318. Risposta alla monaca laica di Kubo
Minobu, 1279. Indirizzata a Kubo, monaca laica di
Ho ricevuto cinquanta mushimochi1, una fila di cachi secchi e il secchio di sciroppo che mi hai inviato. Ti ho scritto così tante volte in passato per ringraziarti della tua gentilezza che ormai ho il pennello consumato e le dita intorpidite.
Si possono contare le gocce di pioggia che cadono in un sistema maggiore di mondi nell’arco di sette giorni? Qualcuno sa quanti sono i granelli di polvere delle vaste terre che compongono i mondi delle dieci direzioni? Ma i benefici che si conseguono facendo offerte anche a un unico carattere del Sutra del Loto, dice il Budda, quelli sono veramente difficili da misurare! Devi sempre tenerlo a mente!
Con profondo rispetto,
Nichiren
Il ventisettesimo giorno del dodicesimo mese
Risposta alla monaca laica di Kubo
Cenni Storici
Nichiren Daishonin scrisse questa lettera da Minobu il dodicesimo mese del 1279 e la inviò alla monaca laica di Kubo che viveva nella provincia di Suruga. Nelle varie lettere a lei indirizzate il Daishonin loda ripetutamente la sincerità e la fede della donna. Ciò è evidente dall’affermazione: «Ti ho scritto così tante volte in passato per ringraziarti della tua gentilezza».
Il Daishonin suggerisce poi che, anche se fosse possibile contare le gocce di pioggia e i granelli di polvere di infiniti mondi, non sarebbe mai possibile misurare i benefici che derivano dal fare offerte anche a un solo carattere del Sutra del Loto.