257. Kamatari suggerisce di foggiare un’immagine del Budda
Minobu, 1275. Indirizzata a Ikegami Munenaga
Ho ricevuto due kan di monete da Musashi-bo Ennichi1, che mi hai mandato come messaggero. Kogyoku, trentaseiesima nella linea di discendenza imperiale, era una donna. A quel tempo c’era un ministro di nome Iruka2, così arrogante da compiere l’insano atto di impadronirsi del potere imperiale. L’imperatrice, i principi e gli altri, pur ritenendola una cosa oltraggiosa, si trovarono del tutto impotenti a contrastarlo.
Allora i principi Oe e Karu3, deplorando tale stato di cose, consultarono un funzionario di corte di nome Nakatomi no Kamako4 che si disse convinto che fermare Iruka fosse al di là del potere umano. Egli citò l’esempio di Umako5 e insistette che senza il potere del Budda Shakyamuni, il signore degli insegnamenti, sarebbe stato impossibile fermarlo. I principi lo presero sul serio e foggiarono un’immagine del Budda Shakyamuni, pregarono di fronte ad essa e, in men che non si dica, Iruka fu abbattuto.
Quest’uomo di nome Nakatomi no Kamako in seguito ottenne un nuovo cognome e fu chiamato Fujiwara no Kamatari. In seguito fu nominato ministro, ebbe il titolo di Grande Berretto di Tessuto6 e fondò l’attuale famiglia Fujiwara. Quell’effigie del Budda Shakyamuni è l’attuale oggetto di culto del tempio Kofuku. Così il Budda Shakyamuni è la ragione per la quale l’imperatore fu imperatore, il ministro fu ministro, e questa terra degli dèi divenne la terra del Budda. Ti prego di capire tutto questo confrontandolo con ciò che ho scritto nella mia lettera a Uemon no Tayu7. La ragione per cui il nostro paese adesso rischia di essere sottomesso da un altro paese è che le persone non prestano la minima attenzione al Budda Shakyamuni. E per la stessa ragione il potere degli dèi non è più efficace.
Di certo la gente ha pensato che voi due vi foste già arresi, ma invece avete agito in maniera ammirevole. Probabilmente voi credete che ciò sia dovuto unicamente al potere del Budda Shakyamuni e del Sutra del Loto, e anch’io ne sono convinto. Non ci sono parole per esprimere ciò che vi riserverà la prossima esistenza. Da adesso in poi, qualsiasi cosa accada non dovete minimamente demordere. Bensì dovete alzare la voce ancor di più e ammonire [coloro che offendono la Legge]. Anche se la vostra vita fosse in pericolo, non dovrete minimamente vacillare.
Con profondo rispetto,
Nichiren
Il ventunesimo giorno dell’ottavo mese
Risposta a Hyoe no Sakan
Cenni Storici
Questa è una delle tante lettere che il Daishonin scrisse a Ikegami Hyoe no Sakan Munenaga, il più giovane dei due fratelli Ikegami. Munenaga e suo fratello maggiore, Uemon no Tayu Munenaka, si trovavano ad affrontare l’opposizione del padre il quale disapprovava la loro fede nell’insegnamento del Daishonin. In questa lettera, scritta da Minobu il ventunesimo giorno dell’ottavo mese del 1275, esprimendo i suoi ringraziamenti per avere ricevuto un’offerta di duemila monete, il Daishonin incoraggia Munenaga a perseverare nella fede. Egli cita un fatto storico che avvenne durante il regno dell’imperatrice Kogyoku. L’imperatrice e i principi della famiglia imperiale erano riusciti ad avere la meglio sulle minacce di Soga no Iruka, un potente ministro responsabile di molti atti di violenza, dopo avere fatto realizzare un’immagine del Budda Shakyamuni e aver pregato davanti ad essa. Allo stesso modo, afferma il Daishonin, è grazie al potere del Budda Shakyamuni e del Sutra del Loto che i fratelli Ikegami sono riusciti a superare molti ostacoli nella fede. Il Daishonin li esorta a non demordere e a non vacillare mai, qualsiasi sfida si trovino ad affrontare.