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287. Nove pensieri per una parola

RSND, VOLUME II

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Luogo sconosciuto, 1278. Indirizzata a Shijo Kingo

Si può cercare sul monte Takatori, sul monte Minobu, sul monte Shichimen, a Iidani1, sotto gli alberi, sotto le radici delle piante, sulle cime, giù nella polvere, ovunque si voglia, ma non si troveranno mai alghe, perché le alghe crescono soltanto nel mare. E solo sulle montagne si possono trovare i funghi. Allo stesso modo, la via della Buddità non si trova da nessuna parte se non nel Sutra del Loto. Ma su questo non dirò altro.

    Mi ha veramente reso felice sapere che il tuo signore, che nel passato ti era stato ostile, ti ha riammesso nuovamente nel gruppo delle persone al suo servizio, e che sei stato chiamato a servirlo non per un giorno o due soltanto, ma senza interruzione. Non so dirti quanto mi faccia piacere.

      Uemon no Tayu2 andò contro i desideri di suo padre, ma bastò un’unica parola dall’alto e fu perdonato, rientrando nelle sue grazie. Tu, invece, sei malvisto ormai da diversi anni e ho sentito dire che l’inverno scorso la situazione era molto grave. Eppure adesso il tuo signore ti chiama tutti i giorni. Cosa ne dobbiamo pensare? Di certo è dovuto interamente ai piani degli dèi celesti e al potere del Sutra del Loto, non ti pare?

        Il prete Enkyo-bo3 è qui al momento e mi riferisce che Ema no Shiro ha ventiquattro o venticinque samurai al suo servizio. A parte il signore stesso, si può osservare che, per imponenza, dignità, cavalcature e servi che lo assistono, nessuno può competere con Nakatsukasa Saemon-no-jo4. Agli angoli delle strade i ragazzi di Kamakura si radunano per vederlo e dicono: «Quello sì che è un bel tipo, un uomo davvero eccezionale!».

          Quando sento queste cose, non posso fare a meno di essere molto preoccupato. Confucio pensava nove volte prima di dire una sola parola. Tan, il Duca di Chou, si sarebbe legato i capelli tre volte mentre li stava lavando e avrebbe sputato tre volte il cibo che stava mangiando [pur di non far aspettare i suoi ospiti]5. Così si comportavano gli uomini saggi dei tempi antichi che sono un modello per quelli di oggi. Perciò in futuro devi essere più prudente che mai nella tua condotta.

            Quando cala la notte, in nessuna circostanza devi uscire da solo. Quando il tuo signore ti manda a chiamare, prima devi inviare un servo a palazzo per accertarti che sia stato proprio lui a convocarti. Poi serra bene l’armatura sul petto, indossa l’elmo e assicurati di avere con te uomini di scorta, davanti, dietro, a sinistra e a destra, e solo allora avventurati fuori. Ti dovresti togliere l’armatura per presentarti al tuo signore quando sei giunto alla casa di qualcuno che vive nei pressi e del quale ti puoi fidare, oppure quando sei nella stanza a te assegnata all’interno del palazzo.

              Quando torni a casa, prima di entrare, manda avanti qualcuno a ispezionare gli ingressi, le zone sotto i ponti, dietro le stalle, gli appartamenti superiori e qualsiasi altro luogo buio, e soltanto allora arrischiati a farlo.

                Se dovesse scoppiare un incendio, in casa tua o in quella di qualcun altro, non precipitarti sul posto nella speranza di spegnerlo o di salvare gli oggetti di valore. E naturalmente non uscire sconsideratamente all’esterno dell’edificio, dove saresti più esposto.

                  Di ritorno da una uscita con il tuo signore dovresti smontare da cavallo quando arrivi al cancello della sua residenza, fare rapporto sulla tua missione al funzionario incaricato, e poi affrettarti a tornare a casa tua. Anche se il tuo signore dovesse chiedertelo con urgenza, se è notte non dovresti entrare nel suo palazzo e sostarvi, nemmeno per breve tempo. E quando fai ritorno a casa sii ancora più prudente del solito perché i tuoi nemici di certo approfitteranno del tuo ritorno per attaccarti. Se altre persone ti invitano a bere con loro, sii diffidente, rispondi in maniera vaga o, se è possibile, limitati a declinare subito l’invito.

                    Inoltre, dovresti sempre prenderti cura dei tuoi fratelli minori e assicurarti che abbiano il denaro necessario per pagare la tariffa del bagno e dei buoni sandali. Tieni a mente che se ti dovesse accadere qualcosa, i tuoi fratelli non perdonerebbero i tuoi nemici e si sentirebbero in dovere di sacrificare la loro vita per te. Anche se hanno le loro colpe, quando sono cose minori fai finta di niente.

                      Per quanto riguarda le tue parenti, qualsiasi colpa possano avere, non cercare di correggerle e non litigare mai con loro. Il Sutra del Nirvana afferma: «Anche se la colpa è grave, non bisogna mai punire le donne». Questo passo significa che, qualsiasi errore abbiano commesso, le donne non vanno mai castigate per le loro colpe. Questo è l’atteggiamento giusto per una persona saggia e un discepolo del Budda. Questa frase è nella parte del sutra in cui il re Ajatashatru, dopo aver ucciso suo padre, sta per fare lo stesso con sua madre, e i suoi ministri Jivaka e Chandraprabha lo rimproverano6.

                        Ricorda quanto i tuoi fratelli e le tue sorelle sono cari a tua madre, che continuerà a preoccuparsi per loro fino all’ultimo istante della sua vita. Se perdoni le loro mancanze e li tratti con gentilezza, alleggerirai il cuore di tua madre e ti comporterai con devozione filiale. Riflettici profondamente! Se tratti le altre persone con gentilezza, a maggior ragione dovresti essere gentile con i tuoi fratelli. Perché, se avrai dei guai, saranno loro che condivideranno il tuo destino. E se tu dovessi precederli nella morte, saranno quelli che rimarranno a piangerti. Tienilo a mente e sii particolarmente gentile con loro.

                          La ragione per cui ti parlo così non è altro che la seguente. Nel gioco chiamato sugoroku non puoi catturare una coppia di pietre se possiedi solo un dado. Un uccello non può volare con un’ala sola. Anche guerrieri coraggiosi come Masakado e Sadato non poterono realizzare i loro obiettivi da soli. Se pensi ai tuoi fratelli e alle tue sorelle come se fossero figli o seguaci e fai affidamento su di loro, e se il Sutra del Loto si diffonderà ampiamente e tu rimarrai in vita, essi diventeranno alleati devoti del sutra.

                            Nel palazzo imperiale di Kyoto, nel palazzo dell’ex imperatore, nella residenza dello shogun a Kamakura e in quella del reggente, già due volte in un solo anno sono scoppiati incendi, nel primo mese e di nuovo nel dodicesimo mese. Non sono eventi normali. In questi luoghi sono stati scelti come maestri religiosi i preti della dottrina della Vera parola che offendono l’insegnamento corretto, e questi uomini sono nemici del Sutra del Loto. Perciò le divinità celesti mandano ammonimenti, e il Sutra del Loto e le dieci fanciulle demoni li stanno avvisando [di cessare l’offesa alla Legge]. Se ci fosse un sincero pentimento da parte loro, probabilmente si potrebbe rimediare alla situazione. Le divinità celesti stanno infliggendo castighi così gravi perché sono seriamente preoccupate per il nostro paese.

                              Questo nostro paese è già stato attaccato da una potenza straniera che cerca di spodestare il sovrano e il suo popolo, e di distruggere cento, mille, diecimila templi e santuari del Budda e degli dèi. Gli esseri celesti assistono a tutto questo con occhi pieni di rammarico. Inoltre queste persone che offendono l’insegnamento corretto, vedendo altri che recitano coraggiosamente il nome del Sutra del Loto, cercano di minacciarne l’incolumità, e anche questo suscita l’ira delle divinità celesti.

                                Ah, è una cosa terribile, veramente terribile! Quest’anno devi valutare la situazione con sagacia. Se c’è qualche luogo nelle montagne o sulle rive del mare, qualche comunità sperduta nella quale puoi rifugiarti, dovresti rimanerci per il resto dell’anno. Quando il veggente Asita7 assistette alla nascita del Budda, si lamentò di essere già così vecchio, troppo vecchio.

                                  Con profondo rispetto,

                                    Nichiren

                                      Il venticinquesimo giorno del primo mese

                                        A Nakatsukasa Saemon-no-jo

                                            Cenni Storici

                                            Questa lettera fu scritta il venticinquesimo giorno del primo mese del 1278. Da tempo ormai Shijo Kingo era inviso al suo signore, Ema, a causa della sua fede negli insegnamenti di Nichiren Daishonin. In questa lettera il Daishonin si congratula con Kingo per aver riconquistato la fiducia di Ema e per quella che sembrava una svolta positiva della situazione. Il Daishonin però esprime la sua preoccupazione, citando il resoconto di un prete che aveva visto Kingo acquisire una posizione di primo piano nel seguito di Ema. L’anno precedente alcuni colleghi di Kingo avevano mosso false accuse nei suoi confronti, e il fatto che Kingo fosse rientrato nei favori di Ema avrebbe sicuramente suscitato la loro gelosia, rendendoli capaci di azioni sleali. Per questo motivo il Daishonin gli fa notare che proprio questo è il momento di prestare la massima attenzione, di stare all’erta e di essere cortese e premuroso con gli altri, citando l’esempio di Confucio che pensava nove volte prima di pronunciare una sola parola. L’anno successivo, nel 1279, in effetti ci fu un attentato alla vita di Kingo, dal quale egli riuscì a proteggersi. Il Daishonin consiglia anche a Shijo Kingo di essere affettuoso e indulgente con le donne della sua famiglia, e di sostenere i suoi fratelli minori mostrando considerazione nei loro confronti. Senza fiducia e unità tra i membri della famiglia, è difficile difendersi dai complotti dei nemici.

                                            Note

                                            1. Villaggio della provincia di Kai, chiamato anche Iino. In Lettera ad Akimoto si legge: «In Giappone ci sono sette regioni periferiche ed essa si trova in quella chiamata Tokaido che è costituita da quindici province. Una di queste è la provincia di Kai che comprende i tre distretti di Iino, Mimaki e Hakiri; Minobu si trova nel distretto di Hakiri» (Raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin, vol. 1, p. 908).
                                            2. Ikegami Uemon no Tayu Munenaka (m. 1293), il più anziano dei fratelli Ikegami (vedi anche p. 639).
                                            3. Probabilmente un discepolo di Nichiren Daishonin del quale si sa soltanto che viveva a Kamakura. Ema no Shiro, citato in seguito, è Hojo Chikatoki (vedi Ema nel Glossario).
                                            4. Shijo Kingo, il cui nome completo di titolo era Shijo Nakatsukasa Saburo Saemon-no-jo Yorimoto. Kingo è equivalente al titolo Saemon-no-jo.
                                            5. Aneddoto citato nelle Cronache dello storico. Tan, il Duca di Chou, era il fratello minore dell’imperatore Wu della dinastia Chou. Diede avvio a una serie di riforme e gettò le basi della dinastia. Era così desideroso di trovare persone capaci e di non trascurare nessuno, che riceveva i visitatori anche mentre si lavava i capelli o durante il pasto. Il Daishonin lo cita per spiegare l’importanza di essere prudenti e avere grande considerazione degli altri. Vedi anche Duca di Chou nel Glossario.
                                            6. Chandraprabha era un ministro di Bimbisara, re del Magadha, nell’antica India. Fu anche ministro di Ajatashatru, figlio di Bimbisara, quando egli salì al trono. Quando Ajatashatru, dopo aver ucciso il padre per usurparne il trono, tentò di uccidere anche sua madre, Chandraprabha, insieme a Jivaka, lo dissuase dal commettere quel crimine. Per Jivaka, vedi Glossario.
                                            7. Vedi Asita (2) nel Glossario.
                                            La Biblioteca di Nichiren
                                            istituto buddista italiano soka gakkai
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