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197. Lettera a Hei no Saemon-no-jo Yoritsuna

RSND, VOLUME II

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Luogo sconosciuto, 1268. Indirizzata a Hei no Saemon

Riguardo all’annuncio ufficiale giunto dal paese dei mongoli, ho rispettosamente sottoposto per iscritto il mio punto di vista al reggente. Le profezie che io, Nichiren, feci qualche anno fa nel mio trattato Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese, si sono realizzate senza la minima discrepanza. Ciò nonostante, ho inviato petizioni un’altra volta nella speranza di dissolvere i lugubri presentimenti che aleggiano su di noi. Ho inviato questi moniti alle pubbliche autorità e ho sfidato personalmente varie parti in causa a partecipare a un dibattito pubblico con me.

    Voi siete uno degli architravi che sostengono il paese, siete come le mani e i piedi del popolo. È impossibile che non siate angosciato dalla rovina che incombe sulla nostra terra! È impossibile che non siate preoccupato!

      Perciò dovete affrettarvi ad agire per correggere la situazione e punire coloro che sono colpevoli di offesa nei confronti dell’insegnamento corretto!

        Il Sutra del Loto della Legge meravigliosa, l’unico veicolo, incarna la verità fondamentale della corretta illuminazione dei Budda; è il cibo che alimenta lo splendore degli dèi celesti e delle divinità benevolenti. Chi lo abbraccia e ha fede in esso, come potrebbe essere colpito dai sette disastri e dalle tre calamità? Ma, solo per aver affermato questo, io, Nichiren, sono stato condannato all’esilio. Come potrebbero il sole e la luna, le stelle e le costellazioni non punire una simile azione?

          Il principe Shotoku spodestò Moriya, il malvagio oppositore del Buddismo, e fece prosperare gli insegnamenti del Budda; Hidesato sconfisse il ribelle Masakado1, tramandando il proprio nome alle generazioni future. E se voi farete lo stesso, mettendo un freno al potere di quei templi e di quei preti cui in passato avete prestato il vostro sostegno, e che in realtà sono acerrimi nemici del Sutra del Loto, allora le divinità benevolenti di certo vi garantiranno aiuto e protezione.

            Il Formulario di sentenze2 spiega con estrema chiarezza che bisogna frenare gli atti immorali e porvi fine. Perché allora le mie accorate petizioni non sono state ascoltate? Non si tratta forse di una violazione al giuramento di fedeltà che compare alla fine del Formulario di sentenze?

              Mi sono preso la libertà di scrivere in proposito a varie personalità; si tratta in tutto di undici lettere indirizzate al signore di Kamakura [il reggente Hojo Tokimune], al prete laico Yadoya, ai capi dei preti del Kencho-ji, del Jufuku-ji, del Gokuraku-ji, del Daibutsu-den, del Choraku-ji, del Taho-ji e del Jokomyo-ji3, a Hojo Yagenta4, e a voi, con questa lettera. Ciascuno dei destinatari sicuramente discuterà la questione e spero di ricevere presto risposta da tutti loro.

                Se così sarà, la pietra grezza di Pien Ho sarà lucidata e si rivelerà una bella gemma5, e il gioiello inestimabile nascosto nella crocchia del re del Dharma6 potrà allora venire alla luce.

                  Non dico tutto questo per il mio bene; se ho avuto l’ardire di parlare così apertamente è per il bene degli dèi, per il bene del sovrano, per il bene del paese e per il bene di tutti gli esseri viventi.

                    Con profondo rispetto,

                      Nichiren

                        L’undicesimo giorno del decimo mese del quinto anno di Bun’ei [1268], segno ciclico tsuchinoe-tatsu

                          A Hei no Saemon-no-jo

                              Cenni Storici

                              Questa lettera è indirizzata a Hei no Saemon-no-jo Yoritsuna, conosciuto anche come Taira no Yoritsuna. (Hei è una pronuncia alternativa del carattere Taira). Egli era il vice comandante dell’Ufficio degli affari militari e di polizia dello shogunato di Kamakura. Il comandante era il reggente Hojo Tokimune.

                              Note

                              1. Fujiwara no Hidesato si alleò con Taira no Sadamori, cugino di Taira no Masakado, per sconfiggere quest’ultimo. Masakado era un grande guerriero del clan Taira che esercitava un potere considerevole nel Giappone orientale. Egli attaccò i funzionari governativi nel Kanto e adottò il titolo di “Nuovo imperatore” alla fine del 939, ma poco dopo le sue truppe furono dirottate ed egli fu ucciso da Sadamori e Hidesato.
                              2. Uno dei codici legislativi più importanti della storia giapponese, istituito dal governo di Kamakura per i samurai suoi vassalli nel primo anno di Joei (1232). Questo formulario, composto da 51 articoli, rimase in vigore dal tredicesimo secolo fino a metà del diciannovesimo.
                              3. Il Choraku-ji era un grande tempio della scuola della Pura terra e uno dei sette maggiori templi di Kamakura. Per Kencho-ji, Jufuku-ji e Gokuraku-ji, vedi Glossario. Per Daibutsu-den, Taho-ji e Jokomyo-ji, vedi p. 294, nota 1.
                              4. Hojo Yagenta, funzionario del clan reggente Hojo e seguace laico del Daishonin a Kamakura. È il destinatario di Le spade del bene e del male (Raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin, vol. 1, p. 400), del 1274, e di una delle undici lettere di rimostranza, del 1268.
                              5. Pien Ho: un nativo di Ch’u, in Cina, durante il periodo di Primavera e Autunno (770-403 a.C.). Secondo lo Han Fei Tzu, Pien Ho trovò una pietra preziosa sul monte Ching e la regalò al re Li. Quando il re la osservò, la scambiò per una pietra comune e fece amputare sotto il ginocchio la gamba sinistra di Pien Ho. Dopo la morte di Li, Pien Ho offrì di nuovo la pietra preziosa al re, che a quel tempo era Wu, cosa che gli procurò l’amputazione sotto il ginocchio della gamba destra come pena per il secondo tentativo di raggiro. Successivamente, quando sedeva sul trono il re Wen, Pien Ho pianse per tre giorni ai piedi del monte Ching, stringendo la pietra preziosa e versando lacrime di sangue. Saputo ciò, il re Wen chiese la pietra di Pien Ho e la fece lucidare. Si scoprì allora che era veramente una gemma preziosa.
                              6. La storia del gioiello nella crocchia è narrata nel quattordicesimo capitolo del Sutra del Loto. Il “gioiello inestimabile” rappresenta l’unico veicolo del Budda.
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