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58. Risposta al prete laico Soya

RSND, VOLUME I

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Minobu, 1275. Indirizzata a Soya Kyoshin

Ho scritto per te la sezione in prosa del capitolo “Espedienti”, che devi recitare insieme alla parte in versi del capitolo “Durata della vita” che ti ho già inviato.

    Tutti i caratteri di questo sutra, senza eccezione alcuna, sono Budda viventi di perfetta illuminazione, ma noi, guardandoli con gli occhi delle persone comuni, vediamo solo dei caratteri. Per esempio, gli spiriti affamati vedono il fiume Gange come fuoco, gli esseri umani come acqua e gli esseri celesti come amrita. L’acqua è sempre uguale, ma appare diversamente secondo la retribuzione karmica di ognuno.

      I ciechi non possono vedere i caratteri di questo sutra; gli occhi delle persone comuni li vedono come caratteri, gli uomini dei due veicoli vi vedono il vuoto, i bodhisattva li vedono come innumerevoli insegnamenti. I Budda riconoscono in ciascun carattere un aureo Budda Shakyamuni. Questo è il significato del passo: «[Chi sostiene questo sutra], starà sostenendo il corpo del Budda»1. Coloro che praticano con idee distorte, distruggono questo straordinario sutra. Devi semplicemente preoccuparti di aspirare con un’unica mente alla pura terra del Picco dell’Aquila, senza nutrire pensieri diversi. Il Sutra delle Sei paramita2 afferma che si deve diventare maestri della propria mente e non lasciare che la mente sia la nostra maestra. Ti spiegherò più a fondo quando ci incontreremo.

        Con profondo rispetto,

          Nichiren

            Il terzo mese del dodicesimo annodi Bun’ei (1275)

              Al prete laico Soya

                  Cenni Storici

                  Questa lettera fu scritta da Minobu a Soya Kyoshin, un credente che viveva nel villaggio di Soya, del distretto di Katsushika, nella provincia di Shimosa. Soya Kyoshin si era convertito agli insegnamenti del Daishonin intorno al 1260, divenendo uno dei principali credenti della zona, insieme a Toki Jonin e Ota Jomyo. In seguito prese gli ordini e il Daishonin gli attribuì il nome buddista di Horen Nichirai.

                  Il Daishonin esorta Soya Kyoshin a recitare, nelle sue preghiere quotidiane, una parte del capitolo “Espedienti” e quella in versi del capitolo “Durata della vita,” i due capitoli chiave del Sutra del Loto. Afferma inoltre che, poiché ogni carattere del Sutra del Loto è un Budda vivente di suprema illuminazione, sostenere e recitare questo sutra significa sostenere il corpo del Budda, cioè conseguire la Buddità nella forma presente.

                  Note

                  1. Il Sutra del Loto, cap. 11, p. 254.
                  2. Sutra delle Sei paramita: sutra tradotto in cinese da Prajna durante la dinastia T’ang. Spiega minuziosamente le sei pratiche o “perfezioni” (sans. paramita) che il bodhisattva deve svolgere per ottenere l’illuminazione.
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