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297. L'importanza del momento della morte

RSND, VOLUME II

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Luogo sconosciuto, 1278. Indirizzata a Myoho, monaca laica

Nella lettera scrivi che tuo marito ha recitato Nam-myoho-renge-kyo giorno e notte. Dici che, mentre si avvicinava il suo momento, ha recitato due volte ad alta voce, che la sua carnagione era più bianca di quanto fosse mai stata quando era in vita e le sue sembianze non si sono alterate.

    Il Sutra del Loto afferma: «[Questa realtà consiste di:] aspetto […] e della loro coerenza dall’inizio alla fine»1. Il Trattato sulla grande perfezione della saggezza dice: «Se la carnagione assume una colorazione scura al momento della morte, la persona cadrà nell’inferno»2. Il Sutra della Protezione dice: «Ci sono quindici tipi di segni che appaiono quando qualcuno muore e mostrano se cadrà nell’inferno. Ci sono otto tipi di segni che mostrano se rinascerà nel regno degli spiriti affamati. Ci sono cinque tipi di segni che mostrano se rinascerà nel regno degli animali». In Grande concentrazione e visione profonda del Gran Maestro T’ien-t’ai si legge: «Il corpo che diventa scuro rappresenta l’oscurità dell’inferno»3.

      Se mi guardo indietro, è da quando ero ragazzo che sto studiando gli insegnamenti del Budda. Allora pensavo: «La vita dell’essere umano è fugace. Non sempre a un respiro ne segue un altro4. Nemmeno la rugiada che svanisce al vento è una metafora adeguata. Nessuno, saggio o stolto, vecchio o giovane, sa mai che cosa gli accadrà nell’istante successivo. Così va il mondo! Perciò prima di tutto dovrei studiare ciò che riguarda il momento della morte e poi tutto il resto».

        Così ho radunato tutti i sacri insegnamenti dell’intera vita di Shakyamuni, come pure gli scritti e i commentari degli eruditi e dei maestri, e ho meditato su di essi. Poi li ho applicati, come uno specchio limpido, al momento della morte delle persone e ai momenti successivi, e non ho trovato la minima discordanza.

          Ho visto che questa persona era caduta nell’inferno o che quell’altra era rinata nel mondo degli esseri umani o celesti. Al contrario, c’erano persone che nascondevano la verità sugli ultimi momenti dei loro maestri o dei loro genitori, dicendo che erano rinati nella Pura terra a ovest. Che tristezza! Mentre i loro maestri, caduti nei cattivi sentieri dell’esistenza, affrontavano sofferenze insopportabili, i discepoli rimasti in questo mondo ne glorificavano la morte, non facendo altro che aggravarne la sofferenza nell’inferno. È come tappare la bocca a chi ha commesso una grave colpa mentre lo stanno interrogando, oppure non incidere un bubbone a qualcuno e lasciare che si aggravi.

            Comunque sia, in questa lettera dici che la sua carnagione era più bianca di quanto fosse mai stata in vita e che le sue sembianze non si sono alterate.

              T’ien-t’ai dice: «Il bianco candido rappresenta il regno degli esseri celesti»5. Grande perfezione della saggezza dice: «Coloro che hanno il viso bianco e rosato e i lineamenti inalterati sono rinati nel regno degli esseri celesti»6. Nel resoconto sulla morte del Gran Maestro T’ien-t’ai si legge: «La sua carnagione era bianca»7. E il resoconto della morte del Maestro del Tripitaka Hsüan-tsang dice: «La sua carnagione era bianca»8. Una regola che caratterizza i sacri insegnamenti dell’intera vita del Budda è che «coloro che hanno compiuto azioni malvagie rimarranno nei sei sentieri dell’esistenza, e coloro che hanno compiuto buone azioni rinasceranno nei quattro mondi nobili»9.

                A giudicare da queste prove documentarie e dalla prova concreta, direi che tuo marito è sicuramente rinato nel regno degli esseri celesti.

                  Tu dici anche che al momento della morte egli ha recitato per due volte il daimoku del Sutra del Loto. Il settimo volume del Sutra del Loto recita: «…dopo la mia estinzione dovrebbe abbracciare e sostenere questo sutra. Tale persona sicuramente, senza alcun dubbio, conseguirà la via del Budda»10. Fra tutti i sacri insegnamenti dell’intera vita del Budda, nemmeno uno è insignificante. Sono tutte auree parole del Budda Shakyamuni, che è il nostro padre, il grande santo e il signore degli insegnamenti; sono tutte verità, tutte parole vere. Si possono classificare come Hinayana o Mahayana, essoterici o esoterici, Mahayana provvisorio o vero Mahayana, ma comunque gli insegnamenti del Budda, se paragonati a quelli delle due divinità11 e dei tre asceti, dei Taoisti e degli altri non buddisti, sono parole vere, e gli altri sono parole false.

                    Ma, fra queste parole vere, ci sono menzogne, parole vere, parole eccessivamente fiorite e parole offensive. Fra queste, il Sutra del Loto è la più vera delle vere parole, la più vera delle verità.

                      Scuole come quelle della Vera parola, dei Tre trattati, delle Caratteristiche dei dharma, del Tesoro dell’Abhidharma, dell’Affermazione della verità, dei Precetti, Nembutsu e Zen si basano tutte sulle menzogne che si trovano in mezzo alle parole vere. La scuola del Loto è fatta di parole vere e non assomiglia in alcun modo a queste scuole. Non soltanto le parole del Sutra del Loto sono vere, ma, quando le parole false dei sutra dell’intera vita di Shakyamuni entrano nel grande mare del Sutra del Loto, spinte dal potere di tale sutra diventano parole vere. A maggior ragione dunque sarà così nel caso del daimoku del Sutra del Loto.

                        La cipria bianca può rendere bianca come neve la lacca nera, e qualsiasi colore in prossimità del monte Sumeru assume una sfumatura dorata. Chi abbraccia il daimoku del Sutra del Loto trasforma la lacca nera delle azioni malvagie di questa vita e degli innumerevoli kalpa di vite passate nel grande merito che deriva dalle buone azioni. A maggior ragione sarà vero delle buone radici che derivano dal passato senza inizio, che assumeranno tutte una sfumatura dorata.

                          E quando alla fine, sul letto di morte, il tuo defunto marito ha recitato Nam-myoho-renge-kyo, le cattive azioni di una vita, e quelle dal passato senza inizio, si sono trasformate nei semi della Buddità. È questo che si intende con “le illusioni e i desideri sono illuminazione” e “conseguire la Buddità nella propria forma presente”.

                            E, poiché tu sei l’adorata moglie di un uomo del genere, senza dubbio per te è valida la dottrina del conseguimento della Buddità da parte delle donne. Se questa fosse una bugia, Shakyamuni, Molti Tesori e tutti i Budda delle dieci direzioni, che sono emanazioni di Shakyamuni, sarebbero dei bugiardi, grandi bugiardi, malfattori e persone che ingannano gli esseri viventi e li fanno cadere nell’inferno. Devadatta diventerebbe il signore della pura terra della Luce tranquilla e Shakyamuni, il signore degli insegnamenti, soffocherebbe fra le fiamme nella grande fortezza dell’inferno Avichi. Il sole e la luna cadrebbero dal cielo, la terra si capovolgerebbe, i fiumi scorrerebbero al contrario e il monte Sumeru andrebbe in briciole.

                              E non sarebbero le bugie di Nichiren, bensì quelle di tutti i Budda delle dieci direzioni e delle tre esistenze. Ma, rifletti, come potrebbe essere così? Ti spiegherò più dettagliatamente quando ci incontreremo.

                                Nichiren

                                  Il quattordicesimo giorno del settimo mese

                                    Per favore leggete questa lettera alla monaca laica Myoho.

                                        Cenni Storici

                                        Nichiren Daishonin scrisse questa lettera il quattordicesimo giorno del settimo mese del 1278 per confortare e incoraggiare la monaca laica Myoho, il cui marito era deceduto all’inizio del mese. Myoho viveva a Okamiya nella provincia di Suruga. Il Daishonin riporta il resoconto della donna secondo cui il marito aveva recitato Nam-myoho-renge-kyo fino all’ultimo istante e, dopo la morte, la sua carnagione era chiara e le sembianze non si erano alterate. Il Daishonin assicura alla donna che l’aspetto al momento del decesso può essere considerato un segno dello stato vitale dopo la morte. È proprio per questo motivo che egli iniziò a studiare il Buddismo, per comprendere la morte prima di qualsiasi altra cosa. Egli rassicura Myoho che l’aspetto luminoso del marito indica che le cattive azioni commesse nelle vite passate si sono trasformate nei semi della Buddità. Nella conclusione il Daishonin la incoraggia dicendole che, poiché ella è la moglie di un tale uomo, la dottrina del conseguimento della Buddità da parte delle donne insegnata dal Sutra del Loto vale sicuramente anche per lei.

                                        Note

                                        1. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 66.
                                        2. Il passo non è presente nell’edizione giunta fino a noi del Trattato sulla grande perfezione della saggezza.
                                        3. T’ien-t’ai cita questo passo affermando che si trova nel Sutra della Meditazione sull’insegnamento corretto.
                                        4. Lett.: «L’aria che esce non attende mai l’aria che entra».
                                        5. In Grande concentrazione e visione profonda T’ien-t’ai cita questo passo affermando che si trova nel Sutra della Meditazione sull’insegnamento corretto.
                                        6. Il passo non è presente nell’edizione giunta fino a noi di Grande perfezione della saggezza.
                                        7. Fonte sconosciuta.
                                        8. Biografia del Maestro del Tripitaka del tempio Ta-tz’u-en. Il Maestro del Tripitaka del tempio Ta-tz’u-en è Hsüan-tsang.
                                        9. Fonte sconosciuta.
                                        10. Il Sutra del Loto, cap. 21, p. 377.
                                        11. Shiva e Vishnu.
                                        La Biblioteca di Nichiren
                                        istituto buddista italiano soka gakkai
                                        senzamotica
                                        Eredità della vita
                                        otto per mille
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