194. Lettera al prete laico Yadoya
Kamakura, 1268. Indirizzata a Yadoya Mitsunori
Dal nostro ultimo contatto non ho più ricevuto vostre lettere e la cosa mi sembra molto strana.
Tempo addietro, nel primo anno dell’era Shoka [1257], anno con il segno ciclico hinoto-mi, il ventitreesimo giorno dell’ottavo mese, quando l’ora del cane cede il passo all’ora del cinghiale [circa alle ventuno], ci fu un grande terremoto. Io, Nichiren, consultando vari sutra per capirne il motivo, conclusi che, poiché le persone riponevano fede negli insegnamenti delle scuole Nembutsu, Zen e altre, le varie divinità benevolenti che proteggono il paese del Giappone si erano adirate e avevano causato questo disastro. Se non si prendono misure per rimediare alla situazione, il nostro paese sarà soggiogato da un paese straniero.
Per far presente questo punto di vista scrissi una petizione che vi inviai il sedicesimo giorno del settimo mese del secondo anno dell’era Shogen [1260]1, segno ciclico kanoe-saru, con la richiesta di inoltrarla al defunto prete laico del Saimyo-ji.
Da allora sono trascorsi nove anni. Adesso mi giungono notizie che quest’anno il grande Impero mongolo ha inviato un comunicato ufficiale al Giappone. Se dobbiamo credere ai testi dei sutra2, questo è un segno che il nostro paese sarà inevitabilmente attaccato dagli uomini di quel paese.
Sono convinto che, in tutto il paese del Giappone, io, Nichiren, sono l’unica persona in grado di sottomettere questi barbari dell’ovest3, e ho scritto un trattato in cui spiego le mie ragioni. Per il bene del sovrano, per il bene del paese, per il bene degli dèi e per il bene dei Budda, vi chiedo di sottoporre privatamente le mie opinioni al reggente [Hojo Tokimune]. Vi spiegherò dettagliatamente la questione, quando mi sarà concesso un colloquio con voi.
Con profondo rispetto,
Nichiren
Il ventunesimo giorno dell’ottavo mesedel quinto anno di Bun’ei [1268]
Al prete laico Yadoya Saemon
Cenni Storici
Questa lettera fu scritta il ventunesimo giorno dell’ottavo mese del 1268, quando Nichiren Daishonin aveva quarantasette anni e risiedeva a Kamakura. È indirizzata al prete laico Yadoya Saemon Mitsunori, un funzionario dello shogunato di Kamakura, attraverso il quale, nel 1260, il Daishonin aveva fatto consegnare il trattato Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese a Hojo Tokiyori. Quest’ultimo, anche se all’epoca si era già ritirato dal suo incarico ufficiale, continuava a detenere le redini del potere all’interno del governo.
Nel trattato Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese il Daishonin conclude sostenendo che, se le persone avessero continuato a rifiutare l’insegnamento corretto (il Sutra del Loto) e a credere in dottrine malvagie (in particolare modo in quella di Honen, il fondatore della scuola della Pura terra in Giappone), sarebbero sicuramente comparsi i due dei sette disastri predetti nei sutra che non si erano ancora manifestati, ovvero l’invasione da parte di paesi stranieri e la rivolta all’interno del proprio dominio.
Otto anni dopo la presentazione del trattato Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese, il diciottesimo giorno del primo mese intercalare del 1268 a Kamakura arrivò una missiva ufficiale dell’Impero mongolo, in cui si minacciava il Giappone di invaderlo, qualora avesse rifiutato di sottomettersi. Avendo avuto notizia di ciò, il Daishonin scrisse questa lettera nella quale proclama che, poiché egli aveva previsto tale invasione imminente, era l’unica persona capace di sconfiggere gli invasori, e di salvare il paese e il popolo attraverso il potere del Sutra del Loto. Il Daishonin esprime anche il desiderio di incontrarsi con Yadoya Mitsunori di persona per discutere della questione in maggiore dettaglio. Due mesi dopo, avendo avuto conferma della missiva dei mongoli, ma non avendo ricevuto alcuna risposta alla sua lettera, il Daishonin scrisse nuovamente a Yadoya, informandolo di aver scritto a undici persone, tra cui lo stesso Yadoya, e di averne informato Hei no Saemon. Il Daishonin lo invita a organizzare con urgenza un dibattito pubblico con i più importanti preti di Kamakura. Pare che in seguito Yadoya si sia convertito agli insegnamenti del Daishonin.