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196. Lettera a Yadoya Saemon Mitsunori

RSND, VOLUME II

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Luogo sconosciuto, 1268. Indirizzata a Yadoya Mitsunori

Le profezie che feci nel mio trattato, scritto alcuni anni fa, dal titolo Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese, si sono realizzate e di conseguenza ho scritto in proposito al reggente.

    Nel primo mese di quest’anno, il diciottesimo giorno, è giunto un annuncio ufficiale da parte dei barbari d’occidente, il grande Impero mongolo. Alla luce di questo fatto io, Nichiren, in un certo senso sono un santo. Ciò nonostante, non ho ancora ricevuto alcuna comunicazione in merito da parte del reggente e perciò sottopongo rispettosamente una seconda lettera di ammonimento. È auspicabile che egli cessi di offrire sostegno ai templi e ai preti che ha sostenuto in passato e che riponga la sua fede nel Sutra del Loto. Se non lo farà, in seguito sarà troppo tardi per rimpiangerne le conseguenze.

      Con questo intento ho scritto lettere a undici persone, e sicuramente ci sarà una discussione su questo argomento. In quell’occasione spero vivamente che voi facciate tutto il possibile per aiutarmi a realizzare prima possibile gli scopi che nutro da molto tempo.

        Le undici persone alle quali ho inviato le lettere sono elencate nella missiva che ho indirizzato a Hei no Saemon. Forse dovrei spiegarmi meglio, ma poiché il mio messaggio è scritto chiaramente nella lettera che sto inoltrando al reggente, non entrerò nei dettagli adesso.

          Spero che troviate un momento in cui il reggente è dell’umore giusto per affrontare con lui questo argomento.

            Con profondo rispetto,

              Nichiren

                L’undicesimo giorno del decimo mese del quinto anno di Bun’ei [1268], segno ciclico tsuchinoe-tatsu

                  Rispettosamente consegnata al prete laico Yadoya

                      Cenni Storici

                      Questa lettera è indirizzata al prete laico Yadoya Saemon Mitsunori ed è una delle undici lettere di rimostranza. Due mesi prima, il Daishonin aveva scritto una lettera privata a Yadoya (p. 292) in cui faceva riferimento all’arrivo di una missiva da parte dell’Impero mongolo, e gli ricordava le profezie che aveva formulato nel 1260.

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