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154. Risposta alla madre di Ueno

RSND, VOLUME I

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Minobu, 1280. Indirizzata a Ueno, monaca laica

Ho ricevuto le offerte che hai inviato per la cerimonia commemorativa del quarantanovesimo giorno dalla morte di tuo figlio, il defunto Nanjo Shichiro Goro. Come risulta dalla lista, esse consistono di due kan di monete, un carico di riso brillato, un carico di colocasie, suridofu, konnyaku1, una cesta di cachi, cinquanta limoni e altre cose. Per il riposo di tuo figlio ho letto una volta l’intero Sutra del Loto, diverse volte la parte in versi del capitolo “Durata della vita” e ho recitato il daimoku centinaia o migliaia di volte.

    Fra tutti i sacri insegnamenti della vita del Budda, il Sutra del Loto è una scrittura senza pari. E, come indicano le parole «tra Budda»2, esso può essere compreso e condiviso solo fra Budda, non fra persone nello stadio di illuminazione quasi perfetta o negli stadi inferiori fino a quello degli esseri comuni. Per questo il Bodhisattva Nagarjuna nel Trattato sulla grande perfezione della saggezza affermò che le persone al di sotto del livello di Budda possono conseguire la Buddità solo con la fede.

      Nel capitolo “Maestro della Legge” del quarto volume del Sutra del Loto il Budda afferma: «Re della Medicina, questo ora ti dico, ho predicato diversi sutra e fra questi il Sutra del Loto è il supremo!»3. Nel quinto volume afferma: «Manjushri, questo Sutra del Loto è il tesoro segreto dei Budda, dei Tathagata. Fra tutti i sutra gli spetta il posto più alto»4. Nel settimo volume leggiamo: «Così è per questo Sutra del Loto. È il supremo fra tutti i sutra»5. E anche: «Questo sutra brilla di luce senza pari […] è degno del massimo onore»6.

        Questi passi delle scritture non esprimono dottrine mie personali, sono le veritiere parole del Budda e quindi è impossibile che siano sbagliate.

          Se un uomo nato in una famiglia del popolo dovesse affermare di essere uguale a un samurai, sarebbe sicuramente rimproverato. E ancor di più lo sarebbe se affermasse di essere uguale o addirittura superiore al sovrano del paese! Non solo verrebbe punito lui, ma ne sarebbero sicuramente danneggiati anche il padre, la madre, la moglie e i figli. È come un grande fuoco che brucia le case o un grande albero che cadendo trascina con sé anche gli alberi più piccoli che lo circondano.

            Lo stesso vale per gli insegnamenti buddisti. Le persone che si basano sui vari sutra dei periodi Ghirlanda di fiori, Agama, Corretto ed equo e della Saggezza, come il Sutra di Mahavairochana o il Sutra di Amida, continuano a credere nel proprio sutra senza capire se sia superiore o inferiore. Così dicono: «Il nostro Sutra di Amida è uguale al Sutra del Loto» oppure: «È superiore». E i loro compagni, sentendo lodare il proprio sutra, si rallegrano, quando invece si tratta di una colpa per la quale sia i maestri sia i discepoli e i seguaci laici cadranno nei cattivi sentieri con la rapidità di una freccia.

              Ma quelli che proclamano la superiorità del Sutra del Loto su tutti gli altri sutra hanno motivo per farlo. Godranno infatti di grandi benefici perché la loro dichiarazione concorda con quello che dice il sutra stesso.

                Prima del Sutra del Loto è stato esposto il Sutra degli Innumerevoli significati. È come l’avanguardia dei generali che precede il corteo di un grande re per reprimere eventuali assalti. Questo Sutra degli Innumerevoli significati afferma: «In questi quarant’anni e più non ho ancora rivelato la verità». Queste parole sono come i grandi archi con i quali i generali respingono a colpi di freccia i nemici del re o le spade con le quali li falciano. Sono come un proclama reale, affilato come una spada, diretto ai membri della scuola della Ghirlanda di fiori che leggono solo il Sutra della Ghirlanda di fiori, ai preti della scuola Precetti con i loro sutra Agama, ai credenti Nembutsu con il loro Sutra della Meditazione e ai maestri della Vera parola con il loro Sutra di Mahavairochana, che li rimprovera di non seguire il Sutra del Loto e li riporta all’obbedienza. Sono come Yoshiie che attacca Sadato o come Yoritomo che annienta l’esercito di Kiyomori. Queste parole del Sutra degli Innumerevoli significati: «In questi quarant’anni e più…» sono la spada e la corda del re Inamovibile o l’arco e le frecce del re Ardente di Desideri.

                  Quando il defunto Nanjo Goro valicò le montagne della morte e il fiume dei tre attraversamenti, le parole del Sutra degli Innumerevoli significati: «In questi quarant’anni e più non ho ancora rivelato la verità» furono i guerrieri che lo scortarono respingendo i briganti delle illusioni e dei desideri e i pirati delle offese passate, e che gli permisero di avanzare sano e salvo fino alla pura terra del Picco dell’Aquila.

                    Il capitolo “Espedienti” del primo volume del Sutra del Loto, afferma: «L’Onorato dal Mondo ha esposto a lungo le sue dottrine e adesso deve rivelare la verità»7. E anche: «Mettendo da parte onestamente gli espedienti, esporrò unicamente la via suprema»8. Nel quinto volume leggiamo: «Lo splendido gioiello che porta in cima al capo […] perché quello è un gioiello che può stare soltanto sulla testa del re […] nello stesso modo in cui il potente re in ultimo donò lo splendido gioiello che aveva custodito per tanto tempo»9.

                      Il significato di questi passi è che l’immensa raccolta di scritture giunte in Giappone, che ammonta a 7.399 volumi, così come ogni singola opera che la compone, è seguace del Sutra del Loto. Per spiegare, gli uomini e le donne del Giappone sono 4.994.828, ma tutti sono sudditi di un solo uomo, il re del paese.

                        Per quanto riguarda poi il significato di queste varie scritture, permettimi di fare un’analogia che persino una donna ignorante può immediatamente capire. Per costruire una grande pagoda, oltre al legname da usare per la pagoda, occorre raccogliere anche una grande quantità di tavole e montare un’impalcatura alta dieci o venti piedi. Dopo aver fatto questo, si può usare il legname per costruire la pagoda. E quando la pagoda è completata, si smonta e si rimuove l’impalcatura, lasciando la pagoda al suo posto.

                          L’impalcatura rappresenta gli altri sutra e la grande pagoda il Sutra del Loto. Quando il Budda predicò gli altri sutra, in realtà stava costruendo un’impalcatura per preparare la predicazione del Sutra del Loto.

                            Le persone che credono nelle parole del Sutra del Loto «mettendo da parte onestamente gli espedienti», dopo aver abbandonato e gettato via l’invocazione Namu-Amida-butsu basata sul Sutra di Amida e altri sutra, gli insegnamenti della scuola della Vera parola basati sul Sutra di Mahavairochana e altri sutra e i duecentocinquanta precetti delle scuola dei Precetti basati sui sutra Agama e altri, abbracciano soltanto il Sutra del Loto. Quando ci si accinge a costruire una grande pagoda, l’impalcatura ha una grande importanza. Ma una volta completata la pagoda, l’impalcatura viene smontata e buttata via. Questo è il significato della frase «mettendo da parte onestamente gli espedienti».

                              Sebbene l’impalcatura sia necessaria per costruire la pagoda, nessuno si sognerebbe mai di mettere da parte la pagoda e venerare l’impalcatura. Eppure le persone che ricercano la via nel mondo di oggi trascorrono tutta la vita recitando solo Namu-Amida-butsu e non recitano nemmeno una volta Nam-myoho-renge-kyo; sono come persone che scartano la pagoda e venerano l’impalcatura. Sono esempi del detto: «Appaiono saggi, ma in realtà sono sciocchi».

                                Il defunto Shichiro Goro non somigliava agli altri abitanti dell’attuale Giappone. Sebbene fosse ancora giovane, seguiva le orme del suo saggio padre. E, in giovane età, non ancora ventenne, cominciò a recitare Nam-myoho-renge-kyo e diventò un Budda. Questo è ciò che intende il sutra quando afferma: «Nemmeno uno mancherà di conseguire la Buddità»10. Se tu, sua madre amorevole, provi nostalgia di lui, spero che reciterai Nam-myoho-renge-kyo pregando di rinascere nello stesso luogo di Shichiro Goro e del tuo defunto marito, il signore Nanjo.

                                  I semi di una stessa pianta sono tutti uguali fra loro e sono diversi dai semi di altre piante. Se voi tutti coltivate nel cuore il seme di Myoho-renge-kyo, rinascerete insieme nella terra di Myoho-renge-kyo. Che grande gioia proverete quando vi ritroverete tutti e tre fianco a fianco!

                                    Quando apriamo il Sutra del Loto e lo leggiamo, troviamo queste parole: «Il Tathagata le avvolgerà con il suo manto ed esse saranno sempre protette e ricordate dai Budda che ora si trovano in altri luoghi»11.

                                      Il significato di questo passo è che i Budda delle dieci direzioni si raduneranno a frotte fino a riempire le terre dell’est, ovest, nord, sud, delle otto direzioni, il sistema maggiore di mondi e tutti i quattromila miliardi di nayuta di terre. Siederanno fianco a fianco come stelle in cielo o file di riso e canapa sulla terra e proteggeranno i devoti del Sutra del Loto proprio come i vari ministri e sudditi proteggono l’erede di un grande sovrano.

                                        Essere protetti dai quattro re celesti e dal loro seguito è un grande onore. Ma potendo contare sulla protezione di tutti i quattro re celesti, di tutte le stelle e costellazioni, di tutte le divinità del sole e della luna, di tutti gli Shakra e i Brahma, si può stare completamente sicuri. Inoltre tutte le persone dei due veicoli, tutti i bodhisattva, il Bodhisattva Maitreya nella corte interna del cielo Tushita, il Bodhisattva Deposito della Terra sul monte Kharadiya, il Bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo sul monte Potalaka e il Bodhisattva Manjushri sul monte Chiaro e Fresco, ognuno accompagnato dai propri seguaci, proteggeranno i devoti del Sutra del Loto. Possiamo esserne certi. Inoltre Shakyamuni, Molti Tesori e tutti i Budda delle dieci direzioni verranno di propria iniziativa e veglieranno su di noi ogni ora del giorno e della notte, e questo è un onore che le parole non bastano a esprimere.

                                          Credendo in questo splendido sutra il defunto Shichiro Goro conseguì la Buddità. E oggi, nel quarantanovesimo giorno dalla sua morte, tutti i Budda sono sicuramente radunati intorno a lui nella pura terra del Picco dell’Aquila, lo fanno sedere sul palmo delle loro mani, gli carezzano la testa, lo abbracciano e ne gioiscono. Quanto lo ameranno! Così come si ama la luna appena sorta o i fiori appena sbocciati.

                                            Se riflettiamo sul perché i Budda delle tre esistenze e delle dieci direzioni proteggono sempre il Sutra del Loto, capiamo che è naturale: il Sutra del Loto è il padre e la madre dei Budda delle tre esistenze e delle dieci direzioni, è la loro nutrice e il loro signore.

                                              Le rane si nutrono del suono della voce della madre e, se non lo possono udire, non crescono. L’insetto kalakula si nutre di vento e, se il vento non soffia, l’insetto non cresce. I pesci hanno bisogno di acqua e gli uccelli dipendono dagli alberi per costruire il nido. Allo stesso modo, per i Budda il Sutra del Loto è la fonte di vita, il loro sostentamento e la loro dimora. Come i pesci vivono nell’acqua, così i Budda vivono in questo sutra. Come gli uccelli abitano sugli alberi, così i Budda abitano in questo sutra. Come il riflesso della luna dimora nell’acqua, così i Budda dimorano in questo sutra. Sappi che in una terra in cui non esiste questo sutra non possono esserci Budda.

                                                Nei tempi antichi viveva un sovrano di nome re Rinda che regnava sul continente meridionale di Jambudvipa. Di che cosa aveva bisogno questo re per il proprio sostentamento? Egli ascoltava il nitrito dei cavalli bianchi e questo era il suo cibo. Fintanto che i cavalli bianchi nitrivano, rimaneva sempre giovane, la carnagione era splendente, lo spirito vigoroso, la forza fisica costante ed era in grado di condurre con giustizia gli affari di stato. Per questo nel suo paese venivano radunati e allevati moltissimi cavalli bianchi. Sotto questo aspetto, era come il governante di Wei, che aveva un gran numero di aironi, o come l’imperatore Te-tsung12 che amava le lucciole. Ma poiché i cavalli bianchi nitrivano solo quando c’erano cigni bianchi che cantavano, era stato radunato anche un certo numero di cigni.

                                                  Ma a un certo punto per qualche ragione tutti i cigni bianchi scomparvero e di conseguenza i cavalli bianchi non nitrirono più. Poiché era venuta a mancare la fonte del suo sostentamento, il re era simile a un fiore completamente sbocciato che appassisce a contatto con la rugiada o alla luna piena avvolta dalle nuvole. Quando fu chiaro che il re stava per morire, la moglie, l’erede, i ministri e i cittadini di tutto il regno impallidirono come un bambino appena separato dalla madre e, bagnandosi le maniche di lacrime, si chiesero disperati: «Cosa possiamo fare? Cosa possiamo fare?».

                                                    In quel paese vi erano molti non buddisti, simili agli attuali credenti Zen e Nembutsu, ai maestri della Vera parola e ai preti della scuola dei Precetti dei nostri tempi. Inoltre vi erano i discepoli del Budda, simili agli attuali seguaci della scuola del Loto. Questi due gruppi erano in pessimi rapporti, erano incompatibili come il fuoco e l’acqua o reciprocamente ostili come il popolo di Hu e quello di Yüeh13.

                                                      Il sovrano emanò un editto che diceva: «Se i non buddisti faranno nitrire i cavalli, io abolirò gli insegnamenti buddisti e riporrò assoluta fede nelle dottrine non buddiste, onorandole come le divinità celesti onorano Shakra. Ma, se saranno i discepoli del Budda a far nitrire i cavalli, io taglierò la testa a tutti i non buddisti, confischerò le loro dimore e le assegnerò ai discepoli del Budda».

                                                        Udendo ciò i non buddisti sbiancarono per la paura e i discepoli del Budda presero a lamentarsi. Ma, visto che ciò non risolveva le cose, i non buddisti provarono per primi e per sette giorni condussero i loro riti, ma non apparve alcun cigno bianco e i cavalli bianchi non nitrirono.

                                                          Fu poi il turno dei discepoli del Budda a cui furono assegnati i successivi sette giorni per eseguire le proprie preghiere. A quell’epoca vi era un giovane monaco di nome Ashvaghosha o Nitrito di Cavallo che per sette giorni offrì preghiere basate sul Sutra del Loto, l’oggetto di culto di tutti i Budda, e come effetto i cigni bianchi giunsero in volo presso il palco sul quale pregava. Appena un cigno lanciò un grido, un cavallo bianco nitrì. Il re, udendo il nitrito, si levò dal suo letto di dolore e tutti coloro che si erano radunati intorno a lui, a cominciare dalla moglie, si volsero verso Ashvaghosha, inchinandosi in segno di rispetto.

                                                            Così i cigni bianchi vennero, prima uno, poi due, tre, dieci, cento e mille, fino a riempire il regno. E i cavalli bianchi nitrirono; prima uno, poi due, cento, mille cavalli bianchi presero a nitrire senza posa. Quando il re udì tale suono, il suo volto diventò quello di un trentenne. La sua mente divenne chiara e brillante come il sole, la sua amministrazione retta ed equa, dai cieli cadde una pioggia di amrita, il popolo si inchinò ai suoi ordini come di fronte al vento e il regno prosperò per innumerevoli epoche.

                                                              Anche per i Budda è così. Quando non appare il Sutra del Loto, il Budda Molti Tesori rimane estinto; ma nell’epoca in cui questo sutra viene recitato egli fa la sua comparsa nel mondo. E così pure il Budda Shakyamuni e tutti i Budda delle dieci direzioni.

                                                                Dato che il Sutra del Loto possiede questo meraviglioso potere, com’è possibile che chi lo abbraccia sia abbandonato dalla Dea del Sole, dal Grande Bodhisattva Hachiman o dal Grande Bodhisattva Fuji Sengen14? Ciò è veramente rassicurante!

                                                                  D’altro canto, se un paese si oppone a questo sutra, per quanto il suo popolo preghi sinceramente, sarà inevitabilmente colpito dai sette disastri. Puoi essere certa che sarà sottomesso e distrutto da un altro paese, come la nave che incontra una tempesta in mezzo al grande mare o come l’erba e gli alberi che vengono inariditi da una grande siccità.

                                                                    Così accade oggi in Giappone: per quanto si preghi, poiché la gente disprezza Nichiren e i suoi discepoli, i devoti del Sutra del Loto, nessuna delle varie preghiere sarà efficace, e il paese verrà attaccato dal grande impero mongolo. Il paese è già sull’orlo della distruzione. D’ora in avanti osserva attentamente, le cose non possono più andare avanti così. Devi capire una volta per tutte che ciò dipende interamente dal fatto che tutte le persone nutrono sentimenti ostili nei confronti del Sutra del Loto.

                                                                      Sono già trascorsi quarantanove giorni dalla morte di tuo figlio Shichiro Goro. Sebbene l’impermanenza sia nella natura di tutte le cose, chiunque venga a sapere della morte di una persona la trova difficile da sopportare. Quanto più profondo dev’essere il dolore della madre o della moglie! Credo di comprendere cosa stai provando.

                                                                        I figli possono essere giovani o adulti, possono essere brutti o perfino avere difetti fisici, ma i loro genitori li amano comunque. Nel tuo caso, oltre a essere un maschio, tuo figlio era anche pieno di qualità e aveva un cuore generoso. Quando tuo marito, il defunto signore di Ueno, ancora nel fiore degli anni, ti ha preceduto nella morte, il tuo dolore è stato profondo. Se tu non fossi stata incinta di questo figlio, so che ti saresti gettata nel fuoco e nell’acqua per seguirlo. Eppure, quando questo bambino venne felicemente alla luce, sentisti che sarebbe stato impensabile affidarlo ad altri e porre fine alla tua vita. Così ti sei fatta coraggio e hai trascorso questi quattordici o quindici anni allevando tuo figlio.

                                                                          Come puoi sopportare quello che è successo ora? Devi aver pensato che nel futuro avresti avuto due figli su cui contare, e invece il quinto giorno del nono mese di quest’anno, tuo figlio minore, come la luna nascosta dalle nuvole, come i fiori spazzati via dal vento, è scomparso. Ti chiedevi se era un sogno o non era un sogno, lamentandoti di quanto durava e, quando hai sentito che il sogno sembrava davvero reale, erano già passati quarantanove giorni. E se è proprio vero, come puoi fare? Sull’albero rimane il fiore sbocciato mentre il bocciolo che stava per aprirsi si è seccato. L’anziana madre rimane qui e il giovane figlio non c’è più. Com’è spietata la transitorietà del mondo!

                                                                            Rinunciando disgustata a questo mondo spietato, ora devi affidarti al Sutra del Loto nel quale il defunto Shichiro Goro aveva fede, e raggiungere rapidamente la pura terra del Picco dell’Aquila, eternamente stabile e indistruttibile. Il padre di tuo figlio è sul Picco dell’Aquila; sua madre è rimasta in questo mondo di saha. Provo pena pensando allo stato d’animo del defunto Shichiro Goro che si trova in una posizione intermedia fra voi due.

                                                                              C’è ancora molto che vorrei dirti, ma concluderò qui.

                                                                                Con profondo rispetto,

                                                                                  Nichiren

                                                                                    Il ventiquattresimo giorno del decimo mese

                                                                                      Risposta alla madre di Ueno

                                                                                          Cenni Storici

                                                                                          La destinataria di questa lettera, scritta a Minobu nel decimo mese del terzo anno di Koan (1280), è la monaca laica Ueno, madre di Nanjo Tokimitsu, che aveva da poco perduto il figlio minore, Shichiro Goro. La donna aveva inviato al Daishonin alcune offerte per la celebrazione di un servizio funebre nel quarantanovesimo giorno dalla morte del figlio. Nel ringraziarla per le offerte, il Daishonin la incoraggia con calore per il doloroso lutto.

                                                                                          La monaca laica Ueno era figlia di Matsuno Rokuro Saemon e moglie di Nanjo Hyoe Shichiro, l’amministratore del villaggio di Ueno, nel distretto di Fuji della provincia di Suruga. Il marito era morto nel 1265, mentre lei si trovava incinta dell’ultimo figlio, Shichiro Goro.

                                                                                          Una volta cresciuto, Shichiro Goro si era recato a Minobu insieme al fratello maggiore, Tokimitsu, nel quindicesimo giorno del sesto mese del 1280, per fare visita al Daishonin. Nichiren Daishonin nutriva grandi aspettative nei confronti del giovane discepolo, che però morì improvvisamente all’età di sedici anni, il quinto giorno del nono mese dello stesso anno. Non appena ricevuta la triste notizia, il Daishonin scrisse immediatamente alla monaca laica Ueno e a Nanjo Tokimitsu.

                                                                                          Questa lettera è anche nota con il titolo Sull’esistenza intermedia; quest’espressione indica l’intervallo di tempo tra morte e rinascita che si riteneva durasse, appunto, quarantanove giorni. Sulla base di questa credenza si usava celebrare con un servizio funebre la ricorrenza del quarantanovesimo giorno dalla morte.

                                                                                          Per rassicurare la monaca laica Ueno riguardo al fatto che il figlio ha certamente conseguito la Buddità, il Daishonin tratta qui del grande beneficio che deriva dall’abbracciare il Sutra del Loto, affermando che il devoto di tale sutra sarà protetto da Shakyamuni, Molti Tesori e da tutti gli altri Budda.

                                                                                          Note

                                                                                          1. Suridofu: un tipo di tofu, formaggio prodotto con latte di soia cagliato. Konnyaku: pianta le cui radici commestibili venivano utilizzate per preparare una gelatina che si riteneva avesse azione depurativa.
                                                                                          2. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 66. La frase completa è: «Il vero aspetto di tutti i fenomeni può essere compreso e condiviso solo tra Budda».
                                                                                          3. Il Sutra del Loto, cap. 10, p. 235.
                                                                                          4. Ibidem, cap. 14, p. 288.
                                                                                          5. Ibidem, cap. 23, p. 391.
                                                                                          6. Vedi ibidem.
                                                                                          7. Ibidem, cap. 2, p. 68.
                                                                                          8. Ibidem, p. 90.
                                                                                          9. Ibidem, cap. 14, p. 286 e p. 288. Il passo si riferisce alla parabola della gemma inestimabile sulla testa del re: un sovrano ricompensa i propri soldati per il valore dimostrato in battaglia donando terre, case e vari oggetti preziosi, ma non dà a nessuno lo splendido gioiello che porta in cima al capo. Infine però decide di regalarlo al guerriero più coraggioso. Il gioiello rappresenta il Sutra del Loto che il Budda tiene nascosto mentre espone gli insegnamenti provvisori.
                                                                                          10. Ibidem, cap. 2, p. 85.
                                                                                          11. Ibidem, cap. 10, p. 236.
                                                                                          12. Governante di Wei: duca di Yi dello stato di Wei (r. 668-660 a.C.) in Cina. Te-tsung: (742-805) nono imperatore della dinastia T’ang.
                                                                                          13. Hu e Yüeh: Hu qui denota le tribù del nord della Cina e Yüeh quelle del sud.
                                                                                          14. Fuji Sengen: divinità venerata nei santuari del Fuji e di altre regioni.
                                                                                          La Biblioteca di Nichiren
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