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124. La buona medicina per tutti i mali

RSND, VOLUME I

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Minobu, 1278. Indirizzata a Myoshin, monaca laica

Ho ricevuto le due ceste di cachi trattati1 e la cesta di melanzane. Per quanto riguarda la malattia del prete laico [tuo marito], in Cina vissero due medici chiamati Huang Ti e Pien Ch’üeh2 e in India i medici Detentore d’Acqua3 e Jivaka. Essi furono i tesori dei loro tempi e i maestri dei medici delle epoche successive, ma non erano nemmeno lontanamente paragonabili alla persona che chiamiamo Budda, un medico straordinario. Questo Budda rivelò la medicina dell’immortalità: gli attuali cinque caratteri di Myoho-renge-kyo. Egli insegnò che questi cinque caratteri sono «la buona medicina per i mali della gente di Jambudvipa»4.

    Il prete laico è un uomo del Giappone, terra entro i confini di Jambudvipa, ed è stato colpito da una malattia fisica. Il passo del sutra sulla buona medicina per le malattie parla chiaro e, per di più, questo Sutra del Loto è la medicina suprema. Poiché il malvagio re Virudhaka aveva fatto uccidere più di cinquecento donne del clan del Budda, questi inviò Ananda al Picco dell’Aquila a cogliere il fiore del loto blu e, quando toccò con il fiore il loro corpo, esse tornarono in vita e il settimo giorno rinacquero nel cielo dei trentatré dèi. Poiché il fiore chiamato loto possiede tale straordinaria virtù, il Budda lo paragonò alla mistica Legge.

      La morte di una persona non è necessariamente causata dalla malattia. Anche ai nostri giorni gli abitanti di Iki e di Tsushima, benché non fossero afflitti da una malattia, morirono in un istante massacrati dai mongoli. Non è detto che la malattia porti necessariamente alla morte. E, inoltre, la malattia di tuo marito forse è dovuta al volere del Budda; infatti il Sutra di Vimalakirti e il Sutra del Nirvana parlano di persone malate che raggiungono la Buddità, poiché la malattia stimola lo spirito di ricerca della via.

        Fra tutte le malattie, quelle causate dai cinque peccati capitali, dalla miscredenza incorreggibile e dall’offesa alla Legge sono le gravi malattie che più addolorano il Budda. Oggi, gli abitanti del Giappone sono tutti senza eccezione afflitti dalla più grave delle malattie, la malattia della grande offesa alla Legge: sono i seguaci delle scuole Zen, Nembutsu e dei Precetti e i maestri della scuola della Vera parola. E, proprio perché la loro malattia è così grave, essi non se ne avvedono e neanche gli altri se ne accorgono. Poiché questa malattia peggiora sempre più, guerrieri provenienti dai quattro mari attaccheranno da un momento all’altro, e il sovrano, i ministri e il popolo affonderanno tutti. È veramente penoso assistere a ciò!

          Benché in questa esistenza il prete laico non abbia dimostrato una forte fede nel Sutra del Loto, ora che il karma del passato gli ha causato questa lunga malattia, sta ricercando la via giorno e notte. Le colpe minori commesse in questa esistenza sono già sicuramente scomparse; anche il grave male dell’offesa alla Legge scomparirà poiché si è convertito al Sutra del Loto. Se dovesse salire adesso al Picco dell’Aquila, si sentirebbe felice come se fosse sorto il sole illuminando le dieci direzioni e si chiederebbe come una morte prematura possa essere così gioiosa.

            Qualunque cosa gli accada nel viaggio da questa vita alla prossima, egli deve dichiarare di essere discepolo di Nichiren. Nel piccolo Giappone, se qualcuno si proclama vassallo del signore di Sagami, tutti inspiegabilmente avranno paura di lui. Io, Nichiren, sono il prete più indegno del Giappone, ma per la fede nel Sutra del Loto sono il più grande santo di Jambudvipa. Il mio nome ha raggiunto le pure terre delle dieci direzioni e il cielo e la terra certamente lo conoscono. Se [tuo marito] dichiara di essere discepolo di Nichiren, nessun demone malvagio potrà sostenere di ignorare questo nome.

              Non ho parole per esprimere la mia riconoscenza per le tue numerose e sincere offerte.

                Con mio profondo rispetto.

                  Le scimmie dipendono dagli alberi, i pesci dall’acqua, le donne dagli uomini. Non volendo separarti da tuo marito, hai tagliato i capelli e hai tinto di nero le maniche della tua veste5. Pensando: «Come possono i Budda delle dieci direzioni non aver compassione di me?» e «Come potrebbe mai abbandonarmi il Sutra del Loto?», affidati a loro, affidati a loro!

                    Nichiren

                      Il sedicesimo giorno dell’ottavo mese

                        Risposta alla monaca laica Myoshin

                            Cenni Storici

                            Nichiren Daishonin scrisse questa lettera da Minobu alla monaca laica Myoshin, nel primo anno di Koan (1278), secondo l’ipotesi più accreditata, o forse nel primo anno di Kenji (1275). Non abbiamo notizie certe sulla vita di Myoshin, che forse era la moglie del prete laico Takahashi Rokuro Hyoe, e di conseguenza la zia di Nikko Shonin. Certo è che viveva nel distretto di Fuji della provincia di Suruga, e che era una fedele seguace del Daishonin.

                            In risposta alla notizia della malattia che aveva colpito il marito, il Daishonin incoraggia Myoshin a vedervi una manifestazione della compassione del Budda che ha la funzione di risvegliare la determinazione a ricercare l’illuminazione, che prima in lui mancava. Le spiega poi che, grazie al risveglio di tale fede sincera, il marito sarà sicuramente in grado di sradicare il karma negativo creato dalle sue azioni malvagie; così, anche se dovesse morire, sperimenterà la gioia senza limiti della Legge che trascende vita e morte.

                            Quando effettivamente il marito morì, Myoshin rimase sola con un bambino in tenera età e mantenne salda la sua fede, facendo spesso visita al Daishonin a Minobu per portargli le sue offerte.

                            Note

                            1. Cachi trattati: cachi che sono stati immersi in una soluzione di calce o in un decotto di grano saraceno per privarli del sapore astringente.
                            2. Huang Ti: l’Imperatore Giallo, uno dei leggendari tre sovrani dell’antica Cina. Secondo Cronache dello storico, oltre ad altri contributi importanti per lo sviluppo della civiltà, sarebbe stato l’iniziatore dell’arte della medicina. Pien Ch’üeh: medico cinese del periodo di Primavera e Autunno (770-403 a.C.), apprese in gioventù l’arte medica e si dice che fosse in grado di curare ogni malattia.
                            3. Detentore d’Acqua: secondo il Sutra della Luce dorata, fu un abile medico vissuto molti eoni fa nel Medio giorno della Legge del Budda Eccellente Tesoro. Quando scoppiò un’epidemia, Detentore d’Acqua era già molto anziano, ma insegnò la sua arte al figlio Portatore d’Acqua, permettendogli di salvare la popolazione.
                            4. Il Sutra del Loto, cap. 23, p. 394.
                            5. Il Daishonin allude al fatto che Myoshin era diventata una monaca laica.
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