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107. La terza dottrina

RSND, VOLUME I

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Minobu, 1277. Indirizzata a Toki Jonin

Ho letto con attenzione la tua lettera. In essa riferisci di aver detto: «Il nono volume di Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto” afferma: “Liberarsi dal [triplice] mondo per mezzo degli insegnamenti provvisori è definita una liberazione effimera”. Al che il prete Ryosho-bo1 ha replicato: “Questo passo non esiste”». Eppure, [nella sezione che tratta del capitolo “Durata della vita”] il nono volume di Su “Parole e frasi del Sutra del Loto” effettivamente afferma: «Il passo che va da “Non vi è alcuno che emerga dall’effimero” fino a “Gli insegnamenti effimeri del passato furono esposti per amore della verità”2, significa che liberarsi dal mondo attraverso gli insegnamenti provvisori è una liberazione effimera. Non vi sono persone dei tre veicoli che non si siano liberate dal triplice mondo, né esseri umani e celesti che non siano sfuggiti ai tre cattivi sentieri. Eppure in entrambi i casi si parla di liberazione effimera».

    Il nono volume di Parole e frasi del Sutra del Loto recita: «Non vi è alcuno che emerga dall’effimero e tuttavia non riesca ad accedere al vero. Da ciò comprendiamo che gli insegnamenti effimeri del passato sono stati esposti per amore della verità».

      Nel capitolo “Durata della vita” si legge: «Uomini devoti, il Tathagata vedendo che tra gli esseri viventi vi sono individui con scarse virtù e molte impurità che aspirano a una piccola Legge […] Poiché gli esseri viventi hanno [nature diverse…, ho predicato diverse dottrine… Io non ho tralasciato l’opera del Budda] nemmeno per un istante»3. Questo è il passo del sutra che T’ien-t’ai e Miao-lo stanno commentando. In esso tutti gli insegnamenti, da quello del Sutra della Ghirlanda di fiori esposto immediatamente dopo l’illuminazione del Budda che coniuga insegnamento specifico e perfetto4, ai quattordici capitoli dell’insegnamento transitorio del Sutra del Loto, sono definiti “piccola Legge” [insegnamenti inferiori] e si dice che coloro che aspirano a essa sono individui “di scarse virtù e molte impurità” e che la liberazione che possono ottenere è una liberazione effimera.

        Stando così le cose, per quanto riguarda la scuola della Ghirlanda di fiori che si basa sul sutra omonimo, la scuola delle Caratteristiche dei dharma che si basa sul Sutra dei Profondi segreti, la scuola dei Tre trattati che si basa sui sutra della Saggezza, la scuola della Vera parola che si basa sul Sutra di Mahavairochana, la scuola della Pura terra che si basa sul Sutra della Meditazione, la scuola Zen che si basa sul Sutra Lankavatara come tutte le altre scuole che si basano sui rispettivi sutra, anche se i loro aderenti leggono e recitano il sutra della loro scuola esattamente come insegna il sutra stesso, non si libereranno dal triplice mondo, né sfuggiranno dai tre cattivi sentieri. E tanto meno ci riusciranno coloro che sostengono che il loro sutra è il vero insegnamento o che è superiore [al Sutra del Loto]! Sono come persone che, in preda alla collera, sputano verso il cielo e prendono a calci la terra.

          Per quanto riguarda questa dottrina, dopo la morte del Tathagata, in India per più di millecinquecento anni, i ventiquattro successori del Budda, come Nagarjuna, Vasubandhu e altri, pur conoscendola non la rivelarono. In Cina per più di mille anni, non la conobbero e solo T’ien-t’ai e Miao-lo l’esposero in modo approssimativo, senza però spiegarne il vero significato. Ciò vale anche per il Gran Maestro Dengyo. Ora io, Nichiren, esaminando la questione, trovo che oltre al suddetto passaggio del Sutra del Loto c’è anche il Sutra del Nirvana che afferma: «Se ci sono persone che concepiscono idee differenti riguardo ai tre tesori, in verità sappiate che questi individui non possono più prendere rifugio nei tre puri tesori né contare su di essi; non trarranno beneficio da alcun precetto e alla fine non potranno ottenere i frutti degli ascoltatori della voce, dei risvegliati all’origine dipendente o dei bodhisattva»5. Questo passo, che si riferisce chiaramente al [punto essenziale del] capitolo “Durata della vita” del Sutra del Loto, paragona il capitolo “Durata della vita” a un albero, e gli insegnamenti precedenti e l’insegnamento transitorio del Sutra del Loto alla sua ombra6. Questa metafora si ritrova di nuovo nel Sutra del Nirvana, secondo il quale i benefici dei cinque periodi e degli otto insegnamenti, degli insegnamenti che rimangono entro una certa dimensione e di quelli che vanno oltre7, del Mahayana e dello Hinayana, sono tutti simili all’ombra, mentre la dottrina dell’insegnamento originale è come un albero. Insegna anche che i benefici ottenuti con gli insegnamenti esposti prima del capitolo “Durata della vita” da coloro che vissero durante la vita del Budda sono come l’ombra di un albero nell’oscurità, perché queste persone avevano già udito il capitolo “Durata della vita” in esistenze precedenti8.

            Per quanto riguarda la tesi del tuo avversario secondo cui la mancanza di fede non costituisce di per sé un’offesa alla Legge, e l’affermazione che coloro che non credono non cadranno necessariamente nell’inferno, il quinto volume del Sutra del Loto afferma: «[Se nei confronti di questo sutra] uno dovesse nutrire dubbi e mancasse di credere, cadrebbe all’istante nei cattivi sentieri»9.

              In generale dovresti tenere a mente ciò che segue: quando si confronta il Sutra del Loto con gli insegnamenti precedenti per valutarne la relativa superiorità e profondità, la comparazione fra gli insegnamenti che rimangono entro una certa dimensione e quelli che vanno oltre si svolge su tre livelli10. L’insegnamento di Nichiren rappresenta la terza dottrina. Benché la gente abbia sentito parlare della prima e della seconda dottrina in maniera piuttosto vaga, come se si trattasse di un sogno, la terza non è mai stata enunciata. Anche se T’ien-t’ai, Miao-lo e Dengyo l’hanno spiegata fino a un certo punto, non l’hanno mai completamente chiarita. In definitiva l’hanno lasciata per questa epoca, l’Ultimo giorno della Legge: è questo il quinto periodo di cinquecento anni.

                Tuttavia, io non ero stato informato di questo dibattito dottrinale. Ryosho-bo è una persona di vasta erudizione. Se avesse ribattuto: «Chiedo scusa, ma questo passo io lo conosco, lo conosco bene» e avesse sostenuto che noi eravamo stati sconfitti, mi chiedo che cosa avresti potuto fare. Comunque, tralasciando il fatto che lui e i monaci suoi seguaci ignoravano questo passo del commentario, il fatto che abbia detto che non esiste in nessuno dei sessanta volumi11 è dovuto alla punizione del cielo. La sua colpa di offesa all’insegnamento corretto si è manifestata quando ha incontrato un messaggero del Sutra del Loto. Inoltre, questa faccenda del dibattito è accaduta sicuramente per qualche ragione. Per favore informati accuratamente su ciò che dicono Ota Jiro Hyoe di Kajima, Daishin-bo e il capo dei preti del tempio principale12. Vicende simili sono descritte dettagliatamente nel sutra. È certo che il devoto del Sutra del Loto sarà ostacolato dal re demone del sesto cielo. Fra i dieci oggetti di meditazione, ciò corrisponde all’oggetto delle funzioni demoniache13. È tipico del demone compiacersi nell’ostacolare il bene e nell’indurre a fare il male. Se non riesce a forzare una persona a compiere il male, non può far altro che permettergli di fare il bene. Odiando senza riserve coloro che svolgono le pratiche dei due veicoli, li spinge a compiere un bene minore. Ostacola coloro che svolgono le pratiche del bodhisattva, indirizzandoli verso la pratica dei due veicoli. E infine, se c’è qualcuno che pratica esclusivamente il puro e perfetto insegnamento, cerca di farlo cadere in una combinazione di insegnamento perfetto e specifico e così via14. Puoi consultare a questo proposito l’ottavo volume di Grande concentrazione e visione profonda.

                  Tu dici che Ryosho-bo ha anche sostenuto che i praticanti della concentrazione e visione profonda dovrebbero osservare i precetti. Però il nono volume di Parole e frasi esenta i praticanti del primo, secondo e terzo [dei cinque stadi della pratica] dall’osservanza dei precetti. Ciò risulta chiaramente anche dal testo del sutra stesso15. La discordanza con Grande concentrazione e visione profonda è spiegata da Miao-lo in forma di domanda e risposta16. Vedi il volume nove di Annotazioni su “Parole e frasi”. Nello stadio iniziale della gioia, ci sono due tipi di praticanti: quelli di facoltà acute possono osservare i precetti, mentre quelli di facoltà ottuse ne sono esentati. Inoltre ci sono differenze tra Primo, Medio e Ultimo giorno della Legge e differenze tra le pratiche di shoju e shakubuku. Dovresti anche tener presente l’osservazione del Gran Maestro Dengyo riguardo alla tigre nel mercato17.

                    D’ora in avanti non occorre che tu tenga altri dibattiti a Shimosa. Poiché hai già sconfitto i preti Ryosho-bo e Shinen-bo18, dibattiti con altre persone attenuerebbero soltanto l’effetto. Ho saputo che questi preti mi calunniano ormai da diversi anni. Essi non sono che zanzare e tafani, così sciocchi da insultare con leggerezza il re leone Nichiren, senza averlo mai ascoltato né visto. Che persone della scuola Tendai Loto recitino personalmente Nam-myoho-renge-kyo, ma approvino che gli altri ripetano il Nembutsu, è già abbastanza strano, ma che, oltre a non correggerli, critichino chi lo fa, è davvero stranissimo. Per quanto riguarda Daishin-bo ti prego di ammonirlo energicamente per lettera, come ti ho già scritto in precedenza. Sembra che sia stato ricondotto alla nostra fede dalle dieci fanciulle demoni. È come se un messaggero del re demone lo avesse posseduto, ma ora si fosse staccato da lui. Non può essere falso il sutra quando afferma che «demoni malvagi si impossesseranno di altre persone»19.

                      C’è ancora molto che vorrei dirti, ma sto scrivendo di notte perché il messaggero ha fretta di ripartire.

                        Con profondo rispetto,

                          Nichiren

                            Il primo giorno del decimo mese

                                Cenni Storici

                                Il Daishonin scrisse questa lettera da Minobu, nel decimo mese del terzo anno di Kenji (1277), a Toki Jonin, uno dei principali discepoli nella provincia di Shimosa, che gli aveva riferito di aver incontrato in un dibattito Ryosho-bo, un prete Tendai molto rinomato nella zona. Nella sua risposta il Daishonin commenta alcuni dei punti sollevati nel corso del dibattito e fornisce ulteriori chiarimenti per il futuro.

                                Sembra che Toki Jonin avesse conquistato un inaspettato vantaggio nel momento in cui l’avversario aveva rivelato la propria ignoranza riguardo a un passo di Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto” di Miao-lo, dove si afferma che non si può ottenere una vera emancipazione attraverso gli insegnamenti precedenti al Sutra del Loto. La frase in questione è un’annotazione di Miao-lo a un passaggio di T’ien-t’ai in Parole e frasi del Sutra del Loto che commenta, a sua volta, un passo del capitolo “Durata della vita” del Sutra del Loto.

                                Nella prima parte della sua risposta, il Daishonin cita tutti e tre i passi, illustrandone il significato essenziale. Afferma che gli insegnamenti precedenti al Sutra del Loto sono tutti espedienti predicati al solo scopo di condurre le persone al Sutra del Loto, e che i benefici di quegli insegnamenti dipendono da quello contenuto nel capitolo “Durata della vita” del sutra stesso.

                                Per spiegare ulteriormente questo punto il Daishonin si rifà a uno schema tradizionale di confronto dottrinale, quello tra gli insegnamenti «che rimangono entro una certa dimensione e di quelli che vanno oltre». Tale comparazione, egli afferma, può essere condotta a tre livelli. Secondo il terzo e ultimo livello di comparazione, anche l’insegnamento originale del Sutra del Loto è limitato, mentre solo la Legge suprema implicita nella profondità del capitolo “Durata della vita” può essere considerata un insegnamento «che va oltre» un certa dimensione.

                                Questo terzo livello corrisponde alla “terza dottrina” a cui si riferisce il titolo della lettera, la quale indica, in sostanza, la Legge suprema, cioè il seme originale dell’illuminazione, rivelato per la prima volta nell’Ultimo giorno dal Daishonin come Nam-myoho-renge-kyo.

                                Note

                                1. Ryosho-bo: (n. 1213), capo del seminario Tendai nella provincia di Shimosa. Si dice che abbia contribuito a far sorgere l’interesse per gli studi Tendai nel Kanto.
                                2. Il testo originale di Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto”, citato nel Gosho, contiene anche istruzioni fra parentesi che indicano come va pronunciato il carattere cinese che significa “per amore di” e cioè con un tono discendente. Infatti, nella lingua cinese, se letto in un tono differente, il suo significato sarebbe diverso. Tali istruzioni e altre simili sono state omesse nella traduzione.
                                3. Vedi Il Sutra del Loto, cap. 16. pp. 313-314. In sintesi, nel passo in oggetto, Shakyamuni dichiara che, poiché gli esseri avevano capacità limitate, egli non rivelò immediatamente l’eternità della Buddità, ma affermò di aver rinunciato al mondo in gioventù e avere successivamente ottenuto l’illuminazione. Secondo le varie disposizioni individuali, egli predicò un gran numero di insegnamenti provvisori, con valore di espedienti, che miravano tutti a condurre le persone a comprendere la verità contenuta nel capitolo “Durata della vita”.
                                4. Secondo il sistema Tendai di classificazione delle dottrine, gli insegnamenti del periodo della Ghirlanda di fiori combinano insegnamento specifico e insegnamento perfetto. Solo il Sutra del Loto costituisce l’insegnamento puro e perfetto.
                                5. Questo passo critica coloro che negano l’eternità dei tre tesori, cioè il Budda, la Legge e l’ordine buddista. In sostanza riafferma la dottrina esposta nel capitolo “Durata della vita”.
                                6. Il Sutra del Nirvana paragona il Budda eterno a un albero. Poiché l’eternità della vita del Budda è rivelata nel capitolo “Durata della vita”, il Daishonin paragona questo capitolo a un albero.
                                7. Gli insegnamenti che rimangono in una certa dimensione sono dottrine parziali esposte in un particolare contesto per persone con particolari capacità, mentre quelli che vanno oltre sono più completi e profondi.
                                8. Quelli che in passato avevano udito il capitolo “Durata della vita” avevano già ricevuto il seme dell’illuminazione. Quando rinacquero in India insieme al Budda Shakyamuni e udirono gli insegnamenti predicati in preparazione al capitolo “Durata della vita”, il seme venne nutrito, crebbe ed essi ricevettero benefici.
                                9. Il Sutra del Loto, cap. 15, p. 307.
                                10. La prima comparazione stabilisce la superiorità del Sutra del Loto rispetto agli insegnamenti precedenti; la seconda la superiorità dell’insegnamento originale del Sutra del Loto rispetto a quello transitorio e la terza stabilisce la superiorità del Buddismo della Legge mistica rispetto all’insegnamento originale. Questa è la “terza dottrina”, cioè la Legge di Nam-myoho-renge-kyo.
                                11. Sessanta volumi: tre principali opere di T’ien-t’ai, Il significato profondo del Sutra del Loto, Parole e frasi del Sutra del Loto, Grande concentrazione e visione profonda, di dieci volumi ciascuna, più i commentari di Miao-lo a queste opere, Annotazioni su “Il significato profondo del Sutra del Loto”, Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto”, Annotazioni su “Grande concentrazione e visione profonda”, anch’essi di dieci volumi ognuno.
                                12. Capo dei preti del tempio principale: non se ne conosce l’identità, poteva forse trattarsi del capo dei preti del tempio in cui temporaneamente risiedeva Ryosho-bo.
                                13. Oggetto delle funzioni demoniache: è il quinto dei dieci oggetti di meditazione e serve ad acquisire la consapevolezza di come i demoni agiscono per ostacolare l’illuminazione. Vedi anche dieci oggetti nel Glossario.
                                14. In altre parole il demone convincerà quella persona ad allontanarsi dal Sutra del Loto e a indirizzarsi verso il Sutra della Ghirlanda di fiori.
                                15. Il Daishonin si riferisce qui ai passi del capitolo “Distinzioni dei benefici” su cui si basano i cinque stadi della pratica.
                                16. Grande concentrazione e visione profonda ingiunge una stretta osservanza dei precetti contraddicendo apparentemente sia il suddetto passaggio di Parole e frasi sia il capitolo “Distinzioni dei benefici” sul quale è basato. Nel suo Su “Parole e frasi”, Miao-lo spiega che Parole e frasi si riferisce ai credenti del Sutra del Loto che si trovano agli stadi iniziali della pratica e Grande concentrazione e visione profonda a coloro che hanno raggiunto gli stadi più avanzati.
                                17. Nel Trattato sulla lampada per l’Ultimo giorno della Legge si afferma: «Se nell’Ultimo giorno della Legge vi fossero persone che osservano i precetti sarebbe una cosa rara e strana come una tigre nel mercato. Come potremmo credervi?».
                                18. Shinen-bo: prete Tendai che viveva nella provincia di Shimosa. Non vi sono altre notizie su di lui.
                                19. Il Sutra del Loto, cap. 13, p. 272.
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