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130. La tartaruga con un solo occhio e il tronco galleggiante

RSND, VOLUME I

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Minobu, 1279. Indirizzata a Matsuno Rokuro Saemon

Il capitolo “Pratiche pacifiche”, nel quinto volume del Sutra del Loto, afferma: «Manjushri, anche in un incalcolabile numero di terre non è possibile udire il nome di questo Sutra del Loto»1.

    Questo passo significa che noi esseri viventi, trasmigrando attraverso i sei sentieri del triplice mondo, siamo nati a volte nel mondo degli esseri celesti, a volte nel mondo degli esseri umani, e altre ancora nel mondo d’inferno, degli spiriti affamati e degli animali. Siamo nati in innumerevoli paesi dove abbiamo sopportato infinite sofferenze e qualche volta abbiamo goduto, ma non siamo nati nemmeno una volta in un paese in cui era stato diffuso il Sutra del Loto. Oppure, anche se ci è accaduto di nascere in tale paese, non abbiamo mai recitato Nam-myoho-renge-kyo, non ci siamo mai sognati di recitarlo, né abbiamo udito altri recitarlo.

      Il Budda paragonò [l’estrema rarità di incontrare questo sutra] alla difficoltà per una tartaruga con un solo occhio di trovare un tronco galleggiante dotato di una cavità. L’essenza di questa analogia è la seguente. Sul fondo del grande mare a una profondità di ottantamila yojana, vive un grande animale marino chiamato tartaruga. Esso non ha né membra né pinne, la sua pancia scotta come un ferro rovente, mentre lo scudo dorsale è freddo come le Montagne Nevose. Ciò cui la tartaruga anela giorno e notte, mattina e sera – il desiderio che esprime in ogni momento – è di raffreddare la pancia e scaldare il guscio sul dorso.

        L’albero di sandalo rosso è considerato sacro ed è come un santo fra gli uomini. Tutti gli altri alberi sono considerati alberi ordinari e sono come uomini ignoranti. Il legno del sandalo ha il potere di raffreddare la pancia della tartaruga e la tartaruga anela a salire sul suo tronco, mettere la pancia nella sua cavità per raffreddarla e allo stesso tempo esporre il dorso al sole per riscaldarlo. Tuttavia, per legge di natura, essa può salire alla superficie del grande mare una sola volta ogni mille anni e, anche in quella occasione, è difficile che trovi un tronco di sandalo. Il grande mare è vasto mentre la tartaruga è piccola e i tronchi che galleggiano sono pochi. Può trovare tronchi galleggianti, ma raramente ne trova uno di sandalo. E anche quand’è così fortunata da trovarlo, raramente questo ha una cavità della misura della sua pancia: se [la cavità è troppo grande e] ci cade dentro, non può riscaldare il dorso e non c’è nessuno che la tiri fuori. Se la cavità è troppo piccola e non può introdurvi la pancia, le onde la trasportano via e la risospingono verso il fondo del grande mare.

          Anche se, contro ogni probabilità, la tartaruga si imbatte in un tronco di sandalo galleggiante con una cavità della misura giusta, avendo un solo occhio, la sua visione è distorta e perciò vede il tronco scorrere verso est quando invece la corrente lo trasporta verso ovest. Così, più si affretta a nuotare per salire sul tronco, più si allontana da esso. Quando il tronco è trasportato verso est, la tartaruga lo vede muoversi verso ovest, e allo stesso modo confonde il sud con il nord allontanandosi sempre più dal tronco e non riuscendo mai ad avvicinarsi.

            Così il Budda spiegò quanto sia difficile che una tartaruga con un solo occhio incontri un tronco di legno di sandalo con una cavità adatta, anche dopo innumerevoli kalpa. Egli usò questa analogia per illustrare la rarità di incontrare il Sutra del Loto, ma bisogna comprendere che, anche incontrando il tronco di sandalo galleggiante del Sutra del Loto, è ancora più raro trovare la cavità della Legge mistica del daimoku, che è difficile recitare.

              Il grande mare rappresenta il mare delle sofferenze di nascita e morte e la tartaruga rappresenta noi, esseri viventi. La mancanza di arti indica che siamo scarsamente dotati di radici di bontà. Il calore della sua pancia rappresenta gli otto inferni caldi della collera e del risentimento, e il gelo dello scudo dorsale gli otto inferni freddi della cupidigia e dell’avidità. Rimanere sul fondo del grande mare per mille anni significa che, una volta caduti nei tre cattivi sentieri, è difficile riemergere. Salire in superficie una volta ogni mille anni indica quanto sia difficile emergere dai tre cattivi sentieri e nascere come esseri umani anche una sola volta in innumerevoli kalpa in un’epoca in cui il Budda Shakyamuni sia apparso.

                Il fatto che sia facile incontrare altri tronchi galleggianti, di pino o di cipresso, mentre è difficile trovarne uno di sandalo, significa che è facile incontrare tutti gli altri sutra, ma è difficile incontrare il Sutra del Loto. Il fatto che, anche se la tartaruga incontra un tronco di sandalo galleggiante, è difficile che ne trovi uno con una cavità adatta, significa che, anche incontrando il Sutra del Loto, è difficile recitare i cinque caratteri di Nam-myoho-renge-kyo, che ne sono l’essenza.

                  La tartaruga scambia l’est con l’ovest e il nord con il sud: allo stesso modo, noi persone comuni ci diamo arie di intelligenza e ci atteggiamo a saggi e poi consideriamo inferiori gli insegnamenti superiori e superiori gli insegnamenti inferiori; crediamo che conducano all’illuminazione insegnamenti privi di tale potere e affermiamo che insegnamenti inadatti alla capacità delle persone sono invece adatti. Così crediamo che l’insegnamento della scuola della Vera parola sia superiore e il Sutra del Loto inferiore, che il primo sia adatto alla capacità delle persone, mentre il secondo no.

                    Considera bene ciò che ho appena esposto. Il Budda fece il suo avvento in India e predicò vari sacri insegnamenti nel corso della sua vita. Nel suo quarantatre­esimo anno di predicazione iniziò a esporre il Sutra del Loto e, per gli otto anni successivi, tutti i suoi discepoli abbracciarono il Sutra del Loto che è come un gioiello che esaudisce i desideri. Tuttavia, poiché il Giappone è separato dall’India da duecentomila ri di mari e monti, qui non si udì nemmeno il nome del Sutra del Loto.

                      Milleduecento anni e più dopo la morte del Budda Shakyamuni, il Sutra del Loto fu introdotto in Cina, ma ancora non era stato trasmesso in Giappone. Millecinquecento anni e più dopo la sua morte, il Buddismo fu introdotto per la prima volta in Giappone dal regno coreano di Paekche, durante il regno del trentesimo sovrano del Giappone, l’imperatore Kimmei. Inoltre nei settecento anni trascorsi da quando il principe Jogu fece introdurre per la prima volta il Buddismo dalla Cina, il Sutra del Loto e tutti gli altri sutra sono stati propagati ampiamente, così che le persone dotate di comprensione, dal governante fino ai comuni cittadini, hanno abbracciato il Sutra del Loto, o nella sua interezza o anche un solo volume o capitolo, per ripagare il debito di gratitudine verso i loro genitori. Essi sono convinti di aver abbracciato davvero il Sutra del Loto, ma non hanno mai recitato Nam-myoho-renge-kyo e così, anche se sembrano credere nel Sutra del Loto, in pratica è come se non ci credessero.

                        È come se la tartaruga con un occhio solo, dopo aver trovato il sacro sandalo così difficile da incontrare, non introducesse la pancia nella cavità: se non lo facesse, sarebbe stato vano incontrarlo e ricadrebbe istantaneamente sul fondo del grande mare.

                          In questi settecento anni e più il Sutra del Loto si è diffuso ampiamente nel nostro paese e coloro che leggono, insegnano, fanno offerte o abbracciano questo sutra sono più numerosi delle piantine di riso e di canapa, delle canne di bambù e dei giunchi, ma nessuno di loro recita Nam-myoho-renge-kyo nello stesso modo in cui invoca il nome del Budda Amida, né esorta gli altri a recitarlo. Leggere i vari sutra o invocare i nomi dei vari Budda è paragonabile alla tartaruga che incontra un tronco di legno comune. Finché non è legno di sandalo, esso non può raffreddare la pancia della tartaruga. Finché non è il sole, esso non può riscaldare lo scudo dorsale. Tali insegnamenti gratificano gli occhi e rallegrano il cuore, ma non portano benefici, sono come piante che fioriscono ma non fanno frutti, come parole non seguite dalle azioni.

                            Soltanto io, Nichiren, per primo ho recitato Nam-myoho-renge-kyo in Giappone. Nei vent’anni e più dall’estate del quinto anno dell’era Kencho (1253)2, solo io ho recitato Nam-myoho-renge-kyo giorno e notte, mattina e sera. Quelli che recitano il Nembutsu sono dieci milioni. Io non ho relazioni autorevoli, mentre gli alleati dei Nembutsu sono potenti e di nobili natali. Tuttavia, quando un leone ruggisce, tutti gli altri animali tacciono, e un cane è spaventato dall’ombra di una tigre. Quando il sole si leva nel cielo orientale, la luce di tutte le stelle svanisce completamente.

                              L’invocazione del nome del Budda Amida ha esercitato la sua influenza solo dove non si era diffuso il Sutra del Loto, ma una volta che si leva l’invocazione di Nam-myoho-renge-kyo, il Nembutsu diventa come un cane di fronte a un leone o come la luce delle stelle di fronte al sole. Il Daimoku e il Nembutsu sono diversi come un falco e un fagiano. Questo è il motivo per cui i quattro tipi di persone mi guardano con gelosia e tutti, sia di alta che di bassa condizione, mi odiano. Il paese è pieno di gente che mi lancia false accuse e sulla terra abbondano i malvagi. Perciò la gente sceglie quello che è inferiore e rifiuta ciò che è superiore. È come se uno asserisse che un cane è superiore a un leone o le stelle sono superiori al sole. Così la mia cattiva reputazione di uomo dalle idee errate si è diffusa in lungo e in largo e, in un modo o nell’altro, sono stato falsamente accusato, vilipeso, attaccato con spade e bastoni ed esiliato ripetutamente. Ma poiché tutte queste persecuzioni coincidono perfettamente con il passo del quinto volume del Sutra del Loto3, dai miei occhi sgorgano lacrime e il mio corpo è colmo di gioia.

                                Qui non ho vestiti sufficienti per coprire il mio corpo, né provviste sufficienti per sopravvivere. Vivo come Su Wu, che quando visse fra i barbari del nord si sostentava mangiando la neve, o come Po I che sul monte Shou-yang viveva di felci. Chi, a parte i miei genitori, potrebbe scomodarsi a farmi visita in un posto simile? Come potrei mantenermi in vita per un solo giorno o per un solo momento senza la protezione dei tre tesori? Posso solo meravigliarmi che tu mi invii un messaggero così di frequente, pur non essendoci mai incontrati. Il quarto volume del Sutra del Loto afferma che il Budda Shakyamuni assumerà le sembianze di una persona comune allo scopo di fare offerte al devoto del Sutra del Loto4. Può essere che il Budda Shakyamuni sia entrato nel tuo corpo, oppure che si siano manifestate le tue buone radici del passato?

                                  Una donna conosciuta come la figlia del re drago conseguì la Buddità attraverso la fede nel Sutra del Loto e si impegnò a proteggere le donne che abbracciano questo sutra nell’ultima epoca. Può essere che tu sia in relazione con lei? Che cosa ammirevole!

                                    Nichiren

                                      Il ventiseiesimo giorno del terzo mese del secondo anno di Koan (1279), segno ciclico tsuchinoto-u

                                        Risposta alla vedova di Matsuno

                                            Cenni Storici

                                            Nichiren Daishonin scrisse questa lettera da Minobu, per la vedova del prete laico Matsuno Rokuro Saemon, che viveva a Matsuno, nel distretto di Ihara, nella provincia di Suruga.

                                            Si ritiene che entrambi fossero stati convertiti al Buddismo del Daishonin grazie al loro legame con la famiglia di Nanjo Tokimitsu, che era uno dei nove figli nati dall’unione della loro figlia con Nanjo Hyoe Shichiro. Matsuno Rokuro Saemon era morto nel 1278, l’anno prima che venisse scritta questa lettera.

                                            In quel periodo i disastri erano frequenti e, in particolare, una grave carestia che si era protratta per tutto l’autunno e l’inverno del 1278 aveva messo in ginocchio il paese. Nonostante queste difficoltà, la moglie di Matsuno non smise mai di inviare offerte al Daishonin, pur non avendolo forse mai incontrato personalmente, e continuò a inviarne anche dopo la morte del marito. Lodando la sua fede sincera il Daishonin afferma: «Può essere che il Budda Shakyamuni sia entrato nel tuo corpo, oppure che si siano manifestate le tue buone radici del passato?».

                                            Nella lettera Nichiren Daishonin cita un passo del capitolo “Pratiche pacifiche” del Sutra del Loto che dichiara quanto sia difficile incontrare questo sutra. Riporta quindi la storia della tartaruga con un occhio solo che cercava un pezzo di legno con una cavità che le si adattasse perfettamente, per indicare quanto sia raro incontrare il Sutra del Loto, e ancor di più la Legge di Nam-myoho-renge-kyo, che ne è l’essenza.

                                            Ripercorre, quindi, la storia della diffusione del Sutra del Loto in India, in Cina e in Giappone. Sebbene, scrive Nichiren, in Giappone molte persone affermino di abbracciare il Sutra del Loto: «Nessuno di loro recita Nam-myoho-renge-kyo […] né esorta gli altri a recitarlo». Così, pur credendo di praticare il Sutra del Loto, non lo abbracciano correttamente.

                                            La parte finale della lettera fa riferimento alla lotta tenace condotta dal Daishonin per oltre vent’anni, da quando, cioè, proclamò per la prima volta Nam-myoho-renge-kyo. Egli ha, infatti, subìto tutte le persecuzioni predette dal Sutra del Loto nei confronti del devoto dell’Ultimo giorno. Poche sono state le persone che hanno cercato di comprenderne gli insegnamenti e molti coloro che lo hanno perseguitato in vari modi. Tuttavia, dichiara il Daishonin, ostilità e persecuzioni non hanno avuto altro effetto che rafforzare la sua convinzione di essere realmente il devoto del Sutra del Loto, la cui missione viene predetta nel capitolo “Esortazione alla devozione”. La lettera si conclude con parole di lode per la sincera fede della moglie di Matsuno.

                                            Note

                                            1. Il Sutra del Loto, cap. 14, p. 286.
                                            2. Nichiren Daishonin proclamò Nam-myoho-renge-kyo per la prima volta al tempio Seicho, nella provincia di Awa, il ventottesimo giorno del quarto mese del 1253. Secondo il calendario lunare, il quarto è il primo mese dell’estate.
                                            3. Passo del quinto volume del Sutra del Loto: i versi del tredicesimo capitolo, “Esortazione alla devozione”, in cui si predice che i devoti del Sutra del Loto dovranno affrontare i tre potenti nemici.
                                            4. Questa frase è basata su un passo del capitolo “Maestro della Legge” (vedi Il Sutra del Loto, cap. 10, p. 238).
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