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160. Risposta a Jibu-bo

RSND, VOLUME I

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Minobu, 1281. Indirizzata a Jibu-bo

Ho ricevuto un to di riso bianco, alcuni germogli di myoga1 e un pacco di zenzero.

    Coloro che donano al Budda i fiori di ciliegio della primavera, le foglie di crisantemo dell’autunno, l’acqua limpida dell’estate e la neve dell’inverno possono tutti conseguire la Buddità. Come potrebbe allora non diventare un Budda colui che offre al Sutra del Loto il riso, che sostiene la vita dell’imperatore e che, per le persone comuni, è più prezioso di una gemma?

      Nella società la cosa più importante per la gente sono le parole del signore e dei genitori. Chi non dà ascolto alle parole dei propri genitori è colpevole di mancanza di pietà filiale e sarà abbandonato dal cielo. Chi non esegue gli ordini del sovrano è un trasgressore degli editti imperiali e gli sarà tolta la vita. Poiché nutrivamo il desiderio dell’illuminazione da innumerevoli kalpa passati, noi abbiamo abbandonato il nostro paese, moglie e figli, o le nostre stesse vite, allo scopo di ottenere l’illuminazione nelle esistenze future. Quando siamo vicini a conseguire la Buddità, e quando incontriamo la scrittura dell’unico veicolo intitolata Sutra del Loto della Legge meravigliosa [Myoho-renge-kyo], il re demone del sesto cielo, che governa il triplice mondo, pensa: «Se questa persona diventa un Budda, io subirò due perdite: la prima, se costui si libera dal triplice mondo, sfuggirà al mio controllo; la seconda, se diventa un Budda, anche i suoi genitori e fratelli lasceranno il mondo di saha. Come posso impedire che questo accada?».

        Egli divide il suo corpo in varie emanazioni e con esse prende possesso dei nostri genitori, entra nel corpo del sovrano del paese o diventa un prete rispettato, esortandoci al male con le minacce o con l’adulazione. Oppure diventa un prete d’alto rango, un grande prete, un uomo sapiente o qualcuno che osserva i precetti, e ci distoglie dalla devozione al Sutra del Loto con i sutra della Ghirlanda di fiori o Agama o con gli insegnamenti Nembutsu o della Vera parola, ricorrendo all’inganno per impedirci di diventare Budda.

          Il quinto volume del Sutra del Loto afferma che, quando giunge l’Ultimo giorno della Legge, un grande demone dapprima entra nel corpo del sovrano, dei ministri e della gente comune e insulta o colpisce e ferisce il devoto del Sutra del Loto. Se questo tentativo fallisce, apparirà come una grande moltitudine di preti che impiegando tutti gli altri sutra cercherà di persuadere il devoto. Se questo non accade, egli diventerà un grande prete che osserva i duecentocinquanta precetti e le tremila regole di condotta e, adulando il sovrano e ingannando la moglie del sovrano, farà sì che il devoto sia esiliato o che si attenti alla sua vita2.

            Puoi leggere le descrizioni dettagliate nel capitolo “Mai Sprezzante” del settimo volume, nel capitolo “Maestro della Legge” del quarto volume e nel capitolo “Parabola e similitudine” del secondo volume, e anche quelle nei quaranta volumi del Sutra del Nirvana e nel Sutra della Protezione, che non differiscono minimamente dalla situazione attuale. Oltre tutto, gli eventi di Kajima, nella provincia di Suruga3, specialmente quelli che ti hanno toccato personalmente, devono averti riportato alla mente queste cose. Diversamente da ogni altro caso, disubbidire ai genitori o al sovrano che proibiscono di praticare il Sutra del Loto è in realtà un atto di pietà filiale verso i genitori e si accorda con le preghiere del sovrano [per la pace].

              Inoltre il Giappone è un paese non comune, che rispetta gli dèi e onora i Budda. Tuttavia tutti, dal sovrano fino alle persone comuni, odiano Nichiren che propaga il Sutra del Loto. Perciò, sebbene riveriscano tutti gli dèi e facciano offerte a tutti i Budda, le loro azioni meritorie, contrariamente [alle aspettative], diventano un grande male. Sono come la moxa che fa scaturire pustole virulente o la medicina che diventa veleno. Le preghiere che offrono a tutti i Budda e a tutti gli dèi diventano colpe e il nostro paese sarà presto conquistato da un paese straniero. Da tempo continuo a dire alla gente che le persone nelle posizioni più elevate soffriranno pene cento, mille, diecimila, milioni di volte peggiori di quelle sopportate dal clan Heike all’epoca della sua distruzione4.

                Considerando la grandezza della punizione che colpisce coloro che attaccano il Sutra del Loto, possiamo immaginare i benefici [di coloro che lo sostengono]. Per esempio, se qualcuno uccide il padre o la madre, per quanto possa aver piantato numerose radici di grande bontà, non sarà accettato dal cielo. Ma se qualcuno uccide un nemico del Sutra del Loto, anche se fosse il padre o la madre, questo grande crimine si trasformerà in una causa di grande bene5. Anche se una persona fosse l’acerrima nemica di tutti i Budda delle tre esistenze e delle dieci direzioni, se crede in una singola frase del Sutra del Loto, i Budda non l’abbandoneranno. Con ciò in mente, ti prego di riflettere attentamente su questo argomento. Non posso dilungarmi perché il messaggero ha fretta di ripartire, ma ti scriverò ancora.

                  Con profondo rispetto,

                    Nichiren

                      Il ventiduesimo giorno dell’ottavo mese

                        Risposta a Jibu-bo

                            Cenni Storici

                            Nichiren Daishonin scrisse questa lettera da Minobu, nell’ottavo mese del quarto anno di Koan (1281), a Jibu-bo Nichii, un prete Tendai del tempio Shijuku, nella provincia di Suruga, che si era convertito agli insegnamenti del Daishonin e studiava sotto Nichiji, uno dei discepoli anziani.

                            Sebbene la persecuzione di Atsuhara fosse terminata quasi due anni prima, è probabile che i credenti a suo tempo coinvolti continuassero a essere oggetto di vessazioni da parte delle autorità. Nella lettera il Daishonin spiega che, quando si è vicini all’illuminazione, il demone del sesto cielo entra nel corpo di chi governa il paese e dei genitori per ostacolare e fuorviare il praticante.

                            Dal quinto al settimo mese del 1281, il Giappone era stato invaso dall’esercito mongolo, facendo precipitare il paese in una crisi profonda. Riferendosi a questa situazione il Daishonin dichiara: «Perciò, sebbene riveriscano tutti gli dèi e facciano offerte a tutti i Budda, le loro azioni meritorie, contrariamente [alle aspettative], diventano un grande male».

                            Note

                            1. Myoga: pianta perenne appartenente alla stessa famiglia dello zenzero, le cui gemme e infiorescenze sono commestibili e profumate.
                            2. Vedi Il Sutra del Loto, cap. 13.
                            3. Non è chiaro a quali “eventi” si riferisca il Daishonin, ma potrebbe trattarsi della persecuzione di Atsuhara, avvenuta due anni prima. Anche Kajima infatti, come Atsuhara, era nel distretto di Fuji, della provincia di Suruga.
                            4. Nel 1180, Minamoto no Yoritomo capeggiò una rivolta contro il potente clan Heike o Taira. Nei cinque anni di scontri che seguirono, l’esercito di Yoritomo schiacciò i Taira e stabilì un governo militare a Kamakura. In questo periodo tutti i principali capi Taira, tra cui Taira no Kiyomori, morirono o furono uccisi e il clan Taira non riuscì mai più a tornare al potere.
                            5. Il valore fondamentale e supremo che Nichiren Daishonin attribuiva alla vita umana è del tutto evidente sia dai suoi scritti in genere sia dal suo personale impegno per evitare di nuocere a qualsiasi creatura vivente. Questo passo, dunque, non va considerato come un’esortazione a uccidere i nemici del Sutra del Loto, bensì come un invito a combattere e vincere l’oscurità fondamentale presente nelle vite delle persone. In questo caso “uccidere” significa recidere l’attaccamento agli insegnamenti distorti.
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