116. Risposta a un credente
Minobu, Data sconosciuta. Indirizzata a Destinatario sconosciuto
Ho appena ricevuto la tua lettera. Considerando i disastri che si sono succeduti in seguito all’esilio di Nichiren, come oseranno intraprendere qualche altra azione contro di noi? Ho la sensazione che non faranno niente anche se, quando gli uomini giungono sull’orlo della rovina, sono capaci di qualunque cosa. [Se stesse per verificarsi una persecuzione] ci sarebbero delle avvisaglie. Se dovesse succedere, sarebbe per me una fortuna cento, mille, diecimila, milioni di volte più grande che se avessero accettato i miei insegnamenti. Il prossimo sarebbe il mio terzo esilio e, se dovesse accadere, il Sutra del Loto non potrebbe certo considerarmi un devoto negligente. Questa volta constaterò fino in fondo la protezione di Shakyamuni, di Molti Tesori, dei Budda delle dieci direzioni e degli innumerevoli Bodhisattva della Terra. Che cosa meravigliosa sarebbe!
Seguirei le orme del ragazzo delle Montagne Nevose e vivrei come il Bodhisattva Mai Sprezzante. Come sarebbe insignificante e deplorevole cadere vittima di un’epidemia o morire di vecchiaia! Preferirei essere odiato dal sovrano a causa del Sutra del Loto e liberarmi in questa occasione dalle sofferenze di nascita e morte. Allora metterei alla prova il voto che la Dea del Sole, il Grande Bodhisattva Hachiman, gli dèi del sole e della luna, Shakra, Brahma e altre divinità pronunciarono davanti al Budda. Ma soprattutto, li esorterei a proteggere ognuno di voi.
Così come stai vivendo, tu pratichi il Sutra del Loto ventiquattro ore1 al giorno. Splendido! Considera il servizio al tuo signore come la pratica del Sutra del Loto. Questo è il significato di «nessuna cosa che riguardi la vita o il lavoro contrasta in alcun modo con il vero aspetto»2.
Spero che rifletterai a fondo sul significato di questa frase.
Con profondo rispetto,
Nichiren
L’undicesimo giorno del quarto mese
Cenni Storici
Si ritiene che questa lettera sia stata scritta da Minobu, nel quarto mese del primo anno di Koan (1278), quando Nichiren Daishonin aveva cinquantasette anni, ma non sono certi né la data, né il destinatario. Considerato il contenuto, potrebbe essere indirizzata a Shijo Kingo, uno dei più fedeli seguaci del Daishonin a Kamakura, che stava affrontando in quel periodo l’ostilità del suo signore, Ema, e degli altri samurai suoi colleghi. In questa situazione così precaria Kingo era tentato di abbandonare il mondo secolare per sfuggire ai suoi problemi.
Ma il Daishonin lo esorta qui a considerare il servizio al suo signore come la pratica stessa del Sutra del Loto. Come samurai di un certo grado, il servizio al suo signore per Shijo Kingo era la sua occupazione e la sua vocazione e dunque in termini moderni si può assimilare al proprio lavoro.