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249. Lettera a Joren-bo

RSND, VOLUME II

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Luogo sconosciuto, 1275. Indirizzata a Joren-bo

Ho ricevuto la veste sfoderata di canapa grezza1 che mi hai così gentilmente inviato.

    L’uomo noto come Reverendo Shan-tao era nativo della regione di Lin-tzu in Cina. Da giovane, scelse come maestro un prete di nome Ming-sheng della provincia di Mi-chou. Questo prete aveva una grande venerazione per il Sutra del Loto e per quello di Vimalakirti. Non solo li leggeva e li recitava personalmente, ma esortava anche gli altri a farlo. Anche Shan-tao, essendo stato istruito da lui, studiò quei sutra e ne praticò le dottrine, come il suo maestro.

      Ma, forse per via del karma creato in un’esistenza passata, iniziò a pensare dentro di sé: «Il Buddismo espone innumerevoli pratiche diverse [basate su innumerevoli insegnamenti], ognuna delle quali reca beneficio se è in accordo con le capacità dell’individuo. Ma, anche se un insegnamento può essere lodevole, se non si adatta alle capacità dell’individuo, la sua pratica è del tutto inutile. E poiché la mia pratica del Sutra del Loto non si accorda con le mie capacità, di che utilità può essere? Bisognerebbe basarsi [sulle proprie capacità], non sull’insegnamento».

        Con quest’idea in mente entrò nel deposito dove venivano conservati tutti i sutra, chiuse gli occhi e allungò la mano per prenderne uno. La mano cadde sul Sutra della Meditazione sul Budda Vita Infinita. Quando aprì gli occhi, vide che nel sutra era scritto: «Per il bene delle persone le cui esistenze future sono ostacolate da quei ladri che sono le illusioni e i desideri, predicherò una pratica per il raggiungimento della purificazione».

          Il Sutra della Ghirlanda di fiori, pensò fra sé, fu predicato per le persone dei due veicoli, mentre i sutra del Loto e del Nirvana si rivolgevano a quelle dei cinque veicoli. Ma erano tutti insegnamenti destinati ai santi. L’unico sutra che è adatto alle persone come me in quest’ultima epoca è il Sutra della Meditazione.

            Per documentare le ultime parole che il Budda Shakyamuni lasciò al momento della sua morte, niente supera il Sutra del Nirvana. Questo sutra elenca sette tipi di esseri viventi [in una parabola che parla del fiume Gange].

              Il primo tipo sono gli icchantika, o persone d’incorreggibile miscredenza, che quando entrano nell’acqua, affondano immediatamente. Vale a dire che, una volta entrati nelle acque del regno di nascita e morte, non ne riemergono più. Sono come un enorme masso gettato nel grande mare. I loro corpi pesanti non sono abituati a galleggiare, quindi si trovano sempre sul fondo del mare, perciò si dice che queste persone sono “costantemente sommerse”.

                Il secondo tipo sono coloro che riescono a emergere, ma poi affondano nuovamente. Sono come persone che hanno la forza di galleggiare e quindi riescono a emergere dall’acqua, ma, non essendo abituati a stare a galla, sprofondano di nuovo. Non sono le stesse persone della prima categoria, quella degli icchantika, ma, come loro, sono chiamate “costantemente sommerse”.

                  Il terzo tipo sono coloro che, una volta emersi dall’acqua, non affondano più. Cioè, quando sono riusciti a emergere dal fiume di nascita e morte, non vi sprofondano mai più. Si tratta degli ascoltatori della voce, come Shariputra e gli altri.

                    Il quarto tipo sono coloro che emergono dall’acqua e poi rimangono dove si trovano. Il quinto comprende coloro che, una volta emersi, si guardano intorno. Il sesto è quello di coloro che una volta emersi, rimangono in un punto dove l’acqua è bassa. E il settimo tipo sono coloro che raggiungono l’altra sponda. Queste persone che appartengono alla quarta, quinta, sesta e settima categoria sono i risvegliati all’origine dipendente e i bodhisattva.

                      Il Tathagata Shakyamuni apparve nel mondo e, durante la sua vita di predicazione, espose i vari sutra dei cinque periodi dei suoi insegnamenti. Ma questi miravano a salvare le persone della terza categoria e delle categorie superiori. Non avevano niente da offrire a chi appartiene alla prima categoria.

                        Per il bene di tali persone, il monaco Tesoro del Dharma, che diventò il Budda Amida, formulò i quarantotto voti che esprimevano la sua intenzione di accoglierle nella Pura terra. Così, mentre i Budda delle dieci direzioni e delle tre esistenze e il Budda Shakyamuni offrivano salvezza a tutti gli esseri viventi nella terza categoria e in quelle superiori, il Budda Amida accoglieva nella sua pura terra quelli della prima e della seconda categoria.

                          Adesso noi esseri comuni che viviamo nell’ultima epoca apparteniamo alla prima e alla seconda categoria. Ma il Gran Maestro Ching-ying2, il Gran Maestro T’ien-t’ai e gli altri maestri delle scuole diverse da quelle della Pura terra non capiscono questo, e credono che la Pura terra con le sue suddivisioni in nove gradi sia un luogo dove rinascono i santi. Non potrebbe esservi errore peggiore.

                            In generale, gli esseri comuni di quest’ultima epoca si suddividono in nove gradi. I tre gradi superiori sono quelli “adatti al Mahayana”, cioè persone comuni che incontrano prima gli insegnamenti mahayana. I tre gradi intermedi sono quelli “adatti allo Hinayana”, cioè persone comuni che incontrano prima gli insegnamenti hinayana. I tre gradi inferiori sono quelli “adatti al male”, cioè esseri comuni, grezzi e indisciplinati, che trascorrono tutta la loro vita a commettere azioni malvagie che li condannano all’inferno della sofferenza incessante.

                              Quando questi esseri comuni sono prossimi alla morte, incontrano per la prima volta una persona sapiente che comprende le sette categorie degli esseri viventi. Questo sapiente allora mette da parte i sutra predicati per coloro che avevano già raggiunto la riva, e cerca invece di salvare coloro che per le loro capacità sono destinati ad affondare nell’acqua. Così il sapiente insegna loro a recitare le parole Namu-Amida-butsu, che nel Sutra della Meditazione sono esposte per salvare coloro che hanno commesso grandi malvagità, cioè coloro che appartengono al più basso dei nove gradi di rinascita nella Pura terra.

                                Così, quando esamino tutti i vari sutra vedo che, considerando le capacità delle persone di quest’ultima epoca, il Sutra del Loto non è in grado di salvarne neanche una su mille3. Noi siamo esseri viventi che appartengono alla prima e alla seconda categoria, mentre quei sutra furono predicati per le persone dotate di capacità che li collocavano dalla terza categoria in su. Se in quest’ultima epoca cercassimo di praticare sutra come quello del Loto, non faremmo che procurarci sofferenza senza ottenere il minimo guadagno.

                                  Queste furono le parole del Reverendo Shan-tao che mise immediatamente da parte il Sutra del Loto e praticò gli insegnamenti del Sutra della Meditazione. Egli riuscì a ottenere l’illuminazione attraverso la meditazione, vide il Budda Amida, e poi si accinse a scrivere un commentario in quattro volumi al Sutra della Meditazione, nel quale ne descriveva gli insegnamenti4.

                                    Nel suo commentario Shan-tao afferma: «Così la grande compassione dei Budda li spinge a rivolgere i propri pensieri a coloro che soffrono, colmi di pietà per quegli esseri viventi che sono “costantemente sommersi”. Perciò essi li esortarono a ricercare la Pura terra. E, come si farebbe con una persona che sta annegando, si muovono più rapidamente possibile sforzandosi con tutto il cuore di salvarli. Perché dovrebbero pensare a salvare quelli che sono già al sicuro sulla riva?»5.

                                      E scrive ancora: «Il termine “mente profonda” indica una mente dalla fede profonda. Ve ne sono di due tipi. Il primo tipo è la mente che comprende definitivamente che, nella nostra forma presente, siamo esseri comuni soggetti alle sofferenze di nascita e morte a causa delle colpe commesse; per innumerevoli kalpa siamo rimasti costantemente sommersi, trasmigrando continuamente da un’esistenza alla successiva senza la minima possibilità di fuga. Questo è ciò che si intende con “fede profonda”»6.

                                        E dice ancora: «Il secondo tipo è la mente che crede definitivamente che i quarantotto voti del Budda Amida porteranno alla salvezza gli esseri viventi, che crede, senza dubitare e senza esitare, che affidandosi al potere di quei voti si otterrà immancabilmente la rinascita nella Pura terra. Questo è ciò che s’intende con “fede profonda”»7.

                                          Il significato del commentario di Shan-tao è evidente dai passi citati. Questo è il cuore e il nucleo degli insegnamenti della scuola della Pura terra.

                                            Noi esseri comuni di quest’ultima epoca apparteniamo alla prima e alla seconda categoria descritte nel Sutra del Nirvana. In un’epoca come questa gli insegnamenti di Shakyamuni non ci offrono alcun mezzo per fuggire. Ma, grazie ai voti originali del monaco Tesoro del Dharma, «si otterrà immancabilmente la rinascita nella Pura terra». Shan-tao dice che, dei tre tipi di mente8, quando si parla di “mente profonda” si intende il credere in questo.

                                              E non si tratta soltanto di opinioni personali di Shan-tao. Il Maestro di Meditazione Tao-ch’o tenne ventiquattro lezioni sul Sutra del Nirvana. Ma, dopo aver letto l’iscrizione sulla lapide commemorativa dedicata al maestro del Dharma T’an-luan9, mise immediatamente da parte il Sutra del Nirvana per rivolgere l’attenzione al Sutra della Meditazione, e in seguito trasmise queste dottrine a Shan-tao.

                                                Il Maestro del Dharma T’an-luan visse durante la dinastia Ch’i e a quel tempo in Cina nessuno era alla sua altezza. Dapprima tenne lezioni sui quattro trattati10 e sul Sutra del Nirvana, ma, dopo aver incontrato il Maestro del Tripitaka Bodhiruchi, accantonò i quattro trattati e il Sutra del Nirvana per riporre fede nel Sutra della Meditazione, e col tempo rinacque nella Pura terra. Così queste dottrine furono tramandate durante la vita di questi tre uomini: T’an-luan, Tao-ch’o e Shan-tao.

                                                  Sia in Cina sia in Giappone, molti sapienti studiarono le dottrine delle otto scuole buddiste. Ma, considerando che il Primo giorno della Legge era giunto al termine e il mondo era ormai entrato nel Medio giorno della Legge, i più saggi di loro abbandonarono gli insegnamenti della propria scuola per credere invece nel Nembutsu della scuola della Pura terra.

                                                    In Giappone le origini di questa scuola risalgono a I fondamenti per la rinascita nella Pura terra di Eshin del Monte Hiei. Yokan, un prete della scuola dei Tre trattati, che apparve successivamente e scrisse Le dieci condizioni per la rinascita nella Pura terra e I rituali dell’assemblea per la rinascita nella Pura terra, era anch’egli seguace di queste dottrine, come pure l’Onorevole Honen.

                                                      Io, Nichiren, avrei questo commento da fare. Le persone che ripongono fede in questa dottrina credono che coloro che appartengono alla prima e alla seconda delle categorie descritte nel Sutra del Nirvana abbiano la capacità di rinascere nella Pura terra. Questa è l’essenza della dottrina della Pura terra.

                                                        Ma adesso, quando esamino il trentaduesimo e il trentaseiesimo volume del Sutra del Nirvana, vedo che coloro che appartengono alla prima categoria sono “il grande pesce” che rimane costantemente sommerso, gli icchantika che offendono l’insegnamento corretto. E anche coloro che appartengono alla seconda categoria vengono chiamati “costantemente sommersi”. Ne sono esempi Devadatta, Kokalika e Sunakshatra, persone che offesero l’insegnamento corretto e commisero i cinque peccati capitali. In generale, perciò, possiamo dire che le persone della prima e della seconda categoria sono colpevoli di offesa alla Legge e dei cinque peccati capitali.

                                                          Il monaco Tesoro del Dharma affermò nel suo voto: «Dopo che io ho conseguito la Buddità, se un qualsiasi essere vivente delle dieci direzioni ha una mente e una fede sincere, e desidera rinascere nella mia terra, e se medita su di me dieci volte e tuttavia non vi rinasce, che io possa non ottenere la corretta illuminazione; fanno eccezione solo coloro che commettono i cinque peccati capitali e coloro che offendono l’insegnamento corretto»11.

                                                            A giudicare da questo voto, il monaco Tesoro del Dharma di fatto abbandonò le persone della prima e della seconda categoria. Volendo prendere a prestito le parole del Reverendo Shan-tao si dovrebbe dire che, se gli esseri comuni di quest’ultima epoca dovessero contare su questo voto originale del Budda Amida, allora “neanche una persona su mille” potrebbe esser salvata.

                                                              Il Sutra di Virtù Universale, che funge da epilogo al Sutra del Loto, indica che coloro che commettono i cinque peccati capitali oppure offendono la Legge hanno la capacità di conseguire la Buddità attraverso l’unico veicolo del Sutra del Loto. E siccome è proprio così, per gli esseri comuni di quest’ultima epoca il Sutra del Loto è un insegnamento che assicura che “dieci persone su dieci e cento persone su cento rinasceranno”12 in una pura terra.

                                                                Se metto in discussione le dottrine esposte dal reverendo Shan-tao non è soltanto per una mia opinione personale. Al tempo in cui [secondo il Sutra del Compassionevole fiore di loto bianco] il Budda Amida era noto come Re Mente Conciliante, egli aveva già abbandonato il mondo di saha. A quel tempo il Tathagata Shakyamuni, che era il Brahmano Mare del Tesoro13, si assunse il compito di essere il salvatore delle persone del mondo di saha, il mondo della sopportazione. Così è chiaro che quelli che offendono la Legge, che commettono i cinque peccati capitali, e gli icchantika non sono ammessi nelle pure terre della dieci direzioni, perché il Budda Amida e i Budda delle dieci direzioni hanno fatto voto che sia così.

                                                                  Perciò il Brahmano Mare del Tesoro nel suo voto afferma: «Radunerò gli esseri viventi che sono stati esclusi dalle pure terre delle dieci direzioni e li condurrò alla salvezza»14. E nel Sutra del Loto dice: «Io sono l’unica persona che può salvarli e proteggerli»15.

                                                                    «Io sono l’unica persona…» possono sembrare parole forti, ma non si tratta di una semplice dichiarazione presuntuosa del Tathagata Shakyamuni. Il Budda Amida e gli altri Budda avevano già dichiarato di aver abbandonato il mondo di saha. Per questo Shakyamuni, il signore degli insegnamenti, formulando il voto “Io sono l’unica persona”, fece la sua comparsa nel mondo. Come si può dubitare di ciò?

                                                                      Questi sei uomini, T’an-luan, Tao-ch’o, Shan-tao, Eshin, Yokan e Honen erano uomini sapienti. Invece io, Nichiren, sono un ignorante, una persona priva di qualsiasi erudizione, ma non posso fare a meno di domandarmi a quale paese questi sei uomini appartenessero. Erano persone al di fuori del triplice mondo? Erano esseri al di fuori dei sei sentieri dell’esistenza? Si sono forse incontrati con il Budda Amida, e di conseguenza hanno abbandonato la vita familiare per abbracciare i precetti e diventare preti? [Ne dubito fortemente].

                                                                        La gente di oggi difficilmente si può paragonare, per nobiltà e potere, a personaggi come Masakado, Sumitomo, Kiyomori o Yoshitomo16. Ma, nonostante l’eccezionale valore che essi dimostrarono, poiché diventarono nemici dell’imperatore, uomini molto meno degni di loro poterono parlarne con disprezzo dicendo : «Quel Masakado!», «Quel Sumitomo!», e persino i loro discendenti non riuscirono a porre fine a simili abusi.

                                                                          Yoshitomo era il padre amorevole del defunto Generale della Destra [Minamoto no Yoritomo]. Se si nutre rispetto per il figlio, si dovrebbe rispettare altrettanto il padre. Perché dunque le persone parlano con tanto disprezzo di Yoshitomo e di suo fratello Tametomo17? Essi subirono questa sorte perché sfidarono gli augusti comandi dell’imperatore, e si attirarono il biasimo comportandosi da sudditi ribelli.

                                                                            E i sei uomini che ho citato hanno commesso azioni dello stesso genere. Il Tathagata Shakyamuni apparve nel mondo e nel corso della sua vita espose i sacri insegnamenti. Egli stesso raccolse le dottrine che aveva esposto in tutti i cinquant’anni della sua vita di predicazione e determinò quali erano superiori e quali inferiori, quali fallaci e quali vere. Poi il Budda disse che, in quelle esposte nei primi quarant’anni e più di tale periodo, egli non aveva «ancora rivelato la verità»18 e che il Sutra del Loto è il supremo fra tutti i sutra «che ho predicato, che ora predico e che predicherò»19. Il Budda Molti Tesori e i Budda delle dieci direzioni aggiunsero la loro testimonianza per confermare la veridicità di questa affermazione.

                                                                              Ma quei sei uomini che ho citato riponevano fede nel Sutra della Meditazione che fu predicato nel periodo in cui il Tathagata Shakyamuni “non aveva ancora rivelato la verità” e negano che il Sutra del Loto, del quale la voce proveniente dalla torre preziosa aveva detto «[Shakyamuni, Onorato dal Mondo,] tutto ciò che hai esposto è la verità!»20, fosse rivolto a salvare le persone malvagie della prima e della seconda categoria. Le persone di oggi sono state sviate per vari anni da questi sei uomini. I seguaci dei comandanti come Masakado e Sumitomo attaccavano i contadini che si rifiutavano di eseguire i loro ordini, picchiandoli e trucidandoli, e i seguaci di questi sei uomini si comportano nello stesso modo. Ma in seguito le forze governative vennero a reprimere gli uomini e le donne che avevano combattuto agli ordini dei ribelli Masakado e Sumitomo, che furono attaccati col fuoco e con l’acqua, e lo stesso accadrà ai seguaci di quei sei uomini.

                                                                                Oggi sembra che il popolo del Giappone abbia fede in tutti i vari Budda e bodhisattva e in tutti i vari sutra, ma in realtà la pensano esattamente come quei sei uomini e si comportano da loro seguaci. Prima che le forze governative sferrassero l’attacco, Masakado e quelli come lui erano al sicuro nelle terre loro assegnate, circondati dai propri seguaci. Ma, quando l’esercito fu prossimo ad attaccare coloro che si rifiutavano di obbedire agli ordini del sovrano, essi sprofondarono nel regno dei demoni asura. Come tanti pesci nelle mani di un cuoco, i loro uomini furono fatti a pezzi, e gettati nel fuoco o nell’acqua. E oggigiorno in Giappone assistiamo alla stessa scena.

                                                                                  Poiché le persone si basano sulle idee errate di questi sei uomini, nella loro esistenza presente sono abbandonate dalle divinità benevolenti che tradizionalmente proteggono e difendono il paese, e questo viene colpito dalle tre calamità e dai sette disastri. E nella prossima esistenza, dovendo pagare per ciò che hanno fatto, cadranno nelle fiamme della grande fortezza dell’inferno Avichi.

                                                                                    Il quinto volume del Sutra del Loto descrive i potenti nemici che secondo la predizione del Budda si opporranno al Sutra del Loto nell’ultima epoca, dicendo che «[saranno rispettati e riveriti dal mondo quasi fossero] arhat in possesso dei sei poteri sovrannaturali»21. E i sei uomini che ho citato sono altamente rispettati e riveriti come se fossero arhat in possesso dei sei poteri sovrannaturali.

                                                                                      Onorevole Joren, tuo padre era uno dei sostenitori laici di questi uomini. Se gli insegnamenti del Budda sono veri, senza dubbio egli deve essere nella grande fortezza dell’inferno di incessante sofferenza.

                                                                                        Ma è il ministro che allarga la mente del sovrano ed è il figlio che allevia i dolori dei genitori. Il Venerabile Maudgalyayana salvò la sua cara madre dal mondo degli spiriti affamati e i figli Puro Forziere e Puro occhio persuasero il loro gentile padre ad abbandonare le proprie idee errate. Il corpo che il padre e la madre lasciano dietro di sé non è altro che la forma fisica e la mente del figlio. I benefici che tu, Onorevole Joren, hai acquisito attraverso la fede nel Sutra del Loto daranno forza al tuo gentile padre.

                                                                                          Anche se Devadatta cadde nell’inferno Avichi, il Budda predisse che in futuro sarebbe diventato un Budda di nome Tathagata Re del Cielo. E questo perché egli apparteneva alla stessa famiglia allargata del Budda. Nel tuo caso la relazione è di padre e figlio. Com’è possibile che, se tu abbracci il Sutra del Loto, lo spirito del tuo defunto padre non ne riceva i benefici?

                                                                                            Ci sono molte altre cose che mi piacerebbe dirti, ma adesso devo chiudere. Fatti rileggere tre volte questa lettera da qualcuno e ascolta bene!

                                                                                              Con profondo rispetto,

                                                                                                Nichiren

                                                                                                  Il ventisettesimo giorno del sesto mese

                                                                                                    Assicurati di esortare tutte le persone di Suruga a rimanere unite nella fede!

                                                                                                        Cenni Storici

                                                                                                        Nichiren Daishonin scrisse questa lettera il ventisettesimo giorno del sesto mese del 1275 a Joren-bo in risposta alla sua offerta di una veste sfoderata. Questa è l’unica lettera conosciuta che il Daishonin indirizzò a Joren-bo. Joren-bo viveva nel distretto di Ihara, provincia di Suruga, in un villaggio chiamato Okitsu. Dal contenuto della lettera si evince che il padre di Joren-bo era un credente della scuola della Pura terra. Circa nello stesso anno in cui fu scritta questa lettera, Nikko aveva iniziato a propagare gli insegnamenti del Daishonin nella zona di Atsuhara, e qualche anno dopo, durante la famosa persecuzione di Atsuhara, Joren-bo insieme ad altri discepoli si adoperò per proteggere i credenti della sua zona. Nel poscritto di questa lettera il Daishonin scrive: «Assicurati di esortare tutte le persone di Suruga a rimanere unite nella fede!».

                                                                                                        Il Daishonin inizia facendo una sintesi della posizione dottrinale di Shan-Tao, il terzo patriarca degli insegnamenti della Pura terra in Cina, sulla base del suo Commentario al Sutra della Meditazione sul Budda Vita Infinita. In Giappone, Eshin, Yokan e Honen, il fondatore della scuola della Pura terra in Giappone, seguirono gli insegnamenti di Shan-tao. Il Daishonin confuta le loro vedute erronee citando il diciottesimo voto del monaco Tesoro del Dharma, che in seguito divenne il Budda Amida, il quale fece voto di escludere chi commette i cinque peccati capitali e chi offende l’insegnamento corretto dalla rinascita nella Pura terra. Egli cita anche le parole del Budda Shakyamuni che nel Sutra del Loto afferma: «Io sono l’unica persona che può salvarli e proteggerli [tutti gli esseri viventi del triplice mondo]». Il Daishonin chiarisce poi che i sutra della Pura terra sono tra quelli che Shakyamuni espose durante i quarant’anni e più della sua predicazione, nei quali il Budda non aveva «ancora rivelato la verità». Il Daishonin afferma che, poiché la gente del Giappone crede nelle vedute distorte dei patriarchi della Pura terra, essa subisce le tre calamità e i sette disastri predetti nei sutra, e nella prossima vita cadrà nell’inferno Avichi. Infine, il Daishonin indica che poiché il padre di Joren-bo era un credente Nembutsu, ora si deve trovare in quell’inferno. Ciò nonostante, i benefici derivanti dalla pratica del Sutra del Loto di suo figlio raggiungeranno sicuramente il defunto padre e lo salveranno dalla sofferenza.

                                                                                                        Note

                                                                                                        1. Veste sfoderata usata d’estate, fatta di canapa grezza.
                                                                                                        2. Ching-ying: Hui-yüan (523-592), prete della scuola cinese del Trattato sul Sutra dei Dieci stadi, chiamato anche Ching-ying perché trascorse i suoi ultimi anni di vita nel tempio Ching-ying. Nato a Dunhuang, è famoso per le sue rimostranze all’imperatore Wu della dinastia Chou settentrionale, che minacciava di abolire il Buddismo. Terminato quel periodo di repressione nei confronti del Buddismo, Hui-yüan predicò in varie località e godette dei favori dell’imperatore Wen, favorevole al Buddismo e che si adoperò per promuoverne la diffusione.
                                                                                                        3. In Lode alla rinascita nella Pura terra, Shan-tao dice che neanche una persona su mille potrà essere salvata dagli insegnamenti diversi dai sutra della Pura terra.
                                                                                                        4. Commentario al Sutra della Meditazione sul Budda Vita Infinita, il più famoso dei numerosi commentari relativi a tale sutra.
                                                                                                        5. Ibidem.
                                                                                                        6. Ibidem.
                                                                                                        7. Ibidem.
                                                                                                        8. I tre tipi di mente, secondo il Sutra della Meditazione sono: 1) mente sincera; 2) mente profonda; 3) mente che decide di rinascere nella Pura terra.
                                                                                                        9. Riferimento alla lapide commemorativa eretta presso il tempio Hsüan-chung, dove T’an-luan (476-542) trascorse i suoi ultimi anni, dagli abitanti della contea per commemorarne le realizzazioni; su di essa sono descritti i fausti presagi che si diceva fossero apparsi al momento della sua morte.
                                                                                                        10. Quattro trattati: Trattato sulla Via di mezzo, Trattato sui dodici cancelli, Trattato sulla grande perfezione della saggezza, di Nagarjuna più il Trattato in cento strofe di Aryadeva. Inizialmente T’an-luan studiò questi quattro trattati.
                                                                                                        11. Sutra del Budda Vita Infinita.
                                                                                                        12. Quest’espressione è contenuta in Lode alla rinascita nella Pura terra di Shan-tao.
                                                                                                        13. Mare del Tesoro: nome di Shakyamuni in una passata esistenza in cui praticava le austerità del bodhisattva. (Vedi p. 636).
                                                                                                        14. Questa frase è basata su un passo del Sutra del Compassionevole fiore di loto bianco.
                                                                                                        15. Il Sutra del Loto, cap. 3, p. 120.
                                                                                                        16. Comandanti militari. Per Masakado e Sumitomo vedi Glossario. Per Kiyomori e Yoshitomo vedi Taira no Kiyomori e Minamoto no Yoshitomo.
                                                                                                        17. Minamoto no Tametomo (1139-1170), comandante militare e fratello minore di Yoshitomo, particolarmente abile nel tiro con l’arco. Durante il tumulto di Hogen del 1156, un conflitto fra fazioni rivali all’interno della famiglia imperiale, egli si schierò con l’ex imperatore Sutoku, ma la fazione legata a quest’ultimo fu sconfitta da Yoshitomo e Kiyomori, e Tametomo fu esiliato sull’isola di Oshima.
                                                                                                        18. Sutra degli Innumerevoli significati, prologo del Sutra del Loto, p. 17.
                                                                                                        19. Il Sutra del Loto, cap. 10, p. 235.
                                                                                                        20. Ibidem, cap. 11, p. 244.
                                                                                                        21. Ibidem, cap. 13, p. 270. Per “sei poteri ­sovrannaturali” vedi sei poteri trascendenti nel Glossario.
                                                                                                        La Biblioteca di Nichiren
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                                                                                                        otto per mille
                                                                                                        nuovo rinascimento
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