337. Le vesti da prete
Luogo sconosciuto, Data sconosciuta. Indirizzata a Destinatario sconosciuto
Ho ricevuto il tessuto per una veste foderata e quello per una veste sfoderata. Il cibo alimenta la vita e gli indumenti ricoprono il nostro corpo. Chi elargisce cibo agli esseri senzienti attira su di sé la ricompensa di una lunga vita, mentre chi ruba il cibo alla gente patirà la retribuzione di avere una vita breve. Chi rifiuta di dare vestiti alle persone proverà la retribuzione della nudità, esistenza dopo esistenza. Gli esseri dei sei sentieri, dal mondo degli esseri umani in giù, nascono nudi, mentre gli esseri del regno celeste nascono dotati di vesti che cambiano forma a loro piacimento. Fra gli esseri dei sei sentieri, quelli come i cervi, non solo nascono privi di indumenti, ma, per aver rubato un tempo le vesti degli altri, adesso ricevono la retribuzione di essere scuoiati e compensano così la loro colpa.
Perfino nel regno degli esseri umani, la monaca Bianco Splendente1 nacque avvolta da una veste. Anche nel Buddismo non è possibile praticare gli insegnamenti senza avere la propria veste. Per tale ragione Shakyamuni ricevette una veste dalla madre adottiva, la monaca Mahaprajapati, e ottenne l’illuminazione. Inoltre, egli permise a tutti i monaci di avere le tre vesti.
Si dice che, se un monaco di capacità inferiore non è in grado di procurarsi una scorta di cibo e vesti, non raggiungerà mai lo stato di arhat. In particolare il Sutra del Loto parla della veste della gentilezza e della pazienza2, che considera la base della pratica. Inoltre, quando si dice che il Budda avvolge il devoto del Sutra del Loto nella sua veste, ciò ne dimostra ulteriormente il significato.
Poiché sono un prete privo di precetti, che nutre idee malvagie, gli dèi celesti mi odiano e manco sia di cibo sia di vestiti; tuttavia, recito il Sutra del Loto e di tanto in tanto lo predico. È come se un enorme serpente stringesse in bocca un gioiello o un albero di sandalo crescesse tra i cespugli di eranda. Io getto via l’eranda e offro il sandalo, oppure copro il serpente e offro il gioiello.
Il Gran Maestro T’ien-t’ai disse: «Gli altri sutra predicono la Buddità solo agli uomini, ma non alle donne»3 e, se non fosse per il Sutra del Loto, le donne non potrebbero mai conseguire la Buddità. Il Tathagata Dotato di Mille, Diecimila Segni Splendenti4 corrisponde alla monaca Yashodhara.
Alla luce di queste cose si comprende che è sicuramente il Sutra del Loto che rende possibile il conseguimento della Buddità da parte delle donne. «[L’Onorato dal Mondo…] adesso deve rivelare la verità»5 sono le auree parole del Budda Shakyamuni, il signore degli insegnamenti. «Tutto ciò che hai esposto è la verità»6 è la testimonianza del Budda Molti Tesori. «Le loro lingue si spingono fino al cielo di Brahma»7 è la promessa solenne di tutti i vari Budda.
Come potrebbero il sole e la luna cadere sulla terra? Il monte Sumeru può forse crollare? O le maree cessare di fluire e rifluire? È mai possibile che la terra si capovolga?
I benefici che sorgono dall’offerta di queste vesti sono descritti nel Sutra del Loto. È difficile esprimerli a parole, quindi usa la tua fede per comprendere.
Cenni Storici
Si ritiene che Nichiren Daishonin abbia scritto questa lettera a Minobu nel 1280, o, secondo altre fonti, nel 1273 mentre si trovava in esilio a Sado. A giudicare dal contenuto della lettera si pensa che la destinataria fosse una donna, il cui nome non ci è noto.
Esprimendo i suoi ringraziamenti, il Daishonin afferma che la veste è inseparabile dalla pratica buddista e in particolar modo la veste della gentilezza e della pazienza descritta nel Sutra del Loto è la base stessa della pratica. Egli le assicura che solo il Sutra del Loto promette alle donne il conseguimento della Buddità, e poiché questo è attestato da tutti i Budda, sicuramente anch’ella godrà di tale beneficio.