che cadono nei cattivi sentieri per errori riguardanti il Buddismo di quelle che vi cadono per aver commesso crimini mondani.

                      Ora sono trascorsi i duemila anni del Primo e del Medio giorno della Legge e l’Ultimo giorno è iniziato già da duecento anni. Questa è un’epoca in cui, per il prevalere dell’impurità del pensiero, quelli che cadono nei cattivi sentieri per l’intenzione di creare buone radici sono più numerosi di quelli che vi cadono per aver commesso il male. Infatti, anche le persone ignoranti, se sanno quali sono le azioni malvagie, possono astenersi dal commetterle. Ciò equivale a spegnere il fuoco con l’acqua. Però la gente pensa che le buone azioni siano tutte ugualmente buone, e così aderisce a un bene minore senza rendersi conto che causa un male maggiore. Perciò, anche se vedono edifici sacri legati a Dengyo, Jikaku e altri in condizioni di abbandono e decadenza, li lasciano come sono dicendo che non sono dedicati al Nembutsu; erigono invece templi Nembutsu accanto a essi e confiscano le loro terre per offrirle ai templi che hanno costruito. Come spiega un passo del Sutra sulla Risoluzione dei dubbi riguardanti il Medio giorno della Legge, queste azioni porteranno ben pochi benefici. Da ciò dovresti dedurre che anche una buona azione, se è un bene minore che ne distrugge uno più grande, farà cadere chi la compie nei cattivi sentieri.

                        L’epoca attuale è l’inizio dell’Ultimo giorno della Legge e non esiste più la capacità di ottenere l’illuminazione attraverso i sutra hinayana o mahayana provvisori, vi è solo la capacità per i sutra del vero Mahayana. Una piccola barca non può trasportare una grande roccia. Le persone malvagie e ignoranti sono come una grande roccia, i sutra hinayana e mahayana provvisori, così come il Nembutsu, sono paragonabili a una piccola barca. Se si cerca di curare piaghe virulente con bagni termali non se ne otterrà alcun giovamento perché il trattamento è troppo leggero rispetto alla gravità della malattia. Per noi di questo mondo impuro dell’ultima epoca abbracciare il Nembutsu e gli altri insegnamenti è come mondare le risaie d’inverno; non è il tempo giusto. Questa è la terza [delle cinque guide per la propagazione].

                          Bisognerebbe anche possedere una retta comprensione del paese. Le menti delle persone cambiano secondo la terra in cui vivono. Per esempio, un albero di mandarino a sud del fiume Yangtze diventerà un arancio trifoliato se viene trapiantato a nord del fiume Huai9. Perfino le piante e gli alberi, che non hanno mente, cambiano secondo la loro collocazione. Ancor di più dunque gli esseri dotati di mente differiranno a seconda del luogo!

                            Un’opera del Maestro del Tripitaka Hsüan-tsang chiamata Cronache delle regioni occidentali descrive molte regioni dell’India. Riguardo alle usanze del paese, ci sono paesi in cui gli abitanti mancano di pietà filiale e altri dove sono dotati di pietà filiale. In alcuni paesi prevale la collera e il risentimento, mentre in altri domina l’ignoranza e la stupidità. Ci sono paesi devoti unicamente allo Hinayana e altri soltanto al Mahayana; altri ancora dove si praticano entrambi gli insegnamenti. Vi sono paesi in cui tutti uccidono creature viventi e altri dove tutti rubano, paesi dove abbonda il riso e altri che producono molto miglio. Grande è la varietà dei paesi.

                              Qual è dunque l’insegnamento che si dovrebbe adottare in Giappone per liberarsi dalle sofferenze di nascita e morte? Riguardo a questa domanda il Sutra del Loto afferma: «E, dopo l’estinzione del Tathagata, farò in modo che [questo sutra] sia propagato in tutto Jambudvipa e che non abbia mai fine»10. Il significato di questo passo è che il Loto è il sutra che ha una relazione con gli abitanti di Jambudvipa, il continente meridionale. Il Bodhisattva Maitreya afferma: «Vi è un piccolo paese nel quadrante orientale, in cui le persone hanno relazione unicamente con il Mahayana»11. Secondo questo passo del suo trattato, esiste un piccolo paese, nella parte orientale di Jambudvipa, dove la capacità delle persone è adatta ai sutra mahayana. Seng-chao scrisse: «Questo sutra ha relazione con un piccolo paese a nord-est»12. Ciò significa che il Sutra del Loto ha un legame con un paese che si trova a nord-est. Il Reverendo Annen afferma: «Nel mio paese, il Giappone, tutti credono nel Mahayana»13 ed Eshin nel suo I fondamenti dell’insegnamento dell’unico veicolo afferma: «Tutto il Giappone ha in ugual misura la capacità per il perfetto insegnamento».

                                Così, secondo l’opinione del Tathagata Shakyamuni, del Bodhisattva Maitreya, del Maestro del Tripitaka Shuryasoma, del Maestro del Tripitaka Kumarajiva, del Maestro del Dharma Seng-chao, del Reverendo Annen e del virtuoso dei tempi passati Eshin, tutto il Giappone ha una capacità adatta solo al Sutra del Loto. Coloro che mettono in pratica anche soltanto una frase o un verso di questo sutra raggiungeranno sicuramente la via perché è l’insegnamento col quale hanno relazione. Ciò è paragonabile alle particelle di ferro attirate da una calamita o alle gocce di rugiada che si raccolgono sullo specchio14. Altre buone pratiche come il Nembutsu non hanno relazione con il nostro paese. Sono come una calamita che non riesce ad attirare il ferro o uno specchio che non riesce a raccogliere la rugiada. Per questo Annen afferma: «Se non è il vero veicolo, una persona sta senz’altro ingannando se stesso e gli altri»15. Questo passo significa che chi insegna al popolo giapponese un insegnamento diverso dal Sutra del Loto sta ingannando non solo se stesso, ma anche gli altri. Per questo bisogna sempre tener conto del paese quando si propagano gli insegnamenti buddisti. Non si deve presumere che un insegnamento adatto a un paese sia necessariamente adatto anche a un altro. Questa è la quarta [delle cinque guide per la propagazione].

                                  Inoltre, in un paese dove il Buddismo è già stato diffuso, si deve tener conto anche dell’ordine di propagazione. È una regola nel propagare il Buddismo che si debbano sempre conoscere le caratteristiche degli insegnamenti che sono già stati diffusi. È come quando si somministra una medicina a una persona malata: bisogna sapere quale medicina è già stata assunta perché medicine differenti possono entrare in conflitto e interferire le une con le altre, uccidendo il paziente. Allo stesso modo, insegnamenti buddisti differenti possono entrare in conflitto e interferire gli uni con gli altri, distruggendo colui che li pratica. In un paese dove sono già presenti insegnamenti non buddisti si dovrebbe usare il Buddismo per confutarli. Per esempio, il Budda apparve in India e sconfisse i non buddisti; Kashyapa Matanga e Chu-fa-lan andarono in Cina e attaccarono i taoisti; e il principe Jogu, nato in terra giapponese, passò Moriya16 a fil di spada.

                                    Lo stesso principio si applica anche nell’ambito del Buddismo. In un paese dov’è stato diffuso lo Hinayana bisogna refutarlo con i sutra mahayana, proprio come fece il Bodhisattva Asanga che refutò gli insegnamenti hinayana sostenuti da Vasubandhu. In un paese dove sia stato propagato il Mahayana provvisorio bisogna refutarlo con il vero Mahayana, così come il Gran Maestro T’ien-t’ai Chih-che refutò le tre scuole della Cina meridionale e le sette scuole della Cina settentrionale. Per quanto riguarda il Giappone sono passati più di quattrocento anni da quando le due scuole Tendai e della Vera parola si sono diffuse. [Durante questo periodo] è stato appurato che tutte le quattro categorie di buddisti − preti, monache, laici e laiche − hanno capacità adatte al Sutra del Loto. Tutte le persone, buone o cattive, sagge o ignoranti, sono dotate del beneficio del cinquantesimo ascoltatore. Sono come le montagne K’un-lun dove non si trovano pietre senza valore, o come la montuosa isola di P’eng-lai dove non esistono veleni.

                                      Tuttavia, all’incirca negli ultimi cinquant’anni, è apparso un uomo di nome Honen, che offende gravemente la Legge. Egli ha ingannato tutte le persone mostrando loro una pietra che assomigliava a un gioiello e persuadendole a gettar via il gioiello che già possedevano per raccogliere la pietra. Questo è ciò che intende il quinto volume di Grande concentrazione e visione profonda quando dice: «Apprezzano cocci e detriti e li chiamano gioielli brillanti». Tutti tengono stretti in mano dei comuni sassi credendo che siano gioielli, vale a dire che recitano il nome del Budda Amida e abbandonano il Sutra del Loto. Quando io lo faccio notare, diventano furiosi e insultano il devoto del Sutra del Loto, aggravando il loro karma di cadere nell’inferno di incessante sofferenza. Questa è la quinta [delle cinque guide per la propagazione].

                                        Tu invece, dando ascolto alle mie parole, hai abbandonato il Nembutsu per abbracciare il Sutra del Loto; tuttavia potresti di certo esser diventato nuovamente seguace del Nembutsu. Ricorda che chi abbandona il Sutra del Loto per credere nel Nembutsu è come una roccia che dal picco della montagna rovina a valle o come la pioggia che dal cielo cade a terra: senza dubbio cadrà nel grande inferno Avichi. Le persone che avevano relazione con i figli del Budda Grande Saggezza Universale dovettero rimanervi per tanti kalpa quanti i granelli di polvere di un sistema maggiore di mondi e quelli che avevano ricevuto il seme della Buddità in un passato ancor più remoto, per tanti kalpa quanti i granelli di polvere di innumerevoli sistemi maggiori di mondi. Ciò accadde perché incontrarono degli amici estremamente cattivi e abbandonarono il Sutra del Loto per passare a insegnamenti provvisori come il Nembutsu. Poiché i membri della tua famiglia sembrano aderire al Nembutsu, sicuramente staranno facendo pressioni su di te. Visto che loro ci credono, ciò è comprensibile. Tu però considerali come persone illuse dai seguaci del diabolico Honen, risveglia una forte fede e non prestare ascolto a ciò che ti dicono. Il grande demone assume la forma di un monaco venerabile o prende possesso del padre, della madre o del fratello di una persona per ostacolarne la felicità nella sua prossima vita. Qualunque cosa possano dire e per quanto abilmente cerchino di indurti ad abbandonare il Sutra del Loto, non devi assolutamente acconsentire.

                                          Fermati a riflettere. Se esistessero valide prove documentarie a sostegno della tesi che il Nembutsu conduce davvero a rinascere nella Pura terra, nei dodici anni in cui io ho sostenuto che i credenti Nembutsu sarebbero caduti nell’inferno di incessante sofferenza, come avrebbero potuto mancare di rimproverarmi visto che ne parlavo pubblicamente ovunque fosse possibile? Sono davvero deboli! Conosco le dottrine lasciate da Honen e Shan-tao da quando avevo diciassette o diciotto anni; gli argomenti addotti dagli uomini dei giorni nostri non sono migliori.

                                            Di conseguenza, poiché i loro insegnamenti non reggono il confronto con i miei, fanno appello alla forza numerica per combattermi: i credenti Nembutsu sono migliaia o decine di migliaia e i loro sostenitori sono molti; io, Nichiren, sono solo e non ho nemmeno un alleato. È straordinario che sia riuscito a sopravvivere fino ad ora. Anche quest’anno, l’undicesimo giorno dell’undicesimo mese, tra l’ora della scimmia e quella del gallo [circa le diciassette] centinaia di credenti Nembutsu mi hanno teso un’imboscata sulla strada maestra di Matsubara, a Tojo, nella provincia di Awa17. Io ero solo, con appena una decina di uomini, dei quali soltanto tre o quattro in grado di opporre resistenza. Le frecce cadevano su di noi come pioggia e le spade calavano come fulmini. Uno dei miei discepoli fu ucciso all’istante e altri due furono gravemente feriti. Io stesso sono stato ferito e percosso e sembrava che il mio destino fosse segnato. Eppure, per qualche ragione, non sono riusciti a uccidermi e sono sopravvissuto finora.

                                              Questo episodio ha rafforzato la mia fede nel Sutra del Loto. Il quarto volume del sutra afferma: «E poiché odio e gelosia nei confronti di questo sutra abbondano perfino mentre il Tathagata è nel mondo, quanto peggio sarà dopo la sua scomparsa?»18. Il quinto volume afferma: «Nel mondo dovrà fronteggiare molta ostilità e sarà difficile credervi»19. In Giappone sono molti coloro che leggono e studiano il Sutra del Loto e ci sono anche molti che vengono percossi come punizione per aver tentato di sedurre le mogli di altri, per furto o per altre colpe. Eppure nessuno ha mai riportato ferite a causa del Sutra del Loto. Perciò i sostenitori del sutra in Giappone non sono ancora degni di questi passi del sutra. Soltanto io, Nichiren, ho letto il sutra con il mio intero essere. Questo è il significato del passo: «Senza curarci dei nostri corpi o delle nostre vite, avremo a cuore solo la via suprema»20. Perciò Nichiren è il primo devoto del Sutra del Loto in Giappone.

                                                Se tu dovessi precedermi nella morte, dovrai presentarti al cospetto di Brahma, Shakra, dei quattro re celesti e del re Yama e dichiarare di essere discepolo del prete Nichiren, il primo devoto del Sutra del Loto del Giappone. Non è possibile che ti trattino scortesemente. Ma se tu hai due menti e reciti una volta il Nembutsu e una volta il Sutra del Loto per paura di ciò che gli altri possono dire, anche se dici di essere discepolo di Nichiren, non accetteranno mai le tue parole. [Se ciò dovesse accadere] non nutrire poi risentimento nei miei confronti. Tuttavia, poiché il Sutra del Loto risponde anche alle preghiere che riguardano la vita presente, è ancora possibile che tu sopravviva alla malattia. In tal caso verrò a ogni costo a farti visita il prima possibile e potremo discuterne di persona. Non è possibile scrivere tutto e una lettera non riesce a esprimere adeguatamente i nostri pensieri, così mi fermerò qui.

                                                  Con profondo rispetto,

                                                    Nichiren

                                                      Il tredicesimo giorno del dodicesimo mese del primo anno di Bun’ei (1264)

                                                        A Nanjo Shichiro

                                                            Cenni Storici

                                                            Nichiren Daishonin scrisse questa lettera nel dodicesimo mese del 1264 a Nanjo Hyoe Shichiro, amministratore del villaggio di Ueno, nel distretto di Fuji della provincia di Suruga. Il destinatario era chiamato anche Ueno, ed era il padre di Nanjo Tokimitsu. Doveva aver incontrato il Daishonin tra il 1260 e il 1261, o forse tra il 1263 e il 1264, mentre si trovava a Kamakura per motivi di servizio, e si era convertito al suo insegnamento. Dalla lettera si desume che conservava ancora un certo attaccamento alla sua precedente fede nel Nembutsu ed esitava a dedicarsi totalmente al Sutra del Loto.

                                                            Quasi un mese era trascorso da quando Tojo Kagenobu, amministratore del villaggio di Tojo e convinto praticante Nembutsu, aveva cercato di uccidere il Daishonin a Matsubara, nei pressi di Tojo. Il Daishonin si era attirato la sua ostilità fin dal 1253, quando aveva proclamato il proprio insegnamento confutando con forza le altre scuole. Infuriato, Tojo Kagenobu aveva tentato di arrestarlo, ma il Daishonin era riuscito a fuggire e aveva fatto ritorno ad Awa, sua provincia d’origine. Nel 1264, l’anno successivo al suo rientro a Kamakura dopo l’esilio a Izu, il Daishonin fu informato che sua madre era gravemente malata e per questo fece ritorno ad Awa, a rischio della propria vita. Dopo aver pregato con successo per la guarigione della madre, si trattenne nella provincia per riprendere la propagazione. Mentre si recava a far visita a un credente di nome Kudo Yoshitaka, venne attaccato a Matsubara da Tojo Kagenobu e dai suoi uomini. Questo episodio è ricordato come persecuzione di Komatsubara.

                                                            Poco tempo dopo, il Daishonin venne a sapere che Nanjo Hyoe Shichiro soffriva di una grave malattia, e scrisse questa lettera per rafforzarne la fede.

                                                            Nella lettera il Daishonin espone i criteri noti come “le cinque guide per la propagazione”: l’insegnamento, la capacità delle persone, il tempo, il paese e l’ordine di propagazione. Sono i fattori di cui tener conto nella propagazione del Buddismo, e potrebbero essere stati elaborati dal Daishonin mentre si trovava in esilio a Izu, poiché vengono spiegati in dettaglio anche in un altro scritto di quel periodo: L’insegnamento, la capacità, il tempo e il paese. In questo scritto il Daishonin sottolinea la supremazia del Sutra del Loto su tutti gli altri insegnamenti, incoraggiando Nanjo Shichiro ad abbandonare il suo attaccamento al Nembutsu e a credere unicamente nella Legge mistica.

                                                            Descrive quindi in breve la persecuzione di Komatsubara, verificatasi il mese precedente, e mette in rilievo di essere l’unico ad aver subìto persecuzioni per il Sutra del Loto, esattamente come predetto dal sutra stesso; per questo afferma di essere il principale devoto del Sutra del Loto in Giappone.

                                                            Note

                                                            1. In La lama di diamante, Miao-lo definisce sinteticamente l’essenza del Sutra della Grande raccolta come “la compenetrazione di puro e contaminato”, e l’essenza dei sutra della Saggezza come “mutua identificazione e non dualità”. Entrambe le affermazioni si possono intendere nel senso che tutti i fenomeni, poiché la loro vera natura è il vuoto o vacuità, sono privi di sostanza fissa e quindi non esiste una fondamentale separazione fra illusione e illuminazione o fra la persona comune e il Budda.
                                                            2. Nel Sutra degli Innumerevoli significati queste parole sono pronunciate dal Bodhisattva Grande Ornamento.
                                                            3. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 90.
                                                            4. Ibidem, cap. 2, p. 68.
                                                            5. Ibidem, cap. 5, p. 156.
                                                            6. Otto direzioni: nord, sud, est, ovest, nord-ovest, nord-est, sud-est e sud-ovest. Ciò significa che tutti i Budda presenziarono alla cerimonia del Sutra del Loto sullo stesso piano orizzontale.
                                                            7. Il Sutra del Loto, cap. 3, p. 120. Questo passo cita le tre virtù del Budda: sovrano, maestro e genitore. «Questo triplice mondo costituisce il mio dominio» rappresenta la virtù del sovrano; «Gli esseri che ci vivono sono tutti miei figli» la virtù del genitore; «Ora questo mondo è pieno di dolore e sofferenza. Io sono l’unica persona che può salvarli» la virtù del maestro.
                                                            8. Santi: Budda e bodhisattva.
                                                            9. Questo fenomeno è citato in numerosi classici cinesi come Cronache di Yen-tzu. Significa che una persona cambierà a seconda delle circostanze. Il fiume Huai scorre verso est, dalla parte meridionale della provincia di Honan, a nord del Fiume Giallo, fino al lago Hungtze.
                                                            10. Il Sutra del Loto, cap. 28, p. 439. Con queste parole il Bodhisattva Virtù Universale esprime il suo voto di fronte a Shakyamuni.
                                                            11. Questo passaggio viene menzionato in Commentario esteso ai precetti universali del bodhisattva di Annen come citazione del Trattato sugli stadi della pratica dello Yoga. In realtà questo passo non compare nella versione attualmente esistente di tale testo, ma forse a quel tempo circolava una versione differente, oppure il passo potrebbe essere stato omesso per qualche motivo durante la trascrizione.
                                                            12. Postfazione alla traduzione del Sutra del Loto. Questo passo riporta le parole pronunciate da Shuryasoma quando affidò il Sutra del Loto a Kumarajiva.
                                                            13. Commentario esteso ai precetti universali del bodhisattva.
                                                            14. Se si pone uno specchio all’aperto durante la notte vi si formerà della condensa. Nel passato si diceva che lo specchio attirava l’acqua dalla luna.
                                                            15. Commentario esteso ai precetti universali del bodhisattva.
                                                            16. Moriya: Mononobe no Moriya (m. 587), funzionario della corte Yamato che si dice avesse fatto bruciare tutti i templi e i monasteri costruiti dal clan Soga. Fu sconfitto in battaglia e ucciso, insieme al suo clan, da un esercito capeggiato da Soga no Umako e non dal principe Jogu, più noto come principe Shotoku. Tuttavia Nichiren cita quest’ultimo perché sostenitore della famiglia Soga che era a favore del Buddismo.
                                                            17. Si riferisce alla persecuzione di Komatsubara che si verificò circa un mese prima della stesura di questa lettera.
                                                            18. Il Sutra del Loto, cap. 10, p. 235.
                                                            19. Ibidem, cap. 14, p. 287.
                                                            20. Ibidem, cap. 13, p. 272.
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