279. La donna che offrì un pezzo d’oro
Luogo sconosciuto, 1277. Indirizzata a Ota Jomyo
Tu mi hai inviato due stringhe di monete, da Kamakura nella provincia di Sagami, su questo picco montuoso di Minobu nella provincia di Kai.
Tanto tempo fa, la cosiddetta Donna che Offrì un Pezzo d’Oro donò una moneta d’oro da usare per la decorazione di una statua lignea [di un Budda. Grazie al beneficio che ne ricevette], rinacque per novantuno lunghi kalpa con un corpo d’oro. Il fabbro di allora, che diventò suo marito, rinacque come Mahakashyapa, del quale il Budda predisse che in futuro sarebbe diventato un Budda di nome Tathagata Fulgida Luce1.
Tu, il Maestro del Dharma Jomyo, o Myonichi2, e tua moglie avete offerto due kan di monete di rame al Sutra del Loto. Quella donna fece un’offerta al Budda e questa coppia l’ha fatta al Sutra del Loto. Il sutra è il maestro e il Budda è il discepolo.
Il Sutra del Nirvana dice: «Ciò che i Budda prendono come maestra è la Legge. Perciò i Budda la onorano, la rispettano e fanno offerte a essa».
Il settimo volume del Sutra del Loto afferma: «Se anche una persona offrisse al Budda, ai grandi bodhisattva, ai pratyekabuddha e agli arhat l’intero sistema maggiore di mondi colmo di sette tesori, i meriti che otterrebbe non possono eguagliare quelli che si ottengono accettando e sostenendo questo Sutra del Loto, anche se soltanto una strofa di quattro versi! Quest’ultima cosa è la fonte massima di benefici»3.
Se la donna che ho menzionato prima, facendo un’offerta a un Budda inferiore, poté comunque rinascere per novantuno kalpa con un aureo corpo, sicuramente voi, che avete fatto offerte a un sutra superiore, potrete accedere al regno della Buddità nella vostra vita presente, non vi pare?
Si dovrebbe invece evitare di fare offerte a coloro che offendono la Legge, come i seguaci delle scuole della Vera parola e Zen, o ai credenti Nembutsu. Sarebbe come tributare onore agli asura e al tempo stesso aver fede nel dio Shakra [che è costantemente in guerra con loro].
Con profondo rispetto,
Nichiren
Il dodicesimo giorno del quarto mese
Risposta al Santo Jomyo
Cenni Storici
Nichiren Daishonin scrisse questa lettera nel 1277 a Ota Jomyo, un seguace che viveva a Nakayama, nella provincia di Shimosa. Il suo nome per esteso, comprensivo del titolo, era Ota Goro Saemon-no-jo Jomyo, e il fatto che in questa lettera il Daishonin si rivolga a lui chiamandolo il “Santo Jomyo” è indice della profonda fiducia che egli riponeva in lui. Esprimendo il suo apprezzamento per le offerte che Jomyo e sua moglie gli avevano inviato a Minobu, il Daishonin cita dalle scritture buddiste la storia di una donna che aveva donato una moneta d’oro a un Budda. Poiché il Sutra del Loto è il maestro del Budda, egli suggerisce che l’offerta di Jomyo al sutra produrrà un beneficio di gran lunga maggiore rispetto a quello dell’oro offerto da quella donna.