285. La riparazione dell’eremo
Minobu, 1277. Indirizzata a Destinatario sconosciuto
Il diciassettesimo giorno del sesto mese dell’undicesimo anno di Bun’ei [1274] tagliammo degli alberi e costruimmo un rifugio temporaneo qui nelle montagne. Ma adesso sono trascorsi quasi quattro anni, i pilastri sono marci e il cancello e i muri cadono a pezzi. Non essendo stati riparati, anche la notte, quando non ci sono fuochi accesi, leggo le sacre scritture alla luce della luna e, se mi dimentico di riavvolgere i rotoli dei sutra, ci pensa il vento a rimetterli a posto.
Quest’anno i dodici pilastri hanno chinato la testa nelle quattro direzioni e i quattro muri sono improvvisamente crollati, tutti insieme. Poiché sono una persona comune che dipende da altre cose per la propria esistenza, riesco a malapena a sopravvivere e sto pregando che la luna continui a splendere e la pioggia smetta di cadere. Non essendoci uomini che possano fare i lavori pesanti, ho esortato i miei discepoli che sono qui per studiare a occuparsi delle riparazioni. E siccome siamo a corto di cibo, ci manteniamo in vita mangiando la neve. Perciò i due carichi di tari che ho ricevuto da Ueno e il carico che tu mi hai mandato adesso sono più preziosi dei gioielli.
Cenni Storici
Nichiren Daishonin scrisse questa lettera da Minobu nel 1277, quando aveva cinquantasei anni. Si ritiene che fosse indirizzata a un parente di Nanjo Tokimitsu, noto anche col nome di Ueno. Il Daishonin descrive dettagliatamente le condizioni della sua abitazione di montagna a Minobu e ringrazia il seguace per le offerte. La dimora del Daishonin, che era stata costruita nel sesto mese del 1274 quando egli arrivò a Minobu, è ormai cadente, egli scrive. Poiché non c’è nessuno che possa svolgere i pesanti lavori di ristrutturazione, egli afferma di dipendere dai suoi discepoli. Ma ora hanno esaurito il cibo, per cui la situazione è davvero grave. Pertanto, egli afferma, i tari offerti da Ueno e dal destinatario di questa lettera sono più preziosi dei gioielli.