350. Risposta a Nishiyama
Minobu, 1281. Indirizzata a Nishiyama, prete laico
Ho ricevuto la botte di sakè dolce, gli ignami selvatici e gli ignami tokoro che hai inviato in dono. Il Sutra della Rete di Brahma dice che nell’offrire elemosine non si dovrebbe lesinare nemmeno un singolo foglio di carta o una sola pagliuzza. E il Trattato sulla grande perfezione della saggezza dice che qualcuno, per aver offerto una torta di fango al Budda, rinacque come il re di Jambudvipa1.
In confronto questi tuoi doni sono molto più grandi! Inoltre tu hai perso il marito e adesso sei una monaca laica che non ha nessuno su cui contare. E da Nishiyama nella provincia di Suruga hai inviato tutte queste cose fin qui, sulle montagne di Hakiri nella provincia di Kai. Le hai inviate, immagino, perché capisci quanto sia dura la vita per me, un santo abbandonato dal mondo e assediato dal freddo. Da quando ho perso i miei genitori, non ho più conosciuto nessuno che mi dimostrasse una simile premura! Quando penso a come ti preoccupi profondamente per me riesco a malapena a trattenere le lacrime.
Io, Nichiren, sarò anche un uomo malvagio, ma il Sutra del Loto, come potrebbe essere meno che perfetto? Anche se la borsa puzza, l’oro che contiene è puro; anche se il lago è fangoso, i fiori di loto che vi crescono sono immacolati. Io, Nichiren, posso essere anche la persona più irragionevole di tutto il Giappone, ma il Sutra del Loto rimane comunque il più grande di tutti i sutra. Se le persone ragionevoli vogliono giovarsi dell’oro, non getteranno via la borsa, se tengono ai fiori di loto, non disdegneranno il lago.
Se io fossi malvagio e comunque conseguissi la Buddità, il potere del Sutra del Loto sarebbe senza dubbio rivelato. Perciò, se dovessi fare una brutta fine, ciò potrebbe forse arrecare disgrazia al Sutra del Loto. Stando così le cose, anche se mi vedono come una persona malvagia, che mi considerino pure malvagio, che lo facciano pure!
Con profondo rispetto.
Risposta
Cenni Storici
Questa lettera fu scritta nel 1281 da Minobu e inviata alla vedova del prete laico Nishiyama, che risiedeva nel villaggio di Nishiyama, distretto di Fuji, provincia di Suruga. Secondo alcune fonti, il prete laico Nishiyama era un parente dell’amministratore del villaggio. Dopo che egli morì di malattia, la moglie continuò a inviare offerte a Nichiren Daishonin.