319. Propagare la Legge al tempo appropriato
Minobu, 1279. Indirizzata a Nanjo Tokimitsu
Ho ricevuto il carico di riso brillato che mi hai inviato.
Tutte le cose, di qualunque genere, dipendono dal tempo. Parliamo di “boccioli in primavera e luna in autunno” perché sono cose appropriate al tempo.
Nel caso del Budda, egli apparve nel mondo per il Sutra del Loto, ma nei primi quarant’anni e più della sua vita d’insegnamento non lo predicò. La ragione, spiega il sutra stesso, è che «il tempo di insegnare così non era ancora venuto»1.
In estate ricevere una giacca pesantemente imbottita ci può far piacere, e anche in inverno ricevere una leggera veste estiva, ma di certo saremmo ancor più felici se ci regalassero la giacca imbottita in inverno e la veste leggera in estate! Il denaro è bene accetto quando abbiamo fame, e anche un dono imperiale quando abbiamo sete, ma di certo non sono paragonabili al cibo quando si ha fame, o a una bevanda quando si ha sete. Il ragazzo che donò al Budda una torta di fango, e perciò conseguì la Buddità2, e la persona che offrì un gioiello, e invece cadde nell’inferno3, illustrano questo principio.
Io, Nichiren, sono nato in questo paese del Giappone, non ho mai ingannato gli altri, non ho mai rubato, né commesso alcun reato. Sono un maestro della Legge in quest’ultima epoca, quasi privo di colpe. Ma, al tempo di un sovrano che favorisce gli affari civili, le arti militari saranno trascurate, e chi vive per i piaceri carnali non amerà le persone dalla morale rigida. Poiché io sono nato in un’epoca in cui si crede negli insegnamenti Nembutsu, Zen, della Vera parola, dei Precetti e propago il Sutra del Loto, sono odiato dal sovrano, dai ministri e dal popolo. E così alla fine vivo fra le montagne. Mi chiedo che progetti abbiano per me le divinità celesti.
La neve è ormai alta cinque piedi, e, come prima conseguenza, ostruisce i sentieri di montagna rendendo impossibile il passaggio; così nessuno viene più a visitarmi. Le vesti leggere che possiedo non riescono a ripararmi dal freddo, le scorte di cibo sono esaurite; sembrerebbe che la mia fine sia giunta. In un momento simile, il ricevere un dono come il tuo, che mi ha salvato la vita, è circostanza sia di gioia sia di lamento. Proprio quando mi ero rassegnato a morire di fame, il tuo dono è arrivato, come olio aggiunto a una lampada che non potrebbe rimanere ancora accesa a lungo. Che meraviglia, che piacere, che cuore generoso! Di certo deve essere stato il disegno del Budda Shakyamuni e del Sutra del Loto.
Con profondo rispetto,
Nichiren
Il ventisettesimo giorno del dodicesimo mese del secondo anno di Koan [1279]
Risposta a Ueno
Cenni Storici
Questa lettera, scritta da Minobu il ventisettesimo giorno del dodicesimo mese del 1279, è una risposta a Nanjo Tokimitsu, il quale aveva inviato al Daishonin due sacchi di riso. Poiché l’offerta di Tokimitsu era arrivata proprio nel momento in cui il Daishonin aveva urgente bisogno di cibo, egli inizia parlando dell’importanza del tempo.
Il Daishonin fa notare che il Budda Shakyamuni aspettò più di quarant’anni per propagare il Sutra del Loto, finché il tempo fosse quello adatto. Cita poi l’esempio dei doni che acquistano un valore ancora maggiore se vengono dati al momento giusto. In modo analogo egli afferma di propagare il Sutra del Loto nell’Ultimo giorno della Legge, che è l’epoca più appropriata, ma anche un’epoca in cui dominano gli insegnamenti erronei. Per questo motivo il Daishonin è stato perseguitato.
A Minobu il clima in inverno era molto rigido, ed era molto difficoltoso accedervi. A causa della neve alta il Daishonin si trovava spesso a corto di cibo e di rifornimenti. Egli chiarisce che il riso, che alimenta la vita, offerto da Tokimitsu è arrivato proprio quando egli aveva esaurito le scorte. Egli afferma che ciò «è circostanza sia di gioia sia di lamento», perché ormai era pronto a morire di fame. Infine il Daishonin loda il cuore generoso del suo discepolo che gli ha fornito il cibo, definendo quest’azione come il disegno del Budda Shakyamuni e del Sutra del Loto.