logo

373. Nel continente di Jambudvipa

RSND, VOLUME II

image

Luogo sconosciuto, Data sconosciuta. Indirizzata a Destinatario sconosciuto

«Nel continente di Jambudvipa [quando un kalpa di] carestia sarà iniziato, io [il Budda] farò il mio avvento. Nel continente di Jambudvipa [quando un kalpa di conflitto armato sarà iniziato io] farò il mio avvento»1. E afferma anche: «Nel continente di Jambudvipa quando un kalpa [di pestilenza] sarà iniziato io farò il mio avvento».

    Nel regno del trentesimo sovrano umano [Kimmei], il re Syo˘ngmyo˘ng del paese [di Paekche] fece portare in questo paese [i sutra buddisti e una statua del Budda Shakyamuni]. Ma il sovrano non li accettò e così per tre regni2 il paese subì la punizione del Budda… [testo illeggibile] La colpa fu di aver tenuto celato il Budda Shakyamuni… [testo illeggibile] i credenti Nembutsu sostenevano che la statua portata da Paekche fosse quella del Budda Amida del tempio Zenko3. Tutti, dall’unico sovrano fino all’ultimo popolano… [testo illeggibile] dicevano così.

      Tutte queste persone considerano Nichiren un nemico e lo attaccano. Tutti gli dèi celesti [abbandonano] questo paese. [Il Sutra del Loto] afferma: «[Se qualcuno…] vedendo coloro che leggono, recitano, copiano e sostengono questo sutra, li dovesse disprezzare, odiare, invidiare, o provare rancore nei loro confronti…»4. E anche: «[Sarà] afflitto da molti disturbi, magro e sparuto»5. E l’ottavo volume dice: «[Ed egli] soffrirà […] di altre gravi malattie»6. Il secondo volume afferma inoltre: «Se praticherà l’arte medica e curerà con le sue terapie una malattia, i suoi pazienti contrarranno subito altri mali oppure moriranno»7. E prosegue: «Nel caso in cui cada malato, non troverà nessuno che voglia assisterlo e curarlo; e se anche dovesse prendere le medicine adatte, non farebbe altro che peggiorare la sua condizione»8.

        Il Gran Maestro Kobo osservò: «[Ogni veicolo esposto pretende di essere il veicolo della Buddità, ma], a un esame successivo, risulta essere una teoria puerile»9. E così tutti i seguaci del tempio To, dal prelato di Omuro10 fino ai preti comuni, chiamavano il Sutra del Loto “teoria puerile”. Il capo dei preti del Monte Hiei [Jikaku], insieme ai tremila preti sotto di lui … [testo illeggibile] in tutto il Giappone, i templi di montagna dicevano tutti che [il Sutra del Loto era inferiore al] Sutra di Mahavairochana. Il Gran Maestro Chisho affermò che il Sutra del Loto non poteva eguagliarlo. Il capo dell’Onjo-ji e gli altri seguaci di Chisho in tutto il pae­se dichiararono che il Sutra del Loto non era paragonabile ai sutra della Vera parola. I sovrani che accettarono le opinioni di questi tre maestri [Kobo, Jikaku e Chisho] furono spodestati e anche gli ex imperatori furono annientati. Il capo dei preti Myoun fu ucciso da Yoshinaka11, e nel tumulto di Jokyu il prelato di Omuro finì per morire dal dolore.

          Il mio desiderio è che i miei discepoli siano come i cuccioli del re leone e che non si facciano mai deridere dai branchi di sciacalli. È difficile incontrare un maestro come Nichiren che, da lontani kalpa fino a ora, non ha mai risparmiato il corpo o la vita per denunciare le colpe dei suoi potenti nemici!

            Persino i rimproveri del sovrano temporale sono assai temibili; quanto più lo saranno i rimproveri di Yama! I rimproveri del paese del Giappone sono come acqua e non si dovrebbe aver paura di bagnarsi. I rimproveri di Yama sono come il fuoco; immagina di camminare nudo fra le fiamme. Il Sutra del Nirvana essenzialmente insegna che, quando il cuore delle persone che hanno fede negli insegnamenti buddisti e sono decise a liberarsi dalle sofferenze di nascita e morte tende a indebolirsi, il Budda infligge loro malattie allo scopo di incoraggiarle a impegnarsi maggiormente. Lo fa per renderle più coraggiose, per farle andare avanti.

              Io, Nichiren, sono un essere comune. Non avendo l’occhio divino degli esseri celesti, non so nemmeno vedere attraverso un foglio di carta. Non avendo il potere di conoscere le vite passate, ho scarsa comprensione delle tre esistenze, di passato, presente e futuro. Ma anche se si parla di occhio divino, di occhio della saggezza, di occhio del Dharma, essi non sono differenti dall’occhio fisico. Il devoto del Sutra del Loto possiede solo l’occhio fisico, ma si dice che sia anche dotato dell’occhio divino, dell’occhio della saggezza, dell’occhio del Dharma e dell’occhio del Budda. Così, come afferma il passo del sutra12, anche se io ho solo l’occhio fisico è come se avessi anche l’occhio divino e il potere di conoscere le vite passate. Mi è chiaro come gli insegnamenti del Budda si sono diffusi nei settecento anni e più dalla loro introduzione in Giappone. Posso anche giudicare quale delle otto scuole o delle dieci scuole di Buddismo è corretta e quale sbaglia. Posso valutare il valore relativo dei vari maestri buddisti e studiosi della Cina e dell’India, e comprendere il significato degli ottantamila insegnamenti e delle dodici suddivisioni delle scritture… [testo illeggibile]. Potei vedere in anticipo le cause che avrebbero condotto alla rovina del paese, e le mie predizioni si sono dimostrate assolutamente accurate proprio come le due metà di un tagliando combaciano esattamente. Ho potuto fare tutto questo grazie al potere del Sutra del Loto.

                Il sovrano, dando ascolto alle parole malvagie e calunniose dei funzionari, mi ha perseguitato, ma, poiché si tratta di esseri comuni, me lo aspettavo. Non intendevo affatto cessare i miei sforzi, e da allora di tanto in tanto ho subito ulteriori persecuzioni.

                  Poiché avevano rifiutato il lauto banchetto che avevo loro offerto, non potendo fare più nient’altro mi ritirai in questa foresta di montagna. Ma io sono una persona comune e mi è difficile sopportare il freddo o il caldo che c’è qui. E abbiamo ben poco cibo. Piao Ch’ing-mu13 poté viaggiare diecimila miglia con un solo pasto, ma io non ne sono capace. Tzu Ssu14 e Confucio mangiarono solo nove pasti in cento giorni15, ma ciò va al di là delle mie possibilità. Ho a malapena la voce per recitare il sutra e faccio sempre più fatica a meditare.

                    Quindi l’arrivo del tuo messaggero in un momento del genere è stato davvero una cosa meravigliosa! È stato il Budda Shakyamuni, il signore degli insegnamenti, a ispirarti questa visita? O è a causa di qualche azione nella vita passata? Una lettera non è sufficiente a esprimere tutto ciò che vorrei dirti.

                      Con profondo rispetto.

                          Cenni Storici

                          La parte iniziale di questa lettera è andata persa, e non si sa né quando sia stata scritta né chi fosse il destinatario. Però, dalla frase «non potendo fare più nient’altro mi ritirai in questa foresta di montagna», si evince che il Daishonin deve averla scritta dopo essersi trasferito a Minobu, e c’è chi ritiene che sia stata scritta nel 1278. Questo scritto prende il titolo dalla prima riga del testo giunto fino a noi, ovvero «Nel continente di Jambudvipa», e poiché il contenuto della lettera mette in luce lo spirito impavido e indomito del leone, Il re leone è il titolo alternativo che gli è stato assegnato. Nonostante la copia originale del manoscritto esista ancora, in alcuni punti risulta illegibile, e poiché non esiste una copia in cui le parti illegibili siano state trascritte in modo chiaro, nel testo ci sono spazi vuoti. Nella presente traduzione le parti mancanti sono state indicate con i punti di sospensione seguiti dalla parola “testo illeggibile” tra parentesi quadre. Anche le parole che è stato possibile dedurre dal contesto sono tra parentesi.

                          Nella prima parte, il Daishonin cita il Sutra del Loto e il Sutra del Nirvana, e imputa la causa delle varie calamità che affliggono il Giappone all’offesa nei confronti dell’insegnamento buddista corretto. Egli si riferisce in particolar modo all’offesa al Sutra del Loto commessa dai maestri della scuola della Vera parola e della tradizione esoterica della Vera Parola interna alla scuola Tendai, e al fatto che gli imperatori che li sostennero e si servirono di loro furono tutti sconfitti, deposti o esiliati.

                          Il Daishonin esorta poi i suoi discepoli a essere come i «cuccioli del re leone». Il «re leone» è un titolo che viene attribuito al Budda e qui si riferisce al Daishonin stesso, un maestro di Buddismo che «non ha mai risparmiato il corpo o la vita per denunciare le colpe dei suoi potenti nemici». Pertanto egli insegna l’atteggiamento corretto nella fede. Ribadisce che i suoi discepoli dovrebbero considerare l’opposizione da parte delle autorità secolari come «acqua», senza temere di bagnarsi, e che dovrebbero considerare la retribuzione dopo la morte come «fuoco», cioè la sofferenza che si sperimenta nello stato d’inferno, che è ben più lunga e terribile.

                          Infine, il Daishonin parla della difficoltà di vivere a Minobu, dove le temperature sono così estreme e il cibo scarseggia, ed esprime la sua gratitudine per le offerte ricevute da parte del destinatario di questa lettera.

                          Note

                          1. Sutra del Nirvana.
                          2. I tre regni sono quelli dell’imperatore Kimmei (r. 539-571), dell’imperatore Bidatsu (r. 572-585) e dell’imperatore Yomei (r. 585-587). Durante questi regni il Buddismo fu rifiutato e si verificarono frequenti disastri e calamità, fra cui varie epidemie.
                          3. Il tempio Zenko è situato in quella che attualmente è la prefettura di Nagano. Secondo i suoi archivi, la statua del Budda che vi è custodita fu inviata originariamente dal re Syo˘ngmyo˘ng del regno coreano di Paekche all’imperatore Kimmei; fu poi trasportata a Nagano da Honda Zenko e, nel 642, collocata in un tempio che in seguito fu chiamato Zenko. Tradizionalmente era considerata una statua del Budda Amida.
                          4. Il Sutra del Loto, cap. 3, p. 125.
                          5. Ibidem, p. 127.
                          6. Ibidem, cap. 28, p. 440.
                          7. Ibidem, cap. 3, p. 127.
                          8. Ibidem, pp. 127-128.
                          9. La chiave preziosa della volta segreta.
                          10. Il prelato di Omuro è il principe Dojo, figlio dell’imperatore Gotoba, che era entrato nel clero. Questo titolo in genere si attribuiva a un ex imperatore o a un principe che si era fatto prete e viveva al Ninna-ji, un tempio della Vera parola a Kyoto. Omuro è un altro nome del Ninna-ji.
                          11. Myoun fu il cinquantacinquesimo e il cinquantasettesimo capo dei preti del tempio Enryaku. Egli pregò per la sconfitta del clan Minamoto, ma nel 1183 fu decapitato da Minamoto no Yoshinaka, il generale che fu al fianco di Minamoto no Yoritomo, capo del clan Minamoto, nella rivolta contro i Taira.
                          12. Probabilmente il Daishonin si riferisce al passo del diciannovesimo capitolo del Sutra del Loto: «Questi uomini e donne devoti, con i puri occhi naturali che hanno ricevuto dai genitori alla nascita, vedranno tutto ciò che esiste all’interno e all’esterno del sistema maggiore di mondi: le montagne e le foreste, i fiumi e i mari, giù in basso fino all’inferno Avichi e su in alto fino al Culmine dell’Essere [Cielo]. Vedranno gli esseri viventi che vi abitano; inoltre vedranno e comprenderanno tutte le cause e le condizioni create dalle loro azioni e le nascite che li attendono come frutto della retribuzione di quelle azioni» (Il Sutra del Loto, cap. 19, p. 345).
                          13. Non si hanno informazioni su di lui.
                          14. Nipote di Confucio, nativo dell’antico stato di Lu.
                          15. Fonte incerta. In Meng Ch’iu (La ricerca del principiante), una raccolta di storie e leggende della storia cinese, si parla di “nove pasti in trenta giorni”.
                          La Biblioteca di Nichiren
                          istituto buddista italiano soka gakkai
                          senzamotica
                          Eredità della vita
                          otto per mille
                          nuovo rinascimento
                          buddismo e società
                          volo continuo
                          esperia

                          © Soka Gakkai. © Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. | Via di Bellagio 2/E 50141 Firenze FI | C.F. 94069310483 | P.I. 04935120487 | Privacy & Cookie Policy.

                          Gestisci consenso