logo

100. Risposta a Yasaburo

RSND, VOLUME I

image

Minobu, 1277. Indirizzata a Yasaburo

[Ti consiglio di cominciare il dibattito religioso con queste parole]: «Nonostante io sia un laico ignorante, tra gli insegnamenti che ho ascoltato, mi ha particolarmente colpito quel passo del secondo volume del Sutra del Loto che afferma: «Tuttavia questo triplice mondo [costituisce il mio dominio]»1.

    Tale passo significa che questo paese del Giappone è dominio del Budda Shakyamuni. Non solo la Dea del Sole, il Grande Bodhisattva Hachiman, l’imperatore Jimmu e tutti gli altri dèi, come pure il governante del paese e così via fino alle persone comuni, dimorano tutti nel suo regno, ma egli è anche il Budda verso il quale abbiamo un grande debito, per tre motivi. Anzitutto egli è il nostro sovrano, in secondo luogo è il nostro maestro e infine è il nostro padre. Tra tutti i Budda delle dieci direzioni, solo il Budda Shakyamuni è dotato di queste tre virtù. Perciò, anche se l’intera popolazione del Giappone dovesse servirlo con tutto il cuore, come fa adesso con il Budda Amida, già il fatto di metterlo alla pari di un altro Budda e riservargli lo stesso trattamento costituirebbe un grave errore. Per esempio, se qualcuno, pur avendo il proprio re, e oltre tutto un re saggio, prestasse obbedienza al re di un altro paese; se pur dimorando in Giappone, rendesse onore al re della Cina o del Koryo˘ ignorando il sovrano del Giappone, potremmo forse dire che è una persona che onora il grande sovrano di questo paese?

      Ciò è ancor più vero nel caso dei preti giapponesi. Tutti senza eccezione si sono rasati la testa e hanno indossato la tonaca come discepoli del Tathagata Shakyamuni; non sono dunque discepoli del Budda Amida. Tuttavia, i preti nei cui templi non esiste una sala con un altare dedicato a Shakyamuni, dove non si pratica la meditazione sul Sutra del Loto2, dove non esiste alcuna immagine dipin­ta o scolpita [di Shakyamuni] e neanche una copia del Sutra del Loto, stanno mettendo da parte il Budda Shakyamuni che è dotato di tutte e tre le virtù. In tutto il paese, in ogni distretto, villaggio o casa, le immagini del Budda Amida, che non possiede nemmeno una di queste virtù, sono più numerose degli abitanti e si ­recita esclusivamente il suo nome sessantamila o ottantamila volte al giorno. Sebbene apparentemente ciò sembri degno di grande ammirazione, analizzando la questione alla luce del Sutra del Loto, scopriamo che la colpa di queste persone buone è più grave di quella dei malfattori che commettono tutti i giorni le dieci azioni malvagie. Le persone malvagie non si affidano ad alcun Budda, perciò non possono venire accusate di slealtà. Per di più, se diventassero persone buone, potrebbero anche aderire al Sutra del Loto. Eppure sembra impossibile che la popolazione del Giappone possa mai indirizzare il proprio cuore verso il Budda Shakyamuni con più serietà e affetto che verso il Budda Amida, o verso il Sutra del Loto più che verso il Nembutsu. Perciò sono persone malvagie che solo all’apparenza sembrano virtuose; e tra i malvagi sono peggiori dei più tremendi denigratori e icchantika, cioè persone di incorreggibile miscredenza, di tutto Jambudvipa. A proposito di tali persone, Shakyamuni dichiarò nel secondo volume del Sutra del Loto: «Allorché la sua vita giungerà al termine egli cadrà nell’inferno Avichi»3.

        I preti del Giappone di oggi sono tutti uomini di grande malvagità, peggiori addirittura di Devadatta o del Venerabile Kokalika. E poiché i laici li riveriscono e fanno loro offerte, questo paese si sta trasformando davanti ai nostri occhi nell’inferno di incessante sofferenza. Non si contano le persone che, nel loro corpo presente, stanno sperimentando fame, pestilenza e sofferenze orribili, mai viste nelle epoche precedenti e che oltre tutto verranno attaccate da una potenza straniera. Ciò è dovuto unicamente all’opera delle divinità come Brahma e Shakra e degli dèi del sole e della luna.

          In tutto il Giappone, solo io ho capito perché queste cose stanno accadendo. Inizialmente ho meditato a fondo sull’opportunità di parlarne apertamente o meno. Ma cosa avrei dovuto fare? Potevo forse voltare le spalle agli insegnamenti del Budda che è il padre e la madre di tutti gli esseri viventi? Deciso a sopportare qualsiasi cosa potesse accadermi, cominciai a parlare chiaro e, in questi vent’anni e più, sono stato cacciato dalla mia dimora, i miei discepoli sono stati uccisi, sono stato ferito, esiliato due volte e infine sono giunto quasi a essere decapitato. Ho deciso di parlare unicamente perché sapevo da tempo che il popolo giapponese sarebbe andato incontro a grandi sofferenze e ne provavo compassione. Perciò le persone di buon senso dovrebbero capire che è stato per il loro bene. Se fossero persone consapevoli dei propri debiti di gratitudine o comunque in grado di ragionare, di due colpi che si abbattono su di me, desidererebbero addossarsene uno. Ma sono ben lontani dal farlo e, anzi, fomentano l’odio nei miei confronti. Questo non riesco proprio a capirlo! E i laici, non conoscendo la verità, mi scacciano dalla mia dimora e odiano i miei discepoli. È veramente incomprensibile. Per esempio, se un uomo, senza saperlo, scambiasse un suo genitore per un nemico e lo insultasse o lo colpisse e lo uccidesse, come potrebbe sfuggire alla condanna per una tale colpa? Queste persone non si rendono conto della loro aggressività e credono che sia io, Nichiren, ad aggredirli. Sono simili a una donna gelosa che lancia occhiate feroci a una cortigiana e che, inconsapevole della propria espressione offensiva, dice che la cortigiana ha uno sguardo minaccioso.

            Tutto ciò è accaduto unicamente perché il governante non ha interpellato me [sulla verità delle dottrine buddiste]. La ragione per cui non lo ha fatto è che il popolo giapponese si è reso colpevole di così tante offese, che il suo cattivo karma lo ha inevitabilmente destinato a essere attaccato da un paese straniero nell’esistenza presente e a cadere nell’inferno di incessante sofferenza nella prossima.

              [Poi aggiungi un’osservazione di questo genere]: «Io credo a tutto ciò perché risulta chiaramente dai sutra. Sebbene tu possa minacciare e attaccare persone di poco conto come noi e cacciarci dalle nostre case, alla fine non riuscirai a passarla liscia. Neanche la Dea del Sole o il Bodhisattva Hachiman potrebbero mai farsi obbedire dal cuore di questo prete, figuriamoci le persone comuni! Infatti sappiamo che egli non è mai indietreggiato di fronte alle ripetute persecuzioni, anzi è diventato ancor più fermamente determinato».

                Se quel prete avesse qualcosa da replicare, rispondi chiedendogli se ciò che hai appena detto è sbagliato. Chiedigli se non è vero che nel Sutra del Loto è scritto che il Budda Shakyamuni è nostro genitore, maestro e sovrano. Se egli lo ammette, chiedigli se vi sia un passo in cui si affermi che il Budda Amida è suo genitore, sovrano e maestro: c’è o non c’è? Se risponde che tale passo esiste nei sutra, domandagli se allora egli ha due padri; se invece dice che non esiste, chiedigli come, avendo abbandonato il proprio genitore, egli possa servire una persona diversa. Inoltre, dichiara che il Sutra del Loto non assomiglia agli altri sutra, citando il passo «in questi quarant’anni e più [non ho ancora rivelato la verità]»4. Se egli cita il passo «ella raggiungerà immediatamente il Mondo di Pace e Felicità»5, chiedigli se questo non vuol dire accettare proprio quegli argomenti con cui lo avevi poc’anzi messo alle strette e, in tal caso, dovresti spiegare ulteriormente il significato di questo passo.

                  Sii preparato e determinato: non esitare a rinunciare al tuo feudo, non pensare a tua moglie e ai tuoi bambini e non dipendere dagli altri. Devi unicamente decidere. Osserva il mondo di quest’anno come uno specchio. Dal momento che molti sono morti, il fatto che tu sia sopravvissuto fino a ora è perché tu possa affrontare questa prova. È qui che attraverserai il fiume Uji. È qui che attraverserai il Seta6. Questo evento deciderà se farai onore o recherai disgrazia al tuo nome. A questo ci si riferisce quando si dice che la forma umana è difficile da ottenere e che il Sutra del Loto è difficile da credere. Dovresti pregare intensamente che Shakyamuni, Molti Tesori e tutti i Budda delle dieci direzioni si riuniscano e prendano possesso del tuo corpo per assisterti. Se tu venissi convocato dall’amministratore locale, anzitutto esponi dettagliatamente ciò che ti ho spiegato.

                    Con profondo rispetto,

                      Nichiren

                        Il quarto giorno dell’ottavo mesedel terzo anno di Kenji (1277), segno ciclico hinoto-ushi

                          Risposta a Yasaburo

                              Cenni Storici

                              Il Daishonin scrisse questa lettera da Minobu a un credente di nome Yasaburo, forse Saito Yasaburo, che viveva a Numazu, nella provincia di Suruga. L’ultimo paragrafo suggerisce che potesse trattarsi di un samurai.

                              Sembra che Yasaburo avesse chiesto consiglio al Daishonin in vista di un imminente dibattito con un prete della scuola della Pura terra, e questa è la risposta del Daishonin. Nella prima parte della lettera egli suggerisce a Yasaburo gli argomenti generali da affrontare nel dibattito. La seconda parte, che inizia dalla frase «Se quel prete avesse qualcosa da replicare», spiega a Yasaburo come condurre l’avversario su temi specifici e lo esorta a discutere con spirito risoluto.

                              In quel tempo la gente, sempre più influenzata dalla scuola della Pura terra, tendeva a riporre fede nel Budda Amida del Paradiso occidentale, nella speranza di rinascere nella Pura terra. Ma il Daishonin sottolinea l’importanza di venerare Shakyamuni, il fondatore storico del Buddismo che è realmente apparso in questo mondo. Solo Shakyamuni possiede infatti le tre virtù di sovrano, maestro e genitore nei confronti delle persone di questo mondo di saha. Osservare il culto di Amida e trascurare Shakyamuni è un atto di estrema slealtà. Coloro che credono in Amida sembrano uomini devoti e pii, ma in realtà commettono una colpa assai peggiore di quella degli uomini empi del tutto privi di coscienza religiosa. Il grave errore di questi devoti, afferma il Daishonin, sta arrecando disastri al paese del Giappone, sotto forma di carestie, di epidemie e dell’imminente invasione mongola.

                              Note

                              1. Il Sutra del Loto, cap. 3, p. 120. Questo passo rappresenta le tre virtù del Budda: il Daishonin cita l’inizio del passo: «Tuttavia questo triplice mondo costituisce il mio dominio» (virtù del sovrano); «Gli esseri che ci vivono sono tutti miei figli» (virtù del genitore). «Questo luogo adesso è pieno di dolore e sofferenza. Io sono l’unica persona che può salvarli e proteggerli» (virtù del maestro).
                              2. Meditazione del Sutra del Loto: meditazione istituita da T’ien-t’ai sulla base del Sutra del Loto, che mirava alla percezione della realtà fondamentale. Durava ventun giorni e combinava insieme tecniche di meditazione in movimento e seduti, con il culto del Budda, il pentimento e la recitazione del sutra.
                              3. Il Sutra del Loto, cap. 3, p. 126.
                              4. Sutra degli Innumerevoli significati, p. 17.
                              5. Il Sutra del Loto, cap. 23, p. 393. Questo passo significa che una donna che abbraccia il Sutra del Loto può, dopo la morte, rinascere nel Mondo di Pace e Felicità (o Mondo di Pace e Beatitudine), la Pura terra di Amida. Il Daishonin si aspetta che l’antagonista di Yasaburo possa citare questo passo nel tentativo di giustificare il proprio culto di Amida, ma, citandolo in questo contesto, non farebbe altro che dimostrare di considerare un altro Budda allo stesso livello di Shakyamuni. Yasaburo, da parte sua, dopo averlo persuaso a riconoscere il suo errore, avrebbe dovuto «spiegare ulteriormente il significato del passo», cioè, che esso non costituisce una buona ragione per venerare Amida, ma piuttosto esprime i benefici del Sutra del Loto.
                              6. Fiume Uji: tratto mediano del fiume Seta, che nasce sulla sponda meridionale del lago Biwa, scorre attraverso la prefettura di Kyoto e sfocia nella baia di Osaka. In tempi antichi, segnava la linea di difesa sudorientale di Kyoto e fu sede di diverse battaglie famose. A causa della sua importanza strategica, riuscire o meno ad attraversare il fiume Uji determinava la vittoria o la sconfitta di una delle due parti. L’area del Seta, situata proprio di fronte al punto in cui questo fiume emerge dal lago, era un altro punto difensivo strategico. Pertanto, “attraversare il fiume Uji” e “attraversare il Seta” hanno lo stesso significato, cioè vincere un combattimento decisivo.
                              La Biblioteca di Nichiren
                              istituto buddista italiano soka gakkai
                              senzamotica
                              Eredità della vita
                              otto per mille
                              nuovo rinascimento
                              buddismo e società
                              volo continuo
                              esperia

                              © Soka Gakkai. © Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. | Via di Bellagio 2/E 50141 Firenze FI | C.F. 94069310483 | P.I. 04935120487 | Privacy & Cookie Policy.

                              Gestisci consenso