352. L'inizio della primavera
Minobu, 1282. Indirizzata a Nanjo Tokimitsu
Sono stato molto felice di ricevere la lettera che ha scritto il prete Hoki1. La gioia che sentiamo all’inizio della primavera è simile ai boccioli che si schiudono sugli alberi o alle piante che spuntano sulle montagne. Io, come tutti gli altri, sono colmo di gioia. Ho debitamente ricevuto i doni elencati nella tua lista, cioè: un sacco di riso, un sacco di sale, trenta porzioni di mushimochi2 e un sacco di tari.
In queste remote montagne la neve cade per tre giorni alla volta e si accumula nel giardino, profonda più di dieci piedi. Le valli si trasformano in picchi e i picchi sembrano scale che arrivano fino al cielo. Uccelli e cervi si radunano intorno al mio eremo, ma nessun taglialegna o pastore si avventura in montagna. Ho vestiti leggeri e le riserve di cibo sono esaurite. Di notte non me la passo meglio dell’uccello che soffre il freddo e di giorno penso continuamente di scendere al villaggio. Il suono delle voci che recitano il sutra è cessato, le mie meditazioni religiose si sono diradate e mi dolgo al pensiero che, se dovessi vacillare nella mia pratica in questa esistenza, continuerei a soffrire per tanti kalpa quanti i granelli di polvere di un sistema maggiore di mondi o di innumerevoli sistemi maggiori di mondi. Ma, grazie a questi tuoi doni, in me è ritornata la vita e sono immensamente felice al pensiero che presto ci incontreremo di persona.
In passato quando il Budda era ancora una persona comune, in un’epoca travagliata dalle cinque impurità, egli diede da mangiare ai devoti del Sutra del Loto che stavano morendo di fame e così poté conseguire la Buddità.3 E, se le parole del Sutra del Loto sono vere, grazie al merito [che hai acquisito con i tuoi doni] non c’è dubbio che il tuo defunto padre abbia già conseguito la Buddità.
Il tuo fratello defunto, Goro, avrà ormai raggiunto la pura terra del Picco dell’Aquila e tuo padre starà carezzandogli la testa. Al solo pensiero non riesco a trattenere le lacrime.
Con profondo rispetto,
Nichiren
Il ventesimo giorno del primo mese
Risposta a Ueno
[A Hoki]: Mi spiace disturbarti, ma vorrei chiederti di leggere questa lettera a Ueno e assicurarti che ne capisca il contenuto.
Cenni Storici
Questa lettera fu scritta a Minobu il ventesimo giorno del primo mese del 1282. Per celebrare il nuovo anno, Nanjo Tokimitsu, l’amministratore di Ueno, aveva inviato al Daishonin generi alimentari in offerta, accompagnati da una lettera del prete Hoki, o Nikko. Nella risposta il Daishonin descrive il paesaggio invernale coperto di neve del monte Minobu, dove la scarsità di cibo e vestiti rende difficoltoso portare avanti la pratica buddista. In tali circostanze egli esprime la sua gratitudine per le offerte ricevute e paragona il merito di Tokimitsu a quello del Budda, il quale in un’esistenza passata, quando era ancora una persona comune, offrì del cibo ad alcuni devoti del Sutra del Loto che stavano morendo di fame, e in tal modo conseguì la Buddità. I meriti acquisiti da Tokimitsu, egli osserva, assicurano anche ai suoi cari defunti, il padre e il fratello minore, il conseguimento della Buddità. Nel poscritto, il Daishonin chiede a Nikko di leggere questa lettera a Tokimitsu.