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322. Risposta alla monaca laica Myoshin

RSND, VOLUME II

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Luogo sconosciuto, 1280. Indirizzata a Myoshin, monaca laica

Apprezzo vivamente le tue varie offerte. Come posso ringraziarti per tutte le cose che hai mandato, proprio adesso che per i contadini è il periodo di maggior lavoro in tutto l’anno, quello in cui non si può sprecare neanche un momento? La perdita di tuo marito, il prete laico, deve essere dura da sopportare e penso che tu sia mossa dal profondo desiderio di fare qualcosa di buono per la sua esistenza futura. Come sarà felice di vedere con quanto affetto ti preoccupi della sua vita futura. Là, sotto l’erba umida di rugiada, in quel luogo privo di visitatori, probabilmente anelerà a chiedere cosa ne è stato dei suoi bambini rimasti nel mondo di saha.

    Su Wu, prigioniero per diciannove anni nella terra dei barbari del nord, aveva una così intensa nostalgia della moglie e dei figli da inviare una lettera attaccata alla zampa di un’oca selvatica. Quando Abe no Nakamaro1 era in Cina, senza poter fare ritorno in Giappone, scrutando con nostalgia la luna che sorgeva a est, compose una poesia nella quale la paragonava alla luna sopra Kasugano. Forse tuo marito starà pensando che la situazione in cui si trova non è molto diversa.

      Ma, poiché tu reciti costantemente il daimoku del Sutra del loto, il carattere myo si trasformerà in un messaggero che si recherà da tuo marito, o diventerà il Bodhisattva Manjushri, il Bodhisattva Virtù Universale, il Bodhisattva Pratiche Superiori o il Bodhisattva Mai Sprezzante. Probabilmente riferirà nell’altro mondo tutto ciò che accade in questo mondo di saha, proprio come lo specchio [della moglie] dell’uomo di Ch’en2 faceva continuamente rapporto volando via come un uccello, o come il suono della moglie che batteva i suoi vestiti giungeva agli orecchi di Su Wu. Inoltre myo, come i fiori che diventano frutti, come la mezza luna che diventa piena, è un carattere che si trasforma in un Budda.

        Perciò il sutra dice: «Chi lo sostiene [questo sutra], starà sostenendo il corpo del Budda»3. E il Gran Maestro T’ien-t’ai dice: «[Il Sutra del Loto…], in ogni suo singolo carattere è il vero Budda»4. Il carattere myo è il Tathagata Shakyamuni, perfettamente dotato delle trentadue caratteristiche maggiori e degli ottanta segni minori, ma, a causa delle nostre scarse facoltà visive, noi vediamo solo un carattere. Una persona anziana, dalla vista debole, non riesce a vedere i semi prodotti dai fiori di loto nello stagno. Di notte, per via del buio, nessuno sa distinguere le forme delle cose. Eppure, questo carattere myo è di per sé un Budda.

          Inoltre, questo carattere myo è la luna, il sole, le stelle, uno specchio, le vesti, il cibo, i fiori, la grande terra, il grande mare. Tutti i benefici accumulati insieme formano il carattere myo. Inoltre è il gioiello che esaudisce i desideri. Dovresti vedere le cose in questo modo.

            Ti scriverò più dettagliatamente in un altro momento.

              Nichiren

                Il quarto giorno del quinto mese

                  Per favore fatti spiegare questo da Hoki-bo.

                      Cenni Storici

                      Questa è una lettera di ringraziamento scritta da Nichiren Daishonin il quarto giorno del quinto mese del 1280. La monaca laica Myoshin aveva inviato offerte al Daishonin a beneficio del proprio defunto marito. Il Daishonin le assicura che il carattere myo del daimoku che ella recita agirà come un messaggero che porterà notizie di lei e dei suoi figli al marito deceduto. Inoltre, egli spiega, il carattere myo non è solo l’insieme di tutti i benefici, ma anche il gioiello che esaudisce i desideri, e la incoraggia a credere nei benefici incommensurabili del daimoku.

                      Note

                      1. Abe no Nakamaro si recò nella Cina T’ang come inviato a scopo di studio nel 717, e in seguito servì l’imperatore Hsüan-tsung come funzionario del governo cinese. Nel 733 cercò di fare ritorno in Giappone, ma le autorità T’ang non glielo permisero. Quando alla fine ottenne il permesso di rientrare in patria, durante il viaggio la sua nave naufragò ed egli fu costretto a tornare in Cina, dove morì. Kasugano, di cui si parla in seguito, è una zona a ovest di una collina di Nara di nome Kasugayama. Nara fu la capitale del Giappone per la maggior parte della vita di Nakamaro.
                      2. Secondo una narrazione “l’uomo di Ch’en” corrisponde a Ch’u Te-yen, funzionario della dinastia cinese Ch’en (557-589). Si diceva che quando dovette separarsi dalla moglie spezzò in due uno specchio e ognuno dei coniugi ne conservò una parte. Secondo la leggenda, i pezzi dello specchio, volando come uccelli, agivano come mezzo di comunicazione fra loro.
                      3. Il Sutra del Loto, cap. 11, p. 254.
                      4. Fonte sconosciuta.
                      La Biblioteca di Nichiren
                      istituto buddista italiano soka gakkai
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