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51. Lettera a Endo Saemon-no-jo

RSND, VOLUME I

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Sado, 1274. Indirizzata a Endo Saemon-no-jo

Nichiren ha ricevuto recentemente la lettera ufficiale di perdono e potrà ritornare a Kamakura. È questo l’anno a cui si riferisce il passo «quello in cui ho sperato a lungo ora si è realizzato»1?

    Come avrei potuto sopravvivere se non fosse stato per la protezione del signore Endo? Come avrei potuto vivere fino al perdono? Tutto ciò che ho potuto fare in questa vita lo devo interamente al signore Saemon e agli altri. Il Sutra del Loto afferma: «I giovani figli del cielo lo assisteranno e lo serviranno. Spade e bastoni non lo toccheranno e il veleno non avrà il potere di nuocergli»2. Com’è rassicurante!

      Stando così le cose, tu devi essere l’inviato degli dèi celesti Brahma e Shakra. Ti darò questi sigilli come promessa che rinascerai sul Picco dell’Aquila. Devi recarne uno con te nella tua prossima esistenza. Quando sarai sul Picco dell’Aquila, grida: «Nichiren, Nichiren!» e io verrò a incontrarti.

        Ti scriverò ancora da Kamakura.

          Nichiren

            Il dodicesimo giorno del terzo mese dell’undicesimo anno di Bun’ei (1274), segno ciclico kinoe-inu

              A Endo Saemon-no-jo

                  Cenni Storici

                  L’ottavo giorno del terzo mese del 1274, un inviato del governo giunse a Sado con la grazia per Nichiren Daishonin, ponendo fine a oltre due anni di esilio sull’isola. Durante questo periodo il Daishonin aveva scritto molte delle sue opere più importanti, gettando le fondamenta dottrinali per l’iscrizione dell’oggetto di culto per il conseguimento della Buddità.

                  Il Daishonin lasciò Sado nel tredicesimo giorno del terzo mese. Il giorno prima della partenza scrisse questa breve lettera a Endo Saemon-no-jo, probabilmente un samurai di cui non si hanno notizie certe, forse un parente di Abutsu-bo. È l’unica lettera a lui indirizzata che si conservi. In un certo senso lo si può definire come il rappresentante di molti coraggiosi discepoli del Daishonin, il cui nome non è giunto fino a noi.

                  Pur essendo molto breve, la lettera comunica la profonda gratitudine del Daishonin per il prezioso sostegno prestatogli da Endo durante il periodo dell’esilio. La sua devozione, lo rassicura con calore il Daishonin, gli garantirà la felicità per il futuro.

                  Note

                  1. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 80.
                  2. Ibidem, cap. 14, p. 290. Il passo si riferisce ai benefici di chi abbraccia questo sutra.
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