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231. La grande battaglia

RSND, VOLUME II

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Sado, 1273. Indirizzata a Destinatario sconosciuto

Sadato fu battuto in dodici anni e Masakado fu sconfitto in otto. Il re demone del sesto cielo ha mobilitato i suoi dieci eserciti1 e, nel mare delle sofferenze di nascita e morte, è in guerra con il devoto del Sutra del Loto per impedirgli di prendere possesso di questa terra impura in cui vivono santi e persone comuni, e strappargliela del tutto.

    Sono più di vent’anni ormai che mi trovo in questa situazione e ho dato inizio alla grande battaglia e, nemmeno una volta, ho pensato di ritirarmi. Tuttavia, tra i miei discepoli e seguaci, quelli codardi per la maggior parte si sono già arresi o in cuor loro hanno battuto in ritirata.

      Non ho parole per dire quanto sia toccato dal fatto che tu, una monaca laica, timorosa e con una scarsa conoscenza del Buddismo, finora non hai mai indietreggiato.

        E, oltre a questo, hai mandato ad assistermi uno dei tuoi servi che avresti potuto benissimo tenere al tuo servizio. Di certo Shakyamuni, Molti Tesori e tutte le emanazioni dei Budda delle dieci direzioni ne devono essere a conoscenza.

          Con profondo rispetto,

            Nichiren

              Il diciannovesimo giorno del nono mese

                Vorrei che Ben2 leggesse questa mia alla monaca laica.

                  Ci sarebbe molto da dire, ma mi fermerò qui. Ho una cosa da dire a Ben. Devi tenere la lezione annuale sulle dottrine del Gran Maestro T’ien-t’ai.3 Ho preso un’immagine dipinta del gran maestro e te l’ho inviata, affidandola a Saburo Saemon-no-jo4. Fra i vari testi, tieni con te i due volumi dell’Epilogo al Sutra del Nirvana5, il quinto volume di Parole e frasi del Sutra del Loto con il suo commentario, e gli estratti dal primo volume di Una raccolta degli insegnamenti orali6.

                      Cenni Storici

                      In questa lettera, scritta il diciannovesimo giorno del nono mese del 1273 dall’isola di Sado, Nichiren Daishonin loda una monaca laica di Kamakura per la sua salda fede. Anche se l’identità precisa della donna non ci è nota, si ritiene che si tratti della monaca laica Myoichi, la madre di Ben, noto anche come Nissho. Il Daishonin le spiega di non avere mai indietreggiato neanche per un istante nella sua più che ventennale battaglia contro il re demone del sesto cielo. Egli le tributa ammirazione per non aver mai vacillato nella fede nonostante la sua scarsa conoscenza delle dottrine buddiste, e le comunica il suo apprezzamento per aver inviato uno dei suoi servi ad assisterlo in esilio. Nel poscritto, il Daishonin chiede a Nissho di tenere la lezione annuale sulle dottrine del Gran Maestro T’ien t’ai e di tenere con sé alcuni testi buddisti.

                      Note

                      1. I dieci eserciti del demone rappresentano dieci tipi di impedimenti. Secondo l’elenco del Trattato sulla grande perfezione della saggezza essi sono: 1) avidità; 2) preoccupazione; 3) fame e sete; 4) amore dei piaceri; 5) sonnolenza e apatia; 6) paura; 7) dubbio e rimpianto; 8) rabbia; 9) brama di fama e ricchezza; 10) arroganza e disprezzo per gli altri.
                      2. Si tratta di Nissho, un discepolo che in seguito il Daishonin designerà come uno dei sei preti anziani.
                      3. Lezioni che si tenevano ogni anno in occasione dell’anniversario della morte di T’ien-t’ai, il ventiquattresimo giorno dell’undicesimo mese.
                      4. Shijo Kingo, samurai e fedele seguace del Daishonin che viveva a Kamakura.
                      5. Una traduzione cinese del settimo secolo, a opera di Jnanabhadra e Hui-ning, nella quale il Budda Shakyamuni descrive la pratica che i discepoli dovrebbero svolgere dopo la sua morte. Il testo descrive anche la cremazione del corpo del Budda e la distribuzione delle ceneri. Sono ancora esistenti alcuni frammenti del testo sanscrito sul quale era basata questa traduzione.
                      6. Nel Nichiren Daishonin Gosho zenshu questo paragrafo si trova all’inizio della lettera, dove probabilmente il Daishonin lo aveva collocato per mancanza di spazio. Qui si trova alla fine, in base a recenti studi che indicano che si trattava di una specie di poscritto.
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