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132. L'insegnamento predicato in accordo con la mente del Budda

RSND, VOLUME I

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Minobu, 1279. Indirizzata a Niike Saemon

Mi hai gentilmente mandato tre koku di riso. Li ho subito posti come offerta davanti al Sutra del Loto della Legge meravigliosa, l’unico veicolo, e ho recitato una volta Nam-myoho-renge-kyo. Ho fatto questo affinché il tuo amato figlio possa «sicuramente, senza alcun dubbio»1 essere scortato alla pura terra del Picco dell’Aquila.

    Il principio di causa ed effetto è come la relazione tra fiore e frutto. Una fiamma, non più grande della luce di una lucciola, se appiccata a una distesa d’erba secca di mille ri, nello spazio di un istante brucia prima un filo d’erba, poi due, poi dieci, cento, mille, diecimila, consumando in una sola volta tutta l’erba e gli alberi in un’area di dieci o venti cho. Un drago che pone nella sua mano una piccola goccia d’acqua e sale al cielo può far piovere su un sistema maggiore di mondi. Anche un piccolo atto di bontà, se offerto al Sutra del Loto, produce benefici di queste dimensioni.

      Cento anni dopo la morte del Budda, ci fu in India un sovrano di nome Ashoka il Grande che regnava su oltre un quarto degli ottantaquattromila stati che costituiscono il continente di Jambudvipa. Era scortato dai re draghi, i demoni erano al suo servizio e, con sessantamila arhat come suoi maestri, fece voto di erigere ottantaquattromila stupa di pietra e di fare un’offerta di centomila milioni di pezzi d’oro al Budda. Tale era la statura di questo grande sovrano. Ma, se indaghiamo su quali azioni meritorie delle sue passate esistenze gli consentirono di raggiungere una simile grandezza, troviamo che non aveva fatto niente di più che offrire una torta di fango al Budda Shakyamuni2.

        Il Budda Shakyamuni aveva uno zio che si chiamava re Dronodana e il figlio di questo sovrano si chiamava Aniruddha. Questo principe era nato con una ciotola in mano e in essa vi era del riso. Quando il riso veniva mangiato, nella ciotola ne appariva dell’altro e continuava ad apparire cosicché la ciotola non era mai vuota. Perciò da bambino il principe veniva chiamato A Volontà, e attraverso il potere del Sutra del Loto divenne un Budda noto come Tathagata Splendore Universale3. Se indaghiamo sulle cause poste nelle esistenze passate e che determinarono tutto ciò, scopriamo che in tempo di carestia offrì un piatto di miglio a un monaco che era un pratyekabuddha4.

          Se si ottengono benefici simili persino facendo offerte a un pratyekabuddha, allora i benefici che si acquisiscono con un’offerta al devoto del Sutra del Loto saranno infinitamente più grandi, superiori addirittura a quelli ottenuti facendo offerte a innumerevoli Budda.

            Nichiren è un abitante del Giappone. Nei settemila yojana che costituiscono il continente meridionale di Jambudvipa ci sono ottantaquattromila stati. Tra questi vi sono sedici grandi stati, cinquecento stati medi, diecimila piccoli stati e innumerevoli staterelli disseminati come chicchi di miglio. L’India è un grande paese che comprende cinque regioni. A oriente, in mezzo al grande mare, c’è una piccola isola, il Giappone. Il Giappone è situato più di centomila ri a est della regione centrale dell’India.

              Dopo la morte del Budda, nei mille anni del Primo giorno della Legge, il Buddismo rimase nei confini dell’India e non fu trasmesso in altri paesi. Terminati i mille anni del Primo giorno, nel quindicesimo anno del Medio giorno della Legge, il Buddismo fu trasmesso in Cina. Trecento anni dopo la sua introduzione in Cina, fu trasmesso nel regno coreano di Paekche. E cento anni dopo l’introduzione a Paekche, millequattrocentoquindici anni dopo la morte del Budda, durante il regno del trentesimo sovrano umano, l’imperatore Kimmei, giunse per la prima volta in Giappone una statua in bronzo del Budda Shakyamuni insieme ad alcune copie delle varie scritture.

                Da allora sono trascorsi più di settecento anni. Le scritture giunte in Giappone durante questo periodo sono aumentate a più di cinquemila o settemila volumi e il numero delle scuole è cresciuto a otto, nove e poi dieci. Nelle sessantasei province e nelle due isole del Giappone, vi sono più di tremila santuari dedicati agli dèi e più di diecimila templi buddisti. Metà degli uomini e delle donne del paese sono monaci e monache e gli insegnamenti buddisti vi fioriscono più che in Cina e in India.

                  Ma nel mondo del Buddismo sono sorte varie controversie. Coloro che aderiscono alla scuola della Pura terra venerano il Budda Amida e coloro che aderiscono alla scuola della Vera parola venerano il Tathagata Mahavairochana, mentre le persone della scuola Zen, ignorando i Budda e i sutra, considerano Bodhidharma come loro oggetto di culto. I membri delle altre scuole, seguono coloro che aderiscono alle scuole Nembutsu e della Vera parola senza nessuna ragione particolare, ma, influenzati da quella più grande e più forte delle due, adottano il Budda Amida come oggetto di culto.

                    Mettendo da parte il Budda Shakyamuni che è il sovrano, maestro e genitore del presente, essi pregano per fuggire in un altro mondo lontano centomila milioni di mondi da noi e che appartiene ad Amida, un Budda che ci è completamente estraneo. Questo Budda Amida non è nostro genitore né sovrano né maestro, ma semplicemente qualcuno che in un certo sutra pronuncia quarantotto voti falsi. Eppure le persone sciocche, credendo che questi voti siano veri, saltano su e giù percuotendo forsennatamente le campane e recitano il nome del Budda Amida. Ma, quando hanno abbandonato con disgusto il mondo del loro genitore, il Budda Amida che ha promesso di venire ad accoglierli non appare. Essi perdono la strada nel vuoto durante il viaggio nello stato intermedio [tra la morte e la rinascita] e il karma derivante dall’offesa alla Legge li trascina in basso facendoli sprofondare nella prigione dei tre cattivi sentieri. Allora i terribili guardiani dell’inferno balzano loro addosso felici, li legano e li sottopongono a torture senza fine.

                      Quando, basandomi sui sutra, parlo in generale di queste cose, solo io, di tutti i 4.994.828 uomini e donne del Giappone sono considerato un tipo bizzarro e tutte le altre 4.994.827 persone mi ritengono loro nemico. Stranamente esse non seguono Shakyamuni che è loro sovrano, maestro e genitore e, per di più, mi maledicono, mi colpiscono, mi scacciano e, ricorrendo alla calunnia, fanno sì che sia condannato all’esilio o a morte. Dato che il povero corteggia il ricco, l’inferiore riverisce il superiore e i pochi seguono i molti, anche quelle persone che per caso hanno posto fede nel Sutra del Loto sono intimidite dalla società, hanno paura degli altri e molte di loro cadono nell’inferno. Ciò è veramente triste.

                        Ma io, Nichiren, forse a causa del mio modesto modo di vedere o di qualche tendenza karmica, quando leggo le frasi: «Il Sutra del Loto è il supremo!»5 e «Tra quelli che ho predicato, che ora predico e che predicherò, questo Sutra del Loto è il più difficile da credere e il più difficile da comprendere»6 e «Io sono l’unica persona che può salvarli e proteggerli»7, le considero le auree parole del Tathagata. Non sono affatto parole mie.

                          Le persone al giorno d’oggi invece, convinte che le parole dei propri maestri siano le auree parole del Tathagata, le pongono sullo stesso piano del Sutra del Loto, o le considerano superiori al Sutra del Loto, oppure ritengono che, pur essendo inferiori, si adattino meglio alle capacità della gente.

                            Tuttavia, tra i sacri insegnamenti del Tathagata, ci sono quelli predicati “in accordo con la mente altrui” e quelli predicati “in accordo con la propria mente [del Tathagata]”. “In accordo con la mente altrui” è come quando, per esempio, un genitore cede alla volontà del figlio; “in accordo con la propria mente” è come quando il figlio ottempera alla volontà del genitore. Tutti i vari sutra sono esempi di predicazione in accordo con la mente altrui perché il Budda li predicò adattandosi alla mente di tutti gli esseri viventi. Ma il Sutra del Loto è un esempio di predicazione in accordo con la mente del Budda perché in esso il Budda fece sì che tutti gli esseri viventi si conformassero alla sua mente.

                              Benché tutti gli altri sutra siano insegnamenti del Budda, se si crede in essi, si segue la mente delle persone comuni e non si potrà mai conseguire la Buddità. Il Sutra del Loto è sia l’insegnamento del Budda, sia l’incarnazione della sua saggezza; chi ripone una sincera fede anche in uno solo dei suoi caratteri o dei suoi tratti, diventerà un Budda nella propria forma presente. Come, per esempio, un pezzo di carta bianca diventa nero se intinto nell’inchiostro nero e la lacca nera diventa bianca quando in essa si versa del liquido bianco, così il veleno si trasforma in medicina e le persone comuni diventano Budda. Per questo si chiama Legge meravigliosa.

                                E tuttavia le persone del giorno d’oggi, sia nobili sia plebee, disprezzano il Budda Shakyamuni, loro padre nel mondo attuale, e riveriscono invece Amida o Mahavairochana che per loro sono degli estranei, persone con cui non hanno nessun legame. Così facendo, non mancano forse di pietà filiale? Non offendono forse la Legge? Quando dico questo, però, tutti gli abitanti del Giappone si alleano per insultarmi. Ed è abbastanza naturale che lo facciano perché il pezzo di legno storto odia la corda diritta del falegname e il disonesto non è felice sotto un governo onesto.

                                  Durante i regni dei novantuno sovrani umani del nostro paese, ci sono state ventisei persone colpevoli di tradimento, tra cui uomini come il principe Oyama e Oishi no Omaru, Masakado, Sumitomo e il Malvagio Ministro della Sinistra8. Quando questi uomini si rintanarono nelle foreste montuose di Yoshino o del fiume Totsu o andarono a nascondersi nelle acque intorno a Tsukushi e Chinzei, gli abitanti di ogni isola della regione e i guerrieri di ogni villaggio circostante si prepararono ad attaccarli. Ma gli eminenti santi, come pure i preti, le monache e le donne delle varie montagne, templi e santuari non li considerarono loro nemici personali. Nel mio caso invece gli uomini e le donne di alta o bassa condizione sociale, come pure le monache, i preti e gli eminenti santi mi considerano tutti un loro nemico personale.

                                    La ragione è questa. Tutte le persone si preoccupano della prossima vita, ma i preti e le monache, che dovrebbero preoccuparsene più degli altri, in realtà accantonano la questione della rinascita nella pura terra e fungono da intermediari per aiutare le persone a campare nella vita presente. Anche i sapienti e i santi affermano di essere nel giusto, di essere superiori agli altri, di essere gli eredi del fondatore e accampano diritti su una certa tenuta. Essi danno molta importanza alla fama e al guadagno personale e non si preoccupano minimamente della ricerca della via.

                                      Così quando io, che non esito a parlare apertamente e non ho paura degli altri, dico loro con franchezza che sono degli ignoranti che hanno frainteso il vero significato degli insegnamenti buddisti e che sono persone che offendono la Legge; quando indirizzo loro severi rimproveri, memore delle auree parole del Tathagata «dovresti comprendere che quel monaco sta tradendo l’insegnamento del Budda»9 e credendo nel passo delle scritture «saremo inviati dell’Onorato dal Mondo e affronteremo le moltitudini senza paura»10; quando rimprovero coloro che «pretenderanno di aver conseguito ciò che non hanno conseguito, che saranno arroganti e presuntuosi»11, come potrebbero non rivoltarsi contro di me con odio e gelosia?

                                        Così in tutti i sette regni degli dèi celesti, nei cinque regni delle divinità terrestri e nei regni dei novanta e più sovrani umani del Giappone, nessuno è stato odiato quanto me dai tre tipi di nemici per amore del Sutra del Loto. Non è una relazione qualsiasi che può averti spinto a far visita a un uomo simile, uno che è odiato da tutte le persone di alta o bassa condizione sociale. Forse eri un mio genitore in una precedente esistenza o sei stato mio fratello nel passato e ciò ti ha spinto a visitarmi. O forse è perché hai stabilito profondi legami con il Sutra del Loto nel passato e i semi che ti condurranno al conseguimento della Buddità sono giunti a maturazione nel presente che tu, occupato come sei dalle tue funzioni come membro laico della società, hai trovato il tempo per liberarti dei tuoi doveri pubblici e pensare un poco a me.

                                          Inoltre, il viaggio dalla provincia di Totomi al monte Minobu, qui nel villaggio di Hakiri nella provincia di Kai, è lungo più di trecento ri e gli alloggi lungo la strada devono essere stati pessimi. Salendo sui crinali uscivi alla luce del sole e della luna, ma scendendo nei crepacci ti sarai sentito sprofondare in un abisso. La corrente dei fiumi è rapida come una freccia e le grosse pietre che trascina impediscono il guado agli uomini e ai cavalli. Le barche sono insicure come brandelli di carta gettati nell’acqua. Gli uomini che si incontrano sono rudi taglialegna e le donne sono simili a diavolesse di montagna. Il sentiero è stretto come una fune e gli alberi sono fitti come erba. Quali legami dalle vite passate ti possono aver condotto a farmi visita in un simile luogo? Il Budda Shakyamuni deve averti condotto per mano con Shakra come cavalcatura, Brahma come accompagnatore e il sole e la luna come occhi lungo la strada. Grazie, grazie!

                                            Ci sono molte cose che mi piacerebbe dirti, ma ho preso il raffreddore e mi sento piuttosto male, così terminerò qui.

                                              Nichiren

                                                Il secondo giorno del quinto mesedel secondo anno di Koan (1279),segno ciclico tsuchinoto-u

                                                  Risposta a Niike

                                                      Cenni Storici

                                                      Questa lettera fu scritta da Minobu, nel quinto mese del 1279, per ringraziare un seguace di nome Niike Saemon-no-jo che aveva inviato del riso come offerta per il riposo del figlio defunto.

                                                      Non si sa molto della vita del destinatario, ma si ritiene che vivesse nel villaggio di Niike, nel distretto di Iwata della provincia di Totomi, e che fosse un samurai al servizio dello shogunato di Kamakura. Sembra che con la moglie, la monaca laica Niike, fosse stato convertito agli insegnamenti del Daishonin da Nikko Shonin che aveva soggiornato per breve tempo nella sua residenza durante la persecuzione di Atsuhara.

                                                      All’inizio della lettera, il Daishonin cita l’esempio del re Ashoka e di Aniruddha per spiegare i grandi benefici che derivano dal fare offerte al Sutra del Loto. Ripercorre, quindi, la trasmissione del Buddismo dall’India, alla Cina, alla Corea, al Giappone, facendo però notare come il Giappone fosse diventato un paese di persone che offendono la Legge, a causa della devozione generale per il Budda Amida, e che perseguitano il Daishonin quando cerca di correggere le loro opinioni errate.

                                                      Egli distingue, quindi, tra gli insegnamenti in cui il Budda parla in accordo con le diverse capacità delle persone e quelli in cui, indipendentemente da tali capacità, rivela direttamente la sua illuminazione. I primi sono gli insegnamenti precedenti al Sutra del Loto, mentre i secondi sono gli insegnamenti del Sutra del Loto.

                                                      In conclusione, il Daishonin loda Niike per aver affrontato quel difficile e pericoloso viaggio per fargli visita, sfidando l’odio nei suoi confronti, diffuso in tutto il paese, a causa delle sue ripetute critiche e confutazioni degli insegnamenti distorti delle altre scuole, e suggerisce che il legame che li unisce deve essere davvero profondo.

                                                      Note

                                                      1. Il Sutra del Loto, cap. 21, p. 378. Il passo completo è: «Perciò una persona saggia, […], dopo la mia estinzione dovrebbe abbracciare e sostenere questo sutra. Tale persona sicuramente, senza alcun dubbio, conseguirà la via del Budda».
                                                      2. Secondo La storia del re Ashoka, Ashoka fece questa offerta al Budda Shakyamuni, in segno di rispetto, in una precedente esistenza quando era un fanciullo di nome Virtù Vittoriosa.
                                                      3. La profezia della sua illuminazione si trova nell’ottavo capitolo del Sutra del Loto, “Predizione dell’illuminazione a cinquecento discepoli”.
                                                      4. Questa storia è descritta dettagliatamente nel Gosho Risposta a Tokimitsu (p. 823).
                                                      5. Il Sutra del Loto, cap. 10, p. 235.
                                                      6. Ibidem.
                                                      7. Ibidem, cap. 3, p. 120. «Tuttavia questo triplice mondo costituisce il mio dominio e gli esseri che ci vivono sono tutti miei figli. Questo luogo adesso è pieno di dolore e sofferenza. Io sono l’unica persona che può salvarli e proteggerli». Questo passo, che comprende la porzione citata nel Gosho, si riferisce alle tre virtù del Budda: sovrano, maestro e genitore.
                                                      8. Malvagio Ministro della Sinistra: Fujiwara no Yorinaga (1120-1156), letterato e uomo politico che, con l’appoggio dell’ex imperatore Toba, esercitò una grande influenza. Fu così chiamato per l’eccessiva crudeltà e implacabilità che mostrava nell’esercizio delle sue funzioni. Morì per le ferite riportate in un tentativo fallito di colpo di stato da lui capeggiato, noto come il tumulto di Hogen.
                                                      9. Sutra del Nirvana. Il passo completo recita: «Se un buon monaco vede qualcuno distruggere l’insegnamento e non se ne cura, non lo rimprovera, lo espelle o lo punisce per la sua offesa, dovresti comprendere che quel monaco sta tradendo l’insegnamento del Budda».
                                                      10. Il Sutra del Loto, cap. 13, p. 272.
                                                      11. Ibidem, p. 270.
                                                      La Biblioteca di Nichiren
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