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48. Rimproverare l'offesa alla Legge e cancellare le colpe

RSND, VOLUME I

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Sado, 1273. Indirizzata a Shijo Kingo

Ho letto attentamente la tua lettera. Se lo dico la gente penserà che manco di modestia, ma anche in passato, quando fui esiliato nella provincia di Izu a causa del Sutra del Loto, mi rallegrai di cuore.

    Se, dal passato senza inizio a ora, fossi incorso in una condanna a causa del Sutra del Loto, sia che fossi sinceramente devoto o no, sarei forse nato ora come un misero essere comune? [Perciò, quando fui condannato all’esilio,] da una parte mi sentii abbattuto, ma, poiché era per il Sutra del Loto, mi rallegrai pensando che avrei potuto estinguere, almeno in piccola parte, le colpe delle passate esistenze. Tuttavia, le varie gravi colpe delle dieci azioni malvagie, le quattro colpe maggiori, le sei colpe maggiori, le otto colpe maggiori, le dieci colpe maggiori, i cinque peccati1 che condannano all’inferno di incessante sofferenza, l’offesa alla vera Legge e il peccato di incorreggibile miscredenza, che si sono accumulati sin dal passato senza inizio, devono essere più alti di un’enorme montagna, più profondi del grande mare.

      Quanto ai cinque peccati capitali, chi ne commette uno solo sarà condannato all’inferno di incessante sofferenza per un intero kalpa. Un kalpa è il tempo che ci vuole perché la durata della vita umana, diminuendo di un anno ogni cento anni, da ottantamila anni si riduca a dieci anni e poi, aumentando di un anno ogni cento anni, ritorni di nuovo a ottantamila anni2. Chi uccide il proprio genitore cadrà nell’inferno di incessante sofferenza per tutto questo tempo, subendo terribili pene senza un attimo di tregua.

        Quanto alla persona che offende il Sutra del Loto, se esteriormente manifesta ostilità anche senza sentirla veramente, se lo insulta anche per scherzo, se pur non disprezzando il sutra disprezza la persona che agisce in suo nome, il sutra dice che cadrà nell’inferno di incessante sofferenza per innumerevoli kalpa del tipo descritto sopra.

          Le persone che insultarono e colpirono il Bodhisattva Mai Sprezzante, all’inizio gli furono ostili, ma poi si convertirono e divennero suoi seguaci, guardandolo con ammirazione, tributandogli grande rispetto e onorandolo come fanno le divinità celesti con il signore Shakra, intimoriti al suo cospetto come noi di fronte al sole e alla luna. Ma, ciò nonostante, la grave colpa dell’offesa iniziale era difficile da estinguere e così furono condannati a rimanere mille kalpa nell’inferno Avichi e furono abbandonati dai tre tesori per duecento milioni di kalpa.

            Se paragonassimo i cinque peccati capitali e l’offesa alla Legge alle malattie, i cinque peccati capitali sarebbero come un colpo di sole il cui effetto è istantaneo: l’offesa alla Legge invece è come la lebbra bianca che all’inizio non sembra una cosa seria, ma poi a poco a poco diventa grave. Le persone che offendono la Legge nella maggioranza dei casi rinascono nell’inferno di incessante sofferenza, solo alcuni rinascono in uno dei sei sentieri inferiori. Se rinascono nel regno degli esseri umani, il sutra dice che saranno afflitti da povertà, bassa condizione sociale, lebbra bianca e così via.

              Io, Nichiren, guardandomi nel chiaro specchio del Sutra del Loto, vedo tutto con chiarezza: non c’è dubbio che nelle mie passate esistenze abbia offeso la Legge. Se non cancello questa colpa nella presente esistenza, come potrò evitare le sofferenze dell’inferno nel futuro?

                Come avrei potuto mettere insieme tutte le gravi colpe commesse epoca dopo epoca, sin dal lontanissimo passato, e annientarle tutte in questa esistenza, risparmiandomi così un grande dolore nel futuro? Riflettendo su questa domanda, mi è venuto in mente che ora, in questa epoca, le persone che offendono la Legge riempiono ogni provincia del paese e, per di più, il sovrano è il principale artefice di tale offesa. Se non cancello le mie pesanti colpe adesso, quando potrò mai farlo?

                  Ora se io, Nichiren, persona insignificante, fossi andato in giro a dirlo per tutto il Giappone, innumerevoli persone appartenenti alle quattro categorie di buddisti che seguono dottrine errate, avrebbero subito unito le loro innumerevoli voci per parlar male di me. Allora il sovrano del paese, alleato con i preti che offendono la Legge, mi avrebbe odiato e fatto decapitare o condannare all’esilio. Se tali eventi si fossero ripetuti più volte, allora le gravi colpe accumulate in innumerevoli kalpa sarebbero state cancellate nell’arco di una sola esistenza. Tale era il grande piano che avevo concepito e che si sta realizzando senza la minima deviazione. Poiché ora mi trovo in tale situazione, [condannato all’esilio], il mio grande desiderio è stato esaudito.

                    Tuttavia, non essendo che una persona comune, a volte ho avuto dei rimpianti. E, se persino io ho avuto tali sentimenti, ancor più li avrà provati una donna [come tua moglie] che ignora tali questioni; tu e tua moglie non conoscete a fondo gli insegnamenti e mi sono addolorato pensando a quanto avrete dovuto rimpiangere la scelta di seguire Nichiren. Eppure, al contrario di quanto mi aspettavo, ho saputo che la vostra dedizione alla fede è ancor più salda della mia; questa è una cosa straordinaria! Mi chiedo se il Budda Shakyamuni stesso non sia entrato nel vostro cuore e mi è difficile trattenere lacrime di commozione.

                      Il Gran Maestro Miao-lo afferma nel suo commentario (Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto”, volume sette): «Perciò sappiamo che se qualcuno, nell’ultima epoca, è in grado di ascoltare la Legge anche per breve tempo e, dopo averla ascoltata, prende fede in essa, è a causa dei semi piantati in esistenze precedenti». E dice anche (Annotazioni su “Grande concentrazione e visione profonda”, volume due): «Essendo nato alla fine del Medio giorno della Legge, ho potuto contemplare queste parole di verità del sutra. Se non si è piantata la mistica causa [in una precedente esistenza], sono veramente difficili da incontrare».

                        Durante i suoi quarant’anni e più di insegnamento, il Budda Shakyamuni tenne segreti i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo e inoltre si astenne dal parlarne anche quando predicò i primi quattordici capitoli del Sutra del Loto, o insegnamento transitorio; solo nel capitolo “Durata della vita” parlò esplicitamente dei due caratteri di renge [che rappresentano i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo e] che indicano l’effetto originale e la causa originale3. Il Budda non affidò questi cinque caratteri a Manjushri, Virtù Universale, a Maitreya o a Re della Medicina, né ad altri del loro gruppo, ma convocò dalla grande Terra della Luce Tranquilla i Bodhisattva della Terra, Pratiche Superiori, Pratiche Illimitate, Pratiche Pure e Pratiche Salde e i loro seguaci, e trasmise i cinque caratteri a loro.

                          Non fu una cerimonia ordinaria: il Tathagata Molti Tesori, che vive nel mondo della Purezza Preziosa, fece la sua comparsa seduto in una torre emersa dalla terra e ornata di sette tipi di gemme. Il Budda Shakyamuni purificò quattrocento miliardi di nayuta di mondi, oltre a quelli di questo sistema maggiore di mondi, vi piantò filari di alberi ingioiellati alti cinquecento yojana, a un tiro di freccia l’uno dall’altro, pose sotto ogni albero ingioiellato un trono di leone alto cinque yojana e vi fece sedere tutti i Budda delle dieci direzioni che erano sue emanazioni.

                            Quindi il Tathagata Shakyamuni, toltasi la veste polverosa, aprì la torre preziosa e sedette accanto al Tathagata Molti Tesori. Era come se il sole e la luna fossero apparsi fianco a fianco nel cielo azzurro, come se il re celeste Shakra e il re Nato dalla Sommità del Capo4 stessero insieme nella Sala della Buona Legge. Manjushri e gli altri bodhisattva di questo mondo, il Percettore dei Suoni del Mondo e i bodhisattva di altri mondi erano radunati come nuvole nello spazio in tutte le dieci direzioni, come tante stelle che riempiono il cielo.

                              A quel tempo erano riuniti in quel luogo, numerosi come i granelli di polvere dei mondi delle dieci direzioni, i grandi bodhisattva Saggezza del Dharma, Foresta di Meriti, Vessillo di Diamante, Forziere di Diamante e altri, che apparvero nei sette luoghi e nelle otto assemblee del Sutra della Ghirlanda di fiori5 e che erano discepoli del Budda Vairochana che siede sul piedistallo di loto dei mondi delle dieci direzioni; i Budda e i bodhisattva radunati come nuvole nella Sala del Grande Tesoro in cui furono predicati i sutra del periodo Corretto ed equo; Subhuti, Shakra e i mille Budda riuniti per udire i sutra della Saggezza; i quattro Budda e i quattro bodhisattva6 che fanno parte dei nove venerabili sul loto a otto petali del Sutra di Mahavairochana; i trentasette venerabili7 del Sutra della Corona di diamanti; i Budda e i bodhisattva del regno dei fenomeni nelle dieci direzioni che si radunarono a Kushinagara per ascoltare il Sutra del Nirvana. Manjushri, Maitreya e gli altri riconobbero tutti questi personaggi e parlarono con loro, perciò è evidente che i grandi bodhisattva [come Manjushri e Maitreya] erano abituati alla loro presenza.

                                Fu in simili circostanze che i quattro bodhisattva emersero dalla terra. Il Bodhisattva Manjushri, del cui insegnamento il Budda Shakyamuni fu il nono erede8 e che è la madre dei Budda delle tre esistenze9, e il Bodhisattva Maitreya, che nella sua prossima esistenza succederà a Shakyamuni, accanto a quei bodhisattva sembravano del tutto privi d’importanza. Erano come umili taglialegna in un gruppo di nobili e alti funzionari o come scimmie sedute accanto a leoni.

                                  Dopo aver convocato i quattro bodhisattva, il Budda Shakyamuni affidò loro i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo. Anche questo affidamento non fu un evento ordinario: il Budda manifestò i dieci poteri sovrannaturali e quando estese in alto la larga e lunga lingua fino a toccare il limite del mondo della forma, tutti gli altri Budda fecero lo stesso e le loro lingue sovrastarono i quattrocento miliardi di nayuta di mondi simili a cento, mille, diecimila, centomila rossi arcobaleni che riempivano il cielo. Fu uno spettacolo meraviglioso!

                                    In questo modo il Budda mostrò le meraviglie dei dieci poteri sovrannaturali e, in quello che è chiamato trasferimento dell’essenza del sutra, estrasse il nucleo fondamentale del Sutra del Loto e lo trasmise ai quattro bodhisattva raccomandando loro con fervore di consegnarlo dopo la sua morte a tutti gli esseri delle dieci direzioni. Dopo di che, manifestando un altro potere sovrannaturale10, affidò questo sutra e tutti i sacri insegnamenti da lui predicati a Manjushri e agli altri bodhisattva di questo e di altri mondi, alle persone dei due veicoli, agli esseri umani e celesti, alle divinità drago e agli altri.

                                      Questi cinque caratteri di Myoho-renge-kyo non furono affidati nemmeno a Mahakashyapa, a Shariputra o ad altri discepoli che avevano seguito il Budda sin dall’inizio come l’ombra segue il corpo. Ma a parte costoro, perché il Budda rifiutò di affidarli a bodhisattva come Manjushri e Maitreya? Anche ammesso che mancassero di capacità, non avrebbe dovuto respingerli. La questione presenta molti aspetti oscuri. Comunque, i bodhisattva di altri mondi furono respinti perché avevano uno scarso legame con questo mondo o perché, pur appartenendo al mondo di saha, i loro rapporti con questo mondo erano troppo recenti; in altri casi furono respinti perché, pur essendo discepoli del Budda, non erano stati suoi discepoli al tempo in cui sorse in lui l’aspirazione all’illuminazione e la ottenne, nel remoto passato. Dunque, nessuno di coloro che erano stati suoi discepoli durante i quarant’anni e più che precedettero la predicazione del Sutra del Loto o durante la predicazione dell’insegnamento transitorio, i primi quattordici capitoli del Sutra del Loto, poteva dirsi un discepolo originale. Dal sutra si comprende che solo questi quattro bodhisattva erano stati discepoli di Shakyamuni, signore degli insegnamenti, sin da un passato distante tanti kalpa quanti i granelli di polvere di innumerevoli sistemi maggiori di mondi e che, da quando sorse in lui l’aspirazione all’illuminazione e la ottenne, non avevano seguito nessun altro Budda e non avevano avuto bisogno di ascoltare i due insegnamenti [originale e transitorio].

                                        T’ien-t’ai afferma: «La grande assemblea vide solo i Bodhisattva della Terra formulare questo voto solenne»11, e inoltre: «[Il Budda disse dei Bodhisattva della Terra]: “Questi sono miei discepoli destinati a propagare la mia Legge”»12. Miao-lo dice: «I figli propagheranno la Legge del padre»13. Tao-hsien dice: «La Legge che vi è contenuta [nel Sutra del Loto] è la Legge realizzata infiniti kalpa fa e perciò fu affidata a coloro che erano stati discepoli del Budda infiniti kalpa fa»14. Così, i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo furono affidati a questi quattro bodhisattva.

                                          Tuttavia, dopo la scomparsa del Budda, nei mille anni del Primo giorno della Legge, nei mille anni del Medio giorno e nei duecentoventi anni e più trascorsi dall’inizio dell’Ultimo giorno, questi quattro bodhisattva non sono apparsi una sola volta né in India, Cina o Giappone, né in nessun altro luogo di Jambudvipa. Come mai?

                                            Il Bodhisattva Manjushri, benché non gli fosse stata direttamente affidata [la missione di propagare la Legge], dopo la morte del Budda rimase per quattrocentocinquant’anni in questo mondo per diffondere i sutra mahayana e anche in seguito discese più volte dal monte Fragrante o dal monte Chiaro e Fresco, sotto forma di un monaco eminente per propagare gli insegnamenti buddisti15.Il Bodhisattva Re della Medicina riapparve come il Gran Maestro T’ien-t’ai, il Bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo come il Gran Maestro Nan-yüeh16 e il Bodhisattva Maitreya divenne Fu Ta-shih17. Inoltre, Mahakashyapa e Ananda propagarono gli insegnamenti del Budda dopo la sua morte per venti e quarant’anni rispettivamente. Eppure, in tutto questo tempo i legittimi eredi del Budda ai quali era stato affidato [l’insegnamento di Myoho-renge-kyo] non erano ancora apparsi.

                                              Durante questo periodo di duemiladuecento anni e più, sovrani saggi e sovrani santi hanno venerato come loro oggetto di culto immagini dipinte o scolpite in legno di Shakyamuni, il signore degli insegnamenti. Ma, benché abbiano rappresentato i Budda dell’insegnamento hinayana e mahayana; dei sutra della Ghirlanda di fiori, del Nirvana e della Meditazione; dell’insegnamento transitorio del Sutra del Loto e del Sutra di Virtù Universale; del Sutra di Mahavairochana e di altri sutra della Vera parola, e i Budda Shakyamuni e Molti Tesori del capitolo “Torre preziosa”, in nessun tempio di montagna o monastero è mai stato raffigurato il Budda del capitolo “Durata della vita”. È difficile capire perché ciò sia avvenuto.

                                                Il Tathagata Shakyamuni designò come tempo per la propagazione del Sutra del Loto l’ultimo periodo di cinquecento anni, e non i duemila anni del Primo e Medio giorno. Il Gran Maestro T’ien-t’ai affermò che la propagazione doveva avvenire in futuro dicendo: «Nel quinto periodo di cinquecento anni la mistica via si diffonderà e porterà benefici al genere umano per un lungo tempo futuro»18. Il Gran Maestro Dengyo scrisse: «Il Primo e Medio giorno sono quasi trascorsi e l’Ultimo giorno si avvicina»19, giudicando che la fine del Medio giorno non era il tempo della propagazione del Sutra del Loto.

                                                  Dobbiamo pensare che i grandi bodhisattva numerosi come i granelli di polvere di mille mondi che emersero dalla terra intendano rimanere zitti e fermi e non tengano fede alla promessa fatta quando Shakyamuni, Molti Tesori e i Budda delle dieci direzioni affidarono loro la dottrina?

                                                    Anche i saggi delle scritture non buddiste sanno che bisogna aspettare il tempo adatto, come il cuculo che canta solo al quarto e quinto mese. Ugualmente si legge nel sutra che anche questi grandi bodhisattva non possono apparire prima dell’Ultimo giorno della Legge.

                                                      Perché dico questo? Secondo le scritture buddiste e non buddiste, prima che un certo evento accada, appare sempre un presagio. Si dice che il ragno che tesse la tela annunci qualcosa di piacevole e il canto della gazza l’arrivo di un visitatore. E se anche tali eventi di poca importanza sono preceduti da presagi, a maggior ragione lo saranno avvenimenti di grande importanza. Anche i sei eventi fausti descritti nella “Introduzione” del Sutra del Loto sono presagi molto più grandi di tutti gli altri apparsi nell’intera vita del Budda Shakyamuni. E i grandi presagi descritti nel capitolo “Emergere dalla Terra”20 sono di gran lunga più grandi di quelli.

                                                        Perciò T’ien-t’ai dice: «Osservando la furia della pioggia possiamo capire la mole del drago che l’ha causata, e osservando la fioritura del loto possiamo capire la profondità dello stagno in cui cresce»21. Miao-lo afferma: «I sapienti sanno percepire l’origine delle cose, come i serpenti conoscono la via dei serpenti»22.

                                                          Ora anch’io, interpretando il significato dei presagi, diventerò uno dei sapienti. Il grande terremoto avvenuto nel primo anno dell’era Shoka (1257), segno ciclico hinoto-mi, il ventitreesimo giorno dell’ottavo mese nel passaggio fra l’ora del cane e quella del cinghiale [alle ventuno circa], e la grande cometa apparsa il quarto giorno del settimo mese23 del primo anno dell’era Bun’ei (1264), segno ciclico kinoe-ne, sono grandi presagi come mai si erano verificati durante i duemiladuecento anni e più dalla morte del Budda. Mi chiedo se questi segni importanti non stiano a indicare che quei grandi bodhisattva stanno per comparire in questo mondo a portare la grande Legge.

                                                            Onde alte dieci piedi non si sollevano in un laghetto largo un piede e il ragliare di un asino non fa alzare il vento. Benché il governo del Giappone oggi sia nel caos e la popolazione si disperi, queste condizioni da sole non potrebbero causare la comparsa di tali grandi presagi. Nessun altro ha compreso che questi grandi presagi stanno ad annunciare che il Sutra del Loto, benché estinto, è in realtà eterno24.

                                                              Durante i duemila anni e più [dalla scomparsa del Budda], vi sono stati cattivi governanti maledetti dai loro sudditi e traditori odiati da tutti. Ma Nichiren, benché non sia colpevole di alcun crimine, è stato maledetto e insultato senza tregua per più di vent’anni, assalito con spade e bastoni, con cocci e detriti da persone di alto e basso rango. Non si tratta di un evento ordinario.

                                                                Il mio caso è simile a quello del Bodhisattva Mai Sprezzante che, verso la fine della Legge del Budda Re Suono Maestoso, fu perseguitato e insultato per molti anni. Inoltre il Budda Shakyamuni, citando l’esempio di questo bodhisattva, predisse che dopo la sua morte, nell’Ultimo giorno della Legge, gli eventi si sarebbero svolti come al tempo di Mai Sprezzante. Eppure, né qui in Giappone né nella lontana terra della Cina, una cosa del genere si è mai verificata per la causa del Sutra del Loto.

                                                                  Poiché la gente mi odia, non parla di questo; se ne parlo io, può sembrare che mi voglia vantare. Tuttavia, se non ne parlassi sarei colpevole di rendere vane le parole del Budda. Parlo di questo poiché la strada di un saggio è di attribuire poca importanza alla propria vita e molta alla Legge.

                                                                    Io, Nichiren, sono simile al Bodhisattva Mai Sprezzante. Se il governante di un paese uccide i suoi genitori o un umile suddito uccide suo padre e sua madre, benché fra gli assassini vi sia una grande differenza di posizione sociale, il crimine è identico ed entrambi cadranno nell’inferno della sofferenza incessante. Allo stesso modo, benché il Bodhisattva Mai Sprezzante e io siamo a livelli differenti, eseguiamo la stessa azione. Perciò, se il Bodhisattva Mai Sprezzante è destinato a conseguire la Buddità, non c’è dubbio che anch’io otterrò il frutto della Buddità.

                                                                      Il Bodhisattva Mai Sprezzante fu perseguitato da monaci arroganti che osservavano tutti i duecentocinquanta precetti. Io, Nichiren, sono calunniato e insultato da Ryokan, noto come il massimo osservante dei precetti. I monaci che maledissero Mai Sprezzante, anche se alla fine divennero suoi discepoli, dovettero soffrire nell’inferno Avichi per mille kalpa. Ma Ryokan non ha ancora ricercato i miei insegnamenti e quindi non so che sarà di lui; potrebbe essere destinato a soffrire nell’inferno per innumerevoli kalpa. Che cosa pietosa!

                                                                        Domanda: A proposito del grande terremoto dell’era Shoka, nella tua lettera di rimostranza Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese che hai affidato al prete laico Yadoya per sottoporlo a Sua signoria, il defunto prete laico del Saimyo-ji, il sedicesimo giorno del settimo mese del primo anno dell’era Bunno (1260), segno ciclico kanoe-saru, hai espresso l’opinione che il cielo e la terra erano adirati perché il popolo giapponese stava distruggendo il Buddismo facendo affidamento su Preferire il Nembutsu a qualsiasi altra cosa di Honen e che questo errore avrebbe portato alla ribellione interna e all’invasione da parte di un paese straniero. Ma ora dici che il terremoto era il fausto presagio della propagazione del Sutra del Loto. Come spieghi queste differenti interpretazioni?

                                                                          Risposta: Questa è una buona domanda. Il quarto volume del Sutra del Loto dice: «E poiché odio e gelosia nei confronti di questo sutra abbondano perfino mentre il Tathagata è nel mondo, quanto peggio sarà dopo la sua scomparsa?»25 e, nel settimo volume, riferendosi all’odio e alla gelosia molto maggiori dopo la sua morte, dice: «Dopo la mia estinzione, nell’ultimo periodo di cinquecento anni, dovrai diffonderlo in tutto Jambudvipa»26. Quindi, l’odio che abbonda dopo la sua morte si manifesterà nel quinto periodo di cinquecento anni quando si propagherà Myoho-renge-kyo. E nel passo immediatamente successivo ci avverte del pericolo rappresentato da «demoni malvagi, gente demoniaca, esseri celesti, draghi, yaksha o demoni kumbhanda».

                                                                            Quando il capo dei preti Hsing-man posò gli occhi sul Gran Maestro Dengyo, esclamò: «Le sacre parole non andranno perse. Ora ho incontrato questo uomo e trasferirò a questo acharyavenuto dal Giappone tutte le dottrine da me apprese»27. La situazione attuale è la stessa. Adesso, all’inizio dell’Ultimo giorno della Legge, è giunto il tempo di propagare i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo affinché tutta la gente del Giappone possa ricevere il seme della Buddità.

                                                                              Quando un’umile serva rimane incinta del figlio del re, le altre donne saranno gelose; quando un umile uomo riceve una gemma della corona reale, è inevitabile che sorgano grossi problemi. Il sutra dice: «Nel mondo dovrà fronteggiare molta ostilità e sarà difficile credervi»28.

                                                                                Il Sutra del Nirvana afferma: «Se un santo viene perseguitato, il paese in cui vive sarà attaccato da altri paesi». Il Sutra dei Re benevolenti dice la stessa cosa. Se io, Nichiren, vengo attaccato, grandi calamità pioveranno dal cielo, dalla terra e dalle quattro direzioni, zampilleranno come fontane, si avventeranno come grandi ondate. Se i numerosi preti, quelle orde di locuste che affliggono il paese, e i ministri al governo persistono a insultarmi e ad accusarmi sempre di più, saremo colpiti da disastri di sempre maggior gravità.

                                                                                  Quando un asura scoccò una freccia contro il dio Shakra, questa rimbalzò e gli trafisse l’occhio e quando gli uccelli garuda tentarono di attaccare il re drago Anavatapta, dai loro corpi scaturirono fiamme che li consumarono. Il devoto del Sutra del Loto è forse inferiore a Shakra o al re drago Anavatapta?

                                                                                    Il Gran Maestro Chang-an dice: «Chi distrugge o crea confusione nell’insegnamento del Budda, lo sta tradendo. Se uno è amico di una persona, ma manca della compassione di correggerla, in realtà è un suo nemico»29. Egli scrisse inoltre: «Chi la libera dal male sta agendo come un genitore»30.

                                                                                      Tutte le persone del Giappone sono state ingannate dalle assurde affermazioni di Honen di “scartare, chiudere, ignorare e abbandonare” [il Sutra del Loto] o dalla scuola Zen che definisce la propria dottrina una “trasmissione separata al di fuori dei sutra” e dunque non ne esiste nemmeno una che non sia destinata a cadere nella grande fortezza dell’inferno di incessante sofferenza. Per questa ragione per più di vent’anni io non ho smesso di gridarlo a gran voce, senza paura né dei governanti né della gente comune. In questo non sono inferiore ai ministri Kuan Lung-feng e Pi Kan. Io sono come Percettore dei Suoni del Mondo dalle mille braccia, il bodhisattva di grande compassione, che cerca di salvare tutti in una volta gli esseri confinati nell’inferno di incessante sofferenza.

                                                                                        In un incendio, i genitori vorrebbero portare in salvo tutti insieme i numerosi figli ma, avendo solo due braccia, devono decidere quale salvare prima e quale dopo. Il Sutra del Loto è come un genitore con mille braccia, diecimila braccia, o un milione di braccia. I sutra predicati prima del Sutra del Loto hanno solo un braccio o due, mentre il Sutra del Loto, che ha «convertito tutti gli esseri viventi e li ha fatti entrare tutti nella via del Budda»31, è un bodhisattva dalle innumerevoli braccia.

                                                                                          Attenendoci al Sutra del Loto e ai commentari di Chang-an, Nichiren è il padre e la madre compassionevole di tutto il popolo giapponese. Il cielo è alto, ma ha orecchi acuti con le quali udire; la terra è spessa, ma ha occhi acuti con cui osservare. Il cielo e la terra ormai sanno [qual è la situazione]. Io, il padre e la madre di tutta la popolazione, vengo insultato, maledetto e mandato in esilio. Gli abusi del governo in questi ultimi due o tre anni sono senza precedenti e vanno oltre i limiti della ragione.

                                                                                            Leggendo la lettera in cui esprimi la tua devozione filiale per la defunta madre, mi sono tanto commosso che non ho potuto trattenere le lacrime.

                                                                                              Molto tempo fa in Cina c’erano cinque giovani, fra i quali Yüan-chung32. Pur essendo estranei, di diversi distretti e con diversi cognomi, essi giurarono di essere come fratelli e di andare sempre d’amore e d’accordo. Col tempo accumularono tremila tesori.

                                                                                                Tutti e cinque però si crucciavano di essere orfani di madre e, quando lungo una strada s’imbatterono in una donna anziana, decisero di onorarla come loro madre e per ventiquattro anni assecondarono ogni suo desiderio.

                                                                                                  Un giorno la madre cadde improvvisamente malata e perse l’uso della parola. I cinque figli si rivolsero al cielo dicendo: «I nostri sforzi per prenderci cura di nostra madre non sono stati apprezzati e nostra madre è stata colpita da una malattia che le impedisce di parlare. Se il cielo apprezza il nostro spirito filiale, preghiamo che renda a nostra madre l’uso della parola».

                                                                                                    In quel momento la madre parlò ai cinque figli: «Nel passato ero la figlia di un uomo chiamato Yang Meng del distretto di T’ai-yüan. Sposai Chang Wen-chien dello stesso distretto, ma egli morì. Avevo un figlio, di nome Wu-i, ma, quando ebbe sette anni, scoppiò una rivolta nella regione e non so cosa sia stato di lui. Voi, miei cinque figli, vi siete presi cura di me per ventiquattro anni, ma non vi ho mai parlato di questo. Mio figlio Wu-i aveva il segno delle sette stelle dell’Orsa Maggiore sul petto e un neo nero sulla pianta del piede destro». Finito di parlare, la donna morì.

                                                                                                      Mentre i cinque figli accompagnavano la madre alla sepoltura, incontrarono lungo la strada il magistrato del distretto. Al magistrato cadde una borsa contenente importanti documenti e i cinque giovani furono accusati di averla rubata e portati in prigione. Quando il magistrato li interrogò e chiese chi fossero, i cinque giovani raccontarono quanto avevano appreso dalla madre.

                                                                                                        Al che il magistrato scese a precipizio dal suo seggio, volse gli occhi al cielo e si chinò a terra in lacrime. Liberati i cinque dai ceppi, li condusse al suo seggio e disse: «Io sono Wu-i e voi vi siete presi cura di mia madre. In questi ventiquattro anni ho goduto di molti piaceri, ma poiché pensavo sempre a mia madre, non li ho assaporati veramente». Quindi presentò i cinque al governante e ognuno fu nominato capo di una prefettura.

                                                                                                          Se persino degli estranei furono ricompensati per aver trattato tutti insieme un’altra persona come un genitore, ancor più lo saranno fratelli e sorelle che amorevolmente si prendono cura del proprio padre e della propria madre. Come può il cielo non approvarli?

                                                                                                            Puro Forziere e Puro Occhio grazie al Sutra del Loto guidarono all’illuminazione il loro padre che aveva idee erronee. Devadatta era nemico del Budda e i sutra dei primi quarant’anni di predicazione lo condannavano. Il momento della sua morte fu terribile: la terra si aprì ed egli cadde nell’inferno di incessante sofferenza. Ma nel Sutra del Loto fu richiamato e ricevette la predizione che sarebbe diventato il Tathagata Re del Cielo. Il re Ajatashatru uccise il proprio padre, ma prima che il Budda entrasse nel nirvana, udì gli insegnamenti del Sutra del Loto e poté sottrarsi alle sofferenze dell’inferno Avichi.

                                                                                                              La provincia di Sado sembra il regno delle bestie ed è piena di seguaci di Honen che mi odiano cento, mille, diecimila, un milione di volte più di quanto mi odiavano quelli di Kamakura. Non so mai se sopravviverò fino all’indomani. Ma, grazie al vostro caloroso sostegno, sono riuscito a sopravvivere fino a oggi. Giudicando da ciò, suppongo che, poiché Shakyamuni, Molti Tesori, tutti i Budda e i grandi bodhisattva delle dieci direzioni fanno offerte e tributano rispetto al Sutra del Loto, essi stessi stiano informando [delle tue azioni] i tuoi genitori in ogni ora del giorno e della notte. E anche il fatto che ora godi del favore del tuo signore, dev’essere una conseguenza della compassionevole protezione dei tuoi genitori.

                                                                                                                Non pensare ai tuoi fratelli come fratelli, ma come ai tuoi stessi figli. È vero che vi sono alcuni figli come i giovani gufi che pare mangino la propria madre, o come le belve chiamate hakei che spiano l’occasione per divorare il proprio padre. Benché tuo figlio Shiro33sia devoto ai propri genitori, se è una persona malvagia, non puoi farci niente. Ma anche un estraneo, se riesci a comunicare con lui cuore a cuore, potrà mettere a rischio la propria vita per te. Se tratti i tuoi fratelli minori come figli, potranno diventare tuoi alleati per tutta la vita e, naturalmente, ciò farà buona impressione anche sugli altri. Se consideri le tue sorelle minori come figlie, come potranno non risponderti con devozione filiale?

                                                                                                                  Quando sono stato esiliato qui, pensavo che nessuno sarebbe venuto a trovarmi, invece è venuto un gruppo di sette od otto persone e, se non fosse stato per la tua considerazione, non avrei saputo come provvedere a loro. Sono sicuro che ciò è dovuto unicamente al fatto che i caratteri del Sutra del Loto hanno preso possesso dei vostri corpi al fine di aiutarci. Sto pregando con tanta convinzione come se dovessi accendere il fuoco con legna bagnata o estrarre l’acqua dal terreno riarso, affinché, nonostante questa sia un’epoca di disordini, il Sutra del Loto e le dieci fanciulle demoni proteggano ciascuno di voi. Avrei molte altre cose da dire, ma mi fermo qui.

                                                                                                                    Nichiren

                                                                                                                      Risposta a Shijo Kingo

                                                                                                                          Cenni Storici

                                                                                                                          Nichiren Daishonin scrisse questa lettera dall’isola di Sado, nel 1273, al suo devoto seguace Shijo Kingo, che viveva a Kamakura. Pur trovandosi in esilio, il Daishonin afferma di provare un’immensa gioia perché è stato condannato per aver denunciato gli errori di coloro che offendevano il Sutra del Loto; affrontando questa grande prova per amore del sutra, egli è certo di poter sradicare in questa vita il karma negativo accumulato dal remoto passato. Sta riferendosi al principio di “rimproverare l’offesa alla Legge e cancellare le colpe” che dà il titolo alla lettera.

                                                                                                                          Quando il Budda Shakyamuni predicò il Sutra del Loto trasmise i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo, l’essenza del suo insegnamento, solo ai Bodhisattva della Terra. Sebbene non lo affermi esplicitamente, il Daishonin lascia qui intendere di essere colui che sta portando avanti la missione di quei bodhisattva di propagare l’essenza del Sutra del Loto.

                                                                                                                          Successivamente, il Daishonin paragona se stesso al Bodhisattva Mai Sprezzante che appare nel Sutra del Loto, il quale riveriva tutte le persone che incontrava come futuri Budda e in cambio riceveva percosse e insulti. Il fatto che Nichiren stia incontrando persecuzioni a causa del Sutra del Loto, proprio come accadde al Bodhisattva Mai Sprezzante, indica che è il vero devoto del sutra nell’Ultimo giorno della Legge.

                                                                                                                          Il Daishonin scioglie poi l’apparente contraddizione tra quanto da lui stesso sostenuto in Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese, dove interpretava calamità e disastri come effetto delle dottrine errate e fuorvianti seguite dalla popolazione, e quanto sta sostenendo ora: che gli sconvolgimenti che colpiscono il paese sono segnali che preannunciano la diffusione del Sutra del Loto. Il Daishonin chiarisce che non c’è contraddizione. Da una parte, infatti, i disastri si verificano quando, essendo giunto il momento della propagazione del Sutra del Loto, la gente persiste nell’attaccamento agli insegnamenti provvisori che non si accordano più ai tempi. D’altra parte, quando il devoto del Sutra del Loto che propaga l’insegnamento corretto viene perseguitato per aver denunciato questi errori, le grandi calamità sono inevitabili. Il Daishonin aggiunge che, nel denunciare gli errori delle altre scuole, egli ha agito esclusivamente con spirito compassionevole, poiché, come afferma Chang-an: «Chi libera una persona dal male sta agendo come un genitore».

                                                                                                                          Nella parte finale della lettera loda la devozione di Shijo Kingo per la madre defunta, spiegando che un simile buon comportamento filiale non mancherà di essere ricompensato. Conclude esprimendo gratitudine a Shijo Kingo e alla sua famiglia per le loro continue offerte che gli hanno permesso di sopravvivere nelle condizioni proibitive dell’esilio a Sado.

                                                                                                                          Note

                                                                                                                          1. Cinque peccati capitali: uccidere il padre, uccidere la madre, uccidere un arhat, ferire un Budda e creare disunità nell’ordine buddista.
                                                                                                                          2. Secondo l’antica cosmologia indiana, la durata della vita umana è soggetta a periodi ciclici di diminuzione e di accrescimento. Secondo il calcolo qui esposto un kalpa corrisponderebbe a 15.998.000 anni.
                                                                                                                          3. Effetto originale e causa originale: l’illuminazione ottenuta dal Budda nel remoto passato e la causa della sua illuminazione. Effetto originale, o vero effetto, indica anche il mondo di Budda e causa originale, o vera causa, i nove mondi; entrambi sono eternamente presenti nella vita. Nella Legge di Myoho-renge-kyo sono contenuti simultaneamente sia la causa sia l’effetto.
                                                                                                                          4. Nato dalla Sommità del Capo: Murdhagata o Mandhata in sanscrito, appare in numerosi sutra. Si dice che fosse nato dalla sommità della testa del re Uposatha. Divenne un re che mette in moto la ruota d’oro, regnò sui quattro continenti intorno al monte Sumeru e infine ascese al cielo dei trentatré dèi in cima al monte Sumeru dove fu accolto dal dio Shakra che lo fece sedere accanto a sé nella Sala della Buona Legge, posta a sud-ovest del suo palazzo, Gioia per gli Occhi, nel cielo dei trentatré dèi.
                                                                                                                          5. La predicazione del Sutra della Ghirlanda di fiori si svolse in otto assemblee successive in sette diversi luoghi; ebbe inizio nel luogo dell’illuminazione di Shakyamuni e poi si spostò in vari cieli.
                                                                                                                          6. Quattro Budda e quattro bodhisattva: i Budda e i bodhisattva raffigurati nella corte del loto a otto petali che appare al centro del mandala del regno del Grembo. Il Budda Mahavairochana siede al centro del fiore di loto.
                                                                                                                          7. Trentasette venerabili: i cinque Budda con al centro Mahavairochana e i trentadue bodhisattva descritti nel Sutra della Corona di diamanti.
                                                                                                                          8. Nella “Introduzione” del Sutra del Loto si narra che nel lontano passato Manjushri apparve come un bodhisattva di nome Luce Meravigliosa, discepolo del Budda Splendore del Sole e della Luna che aveva continuato ad abbracciare il Sutra del Loto, esposto dal suo maestro, anche dopo la morte di quest’ultimo. Luce Meravigliosa condusse all’illuminazione gli otto figli che Splendore del Sole e della Luna aveva generato prima di rinunciare al mondo. L’ultimo degli otto a conseguire la Buddità si chiamava Fiaccola Ardente, sotto il quale Shakyamuni praticò il sutra per ottenere l’illuminazione in una precedente esistenza. In questo senso Shakyamuni fu il “nono erede” dell’insegnamento di Manjushri.
                                                                                                                          9. Il Sutra dell’Osservazione della mente come la terra e altri sutra definiscono Manjushri “madre di tutti i Budda” perché rappresenta la suprema saggezza necessaria per ottenere l’illuminazione.
                                                                                                                          10. All’inizio del capitolo “Affidamento”, il ventiduesimo del Sutra del Loto, Shakyamuni dà un leggero colpo con la mano destra sul capo degli innumerevoli bodhisattva presenti e poi trasferisce il Sutra del Loto a tutti loro.
                                                                                                                          11. Parole e frasi del Sutra del Loto.
                                                                                                                          12. Ibidem.
                                                                                                                          13. Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto”.
                                                                                                                          14. Supplemento a “Parole e frasi del Sutra del Loto”.
                                                                                                                          15. Secondo il Sutra del Nirvana di Manjushri, quattrocentocinquant’anni dopo la scomparsa del Budda, il Bodhisattva Manjushri si recò sulle Montagne Nevose dove espose gli insegnamenti buddisti a cinquecento eremiti. Quindi, assumendo l’aspetto di un monaco, scese dalle montagne e guidò molti alla salvezza. In seguito visse in uno stupa sul monte Fragrante (sans. Gandha-madana) a nord delle Montagne Nevose. Secondo il Sutra della Ghirlanda di fiori, Manjushri visse sul monte Chiaro e Fresco (cin. Ch’ing-liang) a est, che in seguito venne identificato con il monte Wu in Cina.
                                                                                                                          16. La ricomparsa di Re della Medicina e Percettore dei Suoni del Mondo, rispettivamente come T’ien-t’ai e Nan-yüeh, è menzionata in Il Sutra del Loto e le sue tradizioni.
                                                                                                                          17. Fu Ta-shih (497-569): buddista laico cinese. Nella sua biografia si afferma che discese dal cielo Tushita, dimora del Bodhisattva Maitreya, per esporre l’insegnamento della suprema illuminazione.
                                                                                                                          18. Parole e frasi.
                                                                                                                          19. Saggio sulla protezione del paese.
                                                                                                                          20. Riferimento al terreno che si spacca e si apre completamente e agli innumerevoli bodhisattva che emergono dalla terra.
                                                                                                                          21. Parole e frasi.
                                                                                                                          22. Su “Parole e frasi”.
                                                                                                                          23. Questa cometa fu vista una prima volta il ventiseiesimo giorno del sesto mese, poi ricomparve più brillante dal quarto giorno del settimo mese e continuò a risplendere anche durante l’ottavo mese.
                                                                                                                          24. Vuol dire che nell’Ultimo giorno della Legge, benché il Sutra del Loto sia diventato inefficace, la Legge di Nam-myoho-renge-kyo contenuta implicitamente nella profondità del sedicesimo capitolo del sutra, “Durata della vita”, si diffonderà per arrecare benefici a tutta l’umanità.
                                                                                                                          25. Il Sutra del Loto, cap. 10, p. 235.
                                                                                                                          26. Ibidem, cap. 23, p. 394.
                                                                                                                          27. Biografia del Gran Maestro del Monte Hiei.
                                                                                                                          28. Il Sutra del Loto, cap. 14, p. 287.
                                                                                                                          29. Annotazioni sul Sutra del Nirvana.
                                                                                                                          30. Ibidem.
                                                                                                                          31. Vedi Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 80. Nell’edizione italiana il passo del sutra ha come soggetto “io” perché è Shakyamuni che parla in prima persona, per cui dice “ho convertito” e “li ho fatti entrare”.
                                                                                                                          32. Yüan-chung: un uomo dello stato di Wei, vissuto durante l’antica dinastia Chou (ca. 1100-256 a.C.). La storia dei cinque giovani appare in Annotazioni su “Grande concentrazione e visione profonda” di Miao-lo.
                                                                                                                          33. Shiro: in nessun altro Gosho si accenna a un figlio di Shijo Kingo. Uno dei suoi fratelli minori si chiamava Shiro, ma non è certo che si tratti della persona a cui si stava riferendo il Daishonin.
                                                                                                                          La Biblioteca di Nichiren
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                                                                                                                          © Soka Gakkai. © Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. | Via di Bellagio 2/E 50141 Firenze FI | C.F. 94069310483 | P.I. 04935120487 | Privacy & Cookie Policy.

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