logo

12. L'essenza del capitolo "Re della Medicina"

RSND, VOLUME I

image

Kamakura, 1265. Indirizzata a Ueno, monaca laica

Tratterò a grandi linee del capitolo “Re della Medicina”. Esso fa parte del settimo volume ed è il ventitreesimo dei ventotto capitoli che compongono il Sutra del Loto.

    Il primo volume del sutra contiene due capitoli, “Introduzione” ed “Espedienti”. Il primo capitolo funge da introduzione a tutti i ventotto capitoli.

      Gli otto capitoli che vanno da “Espedienti” a “Profezie” rivelano in primo luogo come le persone dei due veicoli possano diventare Budda e in secondo luogo il conseguimento della Buddità da parte dei bodhisattva e della gente comune.

        I successivi cinque capitoli, “Maestro della Legge”, “Torre preziosa”, “Devadatta”, “Esortazione alla devozione” e “Pratiche pacifiche”, spiegano come gli insegnamenti degli otto capitoli precedenti vadano messi in pratica dalle persone comuni nelle epoche future.

          Segue il capitolo “Emergere dalla terra” che fa da introduzione al capitolo “Durata della vita”. I seguenti dodici capitoli, dal capitolo “Distinzioni dei benefici” in poi, spiegano in primo luogo come le persone comuni delle epoche future debbano mettere in pratica le dottrine del capitolo “Durata della vita” e in secondo luogo come mettere in pratica quelle degli altri otto capitoli a partire dal capitolo “Espedienti”.

            Perciò il capitolo “Re della Medicina” spiega come si devono mettere in pratica sia gli insegnamenti degli otto capitoli a cominciare da “Espedienti”, sia quelli del capitolo “Durata della vita”.

              Questo capitolo “Re della Medicina” contiene dieci similitudini; la prima è quella del grande mare di cui darò una spiegazione sommaria. Nel continente meridionale di Jambudvipa vi sono duemilacinquecento fiumi, nel continente occidentale di Godaniya vi sono cinquemila fiumi; complessivamente nei quattro continenti vi sono venticinquemilanovecento fiumi. Alcuni di essi sono lunghi quaranta ri, alcuni cento ri, altri solo un ri, un cho o un braccio. Tuttavia, quanto a profondità, nessuno di loro può uguagliare il grande mare.

                Fra tutti i sutra, della Ghirlanda di fiori, Agama, Corretti ed equi, della Saggezza, dei Profondi segreti, di Amida, del Nirvana, di Mahavairochana, della Corona di diamanti, Susiddhikara e della Solennità segreta, fra tutti i sutra predicati dal Tathagata Shakyamuni, fra tutti i sutra predicati dal Tathagata Mahavairochana, fra tutti i sutra predicati dal Tathagata Amida, fra tutti quelli predicati dal Tathagata Maestro della Medicina, fra tutti i sutra predicati dai vari Budda delle tre esistenze di passato, presente e futuro, il Sutra del Loto occupa il primo posto. Dunque questi sutra sono come grandi, medi e piccoli fiumi, mentre il Sutra del Loto è simile al grande mare.

                  Il grande mare possiede dieci virtù che lo rendono superiore ai fiumi: 1) il grande mare diventa gradatamente più profondo, i fiumi no; 2) il grande mare non trattiene i cadaveri, i fiumi sì; 3) il grande mare cancella i nomi dei fiumi che vi si riversano, mentre i fiumi mantengono il proprio nome; 4) l’acqua del grande mare ha un unico sapore, i fiumi no; 5) il grande mare contiene diversi tesori, i fiumi no; 6) il grande mare è estremamente profondo, i fiumi no; 7) il grande mare ha un’estensione sconfinata, i fiumi no; 8) nel grande mare vi sono creature di grandi dimensioni, nei fiumi no; 9) nel grande mare c’è il flusso e il riflusso delle maree, nei fiumi no; 10) il grande mare riceve l’acqua di piogge torrenziali e di enormi fiumi senza mai straripare, i fiumi no.

                    Allo stesso modo il Sutra del Loto ha dieci virtù, mentre gli altri sutra hanno dieci difetti. I benefici che si ottengono dal Sutra del Loto si accrescono in numero e profondità e si estendono fino alla cinquantesima persona che lo ascolta. Invece, nel caso degli altri sutra, nemmeno la prima persona che li ascolta riceve alcun beneficio e tanto meno la seconda, la terza, la quarta e così via fino alla cinquantesima persona.

                      Per quanto i fiumi possano essere profondi, non possono uguagliare nemmeno i punti meno profondi del mare. Sebbene gli altri sutra proclamino che, grazie a un loro singolo carattere o frase oppure alle dieci meditazioni1, possono accogliere le persone cattive che hanno commesso le dieci azioni malvagie o i cinque peccati capitali, questi benefici non possono competere con quelli ottenuti dalla cinquantesima persona che gioisce udendo un singolo carattere o una singola frase del Sutra del Loto.

                        Così come il grande mare non trattiene i cadaveri, questo sutra respinge chi offende la Legge opponendosi al Sutra del Loto, anche se è una persona di grande bontà. E a maggior ragione se è una persona malvagia che, oltre alle altre sue cattive azioni, offende anche la Legge. Per esempio, se una persona insulta gli altri sutra, ma non volge le spalle al Sutra del Loto, sicuramente conseguirà la Buddità. Ma per quanto una persona possa credere in tutti gli altri sutra, se volge le spalle al Sutra del Loto, cadrà inevitabilmente nella grande fortezza dell’inferno Avichi.

                          Passando all’ottava virtù del grande mare, quella di ospitare creature di grandi dimensioni, nel mare si trovano pesci enormi chiamati makara2. Il luogo noto come “inferno di incessante sofferenza” misura ottantamila yojana in lunghezza e in larghezza. Ma quando una persona vi cade per avere commesso uno dei cinque peccati capitali, è sufficiente da sola a riempirlo completamente3. Da ciò si comprende che gli abitanti di questo inferno, cioè le persone che hanno commesso uno o più dei cinque peccati capitali, sono esseri di enormi dimensioni.

                            Negli altri sutra, paragonati ai fiumi grandi o piccoli, non si trovano i pesci makara, che esistono invece nel grande mare del Sutra del Loto. Gli altri sutra non affermano che una persona colpevole di aver commesso i cinque peccati capitali possa conseguire la via del Budda. Oppure, anche se lo affermano, in realtà in questi sutra la verità non è stata ancora rivelata.

                              Perciò il Gran Maestro T’ien-t’ai Chih-che, che sapeva a memoria tutti i sacri insegnamenti esposti dal Budda, afferma nel suo commentario al Sutra del Loto: «Gli altri sutra predicono la Buddità solo ai bodhisattva, non ai due veicoli. Essi la predicono ai buoni, non ai cattivi; […]. Questo sutra predice la Buddità a tutti»4. Ma non voglio entrare nei dettagli di tale questione.

                                La seconda similitudine è quella delle montagne. Il sutra afferma che tra le dieci montagne preziose e le altre montagne, il monte Sumeru sta al primo posto. Le dieci montagne preziose sono: 1) le Montagne Nevose; 2) il monte Fragrante; 3) il monte Khadira; 4) la montagna degli Immortali e dei Santi; 5) il monte Yugamdhara; 6) la montagna dell’Orecchio di Cavallo; 7) il monte Nimindhara; 8) il monte Chakravada; 9) la montagna della Saggezza Passata; 10) il monte Sumeru.

                                  Le prime nove, analogamente a tutti gli altri sutra, sono montagne comuni e contengono ognuna qualche tesoro, ma il monte Sumeru contiene una moltitudine di tesori, superiori a quelli delle altre montagne. È come l’oro di Jambunada5 che non è paragonabile all’oro comune.

                                    Il Sutra della Ghirlanda di fiori contiene la dottrina secondo la quale “il mondo fenomenico è solo una creazione della mente” e i sutra della Saggezza espongono i diciotto tipi di vacuità; il Sutra di Mahavairochana contiene i cinque gradi di meditazione per conseguire la Buddità e il Sutra della Meditazione la dottrina della rinascita nella Pura terra. Ma il Sutra del Loto contiene un insegnamento che li supera tutti, l’insegnamento del conseguimento della Buddità nella propria forma presente.

                                      Il monte Sumeru ha un colore dorato. Ogni creatura che visita questa montagna, che sia un bue oppure un cavallo, un essere umano o celeste, un uccello o un qualsiasi altro essere, perde inevitabilmente il suo colore originale per assumere la tinta dorata della montagna. Ciò non accade con nessun’altra montagna. Allo stesso modo tutti gli altri sutra, se posti accanto al Sutra del Loto, perdono il colore originale. Come gli oggetti neri esposti alla luce del sole o della luna perdono il proprio colore, così è per il colore delle dottrine degli altri sutra: la rinascita in un’altra terra o il conseguimento della Buddità, quando vengono esposte alla luce del Sutra del Loto, perdono inevitabilmente il loro significato.

                                        La terza similitudine è quella della luna. Tra le diverse stelle, alcune possono illuminare una superficie di non più di mezzo ri, altre una non superiore a un ri, altre ancora non più di otto o sedici ri. Ma la luna è in grado di illuminare un’area di più di ottocento ri. Le varie stelle, pur essendo dotate di luce, non possono uguagliare quella della luna.

                                          Anche se riunissimo cento, mille, diecimila o un milione di stelle, le stelle dei quattro continenti, le stelle di un sistema maggiore di mondi e di tutti i mondi delle dieci direzioni, la loro luce non uguaglierebbe quella di un’unica luna. Come potrebbe dunque la luce di una sola stella uguagliare quella della luna?

                                            Allo stesso modo, anche se riuniamo insieme tutti i vari sutra come il Sutra della Ghirlanda di fiori, i sutra Agama, Corretti ed equi, della Saggezza, del Nirvana, di Mahavairochana e della Meditazione, essi non potranno mai uguagliare nemmeno un singolo carattere del Sutra del Loto.

                                              Le tre categorie di illusioni – le illusioni del pensiero e del desiderio, le illusioni innumerevoli come granelli di polvere e sabbia e le illusioni sulla vera natura dell’esistenza − e il karma creato dalle dieci azioni malvagie e dai cinque peccati capitali sono come una notte oscura nella mente di tutti gli esseri umani. In questa notte oscura il Sutra della Ghirlanda di fiori e gli altri sutra sono come stelle, mentre il Sutra del Loto è come la luna. Per coloro che hanno fede nel Sutra del Loto, ma non una fede profonda, è come se la notte oscura fosse illuminata da mezza luna, ma per coloro che hanno una fede profonda è come se la notte fosse illuminata dalla luna piena.

                                                In una notte senza luna, alla sola luce delle stelle, gli uomini forti e decisi possono camminare per strada, mentre per le donne e gli anziani sarebbe impossibile. Ma quando c’è la luna piena, perfino le donne e le persone anziane possono andare ovunque desiderano, recarsi a un banchetto o incontrare altre persone. Allo stesso modo nei vari sutra si afferma che i bodhisattva e le persone comuni di grande capacità possono ottenere l’illuminazione. Ma alle persone dei due veicoli, alle persone comuni, ai cattivi e alle donne o alle persone dell’ultima epoca che sono anziane, pigre e non osservano i precetti, non è assicurata la rinascita nella pura terra e il conseguimento della Buddità. Ma nel Sutra del Loto non è così. In esso persino le persone dei due veicoli, le persone malvagie e le donne diventano Budda, per non parlare dei bodhisattva e delle persone comuni di grande capacità.

                                                  Inoltre, la luna brilla più intensamente all’alba che all’inizio della sera ed è più luminosa in autunno e in inverno che in primavera o in estate. In maniera simile, il Sutra del Loto reca più benefici nell’Ultimo giorno della Legge che nei duemila anni del Primo e Medio giorno della Legge.

                                                    Domanda: C’è una prova di quanto dici nelle scritture?

                                                      Risposta: La verità è lampante. Inoltre, verso la fine di questo capitolo si afferma: «Dopo la mia estinzione, nell’ultimo periodo di cinquecento anni, dovrai diffonderlo in tutto Jambudvipa e non permettere mai che [la sua diffusione] sia interrotta»6. Questa frase del sutra, in cui si afferma che dopo duemila anni il sutra dovrà essere diffuso in tutto Jambudvipa, il continente meridionale, ha lo stesso significato della terza similitudine, quella della luna. Il Gran Maestro Kompon, noto come Gran Maestro Dengyo, esprimeva questo concetto quando scrisse: «Il Primo e Medio giorno sono quasi trascorsi e l’Ultimo giorno si avvicina. Adesso è veramente il tempo in cui l’unico veicolo del Sutra del Loto si dimostrerà perfettamente adatto alle capacità di tutte le persone»7.

                                                        I benefici del Sutra del Loto superavano quelli degli altri sutra perfino durante i mille anni del Primo giorno della Legge e i mille anni del Medio giorno della Legge. Ma, al termine della primavera e dell’estate dei duemila anni del Primo e Medio giorno, quando arriva l’autunno e l’inverno dell’Ultimo giorno della Legge, la luce di questa luna brillerà più luminosa che mai.

                                                          La quarta similitudine è quella del sole. Quando la luna appare nel cielo stellato, anche se la sua luce è superiore, le stelle non perderanno la propria luce. Però, quando sorge il sole, non solo le stelle perdono la propria luminosità, ma anche la luna è privata della sua luce e perde il suo splendore.

                                                            I sutra predicati prima del Sutra del Loto sono come le stelle, l’insegnamento transitorio del Sutra del Loto è come la luna e il capitolo “Durata della vita” è come il sole. Quando fa la sua apparizione il capitolo “Durata della vita”, la luna dell’insegnamento transitorio non può uguagliarlo e tanto meno le stelle dei sutra precedenti.

                                                              La notte è il tempo delle stelle e della luna e la gente non si dedica alle proprie occupazioni. Ma quando arriva l’alba, normalmente tutti attendono ai loro compiti. Allo stesso modo, con i sutra precedenti o con l’insegnamento transitorio del Sutra del Loto, era difficile liberarsi dalle sofferenze di nascita e morte, ma, una volta apparso il capitolo “Durata della vita” dell’insegnamento originale, le persone hanno la certezza di liberarsi dalle sofferenze di nascita e morte.

                                                                Eviterò di discutere le altre sei similitudini.

                                                                  Oltre alle dieci similitudini, in questo capitolo ve ne sono molte altre. Tra queste vi è quella del viaggiatore che trova una nave per compiere una traversata. Essa significa che, nel grande mare delle sofferenze di nascita e morte, i sutra predicati prima del Sutra del Loto sono simili a zattere o a piccole barche. Anche se possono trasportare le persone da una spiaggia del regno di nascita e morte a un’altra dello stesso regno, non sono in grado di trasportarle attraverso il grande mare di nascita e morte fino alla lontana riva della Perfetta Beatitudine8.

                                                                    Questi sutra sono come le piccole imbarcazioni del nostro mondo che possono andare da Kyushu a Bando o da Kamakura a Enoshima9, ma non possono spingersi fino in Cina. Una nave cinese, invece, dal Giappone può arrivare fino in Cina senza difficoltà.

                                                                      C’è poi un’altra similitudine, quella “del povero che trova la ricchezza”. Le terre dei sutra precedenti sono terre povere, i cui abitanti sono come spiriti affamati. Il Sutra del Loto è una montagna piena di tesori, i cui abitanti sono ricchi.

                                                                        Domanda: Quando affermi che le terre dei sutra precedenti sono povere, a quale passo delle scritture ti riferisci?

                                                                          Risposta: Il capitolo “Predizioni” del Sutra del Loto afferma: «Supponi che una persona giunta da una terra in cui regna la fame si imbatta nel banchetto di un grande re»10.

                                                                            A proposito della rinascita nella pura terra e del conseguimento della Buddità da parte delle donne, un passo del sutra afferma: «Se, nell’ultimo periodo di cinquecento anni dopo l’estinzione del Tathagata, vi sarà una donna che ascolti questo sutra e lo pratichi come il sutra insegna, quando la sua vita qui sulla terra giungerà al termine, ella raggiungerà immediatamente il mondo di Pace e Felicità dove dimora il Budda Amida circondato dall’assemblea di grandi bodhisattva e là nascerà seduta su un trono ingioiellato al centro di un bocciolo di loto»11.

                                                                              Domanda: Perché il sutra in questo capitolo tratta in particolare della rinascita delle donne nella pura terra?

                                                                                Risposta: È difficile scandagliare il pensiero del Budda ed è difficile capire il perché di questo, tuttavia, se dovessi azzardare un’ipotesi, direi che è perché le donne vengono considerate la radice di vari mali e la causa della rovina del paese. Perciò, sia nelle scritture buddiste che in quelle non buddiste, vi sono molte proibizioni che riguardano le donne. Tra queste, per esempio, ci sono le tre obbedienze descritte dalle scritture non buddiste. Tre obbedienze significa obbedire tre volte e si riferisce al fatto che quando una donna è giovane deve obbedire ai genitori, quando si sposa deve obbedire al marito e quando è anziana deve obbedire al figlio. A causa di queste tre limitazioni non è libera di agire come vuole.

                                                                                  Se ci volgiamo alle scritture buddiste, vediamo che parlano dei cinque ostacoli: il primo è che, rinascendo sempre nei sei sentieri, esse non possono, a differenza degli uomini, rinascere come il grande re celeste Brahma; il secondo è che non possono rinascere come il re celeste Shakra; il terzo è che non possono rinascere come un re demone; il quarto è che non possono rinascere come un re che mette in moto la ruota e il quinto è che devono rimanere per sempre nei sei sentieri, incapaci di emergere dal triplice mondo e diventare un Budda (questo passo si trova nel Sutra della Meditazione più luminosa del sole e della luna)12. Il Sutra della Donna Argentea afferma in proposito: «Anche se gli occhi dei Budda delle tre esistenze dovessero cadere a terra, nessuna donna di qualsiasi regno dell’esistenza potrà mai conseguire la Buddità».

                                                                                    Per quanto siano comuni esseri umani, i governanti saggi e i santi non dicono il falso. Fan Yü-ch’i offrì la sua testa a Ching K’o e il principe Chi-cha appese la spada sulla tomba del signore di Hsü. Lo fecero per non venir meno a una promessa e rendersi colpevoli di falsità. E se questi uomini non hanno detto il falso, a maggior ragione non lo avranno fatto gli ascoltatori della voce, i bodhisattva o i Budda!

                                                                                      Molto tempo fa, quando il Budda era ancora un uomo comune che stava praticando gli insegnamenti dei sutra hinayana, si impegnò a osservare i cinque precetti e, tra questi cinque, il quarto è quello di non mentire mai. Egli osservò rigorosamente questo precetto e da allora in poi non lo violò mai, anche a costo di perdere il patrimonio o la vita.

                                                                                        Quando praticava gli insegnamenti dei sutra mahayana, egli osservò i dieci maggiori precetti e, tra questi, il quarto è quello di non mentire mai. Egli osservò scrupolosamente questo precetto senza violarlo nemmeno una volta per innumerevoli kalpa e alla fine, grazie al merito di aver osservato questo precetto, poté ottenere il corpo di Budda. E, fra le trentadue caratteristiche maggiori che distinguono il corpo di un Budda, poté ottenere la lingua lunga e ampia.

                                                                                          La lingua del Budda è così sottile, ampia e lunga che può essere estesa fino a coprire il volto o fino a lambire l’attaccatura dei capelli o addirittura fino a raggiungere il cielo di Brahma. Su questa lingua vi sono cinque figure, simili a disegni in rilievo, e la lingua ha il colore del rame. Sotto di essa si trovano due gemme che emettono gocce di amrita.

                                                                                            Il Budda ha ottenuto questa lingua per aver osservato il precetto di non mentire. E con questa lingua egli ha affermato che, anche se gli occhi di tutti i Budda delle tre esistenze dovessero cadere al suolo, nessuna donna in tutti i regni dell’esistenza potrebbe diventare un Budda. Dunque possiamo supporre che nessuna donna di qualsiasi mondo possa mai sperare di diventare un Budda. E se è così, allora dovremmo ritenere che, quando una persona nasce con un corpo femminile, anche se dovesse ascendere al rango di una delle tre consorti dell’imperatore13, ciò non le sarebbe di alcun aiuto, e anche compiere azioni meritorie e praticare gli insegnamenti buddisti non le servirebbe a niente.

                                                                                              Tuttavia, nel capitolo “Re della Medicina” del Sutra del Loto, il Budda afferma che le donne possono ottenere la rinascita nella pura terra. È veramente molto strano! È l’altro sutra che sta mentendo? Oppure è questo sutra? Comunque si consideri la questione, dobbiamo supporre che uno di essi mente e, se uno di essi mente, allora il Budda sta dicendo due cose contrastanti, il che è molto difficile da credere.

                                                                                                Però nel Sutra degli Innumerevoli significati il Budda afferma: «In questi quarant’anni e più non ho ancora rivelato la verità». E nel Sutra del Nirvana dice: «Sebbene il Tathagata non dica menzogne, se io sapessi che dicendo il falso [potrei aiutare le persone a ottenere i benefici della Legge, allora farei ciò che è meglio per loro e pronuncerei tali parole come espedienti]».

                                                                                                  Alla luce di questi passi, sembrerebbe che il Budda abbia detto il falso quando dichiarò che le donne non possono ottenere di rinascere nella pura terra e conseguire la Buddità. Se consideriamo però i passi del Sutra del Loto che affermano: «L’Onorato dal Mondo ha esposto a lungo le sue dottrine e adesso deve rivelare la verità»14 e «Il Sutra del Loto della Legge meravigliosa […] tutto ciò che hai esposto è la verità»15, dobbiamo concludere che, quando nel Sutra del Loto dichiara che le donne sicuramente possono rinascere nella pura terra e conseguire la Buddità, egli dica la verità e osservi il precetto di non mentire.

                                                                                                    Anche un uomo rispettabile del mondo secolare può ripudiare il proprio figlio perché si comporta sconsideratamente o perché ha commesso qualche colpa e, per confermare la sua decisione, può persino scrivere una dichiarazione solenne o formulare un giuramento. Ma poi, quando si avvicina il momento della morte, perdonerà suo figlio. Nonostante agisca così, noi non negheremmo che sia un uomo rispettabile né lo accuseremmo di dire il falso. Anche il Budda si comporta nello stesso modo.

                                                                                                      Durante i quarant’anni e più di predicazione dei sutra provvisori, il Budda ha dichiarato che i bodhisattva potevano conseguire la via del Budda e così pure le persone comuni, le persone buone e gli uomini. Sebbene non abbia ammesso che le persone dei due veicoli, i malvagi e le donne potessero conseguire la via del Budda, a volte sembrò riconoscere questa possibilità. L’insegnamento del Budda a questo riguardo rimase temporaneamente indefinito, ma quando, trascorsi quarantadue anni, decise di predicare per otto anni il Sutra del Loto sul monte Gridhrakuta a Rajagriha nel regno di Magadha, egli prima di tutto predicò il Sutra degli Innumerevoli significati in cui affermò: «In questi quarant’anni e più [non ho ancora rivelato la verità]».

                                                                                                        Nichiren

                                                                                                            Cenni Storici

                                                                                                            Si ritiene che questa lettera sia stata scritta nel secondo anno di Bun’ei (1265). Il destinatario è incerto, ma poiché l’ultima parte tratta del conseguimento della Buddità da parte delle donne, sembra verosimile che sia indirizzata a una credente, forse la madre di Nanjo Tokimitsu, il signore del villaggio di Ueno, nella zona di Fuji.

                                                                                                            In essa il Daishonin delinea la struttura complessiva del Sutra del Loto e chiarisce la funzione specifica del capitolo “Re della Medicina”, analizzando le prime quattro delle dieci analogie ivi esposte: il grande mare, le montagne, la luna, il sole, il re che mette in moto la ruota, il dio Shakra, il dio Brahma, le persone nei quattro stadi dell’illuminazione hinayana e i pratyekabudda, i bodhisattva, e i Budda. Illustra in questo modo la supremazia del Sutra del Loto su ogni altro sutra e i benefici derivanti dall’avere fede in esso.

                                                                                                            Nell’esporre l’analogia del grande mare, il Daishonin si riferisce alle dieci virtù che esso possiede e alla descrizione, che si trova nel capitolo “Rispondere con gioia”, del grande beneficio che riceve la cinquantesima persona che gioisce ascoltando questo sutra.

                                                                                                            Attraverso le quattro analogie del grande mare, delle montagne, della luna e del sole, il Daishonin accenna a vari princìpi del Buddismo, asserendo che il beneficio del Sutra del Loto è immenso perché è la sola scrittura che permette a ogni essere vivente di conseguire la Buddità nella sua forma presente. Inoltre, tra i ventotto capitoli del Sutra del Loto, solo il capitolo “Durata della vita” può liberare gli esseri umani dalle sofferenze di nascita e morte.

                                                                                                            Spiega poi due analogie tratte dal capitolo “Re della Medicina”: quella della nave che trasporta le persone attraverso il mare delle sofferenze di nascita e morte e quella del povero che trova delle ricchezze, paragonando così il Sutra del Loto a una grande nave e a una montagna di ricchezze.

                                                                                                            Verso la fine della lettera il Daishonin tratta delle tre obbedienze e dei cinque ostacoli. Nel pensiero secolare e in quello buddista erano limitazioni che tradizionalmente vincolavano le donne. Nei sutra precedenti al Sutra del Loto le donne erano considerate come esseri incapaci di conseguire la Buddità, ma il Daishonin, citando a sostegno alcuni passi del Sutra degli Innumerevoli significati, del Sutra del Loto e del Sutra del Nirvana, ribadisce con assoluta certezza che le donne possono conseguire la Buddità.

                                                                                                            Note

                                                                                                            1. Dieci meditazioni: probabilmente qui si riferisce alla meditazione insegnata dalla scuola della Pura terra, basata sui sutra del Budda Vita Infinita e della Meditazione sul Budda Vita Infinita. Essa consiste nel recitare per dieci volte il nome del Budda Amida e si dice che conduca alla rinascita nella Pura terra del Budda Amida.
                                                                                                            2. Makara (sans.): enorme pesce immaginario con diciotto teste e trentasei occhi, descritto in Regole monastiche della scuola Sarvastivada.
                                                                                                            3. La grande dimensione del corpo simboleggia la grandezza delle sofferenze che una persona deve patire in questo inferno.
                                                                                                            4. Parole e frasi del Sutra del Loto.
                                                                                                            5. Oro di Jambunada: oro setacciato dal sedimento del fiume che attraversa la foresta di alberi di jambu nel continente di Jambudvipa.
                                                                                                            6. Il Sutra del Loto, cap. 23, p. 394.
                                                                                                            7. Saggio sulla protezione del paese.
                                                                                                            8. Perfetta Beatitudine: nome della terra del Budda Amida. Qui il Daishonin usa questo termine per significare l’illuminazione.
                                                                                                            9. Kyushu è un’isola del Giappone meridionale. Bando è un altro nome per Kanto, regione del Giappone orientale che comprende l’odierna Tokyo. Enoshima è una piccola isola a ovest di Kamakura.
                                                                                                            10. Il Sutra del Loto, cap. 6, p. 168.
                                                                                                            11. Ibidem, cap. 23, p. 393. “Pace e Felicità” è un altro nome per la Pura terra di Perfetta Beatitudine.
                                                                                                            12. Sutra della Meditazione più luminosa del sole e della luna: probabilmente si tratta del Sutra della Meditazione più luminosa della luce del sole.
                                                                                                            13. Tre consorti dell’imperatore: l’attuale consorte dell’imperatore, la consorte di suo padre e quella di suo nonno.
                                                                                                            14. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 68.
                                                                                                            15. Ibidem, cap. 11, p. 244.
                                                                                                            La Biblioteca di Nichiren
                                                                                                            istituto buddista italiano soka gakkai
                                                                                                            senzamotica
                                                                                                            Eredità della vita
                                                                                                            otto per mille
                                                                                                            nuovo rinascimento
                                                                                                            buddismo e società
                                                                                                            volo continuo
                                                                                                            esperia

                                                                                                            © Soka Gakkai. © Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. | Via di Bellagio 2/E 50141 Firenze FI | C.F. 94069310483 | P.I. 04935120487 | Privacy & Cookie Policy.

                                                                                                            Gestisci consenso