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270. Risposta a Kuro Taro

RSND, VOLUME II

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Minobu, 1276. Indirizzata a Nanjo Kuro Taro

Ho ricevuto il carico di tari che mi hai inviato. In tutta la catena montuosa K’un-lun non vi sono normali sassi, ma solo pietre di giada. E poiché i sassi sono così rari, quando le persone desiderano comprarne uno usano pietre di giada. Attorno al lago P’eng-li non ci sono alberi o piante e, perciò, per acquistare legna da ardere si offrono in cambio pesci.

    Il sandalo è inutile per una persona priva d’olfatto e il più luminoso degli specchi è inutile per un cieco.

      Questo luogo chiamato valle di Minobu si trova nelle profondità delle montagne nei pressi del villaggio di Hakiri, provincia di Kai. A ovest vi è il ripido pendio dello Shichimen, a est si erge il picco di Tenshi, a sud il picco di Takatori e a nord quello di Minobu. Circondata da queste quattro montagne, la profonda vallata sembra il fondo di una scatola. Dalle cime provengono le grida rumorose delle scimmie, come quelle delle gole di Pa1, e il ruscello è ostruito dalle pietre che ruzzolano giù dal monte.

        Ma nessuna pietra di questo luogo può eguagliare i tari di Suruga. Qui un taro è più raro e gradito di una lampada in una notte buia o di un sorso d’acqua quando si ha sete. Come puoi dire che questi tari non sono niente di speciale? Credo che tu lo dica perché dove vivi ce ne sono molti, ma per noi sono un tesoro!

          Ho offerto il tuo dono al Sutra del Loto e al Budda Shakyamuni e so che il Budda sarà lieto di accettare la tua gentile offerta. Potrai chiederglielo personalmente quando andrai a incontrarlo sul Picco dell’Aquila.

            Con profondo rispetto,

              Nichiren

                Il quindicesimo giorno del nono mese del secondo anno di Kenji [1276], segno ciclico hinoe-ne

                  Risposta a Kuro Taro

                      Cenni Storici

                      Nichiren Daishonin scrisse questa lettera nel 1276 da Minobu. Essa è indirizzata a Kuro Taro, un parente della famiglia Nanjo di Ueno. In questa e in altre lettere indirizzate a Kuro Taro il Daishonin utilizza sempre il nome proprio del destinatario, ma, dai riferimenti al defunto Ueno in un altro scritto a lui indirizzato (p. 755), si evince che era un membro della famiglia Nanjo.

                      In questa lettera Nichiren Daishonin esprime la sua gratitudine per un’offerta di tari. Come suggeriscono le parole stesse del Daishonin «come puoi dire che questi tari non sono niente di speciale?», Kuro Taro doveva aver scritto una lettera di accompagnamento nella quale diceva umilmente che il suo dono non era «niente di speciale». Il Daishonin invece gli spiega quanto sia prezioso, citando due esempi dal folclore cinese per illustrare come la stessa cosa possa avere un valore diverso a seconda della persona, e delle circostanze in cui si trova. Il primo esempio è quello delle Montagne K’un-lun, dove la giada, essendo abbondante, viene scambiata con le pietre comuni che sono rare. Il secondo esempio è quello del lago P’eng-li, dove gli alberi scarseggiano e i pesci vengono scambiati con la legna da ardere.

                      Allo stesso modo, il Daishonin afferma che, mentre i tari a Suruga sono un bene comune, per lui e i suoi discepoli che si trovano a Minobu sono una rara leccornia.

                      Infine, il Daishonin afferma di avere riferito del suo dono a Shakyamuni e al Sutra del Loto, e che il Budda apprezzerà molto la «gentile offerta» di Kuro Taro, una causa per il conseguimento della Buddità.

                      Note

                      1. Gole nel tratto superiore del fiume Yangtze, in Cina.
                      La Biblioteca di Nichiren
                      istituto buddista italiano soka gakkai
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