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246. Lettera di accompagnamento dell’opera“Stabilire il metodo corretto di contemplazione”

RSND, VOLUME II

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Luogo sconosciuto, 1275. Indirizzata a Sairen-bo

Ho ricevuto le varie cose che mi hai mandato e vorrei esprimerti la mia più sincera gratitudine per la gentilezza che hai dimostrato inviandomi il tuo messaggero.

    Secondo quanto affermi nella tua lettera, sembra che attualmente nella scuola Tendai vi sia chi considera l’insegnamento della concentrazione e visione profonda1 superiore al Sutra del Loto, e gli insegnamenti della scuola Zen superiori a quello della concentrazione e visione profonda. Inoltre si sostiene che, dopo l’esposizione delle grandi dottrine dell’osservazione della mente, le grandi dottrine dell’insegnamento originale e dell’insegnamento transitorio dovrebbero essere accantonate.

      Anzitutto va notato che, nonostante la scuola Tendai si divida in vari rami, tutti appartengono all’una o all’altra delle due categorie rappresentate dalla scuola Eshin e dalla scuola Danna2.

        La scuola Eshin sostiene che l’opera chiamata Grande concentrazione e visione profonda deriva sia dall’insegnamento originale sia dall’insegnamento transitorio del Sutra del Loto. E cita il volume sei di Grande concentrazione e visione profonda dove si afferma: «“Visione profonda” designa la comprensione del Budda e “concentrazione” la percezione del Budda. In ogni successivo istante di pensiero questa concentrazione e visione profonda diviene manifesta. […] Nelle persone dei tre veicoli essa dissolve così l’attaccamento all’idea che il Budda ottenne l’illuminazione in tempi recenti»3.

          Essa cita anche il quinto volume di Annotazioni su “Grande concentrazione e visione profonda” che dice: «Queste dieci meditazioni sono esposte sulla base del Sutra del Loto. Perciò T’ien-t’ai si rifà al testo del sutra e lo impiega per lodarle. Se si segue l’insegnamento transitorio, ci si basa sul [settimo capitolo del sutra che descrive] il tempo del Budda Grande Saggezza Universale e il modo in cui Shakyamuni svolse le pratiche religiose per “innumerevoli kalpa”, ottenendo infine la “meravigliosa illuminazione” nel luogo della pratica [sotto l’albero della bodhi]. E, se si segue l’insegnamento originale, si ritorna al [passo dove il Budda dice:] «in origine ho praticato la via del bodhisattva»4, e spiega come continuò a praticare per innumerevoli kalpa fino a quando conseguì la Buddità originale, ottenendo la “meravigliosa illuminazione”. Così l’insegnamento transitorio e l’insegnamento originale stanno entrambi dicendo che si dovrebbe semplicemente cercare di praticare le dieci meditazioni e ottenere l’illuminazione».

            Il primo dei passi sopra citati sembra riguardare solo l’insegnamento originale, ma il secondo ovviamente riguarda sia l’insegnamento originale sia quello transitorio. Perciò questi due passi sono citati come prova che l’insegnamento della concentrazione e visione profonda deriva sia dall’insegnamento originale sia dall’insegnamento transitorio.

              Secondo la scuola Danna, invece, l’insegnamento della concentrazione e visione profonda deriva unicamente dall’insegnamento transitorio. Come prova di ciò essa cita il passo del volume tre di Su “Grande concentrazione e visione profonda” che recita: «Egli sta prendendo a prestito gli insegnamenti precedenti allo scopo di rivelare l’insegnamento meraviglioso e perfetto. […] Perciò si dovrebbe comprendere che Grande concentrazione e visione profonda espone la meravigliosa contemplazione basata sull’apertura e la fusione degli insegnamenti provvisori con il veicolo perfetto».

                Sulla base di questo passo, la scuola Danna sostiene che l’insegnamento della concentrazione e visione profonda deriva unicamente dall’insegnamento transitorio del Sutra del Loto.

                  Da quanto esposto finora è chiaro che, anche se le due scuole, Eshin e Danna, danno interpretazioni diverse, nessuna di esse ritiene che Grande concentrazione e visione profonda vada in alcun modo al di là dell’insegnamento originale e di quello transitorio del Sutra del Loto.

                    Che tradizione seguono mai queste persone dell’attuale scuola Tendai quando affermano che l’insegnamento della concentrazione e visione profonda è superiore al Sutra del Loto? Per come la vedo io, in quanto a meriti, il Sutra del Loto e l’insegnamento della concentrazione e visione profonda sono lontani come le nuvole in cielo e il fango sulla terra!

                      A voler essere indulgenti, si può dire che l’insegnamento della concentrazione e visione profonda sembra rappresentare una parte dell’insegnamento transitorio del Sutra del Loto. Quindi, dal momento che esso rappresenta l’illuminazione personale del Gran Maestro T’ien-t’ai, possiamo dire che, delle dieci virtù a lui attribuite, corrisponde alla prima, quella di acquisire da solo la comprensione del veicolo del Budda, e alla nona, quella di acquisire una profonda illuminazione all’insegnamento perfetto del Sutra del Loto.

                        Il volume quattro di Trasmissione di fatti miracolosi5 afferma: «Egli [T’ien-t’ai] intraprese la pratica [del Sutra del Loto] e dopo un periodo di quattordici giorni entrò nel risultante regno dell’illuminazione». E il volume uno di Grande concentrazione e visione profonda dice: «Grande concentrazione e visione profonda rivela l’insegnamento che egli stesso [T’ien-t’ai Chih-che] praticò nel proprio cuore»6.

                          Il volume cinque di Su “Grande concentrazione e visione profonda” afferma: «Quando alla fine, in Grande concentrazione e visione profonda, rivelò correttamente il metodo di meditazione, impiegò allo stesso tempo i “tremila regni” come un mezzo per comprendere. […] Per questo motivo Chang-an afferma nella sua introduzione: “Grande concentrazione e visione profonda rivela l’insegnamento che egli stesso [T’ien-t’ai Chih-che] praticò nel proprio cuore”».

                            Questo «insegnamento che egli stesso praticò nel proprio cuore» era il principio dei tremila regni in un singolo istante di vita e la triplice contemplazione in un’unica mente.

                              Anche se i termini “tre verità” e “triplice contemplazione” compaiono nel Sutra della Collana di gioielli e in quello dei Re benevolenti, l’insegnamento che egli stesso praticò nel proprio cuore, cioè il principio dei tremila regni in un singolo istante di vita e la triplice contemplazione in un’unica mente, si basa sulla sua comprensione del passo dell’insegnamento transitorio del Sutra del Loto che descrive il vero aspetto di tutti i fenomeni nei termini dei dieci fattori della vita.

                                Da ciò vediamo, come ho già detto, che Grande concentrazione e visione profonda sembra rappresentare una parte dell’insegnamento transitorio del Sutra del Loto.

                                  A voler essere rigorosi però si dovrebbe dire che Grande concentrazione e visione profonda rappresenta una parte degli insegnamenti del Mahayana provvisorio esposti nei sutra predicati prima del Loto, cioè, una parte dell’insegnamento specifico.

                                    La ragione è che l’insegnamento della concentrazione e visione profonda, che incarna l’illuminazione personale di T’ien-t’ai, rappresenta il meraviglioso risveglio che egli conseguì nel luogo di pratica sul monte Ta-su. Si dice che, quando il Gran Maestro T’ien-t’ai era impegnato nella pratica al monastero P’u-hsien sul monte Ta-su, entrò nello stato di concentrazione e ottenne il risveglio. Quando interrogò il suo maestro in proposito, questi rispose: «Tu hai ottenuto la dharani7 predicata come l’espediente che precedeva la meditazione del Loto».

                                      Perciò, il volume quattro di Trasmissione di fatti miracolosi afferma: «Mentre Chih-i stava tenendo una lezione al posto del suo maestro, sul testo dagli aurei caratteri dell’Ampio Sutra della Saggezza, giunse al passo che recita: “L’unica mente abbraccia tutte le pratiche religiose”, e cominciò a nutrire dubbi. Ma il suo maestro gli spiegò: “I tuoi dubbi sorgono perché tu hai compreso solo l’approccio graduale dell’Ampio Sutra della Saggezza. Non hai ancora colto il significato dell’illuminazione immediata e perfetta del Sutra del Loto”».

                                        Il sutra sul quale T’ien-t’ai stava tenendo lezione appartiene alla categoria del Mahayana provvisorio. E poiché esso descrive un approccio graduale, o passo a passo, appartiene alla categoria dell’insegnamento specifico. E la dharani che T’ien-t’ai ottenne fu definita dal suo maestro “l’espediente che precedeva la meditazione del Loto”. Perciò sappiamo che il sutra di cui si tratta appartiene agli insegnamenti del Mahayana provvisorio, esposti prima del Sutra del Loto, e l’illuminazione rappresenta la posizione dell’insegnamento specifico.

                                          L’illuminazione personale di T’ien-t’ai riguarda dunque la dharani predicata come espediente prima della meditazione del Loto e Grande concentrazione e visione profonda rivela l’insegnamento che T’ien-t’ai stesso praticò nel proprio cuore. Quindi sappiamo che non si riferisce nemmeno all’insegnamento transitorio e tanto meno all’insegnamento originale!

                                            Come puoi dedurre da ciò che ho appena spiegato, la visione più appropriata è quella della scuola Danna.

                                              Gli argomenti ai quali ho accennato possono essere usati per contrastare la visione errata in base alla quale l’insegnamento della concentrazione e visione profonda è superiore al Sutra del Loto. Li troverai esposti dettagliatamente nell’opera8 che ti ho inviato separatamente, nella quale espongo chiaramente la dottrina che deve essere trasmessa come parte dell’eredità dei miei insegnamenti.

                                                Con profondo rispetto,

                                                  Nichiren

                                                    Il ventottesimo giorno del secondo mese del dodicesimo anno di Bun’ei [1275], segno ciclico kinoto-i

                                                      Risposta a Sairen-bo

                                                          Cenni Storici

                                                          Anche se questo scritto è sempre stato chiamato “lettera di accompagnamento” dell’opera Stabilire il metodo corretto di contemplazione, in realtà non fu inviato insieme a essa, ma qualche tempo dopo. La lettera, datata il ventottesimo giorno del secondo mese del 1275, è indirizzata a un discepolo di nome Sairen-bo Nichijo, che all’epoca viveva a Kyoto. Il Daishonin esprime il suo apprezzamento per le varie offerte ricevute da lui, e risponde alla sua richiesta di avere ulteriori chiarificazioni su un argomento affrontato dal Daishonin nell’opera sopra citata, scritta l’anno precedente. In due occasioni Sairen-bo aveva fatto domande al Daishonin riguardo alle interpretazioni dottrinali più in voga tra i preti del Monte Hiei, centro della scuola Tendai. Essi sostenevano: che l’insegnamento della concentrazione e visione profonda, esposto dal Gran Maestro T’ien t’ai nella sua opera Grande concentrazione e visione profonda, era superiore al Sutra del Loto; che gli insegnamenti Zen erano superiori all’insegnamento Tendai della concentrazione e visione profonda; e che, una volta esposte le grandi dottrine dell’osservazione della mente, le dottrine dell’insegnamento originale e dell’insegnamento transitorio del Sutra del Loto andavano messe da parte.

                                                          In aggiunta alla spiegazione contenuta in Stabilire il metodo corretto di contemplazione, qui il Daishonin mette a confronto le dottrine dei due rami principali della scuola Tendai presso il Monte Hiei, la scuola Eshin e la scuola Danna. La scuola Eshin affermava che l’opera di T’ien t’ai Grande concentrazione e visione profonda derivava sia dall’insegnamento transitorio sia dall’insegnamento originale del Sutra del Loto, mentre la scuola Danna sosteneva che derivava esclusivamente dall’insegnamento transitorio. Il Daishonin afferma che, anche se le due scuole hanno vedute divergenti, esse condividono il punto di vista fondamentale che Grande concentrazione e visione profonda non va oltre i due insegnamenti del Sutra del Loto.

                                                          Il Daishonin analizza poi il rapporto tra l’insegnamento della concentrazione e visione profonda e il Sutra del Loto, prima secondo una prospettiva che possiamo definire “indulgente”, ovvero meno rigida, e in seguito da un punto di vista più rigoroso. Nell’ottica più indulgente, l’insegnamento della concentrazione e visione profonda può essere considerato una parte dell’insegnamento transitorio del Sutra del Loto. Tuttavia, da una prospettiva più rigorosa, non va associato al Sutra del Loto, ma agli insegnamenti esposti precedentemente a esso, e andrebbe classificato come l’insegnamento specifico del Mahayana provvisorio.

                                                          In questo senso, l’interpretazione della scuola Danna, secondo cui l’insegnamento della concentrazione e visione profonda è limitato all’insegnamento transitorio del Sutra del Loto, si avvicina maggiormente all’interpretazione “indulgente” suggerita dal Daishonin. Per questo motivo egli la identifica come più vicina alla verità rispetto all’interpretazione della scuola Eshin che associa concentrazione e visione profonda sia all’insegnamento transitorio sia a quello originale del Sutra del Loto.

                                                          Note

                                                          1. “Concentrazione e visione profonda” è il metodo di meditazione per percepire la verità della vita che T’ien-t’ai delinea nella sua opera Grande concentrazione e visione profonda.
                                                          2. La scuola Eshin è un ramo della scuola giapponese Tendai che considera Genshin (942-1017), noto anche come Eshin, il suo fondatore. La scuola Danna è un ramo della scuola Tendai che si rifà a Kakuun (953-1007), noto anche come Danna.
                                                          3. La frase «Nelle persone dei tre veicoli essa dissolve così l’attaccamento all’idea che il Budda ottenne l’illuminazione in tempi recenti» non è in Grande concentrazione e visione profonda, ma si ritiene che riassuma un passo di Annotazioni su “Grande concentrazione e visione profonda” di Miao-lo.
                                                          4. Il Sutra del Loto, cap. 16, p. 314.
                                                          5. Opera di Dengyo. I “fatti miracolosi” sono le pratiche religiose e i poteri del Gran Maestro T’ien-t’ai.
                                                          6. Sono parole tratte dall’introduzione di Chang-an a Grande concentrazione e visione profonda.
                                                          7. Il termine “dharani” spesso indica una formula che dovrebbe proteggere chi la recita e recargli beneficio in virtù dei suoi misteriosi poteri. Ma qui indica il potere di ricordare tutti gli insegnamenti del Budda e di respingere le influenze malvagie.
                                                          8. Stabilire il metodo corretto di contemplazione.
                                                          La Biblioteca di Nichiren
                                                          istituto buddista italiano soka gakkai
                                                          senzamotica
                                                          Eredità della vita
                                                          otto per mille
                                                          nuovo rinascimento
                                                          buddismo e società
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