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291. L'importanza dei capitoli "Espedienti" e "Durata della vita"

RSND, VOLUME II

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Minobu, 1278. Indirizzata a Ota Jomyo

La tua lettera datata il diciottesimo giorno di questo mese è arrivata il ventitreesimo giorno, verso mezzogiorno. L’ho aperta e l’ho letta immediatamente. Ho ricevuto anche le offerte elencate nella lettera, cioè i dieci kan di monete, la spada lunga, il ventaglio e i venti ryo di incenso.

    Scorrendo la lettera vedo che dici di aver compiuto cinquantasette anni e che, nella vita di un uomo, il cinquantasettesimo è considerato un anno pericoloso1. Non sai se la ragione sia questa, ma, dall’ultima parte del primo mese fino all’attuale quarto mese, hai patito molte sofferenze, nel corpo e nella mente. Pur dando per scontato che gli esseri umani, in quanto dotati di un corpo, sono inevitabilmente afflitti da varie malattie che si trascinano a lungo e da una serie di disturbi che colpiscono le cinque estremità2, nel tuo caso sembrano eccessivi.

      Questa è davvero la fonte principale dei nostri dolori. Il Buddismo insegna la dottrina della dodecupla catena della causalità, la quale afferma che in realtà i nostri corpi hanno varie sofferenze. A causa del karma creato in una esistenza precedente, andiamo soggetti a varie sofferenze in questa vita; le illusioni e i desideri accumulati in una esistenza precedente fanno emergere le sofferenze dell’esistenza presente.

        Le due cause, o anelli, della catena della causalità [ignoranza e azione] relativi all’esistenza passata, i cinque anelli [coscienza, nome e forma, sei organi di senso, contatto e sensazione] che ne sono il risultato nell’esistenza presente, i tre anelli [desiderio, attaccamento ed esistenza] che agiscono come cause nell’esistenza presente, e i due anelli [nascita e invecchiamento, e morte] che ne sono il risultato nell’esistenza futura, ci provocano tutte le sofferenze che perdurano nelle tre esistenze successive di passato, presente e futuro.

          Mentre il Budda era nel mondo, le persone dei due veicoli, nella speranza di liberarsi di tali sofferenze, cercarono di immergersi totalmente nella verità della vacuità, riducendo i propri corpi in cenere e cancellando la propria coscienza; esse abbandonarono ogni speranza negli sforzi assidui che caratterizzano la pratica del bodhisattva, convinti che la suprema verità consistesse nel realizzare il principio della vacuità.

            Nel periodo in cui il Budda predicò i sutra corretti ed equi, egli criticò coloro che adottavano questo ideale. Come può una persona che ha ricevuto la vita in questo triplice mondo sperare di liberarsi dalla sofferenza? Non ci riescono nemmeno coloro che raggiungono lo stato di arhat e sono degni di ricevere offerte, figuriamoci le persone ordinarie che si trovano a un livello molto più basso. Perciò il Budda esortò i suoi discepoli ad affrettarsi a separarsi del tutto dalle sofferenze di nascita e morte.

              Ma su questa dottrina non dirò altro. Tu dici che per te questo è stato un anno pericoloso. Molto tempo fa, nel regno di Fu Hsi, un essere acquatico, chiamato tartaruga, venne a galla nel Fiume Giallo e sul suo guscio vi erano i segni chiamati otto trigrammi3. Quando la gente del tempo esaminò i segni, vide che era possibile discernere quali anni fossero “pericolosi” o sfortunati per le persone, a partire dall’anno della loro nascita fino a quello della loro morte.

                Il pericolo che corre una persona in questi cosiddetti anni sfortunati è come il pericolo che corre un pesce in acque poco profonde davanti ai falchi o alle gazze, o come quello degli insetti estivi intorno a una torcia, che rischiano di cadere nella fiamma.

                  Negli anni pericolosi i demoni possono aleggiare intorno allo spirito della persona, cercando di farle del male. Quando gli dèi sono “in casa” significa che vari dèi dimorano nel tuo corpo e quindi le cose vanno come tu desideri. Ma quando gli dèi sono “fuori” significa che hanno lasciato la casa della tua mente, o coscienza, e osservano le cose dall’esterno. L’anno in cui sei adesso si potrebbe chiamare un anno in cui gli dèi sono fuori. Sono andati in viaggio in altre terre e quindi devi prestare attenzione e pregare di riuscire a sfuggire ai pericoli e ottenere la felicità.

                    [Secondo la teoria delle cinque fasi4] tu appartieni all’agente legno, ma, anche se questo è un anno pericoloso per le persone dalla natura dominata dal legno, probabilmente non incontrerai alcuna difficoltà in primavera e in estate [quando gli alberi sono rigogliosi].

                      In La porta suprema della natura della realtà5 si afferma: «Quando il legno incontra il metallo, si rompe; quando il fuoco incontra l’acqua, la sua luce si spegne; quando la terra entra in contatto col legno, si esaurisce; quando il metallo entra nel fuoco, si fonde; quando l’acqua incontra la terra, la sua corsa si arresta».

                        Questo è un passo tratto da una scrittura che non merita nemmeno di essere citata, ma quando esamino questioni dottrinali cerco di tenere a mente i quattro modi di predicare, per questo l’ho citato. A condizione che non contrasti con i princìpi per il conseguimento della Buddità, può essere utile per comprendere come funzionano le cose nel mondo secolare.

                          Comunque sia, la scrittura chiamata Sutra del Loto è la buona medicina per i vari mali del corpo e della mente. Essa afferma: «Questo sutra offre la buona medicina per i mali della gente di Jambudvipa. Se una persona che soffre per una malattia può ascoltare questo sutra, la sua malattia svanirà ed egli non conoscerà né vecchiaia né morte»6.

                            Dice inoltre: «[Allorché questi esseri viventi avranno udito la Legge], godranno di pace e sicurezza nell’esistenza presente e nasceranno in circostanze favorevoli nelle successive»7.

                              E afferma anche che riuscirai «a sconfiggere tutti gli altri nemici»8.

                                Sto copiando in particolare due capitoli, il capitolo “Espedienti” e il capitolo “Durata della vita”, e intendo mandarteli per la tua protezione. In realtà avrei potuto copiare tutto il sutra, ma al momento sono troppo occupato da altre faccende e quindi mi limiterò a questi due. Trattali con molta cura, con la massima cura, e non separartene mai. Avvolgili attentamente e tienili con te.

                                  Il capitolo “Espedienti” è il cuore dell’insegnamento transitorio; in esso il Budda espone la dottrina dei dieci fattori e del vero aspetto di tutti i fenomeni e chiarisce come gli esseri dei Dieci mondi possono conseguire la Buddità.

                                    Quando Shariputra lo udì, fu in grado di sradicare le illusioni sulla vera natura dell’esistenza9 e raggiungere il livello in cui comprese la vera causa dell’illuminazione. Inoltre, gli fu garantito che in futuro sarebbe diventato un Budda chiamato Tathagata Fiore Splendente, una luna d’illuminazione che risplende all’alba nel cielo del mondo chiamato Senza Macchia.

                                      Ciò rappresenta il primo passo nel conseguimento della Buddità da parte degli esseri dei Dieci mondi. Ma i credenti Nembutsu e i preti della Vera parola dei nostri giorni credono che il conseguimento della Buddità si possa raggiungere solo attraverso i sutra sui quali essi si basano; così rimangono attaccati tenacemente alle proprie convinzioni e si rifiutano di avvicinarsi alle dottrine del Sutra del Loto. Si attaccano a quelle profezie di conseguimento della Buddità che sono profezie solo di nome, esposte nei sutra predicati quando il Budda “non aveva ancora rivelato la verità”10.

                                        Nel passato avevi sempre erroneamente seguito queste dottrine, ma ora hai ascoltato i miei insegnamenti e sei diventato saggio. Non soltanto hai ripudiato velocemente le tue precedenti credenze, abbracciando i princìpi del Sutra del Loto, ma questo sutra ti è diventato caro più della tua stessa vita e delle tue stesse membra. Questa è la più meravigliosa delle meraviglie! Una cosa del genere non si può spiegare solo alla luce della tua esistenza presente, ma deve aver origine dalla tua relazione con il sutra nelle esistenze passate; solo così si può comprenderla. Meraviglioso, davvero meraviglioso!

                                          Passando ora al capitolo “Durata della vita”, esso costituisce il cuore dell’insegnamento originale e, in realtà, dell’intero Sutra del Loto. E non soltanto è il cuore di tutti i sacri insegnamenti della vita del Budda, ma contiene il più importante dei messaggi trasmessi in tutte le cerimonie di predicazione della Legge condotte dai Budda delle tre esistenze di passato, presente e futuro. Perché nel capitolo “Durata della vita” il Budda Shakyamuni rivela la dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita, che egli è giunto a comprendere e che equivale all’illuminazione interiore di tutti i Budda delle tre esistenze.

                                            Questa dottrina dunque non rappresenta solo l’illuminazione personale di un singolo Budda, Shakyamuni, ma anche l’illuminazione di tutti gli altri Budda. Noi esseri viventi, che da tempo immemorabile ci dibattiamo in mezzo alle onde dei sei sentieri di nascita e morte, incontriamo adesso il Budda Shakyamuni, il signore degli insegnamenti, perché in una esistenza passata abbiamo ascoltato la dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita che si trova nel capitolo “Durata della vita”, la dottrina che il Budda comprese quando ottenne originariamente l’illuminazione nel remoto passato. È la più meravigliosa di tutte le dottrine!

                                              I fondatori delle scuole della Ghirlanda di fiori e della Vera parola, Fa-tsang, Ch’eng-kuan, Shan-wu-wei, Chin-­kang-chih, Pu-k’ung e gli altri, rubarono la dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita dal capitolo “Durata della vita”, il cuore di tutti i sacri insegnamenti della vita del Budda, e poi pretesero che tale dottrina fosse contenuta nei sutra della Ghirlanda di fiori e di Mahavairochana, cioè i sutra sui quali si fondavano le loro scuole e che all’inizio non contenevano per nulla tale dottrina. E gli studiosi delle epoche successive, ingannati da questi ladri, credettero fermamente che ciò fosse vero. Che sciocchezza, che sciocchezza!

                                                Il risultato è che i maestri della Vera parola affermano: «I maestri buddisti cinesi fecero a gara per rubare il ghee [della Vera parola] asserendo che era proprietà della loro scuola»11. Oppure dicono che il conseguimento della Buddità da parte delle persone dei due veicoli e il conseguimento della Buddità nel remoto passato, descritti nel Sutra del Loto, appartengono alla regione dell’oscurità, mentre le dottrine esposte nel Sutra di Mahavairochana rappresentano il regno dell’illuminazione12. E i maestri della Ghirlanda di fiori dicono che la dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita esposta nel Sutra del Loto è solo un ramo o una foglia, mentre la dottrina esposta nel Sutra della Ghirlanda di fiori è la radice, la dottrina originale dei tremila regni in un singolo istante di vita13.

                                                  Affermazioni come queste rappresentano visioni errate prive di qualsiasi base o fondamento. Chiunque affermi che la dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita si trova nei sutra della Vera parola e della Ghirlanda di fiori sta semplicemente giocando con le parole. Che cosa ridicola! Una dottrina del genere non è più reale di una pelliccia di tartaruga o delle corna di un coniglio!

                                                    Il fatto è che la dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita, esposta dal Budda che ottenne l’illuminazione nel remoto passato, fu tenuta segreta quando egli predicò gli insegnamenti corrispondenti ai primi quattro dei cinque gusti e quando predicò i primi quattordici capitoli del Sutra del Loto, che rappresentano l’insegnamento transitorio. Egli la svelò soltanto quando giunse alla sezione di rivelazione dell’insegnamento originale, nel capitolo “Durata della vita”.

                                                      Allora la gemma inestimabile, la dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita, fu collocata in una borsa infrangibile come il diamante, cioè i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo, e lasciata in eredità a noi, miseri e travagliati esseri viventi di quest’ultima epoca.

                                                        Gli studiosi e i maestri buddisti che vissero nel Primo e nel Medio giorno della Legge non erano consapevoli di questa cosa della massima importanza. Solo Nagarjuna e Vasubandhu ne avevano sentore nel profondo del cuore, ma il loro volto non lo diede mai a vedere.

                                                          Sembra che il Gran Maestro T’ien-t’ai l’abbia tenuta segreta quando predicò Il significato profondo del Sutra del Loto, Parole e frasi del Sutra del Loto e Grande concentrazione e visione profonda. A beneficio delle persone dell’Ultimo giorno della Legge, nel settimo dei dieci capitoli che compongono Grande concentrazione e visione profonda, intitolato “Retta meditazione”, egli la descrisse in breve. Ma ne diede solo una spiegazione superficiale, e poi abbandonò la questione. Egli ne rivelò solo una parte, la meditazione sul principio dottrinale, e si astenne dal discutere i tremila regni in un singolo istante di vita effettivi14.

                                                            Il Gran Maestro T’ien-t’ai era un discepolo del Budda nella sua condizione transitoria. Ma io, Nichiren, sono un discepolo del Budda nella sua vera identità15, e quindi sono in grado di esporre compiutamente questi aspetti dell’insegnamento originale.

                                                              E adesso ho trascritto e ti sto inviando questo sutra che, come ti ho spiegato, contiene princìpi dottrinali della massima importanza. Devi avere ancor più fede in esso!

                                                                Il capitolo “Incoraggiamenti” dice: «[Se vedrai una persona che accetta e sostiene questo sutra], dovrai alzarti e salutarla da lontano, mostrandole lo stesso rispetto che mostreresti a un Budda»16.

                                                                  Il capitolo “Pratiche pacifiche” afferma: «Gli esseri celesti giorno e notte li proteggeranno e li difenderanno per amore della Legge17 […] I giovani figli del cielo lo assisteranno e lo serviranno18».

                                                                    E il capitolo “Parabola e similitudine” dice: «[Tuttavia questo triplice mondo costituisce il mio dominio] e gli esseri che ci vivono sono tutti miei figli»19�.

                                                                      E poiché coloro che sostengono il Sutra del Loto sono figli del Budda Shakyamuni, il signore degli insegnamenti, come potrebbero non essere protetti, giorno e notte, mattina e sera, da Brahma, Shakra, dagli dèi del sole e della luna e dalla moltitudine delle stelle? Quale insegnamento segreto potrebbe superare il Sutra del Loto nel dissolvere ogni sorta di pericoli e disastri che si possono incontrare in un anno pericoloso? Puoi contare su di esso, puoi contarci davvero!

                                                                        Quando ero a Kamakura potevamo tenerci strettamente in contatto, ma adesso che vivo in questa remota località non ci sono occasioni per incontrarci di persona. Posso trasmetterti i pensieri che ho nel cuore solo attraverso messaggeri e lettere. È veramente triste!

                                                                          Per quanto riguarda quest’anno pericoloso che hai davanti, fidati di me, e vedrai se le promesse fatte nel Sutra del Loto da Shakyamuni, Molti Tesori e dai Budda delle dieci direzioni, emanazioni di Shakyamuni sono attendibili o no. Cerca di aver fiducia in loro!

                                                                            C’è molto di più che vorrei dirti.

                                                                              Nichiren

                                                                                Il ventitreesimo giorno del quarto mese del primo anno di Koan [1278], segno ciclico tsuchinoe-tora

                                                                                  Risposta a Ota Saemon-no-jo

                                                                                      Cenni Storici

                                                                                      Questa lettera è la risposta di Nichiren Daishonin a un discepolo di nome Ota Saemon-no-jo, noto anche come Ota Jomyo, che viveva nella provincia di Shimosa. Dal contenuto della lettera sembra che nel 1278 Ota avesse inviato una lettera con delle offerte al Daishonin che si trovava a Minobu. Nella lettera Ota parlava delle sue sofferenze fisiche e spirituali, e di quanto fosse preoccupato perché la sua età, cinquantasette anni, era considerata dalla tradizione giapponese e cinese “un anno pericoloso”, o “un’età sfortunata”. Egli aveva la stessa età del Daishonin.

                                                                                      Il Daishonin gli risponde che molte sofferenze sono inevitabili, ma che il Sutra del Loto costituisce una «buona medicina» per alleviare le sofferenze del corpo e della mente.

                                                                                      Il Daishonin spiega che la sofferenza è il risultato del karma creato nelle esistenze passate. Egli cita poi il principio buddista della dodecupla catena della causalità, che definisce i legami causali fra l’esistenza precedente e quella presente, e fra questa e quella futura.

                                                                                      Basandosi sul cosiddetto precetto di adattarsi ai costumi locali, egli discute con Ota anche la teoria yin-yang dei cinque agenti, relativamente all’esistenza di un anno pericoloso.

                                                                                      Il Daishonin informa Ota che sta copiando per lui due capitoli del Sutra del Loto. Si tratta del secondo capitolo, “Espedienti”, e del sedicesimo capitolo, “Durata della vita”, i capitoli più importanti rispettivamente dell’insegnamento transitorio e dell’insegnamento originale. Egli si sofferma anche sugli errori e le falsità predicate dalla scuola della Vera parola e dalla scuola della Ghirlanda di fiori, che rubarono il principio dei tremila regni in un singolo istante di vita appartenente alla scuola T’ien-t’ai. Il Daishonin afferma che tale principio si trova esclusivamente nel Sutra del Loto, e fu esposto dal Budda Shakyamuni quando egli conseguì originalmente la Buddità. Il Daishonin si identifica come «un discepolo del Budda nella sua vera identità» ovvero come un Bodhisattva della Terra.

                                                                                      Nella conclusione, il Daishonin consiglia a Ota di fidarsi di lui per quanto riguarda «quest’anno pericoloso che hai davanti» e di verificare personalmente l’attendibilità della promessa fatta da Shakyamuni e dagli altri Budda nel Sutra del Loto di proteggere chi crede in esso.

                                                                                      Note

                                                                                      1. L’idea di “anno pericoloso” o di “età sfortunata” deriva dall’antica filosofia cinese di yin e yang. In Giappone le età sfortunate per gli uomini sono venticinque, quarantadue e sessant’anni, mentre per le donne sono diciannove, trentatré e trentasette anni, anche se c’è qualche variazione che dipende dal luogo o dal periodo storico.
                                                                                      2. Le “cinque estremità” indicano tutto il corpo, anche se le spiegazioni variano secondo le fonti. Una di queste afferma che corrispondono alla testa, alle mani e ai piedi.
                                                                                      3. Otto segni che formano la base dell’I-ching, o Libro dei Mutamenti, dal quale derivano i sessantaquattro esagrammi simbolici. Ciascun trigramma consiste di tre linee, ognuna delle quali può essere yin o yang. Secondo la tradizione, un ippodrago emerse dal Fiume Giallo e sul dorso aveva segni straordinari, e una tartaruga venne a galla sul fiume Lo, con dei diagrammi sul guscio. Da questi segni e diagrammi il leggendario imperatore Fu Hsi derivò gli otto trigrammi.
                                                                                      4. Concetto dell’antica cosmologia cinese che spiega la natura di tutte le cose e l’andamento dei mutamenti nell’universo. I cinque agenti sono: metallo, acqua, legno, fuoco e terra. Nel ciclo generativo delle cinque fasi (nel quale gli elementi si susseguono nell’ordine citato) ogni fase produce la successiva; nel ciclo distruttivo (legno, terra, acqua, fuoco e metallo) ogni fase limita la fase successiva.
                                                                                      5. Si hanno scarse notizie su questo testo.
                                                                                      6. Il Sutra del Loto, cap. 23, p. 394.
                                                                                      7. Ibidem, cap. 5, p. 155.
                                                                                      8. Ibidem, cap. 23, p. 394.
                                                                                      9. Una delle tre categorie di illusione (vedi Glossario).
                                                                                      10. Sutra degli Innumerevoli significati, prologo del Sutra del Loto, p. 17.
                                                                                      11. Comparazione tra il Buddismo essoterico ed esoterico di Kobo.
                                                                                      12. Questa frase è basata su alcuni passi di La chiave preziosa della volta segreta e Comparazione tra il Buddismo essoterico ed esoterico.
                                                                                      13. Questa frase è basata sui commentari al Sutra della Ghirlanda di fiori, fra cui Il significato del Sutra della Ghirlanda di fiori sulla base di un commentario precedente di Ch’eng-kuan.
                                                                                      14. “Tremila regni in un singolo istante di vita effettivi” (giap. ji no ichinen sanzen): corrisponde al Gohonzon, e si contrappone a “tremila regni in un singolo istante di vita potenziali” (giap. ri no ichinen sanzen) che corrisponde alla teoria formulata da T’ien-t’ai. Vedi anche la voce “Tremila regni in un singolo istante di vita” in Dizionario del Buddismo, Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, 2018, p. 706.
                                                                                      15. Qui il Daishonin si identifica con i Bodhisattva della Terra descritti nel quindicesimo capitolo dell’insegnamento originale del Sutra del Loto, “Emergere dalla terra”, o con uno dei discepoli a cui Shakyamuni aveva insegnato come Budda che ottenne l’illuminazione nel remoto passato, cioè nella sua vera identità. Si diceva che T’ien-t’ai fosse la reincarnazione del Bodhisattva Re della Medicina, il discepolo al quale Shakyamuni aveva insegnato come Budda che aveva ottenuto per la prima volta l’illuminazione in questa vita in India, cioè nella sua identità transitoria.
                                                                                      16. Il Sutra del Loto, cap. 28, p. 440.
                                                                                      17. Ibidem, cap. 14, p. 286.
                                                                                      18. Ibidem, p. 290.
                                                                                      19. Ibidem, cap. 3, p. 120.
                                                                                      La Biblioteca di Nichiren
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