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91. La propagazione del saggio

RSND, VOLUME I

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Minobu, 1276. Indirizzata a Shijo Kingo

L’insegnamento corretto può essere propagato soltanto da una persona di saggezza. Per questo il Budda Shakyamuni, dopo aver esposto tutti i sutra, affidò ad Ananda gli insegnamenti hinayana e a Manjushri quelli mahayana, ma non volle trasmettere il cuore del Sutra del Loto a nessuno degli ascoltatori della voce [come Ananda] né ai bodhisattva come Manjushri. Shakyamuni convocò invece il Bodhisattva Pratiche Superiori e lo affidò a lui.

    Perfino se vi fosse una persona di saggezza che abbraccia il corretto insegnamento, come potrebbe propagarlo senza credenti che la sostengano? Il Budda Shakyamuni aveva il sostegno di Brahma e Shakra, che erano i suoi protettori in cielo. Fra i sei sentieri, il Budda scelse il mondo degli esseri umani e quello degli esseri celesti e, fra questi due, scelse di nascere fra gli esseri umani. Di tutti i posti abitati dagli uomini nel sistema maggiore di mondi, egli apparve nel centro, le cinque regioni dell’India, e, fra queste cinque regioni, nel regno di Magadha.

      Il re di questa terra avrebbe dovuto essere un protettore del Budda, ma a quel tempo regnava il re Ajatashatru, un uomo malvagio. Il destino più sfortunato per un santo è nascere durante il regno di un monarca malvagio. Il re Ajatashatru aveva assassinato suo padre, un re saggio, e, ancor peggio, aveva scelto come maestro Devadatta. Costui aveva commesso tre peccati capitali, tra cui il peggiore, quello di ferire il Budda e di versarne il sangue. L’alleanza di quel re malvagio e privo di devozione filiale con tale maestro che offendeva la Legge fu per il popolo una duplice sciagura.

        Non solo per uno o due anni, ma per parecchi decenni, questo re perseguitò ripetutamente il Budda e uccise un gran numero di suoi discepoli. Questo scatenò l’ira degli dèi celesti e i cieli reagirono violentemente. Inoltre gli dèi terrestri furono provocati a tal punto che sulla terra accaddero grandi calamità. Per mesi infuriarono violente bufere di vento e per anni si verificarono carestie ed epidemie che uccisero gran parte della popolazione. Per di più i regni confinanti attaccarono su tutti i lati, spingendo il Magadha sull’orlo della rovina.

          A quel tempo, mosso da una rivelazione avuta in sogno, dai consigli di Jivaka e infine dai suoi stessi dubbi interiori, Ajatashatru abbandonò Devadatta e si recò dal Budda Shakyamuni per pentirsi delle sue azioni peccaminose. Di conseguenza la sua malattia guarì immediatamente, le invasioni cessarono e tornò la pace in tutto il paese. E non solo questo: egli riuscì anche a sfatare la profezia che sarebbe morto il settimo giorno del terzo mese e di fatto prolungò la sua vita di quarant’anni. In segno di gratitudine radunò mille arhat per trascrivere tutti gli insegnamenti del Budda, specialmente il Sutra del Loto, a beneficio delle generazioni future. È dunque grazie al re Ajatashatru che possediamo il Sutra del Loto che oggi abbracciamo.

            Ma lasciamo da parte la storia di Ajatashatru. Se io dovessi ripetere gli insegnamenti dati dal Budda al re Ajatashatru, i giapponesi non li considererebbero altro che una mia invenzione. Ma poiché tu sei mio discepolo e sostenitore, te li rivelerò. Il Budda affermò: «Dopo la mia morte, durante l’Ultimo giorno della Legge, il paese sarà pieno di persone che fingeranno di essere pie perché osservano le cinque pratiche ascetiche1, come fece Devadatta. Esse convinceranno un sovrano malvagio ad agire contro l’unica persona di saggezza. La malediranno o la colpiranno, la faranno esiliare e cercheranno perfino di ucciderla. In quell’epoca si verificheranno infausti cambiamenti nei cieli e strani fenomeni sulla terra, venti violenti, carestie ed epidemie di proporzioni mai viste e questi disastri continueranno per anni. Inoltre ci sarà un attacco da parte di un altro paese». Questo afferma in sintesi il decimo volume del Sutra della Protezione.

              L’epoca attuale si è evoluta esattamente secondo le predizioni del Budda e Nichiren potrebbe essere la persona di saggezza che il Budda aveva descritto. Sebbene ci siano persone che desiderano aiutarmi, o hanno una volontà debole o, pur essendo fermamente decise, non sono capaci di far seguire l’azione all’intenzione. Dunque tu sei uno dei pochissimi le cui azioni si accordano con la volontà. La tua determinazione è più forte di quella degli altri ed è grazie al tuo sostegno e alla tua devozione che ho potuto sopravvivere. Sia i cieli sia la terra ne sono certamente al corrente e così, se ti dovesse accadere qualche disgrazia, potrebbe soltanto significare che il cielo vuole la mia vita stessa. Ovunque ci si trovi, sulle montagne o sui mari, nei cieli o nelle città, non si può sfuggire alla morte. Tuttavia un sutra spiega che si può cambiare perfino il karma immutabile2. E anche il commentario di T’ien-t’ai afferma che si può prolungare il karma immutabile.

                Come ti ho già consigliato in precedenza, continua a comportarti con circospezione fino a quando le forze mongole non avranno attaccato di fatto questo paese. Quanto alla risposta al tuo signore, rivolgiti a lui con fermezza, usando queste parole: «Poiché sono malato, è estremamente penoso per me essere trasferito in un luogo remoto. Inoltre, l’intero paese è già in tumulto. Se dovesse verificarsi un’emergenza, come potrei comportarmi da codardo? In questo momento sono deciso a dare la vita per il mio signore se dovesse accadere qualcosa di grave. Ma, in caso di crisi improvvisa, non è sicuro che riesca a raggiungervi in tempo dalla lontana provincia di Echigo. Perciò, anche a rischio di perdere la mia proprietà, quest’anno io non vi lascerò. Qualunque altra cosa voi possiate ordinarmi, obbedirò senza esitazione o paura. E, ancor più importanti di questo, per me, sono il prete Nichiren e i miei defunti genitori».

                  Dì con voce alta: «Anche se mi doveste ripudiare io dedicherò questa vita a voi e ho affidato la mia prossima vita al prete Nichiren».

                    Nichiren

                      Il sesto giorno del nono mese del secondo anno di Kenji (1276), segno ciclico hinoe-ne

                        A Shijo Kingo

                            Cenni Storici

                            Questa lettera venne inviata da Minobu a Shijo Kingo, nel nono mese del 1276. Il signore di Ema disapprovava la fede del suo vassallo negli insegnamenti del Daishonin ed era arrivato perfino a minacciare di trasferire il samurai nella remota provincia di Echigo, sul Mar del Giappone, se questi avesse rifiutato di rinnegare la sua fede. Questa lettera è la risposta del Daishonin alla richiesta di un consiglio da parte di Kingo su come comportarsi in tale situazione.

                            La lettera chiarisce inoltre i due elementi necessari alla propagazione del Buddismo: una persona di saggezza e dei sostenitori che l’aiutino.

                            Note

                            1. Le cinque pratiche ascetiche sono cinque precetti esposti nel Buddismo hinayana: indossare vesti cenciose e smesse, chiedere l’elemosina, consumare un solo pasto al giorno, restare sempre all’aperto ed evitare i cibi dolci, aspri, amari, speziati o salati.
                            2. Questa frase è adattata da un passo di Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto”. Il karma è la forza potenziale contenuta nella vita di ognuno che ne influenza il futuro. “Karma immutabile” indica la durata della vita determinata dal karma. Il commentario di T’ien-t’ai di cui si parla nella frase successiva è Grande concentrazione e visione profonda.
                            La Biblioteca di Nichiren
                            istituto buddista italiano soka gakkai
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