logo

241. Stabilire il metodo corretto di contemplazione

RSND, VOLUME II

image

Luogo sconosciuto, 1274. Indirizzata a Sairen-bo

Determinare le somiglianze e le differenze fra il Sutra del Loto e l’insegnamento della concentrazione e visione profonda

    Scritto da Nichiren

      Fra coloro che attualmente studiano e praticano gli insegnamenti della scuola Tendai, a quanto pare ve ne sono molti che attribuiscono la massima importanza alle pratiche legate all’osservazione della mente, e mettono da parte le dottrine esposte nell’insegnamento transitorio e nell’insegnamento originale del Sutra del Loto.

        Ma queste cosiddette “pratiche legate all’osservazione della mente” si basano sull’insegnamento della meditazione esposto dal Gran Maestro T’ien-t’ai in Grande concentrazione e visione profonda che rivela «l’insegnamento che egli stesso [T’ien-t’ai Chih-che] praticò nel proprio cuore»1 – cioè il principio della triplice contemplazione in un’unica mente e dei tremila regni in un singolo istante di vita – oppure si basano sull’insegnamento della contemplazione Zen di Bodhidharma, che viene ampiamente diffuso oggigiorno?

          Se si basano sull’insegnamento della meditazione Zen di Bodhidharma, allora [vi sono due tipi di Zen, quello dottrinale e quello patriarcale2]. Lo Zen dottrinale è un tipo di meditazione provvisoria fondata sugli espedienti insegnati dal Budda quando non aveva «ancora rivelato la verità»3, un tipo di meditazione che fu accantonata quando fu esposta la meditazione meravigliosa basata sul Sutra del Loto, «mettendo da parte onestamente gli espedienti»4 come il sutra stesso afferma. Lo Zen patriarcale, che prende il nome da Bodhidharma, patriarca della scuola Zen, è un tipo di meditazione che si definisce “una trasmissione separata al di fuori dei sutra” ed è opera del demone celeste. Entrambi i tipi di meditazione sono metodi basati su falsità che non condurranno mai al raggiungimento della via e che quindi non devono essere impiegati.

            Ma se queste pratiche si basano invece sulla triplice contemplazione in un’unica mente esposta da T’ien-t’ai in Grande concentrazione e visione profonda, ovviamente non saranno in contrasto con l’intenzione originale che T’ien-t’ai esprime in quell’opera a proposito delle pratiche meditative da adottare e quelle da scartare. Se questi metodi sono basati sulla pratica esposta in Grande concentrazione e visione profonda, allora non possono essere in conflitto con il Sutra del Loto, perché Grande concentrazione e visione profonda è interamente fondata sul Sutra del Loto. Le pratiche legate alla triplice contemplazione in un’unica mente mirano allo scopo di percepire la Legge meravigliosa, che di solito è al di là del normale potere di percezione.

              Perciò, chi sostiene che il Sutra del Loto andrebbe abbandonato e che il metodo di concentrazione deve essere considerato l’unica procedura corretta sta commettendo una grave offesa alla Legge, sta nutrendo un’opinione gravemente errata e sta facendo il lavoro del demone del sesto cielo. Dico questo perché la triplice contemplazione in un’unica mente di T’ien-t’ai è un metodo di concentrazione e visione profonda che si basa sul Sutra del Loto e che permette di acquisire una visione profonda attraverso la meditazione, cioè di risvegliarsi alla verità della propria mente.

                Domanda: Che prova c’è che Grande concentrazione e visione profonda del Gran Maestro T’ien-t’ai e le dottrine dei tremila regni in un singolo istante di vita, della triplice contemplazione in un’unica mente, e della meravigliosa contemplazione per ottenere il risveglio alla verità della propria mente siano basate sul Sutra del Loto?

                  Risposta: Vorrei rispondere alla tua obiezione chiedendo che prova c’è che esse non siano basate sul Sutra del Loto.

                    Qualcuno ha citato come prova il passo che afferma: «Grande concentrazione e visione profonda rivela l’insegnamento che egli stesso, T’ien-t’ai Chih-che, praticò nel proprio cuore». E anche il passo che afferma: «Quando alla fine, in Grande concentrazione e visione profonda, egli rivelò correttamente il metodo di meditazione, impiegò allo stesso tempo i “tremila regni” come un mezzo per comprendere. Questo principio è la rivelazione fondamentale del suo insegnamento finale e supremo. Per questo motivo Chang-an afferma nella sua introduzione: “Grande concentrazione e visione profonda rivela l’insegnamento che egli stesso, T’ien-t’ai Chih-che, praticò nel proprio cuore”. Aveva delle buone ragioni per dire ciò»5.

                      Vorrei far notare che questi passi, nel parlare dell’«insegnamento che egli stesso, T’ien-t’ai Chih-che, praticò nel proprio cuore», non provano affatto che queste dottrine non siano basate sul Sutra del Loto. «L’insegnamento che egli stesso, T’ien-t’ai Chih-che, praticò» non è altro che il Sutra del Loto; perciò questi passi si possono considerare una prova che queste dottrine sono basate sul Sutra del Loto.

                        Ma nei dibattiti con i seguaci di altre scuole bisognerebbe limitarsi a discutere ciò che riguarda i princìpi generali. Per esempio, si dovrebbe far notare che se Grande concentrazione e visione profonda di T’ien-t’ai non fosse un’opera basata sul Sutra del Loto, andrebbe sommariamente scartata. Perché? Perché lo stesso Gran Maestro T’ien-t’ai affermò tassativamente: «Ciò che si accorda con i sutra deve essere trascritto e reso accessibile, ma non dovete prestare fede alle parole o ai princìpi che non si trovano nei testi [dei sutra]»6. Il Gran Maestro Dengyo disse: «Basatevi su ciò che ha predicato il Budda, non prestate fede a ciò che è trasmesso oralmente»7. Il Trattato sulla grande perfezione della saggezza di Nagarjuna dice che ci si dovrebbe affidare ai trattati che sono fedeli ai sutra e non affidarsi a quelli che distorcono i sutra8. E Shakyamuni, il signore degli insegnamenti, disse: «Affidatevi alla Legge e non alla persona»9.

                          T’ien-t’ai si basava sul Sutra del Loto e considerava Nagarjuna il primo patriarca dell’insegnamento. Come avrebbe mai potuto allontanarsi dal sutra, venendo meno a ciò che egli stesso aveva dichiarato, e basare Grande concentrazione e visione profonda su dottrine erronee ed estranee al Buddismo? Una simile interpretazione è assolutamente impossibile.

                            Domanda: C’è qualche passo che dimostri che Grande concentrazione e visione profonda è basato sul Sutra del Loto?

                              Risposta: In realtà ce ne sono molti. Mi limiterò a citarne alcuni.

                                Grande concentrazione e visione profonda dice: «Metterò da parte i tipi graduali e indeterminati di concentrazione e visione profonda, e non li discuterò in maniera particolareggiata. Procederò invece, sulla base dei sutra, a chiarire ulteriormente il tipo perfetto e immediato di concentrazione e visione profonda»10.

                                  Annotazioni su “Grande concentrazione e visione profonda” afferma: «Riunendo insieme i vari insegnamenti del Sutra del Loto egli ha portato a compimento le pratiche del tipo di meditazione chiamato insondabile, o perfetto e immediato, delle dieci meditazioni, dei dieci oggetti di meditazione, dell’eliminazione del relativo e dell’eliminazione dell’assoluto che conducono all’illuminazione tranquilla»11.

                                    Il significato essenziale di “Grande concentrazione e visione profonda” dice: «Gli insegnamenti dottrinali della nostra scuola considerano Nagarjuna come loro fondatore e patriarca. Hui-wen12 aggiunse semplicemente a questi una forma di contemplazione interiore per l’osservazione e l’ascolto attento delle dottrine. Fu solo con Nan-yüeh e T’ien-t’ai che si svilupparono la meditazione e la dharani13 del Loto e con esse i princìpi dottrinali furono aperti ed espansi e il metodo di contemplazione della mente ottenne la sua forma finale e completa….

                                      «Volendo interpretare adeguatamente il Sutra del Loto, occorre distinguere tra insegnamenti provvisori e vero insegnamento, e tra insegnamento transitorio e insegnamento originale. Dopo di che si può stabilire la pratica da seguire. Solo questo sutra può essere chiamato meraviglioso ed è sulla base di questo sutra che dovrebbe essere stabilito il metodo di concentrazione e visione profonda. Le pratiche chiamate cinque gruppi di esercizi preparatori14 e dieci meditazioni mostrano che la “concentrazione e visione profonda perfetta e immediata” è basata interamente sul Sutra del Loto.15 Il termine “concentrazione e visione profonda perfetta e immediata” è semplicemente un altro nome della meditazione del Loto».

                                        Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto” afferma: «Quando si combinano insieme il metodo di contemplazione e il Sutra del Loto, non occorre cercare altri tesori. Sappiate che l’opera chiamata Grande concentrazione e visione profonda è uno strumento e un metodo per realizzare la meditazione del Loto. Se si riesce a cogliere questo punto, si può dire di aver compreso il significato del sutra».

                                          In Imparare il significato essenziale delle dottrine della scuola T’ien-t’ai, un commentario del maestro buddista cinese Hsing-man, si afferma: «Le idee essenziali insegnate in Grande concentrazione e visione profonda non sono altro che la meditazione del Loto sotto un altro nome. La meditazione si svolge sulla base del sutra».

                                            Il significato di queste prove documentarie è perfettamente chiaro. Chi potrebbe metterle in dubbio?

                                              Domanda: T’ien-t’ai basò le sue interpretazioni [del Sutra del Loto] su quattro criteri. Ma quando giunse all’ultimo di questi, l’osservazione della mente, a quanto pare mise da parte le sue interpretazioni precedenti basate sul [precedente principio dell’] insegnamento transitorio e dell’insegnamento originale. Inoltre, si dice che il Sutra del Loto fu esposto per coloro che seguono un approccio graduale alla verità, mentre l’insegnamento della concentrazione e della visione profonda fu esposto per coloro che ne acquisiscono una padronanza diretta.

                                                Qual è la tua opinione in proposito?

                                                  Risposta: Se adotti il punto di vista secondo il quale ciò che fu esposto per coloro che seguono l’approccio graduale è inferiore e ciò che fu esposto per quelli che preferiscono un approccio immediato è superiore, concordi dunque con l’attuale opinione sostenuta nella scuola Tendai per la quale il Sutra della Ghirlanda di fiori e i sutra della Vera parola sono superiori al Sutra del Loto? La scuola Tendai attualmente ha una comprensione così superficiale da affermare che i sutra della Vera parola sono superiori al Sutra del Loto perché rappresentano l’insegnamento esoterico sia nella teoria sia nella pratica16. Secondo questo modo di ragionare suppongo sia ragionevole anche asserire che l’insegnamento della concentrazione e della visione profonda è superiore al Sutra del Loto.

                                                    Inoltre, riguardo alla critica secondo cui T’ien-t’ai, quando giunse al principio guida che riguardava l’osservazione della mente, mise da parte le sue precedenti interpretazioni basate sull’insegnamento transitorio e l’insegnamento originale, quale passo del Sutra del Loto confermerebbe una conclusione simile? Quale commentario di quale maestro buddista dice di mettere da parte gli insegnamenti del Budda? Persino se fossero interpretazioni dello stesso T’ien-t’ai, se contraddicono le auree parole del Budda Shakyamuni e il Sutra del Loto, non andrebbero seguite in nessuna circostanza. Perché il Budda stesso ammonì che bisognerebbe “affidarsi alla Legge e non alla persona” e sin dal tempo di Nagarjuna, T’ien-t’ai e Dengyo questa è stata la regola.

                                                      Inoltre, ciò che intendeva T’ien-t’ai nella sua interpretazione è che, una volta esposte le grandi dottrine dell’insegnamento transitorio, le grandi dottrine dei sutra predicati prima del Loto sono superate; una volta esposte le grandi dottrine dell’insegnamento originale, le grandi dottrine dell’insegnamento transitorio sono superate, e una volta esposte le grandi dottrine dell’osservazione della mente, le grandi dottrine dell’insegnamento originale sono superate. Questa interpretazione si basa sull’aver compreso che la Legge fondamentale che permea tutte le cose è l’unica Legge, la Legge meravigliosa, l’insondabile, e che si pratica sulla base di tale comprensione.

                                                        Nella sua interpretazione T’ien-t’ai sta dicendo che il motivo per cui adesso, nel Medio giorno della Legge, la pratica da svolgere è l’osservazione della mente è che, se si dovesse cercare di raggiungere la verità attraverso l’insegnamento transitorio, questo si rivelerebbe troppo esteso, e se si cercasse di raggiungerla attraverso l’insegnamento originale, questo sarebbe troppo elevato per essere compreso appieno. Perciò non sono due metodi accessibili a persone dotate di conoscenza superficiale. E quindi T’ien-t’ai raccomanda di concentrarsi unicamente sull’osservazione della mente, attraverso la quale si può osservare la Legge meravigliosa dentro di sé, all’interno della propria mente.

                                                          La sua interpretazione non significa affatto che si debba mettere da parte la Legge meravigliosa. Se si scartasse la Legge meravigliosa, cosa ci sarebbe da osservare dentro di sé, nella propria mente? Dovremmo forse buttar via il prezioso gioiello che esaudisce i desideri e considerare tesori le semplici tegole e pietre?

                                                            È triste che gli studiosi dell’attuale scuola Tendai si lascino influenzare dagli insegnamenti delle scuole Nembutsu, della Vera parola e Zen e fraintendano le dottrine e i commentari di T’ien-t’ai, voltando le spalle al Sutra del Loto e commettendo l’errore di offendere gravemente la Legge!

                                                              Se tu asserisci che Grande concentrazione e visione profonda è superiore al Sutra del Loto, ti esponi a una serie di obiezioni.

                                                                Grande concentrazione e visione profonda rappresenta un’illuminazione personale ottenuta da T’ien-t’ai nel suo luogo di pratica. Ma il Sutra del Loto rappresenta la grande Legge conseguita dal Budda nel suo luogo di pratica. (Questa è la prima obiezione).

                                                                  Shakyamuni è il Budda di perfetta illuminazione e completa ricompensa. T’ien-t’ai ottenne uno stadio di illuminazione che non arrivava al primo dei dieci stadi di sicurezza; egli non andò oltre gli stadi di udire il nome e le parole della verità, della percezione e dell’azione, e della somiglianza all’illuminazione. Rispetto ai cinquantadue stadi della pratica del bodhisattva era quarantadue stadi più in basso di Shakyamuni. (Questa è la seconda obiezione).

                                                                    Il Sutra del Loto rappresenta lo scopo originale per il quale Shakyamuni e gli altri Budda fecero la loro apparizione nel mondo. Grande concentrazione e visione profonda rappresenta un’illuminazione personale, per la cui rivelazione T’ien-t’ai fece la sua apparizione nel mondo. (Questa è la terza obiezione).

                                                                      Nel caso del Sutra del Loto, il Budda Molti Tesori attestò la verità del sutra, e tutte le emanazioni del Budda Shakyamuni che erano convenute all’assemblea estesero le loro lunghe e ampie lingue fino al cielo di Brahma, in segno di assenso. Il Sutra del Loto è la grande pura Legge della quale Molti Tesori disse: «Tutto ciò che hai esposto è la verità!»17 [e i Budda emanazioni furono d’accordo]. Grande concentrazione e visione profonda è semplicemente l’esposizione di quella Legge da parte di T’ien-t’ai. (Questa è la quarta obiezione).

                                                                        Ci sono vari altri modi in cui questi due testi, il Sutra del Loto e Grande concentrazione e visione profonda, differiscono, ma eviterò di menzionarli adesso.

                                                                          Per rispondere ulteriormente alle domande precedenti riguardo alle persone per le quali gli insegnamenti furono esposti, se asserisci che gli insegnamenti che erano intesi per le persone di capacità superiori hanno un maggior valore, in realtà stai dicendo che si dovrebbe scartare il vero insegnamento e adottare gli insegnamenti provvisori. Perché T’ien-t’ai affermò: «Più l’insegnamento è provvisorio, più deve essere alto il livello [di coloro che può condurre all’illuminazione]»18.

                                                                            E se dici che gli insegnamenti intesi per le persone di capacità inferiore sono di minor valore, in realtà stai dicendo che si dovrebbero scartare gli insegnamenti provvisori e adottare il vero insegnamento. Perché T’ien-t’ai affermò: «Più vero è l’insegnamento, più basso il livello [di coloro che può condurre all’illuminazione]»19.

                                                                              Perciò, se dici che l’insegnamento della concentrazione e visione profonda fu esposto a beneficio delle persone di capacità superiore e il Sutra del Loto fu esposto a beneficio delle persone di capacità inferiore, stai dicendo che l’insegnamento della concentrazione e visione profonda è inferiore al Sutra del Loto perché è indirizzato alle persone di capacità superiori, e infatti questa è la verità.

                                                                                In una precedente incarnazione il Gran Maestro T’ien-t’ai era presente all’assemblea sul Picco dell’Aquila e udì il Budda esporre [la Legge meravigliosa che rappresenta] la vera ragione per la sua apparizione nel mondo. Ma il tempo in cui visse il Gran Maestro T’ien-t’ai non era quello adatto e perciò egli non espose la Legge meravigliosa, chiamando invece i propri insegnamenti concentrazione e visione profonda. Egli era fra coloro che furono istruiti e convertiti dal Budda nel suo stato transitorio, e perciò non espose la Legge che era stata affidata a coloro che erano stati istruiti e convertiti dal Budda nella sua vera identità. Egli espose la Legge meravigliosa, che insegna direttamente la verità, in una forma camuffata sotto il nome di concentrazione e visione profonda. Non si trattava dunque della Legge meravigliosa così com’è, ma di una sua veste provvisoria20.

                                                                                  Se ne deduce dunque che le persone per le quali erano intesi gli insegnamenti di T’ien-t’ai avevano capacità adatte al perfetto insegnamento nella sua veste provvisoria, propagato dal Budda quando egli era al mondo. Ma la capacità delle persone istruite e convertite dai bodhisattva che sono discepoli del Budda nella sua vera identità è tale da poter direttamente accettare l’insegnamento originale del Sutra del Loto21.

                                                                                    Dire che Grande concentrazione e visione profonda e il Sutra del Loto sono uguali significa equiparare un commentario di un maestro buddista alle parole del Budda stesso, il che è un grave errore. Ancor più errato è dunque affermare che Grande concentrazione e visione profonda è superiore al Sutra del Loto! L’apparizione di una simile asserzione in quest’epoca deve essere uno stratagemma dei Budda e degli dèi, in modo che il devoto del Sutra del Loto nell’Ultimo giorno della Legge possa chiarire a tutti le differenze fra gli insegnamenti dei sutra propagati da coloro che furono istruiti e convertiti dal Budda nella sua vera identità e gli insegnamenti di coloro che furono istruiti e convertiti dal Budda nella sua condizione transitoria, quelle fra il Medio giorno della Legge e l’Ultimo giorno della Legge, e quelle fra coloro ai quali fu affidato l’insegnamento transitorio e coloro ai quali fu affidato l’insegnamento originale. È evidente dunque che fra i seguaci della scuola Tendai dei giorni nostri, quelli che sostengono una simile opinione errata non sono consapevoli del debito di gratitudine che hanno verso T’ien-t’ai, il fondatore della loro scuola, e non potranno sfuggire alla colpa di aver commesso tale errore.

                                                                                      Tanto tempo fa, il Gran Maestro T’ien-t’ai era presente all’assemblea sul Picco dell’Aquila dove era noto col nome di Re della Medicina. In seguito apparve in Cina, col nome di T’ien-t’ai, e poi nuovamente in Giappone, con il nome di Dengyo. E ciò che insegnò in queste tre incarnazioni può esser chiamata la Legge meravigliosa22. Non conosco altre persone che diffusero il Sutra del Loto nei tre paesi [India, Cina e Giappone] come fece lui, eccetto il Budda Shakyamuni durante la sua vita [in India]. Mi pare proprio che gli attuali seguaci di un uomo straordinario come il Gran Maestro T’ien-t’ai stiano commettendo una grave colpa quando interpretano in maniera così errata le sue esposizioni della dottrina e imputano errori a lui che ne è completamente libero!

                                                                                        Ma quale insegnamento stava cercando di esporre T’ien-t’ai? Gli eminenti studiosi di questi argomenti risponderebbero: «La triplice contemplazione in un’unica mente».

                                                                                          Vorrei far notare però che, anche se la triplice contemplazione in un’unica mente, che riflette l’unica verità, ossia l’insegnamento completo e perfetto, è veramente profonda, alla fine non è altro che un metodo utilizzato da chi attua la pratica religiosa. Infatti la triplice contemplazione rappresenta una causa che conduce alla comprensione.

                                                                                            Il Gran Maestro Jikaku nel suo commentario afferma: «La triplice contemplazione rappresenta una pratica meditativa che ha lo scopo di cogliere l’essenza di tutti i fenomeni»23. E il Gran Maestro Dengyo afferma: «Si svolge la pratica chiamata concentrazione e visione profonda per guadagnare il meraviglioso frutto o merito intrinseco del Sutra del Loto»24.

                                                                                              Si dovrebbe comprendere dunque che la triplice contemplazione in un’unica mente rappresenta uno stato mentale che ci permette di comprendere pienamente la dottrina della Buddità, il suo stato vitale e i suoi meriti. Inoltre, poiché la triplice contemplazione è un insegnamento che si può descrivere a parole, è chiamata la triplice contemplazione che è comprensibile, in contrasto con la Legge meravigliosa della Buddità, con il suo stato vitale e con i suoi meriti [che sono insondabili].

                                                                                                Domanda: Cos’è questa Legge che è superiore alla triplice contemplazione in un’unica mente?

                                                                                                  Risposta: Questa è veramente una dottrina della massima importanza. Riguarda un ambito che può essere condiviso solo fra Budda, e perciò non può essere espressa a parole. Per questo non posso descrivertela. Infatti nel Sutra del Loto il Budda ha detto: «La mia Legge è meravigliosa e difficile da comprendere»25, «non può essere spiegata a parole»26. Perciò ci viene detto che nemmeno un Budda di perfetta illuminazione e completa ricompensa può comprendere questa Legge che non si può esprimere a parole. Non sarà dunque ancor più vero per i bodhisattva allo stadio di illuminazione quasi perfetta e agli stadi inferiori, o per le persone comuni?

                                                                                                    Domanda: Se non possiamo nemmeno udire come si chiama, come facciamo a sapere che è una Legge superiore?

                                                                                                      Risposta: È la Legge che T’ien-t’ai realizzò con la sua illuminazione personale. Gli studiosi della nostra epoca non ne sono al corrente perché hanno sbagliato nella trasmissione di questo insegnamento da una generazione all’altra. È la Legge o dottrina che dovrebbe essere accuratamente e immancabilmente tramandata in segreto da una generazione all’altra.

                                                                                                        Comunque, poiché le tue intenzioni sono sicuramente lodevoli, ti dirò come si chiama. Si chiama Legge espressa in un’unica parola. È ciò che intendeva T’ien-t’ai quando scrisse che «Tao-sui ci ha trasmesso in una singola frase la triplice contemplazione in un’unica mente»27.

                                                                                                          Domanda: Che tipo di Legge potrebbe essere? Non ne ho mai sentito parlare.

                                                                                                            Risposta: Si può riassumere nell’unica parola “myoho”, o Legge meravigliosa.

                                                                                                              Domanda: Come sappiamo che questa Legge meravigliosa è superiore alla triplice contemplazione in un’unica mente?

                                                                                                                Risposta: Perché la Legge meravigliosa rappresenta la somma dei benefici che si ricevono, mentre la triplice contemplazione rappresenta un metodo di meditazione svolto dal praticante.

                                                                                                                  Il Budda, parlando di questa Legge meravigliosa nel Sutra del Loto, dice: «Questa Legge percepita nel luogo dell’illuminazione», «La mia Legge è meravigliosa e difficile da comprendere»28, «Questa Legge non è qualcosa che possa essere compreso attraverso la riflessione o l’analisi»29, «non possono essere spiegati a parole»30.

                                                                                                                    T’ien-t’ai afferma: «Il carattere myo [mistico o meraviglioso] significa al di là della normale comprensione, al di là del potere di descrizione delle parole, al di là del potere di immaginazione della mente. Ho, o Legge, significa la dottrina dei Dieci mondi e dei dieci fattori, della non dualità di causa ed effetto»31.

                                                                                                                      Che si parli delle tre verità, della triplice contemplazione o dei tremila regni, anche se possiamo definirle la dottrina insondabile e al di là della normale comprensione, si tratta di concetti basati sull’illuminazione personale di T’ien-t’ai, dottrine che egli riuscì a comprendere col suo pensiero. Ma questa “Legge meravigliosa” di cui sto parlando è la maestra dei Budda. Alla luce dei passi del Sutra del Loto che ho appena citato, essa rappresenta lo stato vitale o la comprensione del Budda che raggiunse il supremo stadio di perfetta illuminazione, il frutto ultimo della Buddità, nel passato inconcepibilmente remoto. Essa non rappresenta lo stato vitale o la comprensione del signore degli insegnamenti, o di altri Budda e bodhisattva dei sutra predicati prima del Sutra del Loto o dell’insegnamento transitorio.

                                                                                                                        Quando il Budda nel Sutra del Loto parla di ciò che «può essere compreso e condiviso solo fra Budda»32 si sta riferendo alla dottrina dei Dieci mondi, dei dieci fattori e dei tremila regni descritta nell’insegnamento transitorio. Sta esponendo il supremo grado di illuminazione ottenuto dal Budda nella sua condizione transitoria, cioè dal signore degli insegnamenti dell’insegnamento transitorio. Ma la Legge meravigliosa, la Legge che il Budda nel suo stato originale ottenne dalla fusione di realtà e saggezza, è qualcosa che il Budda nella sua condizione transitoria e gli altri Budda non potevano comprendere col loro pensiero. E tantomeno i bodhisattva o le persone comuni!

                                                                                                                          T’ien-t’ai spiega i due caratteri che significano “concentrazione e visione profonda” dicendo che “visione profonda” indica la comprensione del Budda e “concentrazione” la percezione del Budda33. Ma ciò indica la saggezza e la percezione del Budda dell’insegnamento transitorio, non la comprensione e la percezione del Budda che ottenne la perfetta illuminazione, il frutto ultimo della Buddità. Perciò Grande concentrazione e visione profonda descrive come propri insegnamenti principali i Dieci mondi, i dieci fattori e i tremila regni, le tre verità e la triplice contemplazione raggiunta da T’ien-t’ai con la sua illuminazione personale. Poiché essi rappresentano la vera intenzione dell’insegnamento transitorio, dovresti capire che rappresentano anche la comprensione e la percezione del Budda dell’insegnamento transitorio.

                                                                                                                            Possiamo dire che in Grande concentrazione e visione profonda vediamo rivelata la meravigliosa contemplazione che è al di là di ogni paragone e al di là della comprensione. Ma ciò si riferisce semplicemente alla contemplazione meravigliosa rappresentata dal principio dei tremila regni in un singolo istante di vita che, per il momento, è descritta come “al di là di ogni paragone e al di là della comprensione”.

                                                                                                                              Domanda: Il Gran Maestro T’ien-t’ai ottenne realmente una comprensione di questa Legge meravigliosa espressa in un’unica parola, oppure no?

                                                                                                                                Risposta: Egli la realizzò dentro di sé, ma non la propagò all’esterno. Tenne segreto il contenuto della sua realizzazione interiore o illuminazione e, nelle sue attività esterne, espose la triplice contemplazione e la dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita.

                                                                                                                                  Domanda: Se l’aveva compresa, perché non la propagò?

                                                                                                                                    Risposta: Perché non era ancora giunto il tempo di farlo. Perché il Budda non gli aveva affidato questo compito. E perché egli era un bodhisattva istruito e convertito dal Budda nella sua condizione transitoria.

                                                                                                                                      Domanda: Puoi citare qualche prova del fatto che T’ien-t’ai aveva ottenuto la comprensione di questa Legge meravigliosa espressa in un’unica parola?

                                                                                                                                        Risposta: Si tratta di una faccenda segreta nota soltanto all’interno del lignaggio dottrinale di T’ien-t’ai. I normali studiosi di Buddismo non ne sono a conoscenza. Essa riguarda un’opera in un unico foglio scritta di suo pugno dal Gran Maestro T’ien-t’ai che si intitola L’eredità del significato profondo della cerimonia di consacrazione34. Dopo l’estinzione di T’ien-t’ai fu conservata in un deposito dentro una torre di pietra. Quando il Gran Maestro Dengyo si recò in Cina poté aprire il deposito con una chiave a otto punte e ricevette istruzioni su questa eredità dal reverendo Tao-sui.

                                                                                                                                          Questo documento parla del “meraviglioso significato espresso in un’unica frase, il profondo principio dell’unico insegnamento”. Il Gran Maestro Dengyo nella sua opera sull’eredità35 afferma: «Riguardo a questa Legge meravigliosa espressa in un’unica parola, quando gli occhi sono aperti e si osserva il regno degli oggetti dei cinque sensi, essa è la verità essenziale così come si manifesta in accordo con le circostanze. E quando gli occhi sono chiusi e ci si trova in una condizione di assenza di pensiero, è la verità essenziale nel suo aspetto immutabile. Perciò quando si ode quest’unica parola, si penetrano con essa tutti i fenomeni. Tutti i sutra predicati dal Budda nel corso della sua vita sono contenuti in essa».

                                                                                                                                            Se ci basiamo su ciò che questi due gran maestri hanno detto riguardo alla loro eredità, allora il nucleo degli insegnamenti ricevuti dal Gran Maestro T’ien-t’ai e tramandati da lui è questa dottrina della Legge meravigliosa espressa in un’unica parola. La triplice contemplazione in un’unica mente alla fine non è altro che un metodo di pratica per poter comprendere questa Legge meravigliosa. La triplice contemplazione rappresenta la causa e la Legge meravigliosa è l’effetto. Ma l’effetto è già presente nella causa e la causa è presente nell’effetto. Quindi si sta contemplando la Legge meravigliosa in cui causa ed effetto sono simultaneamente presenti e per questo tale metodo è in grado di raggiungere dei risultati.

                                                                                                                                              Sappi che è un grave errore aderire alla falsa affermazione che l’insegnamento fondamentale esposto da T’ien-t’ai riguarda un tipo di concentrazione e visione profonda caratterizzato dall’“assenza di pensiero”, che trascende il Sutra del Loto il quale è diviso nelle categorie dell’insegnamento transitorio e originale, e che rappresenta la grande Legge altamente segreta.

                                                                                                                                                I grandi bodhisattva, che appartengono ai quattro ordini di saggi ai quali ci si può affidare, nel passato avevano già scritto trattati dottrinali sulla base dei sutra buddisti. Perché dunque T’ien-t’ai avrebbe dovuto opporsi alla predicazione del Budda, postulando un tipo di “concentrazione e visione profonda” caratterizzato dall’“assenza di pensiero”?

                                                                                                                                                  Se si afferma che la concentrazione e visione profonda non è basata sul Sutra del Loto, allora la concentrazione e visione profonda di T’ien-t’ai deve essere uguale alla dottrina erronea inventata dal demone celeste e propagata da Bodhidharma, che si definisce “una trasmissione separata al di fuori dei sutra”.

                                                                                                                                                    Ma naturalmente nessuna di queste cose può essere vera. Come sono penosi, veramente penosi, quelli che invece credono che lo sia!

                                                                                                                                                      Il Gran Maestro Dengyo afferma: «Se non è un decreto del sovrano del paese non andrebbe onorato e obbedito; se non è un insegnamento del Budda, il re del Dharma, non andrebbe accettato né creduto»36.

                                                                                                                                                        E afferma inoltre: «[I grandi bodhisattva che appartengono a] i quattro ordini di saggi scrissero i loro trattati parlando a volte di insegnamenti provvisori e a volte del vero insegnamento. E descrivendo il significato degli insegnamenti dei tre veicoli, parlarono a volte dei tre veicoli e a volte dell’unico veicolo. Per tale ragione, T’ien-t’ai Chih-che accettò la loro definizione dei tre veicoli, stabilì le categorie consecutive dei quattro insegnamenti e, basandosi sull’unico vero insegnamento, espose l’unico veicolo del Budda. Le sei paramita sono pratiche separate e distinte; perché dunque i precetti dovrebbero essere sempre gli stessi? Le regole di disciplina che le persone accettano non sono le stesse; perché dunque i modi di comportarsi dovrebbero essere uguali? Perciò quando T’ien-t’ai trasmise le dottrine si basò rigorosamente su [i grandi bodhisattva che appartenevano a] i quattro ordini di saggi e seguì gli insegnamenti dei sutra buddisti».

                                                                                                                                                          Le dottrine della scuola T’ien-t’ai furono introdotte per la prima volta nel paese dal Gran Maestro Dengyo. Se dite che la concentrazione e visione profonda di T’ien-t’ai non è basata sul Sutra del Loto, allora state contraddicendo ciò che Dengyo, il fondatore della scuola in questo paese, insegnò in Giappone, e ciò che T’ien-t’ai insegnò in Cina. Le dottrine trasmesse da questi due gran maestri si fondarono sin dal principio sul Sutra del Loto. Perché dunque gli attuali studiosi della scuola adottano un punto di vista differente?

                                                                                                                                                            Il motivo è facile da indovinare. Anche se gli uomini del lignaggio Tendai attualmente si definiscono membri della scuola del Monte T’ien-t’ai, le dottrine che abbracciano e studiano si basano sulle idee distorte di Bodhidharma e sulle falsità di Shan-wu-wei. Se dovessero conformarsi alle interpretazioni e ai commentari di Dengyo, capirebbero che la Legge segreta compresa nella loro stessa mente è soltanto quella espressa dall’unica parola myoho, o Legge meravigliosa.

                                                                                                                                                              Ma oggigiorno gli studiosi della scuola Tendai hanno dimenticato l’eredità di T’ien-t’ai segretamente conservata nel deposito dentro la torre di pietra; per questo hanno interrotto la consuetudine di tramandare l’eredità della Legge segreta di T’ien-t’ai e invece dicono di abbracciare la triplice contemplazione in un’unica mente. E fedeli alle proprie idee, creano un documento che descrive tale eredità, lo collocano in una borsa di broccato e se lo appendono al collo, oppure lo ripongono in una scatola e lo vendono a caro prezzo. Così i loro insegnamenti errati vengono propagati ovunque nel paese e la vera dottrina del Buddismo, insegnata da T’ien-t’ai, viene cancellata e perduta.

                                                                                                                                                                Che siano state dimenticate così le intenzioni originali di T’ien-t’ai, e che sia stata messa in secondo piano la Legge meravigliosa del Budda Shakyamuni, è dovuto unicamente all’influenza delle dottrine di Bodhidharma e alle insistenze di Shan-wu-wei. Quindi questi studiosi Tendai non capiscono l’insegnamento della concentrazione e visione profonda, non capiscono la triplice contemplazione in un’unica mente o le tre verità in un’unica mente, e non capiscono cosa significa meditare sul principio dei tremila regni in un singolo istante di vita. Essi non sanno cosa si intende con insegnamento transitorio e insegnamento originale, cosa si intende con myo comparativo e myo assoluto37, cosa si intende con contemplazione meravigliosa del Sutra del Loto, con classificazione dottrinale dei sutra, con i termini “provvisorio” e “vero”, con i quattro insegnamenti e gli otto insegnamenti, o con i differenti tipi di predicazione e di guida, rappresentati dai cinque periodi e dai cinque gusti. È ovvio perciò che non sappiano niente dei princìpi che determinano la risposta appropriata alle circostanze di insegnamento, capacità, tempo e paese, e che le idee che essi sostengono non assomiglino né al vero insegnamento né a quelli provvisori. È ovvio, non potrebbe essere altrimenti.

                                                                                                                                                                  Sono caduti nell’abitudine di considerare il Sutra del Loto inferiore a ciò che sostengono lo Zen e la Vera parola; perciò confondono gli insegnamenti tramandati da T’ien-t’ai e Dengyo con gli insegnamenti erronei di Bodhidharma e le falsità della Vera parola, generando qualcosa che non è né il vero insegnamento né gli insegnamenti provvisori, qualcosa che non appartiene a nessuno dei due. Propagando l’idea errata che l’insegnamento della concentrazione e visione profonda è superiore al Sutra del Loto si dimostrano colpevoli di una grave offesa alla Legge e fanno sembrare colpevole di errore T’ien-t’ai che invece è del tutto innocente. Così facendo si comportano come seguaci dal cattivo comportamento filiale che si rivoltano contro il fondatore della loro tradizione dottrinale, come grandi denigratori della Legge che commettono il crimine di opporsi al Sutra del Loto.

                                                                                                                                                                    Esaminando la natura del metodo di contemplazione di T’ien-t’ai possiamo dire che, dopo essere entrato in meditazione e aver ottenuto la visione profonda nel suo luogo di pratica sul monte Ta-su, egli comprese che, quando gli occhi sono aperti e si pensa alla Legge meravigliosa, essa è la verità essenziale che si manifesta in accordo con le circostanze. E quando gli occhi sono chiusi e si pensa alla Legge meravigliosa, essa è la verità essenziale nel suo aspetto immutabile.

                                                                                                                                                                      Questi due tipi di verità essenziale si trovano soltanto nella Legge meravigliosa espressa in un’unica parola. Quando si recita la parola myoho, la Legge meravigliosa, si abbracciano tutti i fenomeni, e in essa sono contenuti tutti i sutra predicati dal Budda nel corso della sua vita.

                                                                                                                                                                        Se si ricerca la verità con l’insegnamento transitorio, tale insegnamento è troppo esteso; e se si ricerca con l’insegnamento originale, tale insegnamento è troppo elevato. Perciò alla fine T’ien-t’ai credette che la cosa migliore era cercare di contemplare e osservare la Legge meravigliosa che è contenuta nel nostro stesso essere.

                                                                                                                                                                          Ma poiché gli studiosi dei nostri giorni non lo capiscono, hanno dimenticato la Legge meravigliosa che T’ien-t’ai sperimentò nelle profondità del proprio essere. Invece sono giunti a credere che l’insegnamento della concentrazione e visione profonda è superiore al Sutra del Loto e che lo Zen è superiore all’insegnamento della concentrazione e visione profonda. Essi scartano il Sutra del Loto per aderire all’insegnamento della concentrazione e visione profonda, e poi scartano l’insegnamento della concentrazione e visione profonda per aderire allo Zen.

                                                                                                                                                                            E lo fanno perché i sostenitori della scuola Zen dicono: «L’edera si attorciglia intorno al pino, ma quando sia il pino sia l’edera saranno morti, tu cosa farai?» o «Come puoi spezzare un ramo sulla cima dell’albero senza arrampicarti?». E hanno una grande fede in queste parole del demone celeste.

                                                                                                                                                                              Il signore degli insegnamenti dei sutra, dicono i sostenitori dello Zen, può essere paragonato a un pino e le sue dottrine sono come l’edera. Ma, per quanto i vari gruppi di discepoli possano dibattere sul significato delle dottrine, il Budda si è già estinto e le sue dottrine hanno perso la loro autorevolezza. Quindi gli insegnamenti buddisti esposti nei sutra sono come un dito che indica la luna. Solo l’unica Legge dello Zen è degna di esser chiamata meravigliosa. Osservando questa Legge si può vedere dentro la propria natura e ottenere l’illuminazione.

                                                                                                                                                                                È perché le persone del nostro tempo ripongono fede in queste gravi offese alla Legge, in queste invenzioni del demone celeste, che si comportano come vediamo.

                                                                                                                                                                                  In realtà la durata della vita del Budda del Sutra del Loto è incommensurabile; egli dimora costantemente nel mondo senza mai estinguersi. Ma la scuola Zen, come abbiamo visto, considera il Budda come già estinto e perciò possiamo dire che abbraccino il punto di vista dei non buddisti sul fatto che le cose cessano di esistere. Questa è una visione errata che contraddice le auree parole del Budda: «Che questi fenomeni siano parte di una Legge immutabile, che le caratteristiche del mondo siano costanti e immutabili»38.

                                                                                                                                                                                    Gli insegnamenti Zen sono un espediente per condurre al Sutra del Loto. Ma dire che questo Zen, che è incapace di condurre all’illuminazione, rappresenta la vera Legge costante e immutabile significa cadere nella visione non buddista che tutte le cose sono permanenti e non sono soggette a mutamento.

                                                                                                                                                                                      A voler essere indulgenti si può dire che lo Zen rappresenta un espediente impiegato dal Budda, che fa parte dell’insegnamento del Tripitaka, ma, per essere rigorosi, è semplicemente una dottrina errata esposta da non buddisti.

                                                                                                                                                                                        Volendo essere indulgenti possiamo dire che lo Zen rappresenta gli espedienti dell’insegnamento del Tripitaka, ma, per essere rigorosi, deve essere giudicato alla luce dei princìpi del Sutra del Loto. E quando lo si giudica alla luce del Sutra del Loto, si può dire soltanto che lo Zen è una dottrina non buddista inventata dal demone celeste.

                                                                                                                                                                                          Domanda: Che prova puoi dare a sostegno di questa visione che lo Zen è una dottrina del demone celeste?

                                                                                                                                                                                            Risposta: La prova è in ciò che ho appena detto.

                                                                                                                                                                                                Cenni Storici

                                                                                                                                                                                                Nichiren Daishonin scrisse questa lettera, chiamata anche Determinare le similarità e le differenze fra il Sutra del Loto e l’insegnamento della concentrazione e visione profonda, nel 1274, a Sairen-bo, un prete erudito che apparteneva inizialmente alla scuola Tendai. Sairen-bo, che per qualche motivo sconosciuto era stato esiliato a Sado, vi incontrò Nichiren Daishonin e prese fede nei suoi insegnamenti. Egli rivolse al Daishonin diverse domande importanti, alle quali questi rispose in vari scritti, come Il vero aspetto di tutti i fenomeni e L’eredità della Legge fondamentale della vita. Poco dopo il ritorno del Daishonin dall’esilio anche Sairen-bo ottenne la grazia e fece ritorno a Kyoto, dove conobbe una dottrina molto diffusa tra i preti del Monte Hiei, centro della scuola Tendai. Si trattava della dottrina secondo cui l’insegnamento di T’ien-t’ai della concentrazione e visione profonda è superiore al Sutra del Loto.

                                                                                                                                                                                                All’epoca, la meditazione della scuola Zen era diventata molto popolare in Giappone, e aveva influenzato perfino i preti della scuola Tendai del Monte Hiei, i quali affermavano che la pratica delle dieci meditazioni, stabilita da T’ien-t’ai in Grande concentrazione e visione profonda come metodo per l’osservazione della propria mente, fosse una dottrina segreta e straordinaria, superiore al Sutra del Loto stesso, sul quale T’ien-t’ai aveva basato il suo insegnamento.

                                                                                                                                                                                                Il Daishonin scrisse questa lettera per confutare proprio questi errori della scuola Tendai. Egli conferma che l’opera di T’ien-t’ai, Grande concentrazione e visione profonda, nella quale egli espone le dieci meditazioni, è fondata sul Sutra del Loto; pertanto, sostenere che il Sutra del Loto sia inferiore alla dottrina contenuta in tale opera equivale a rifiutare e offendere l’insegnamento stesso.

                                                                                                                                                                                                Il ragionamento del Daishonin può essere riassunto in quattro punti. Primo, Grande concentrazione e visione profonda rappresenta una sorta di illuminazione personale di T’ien-t’ai, mentre il Sutra del Loto rappresenta la grande Legge conseguita dal Budda Shakyamuni. Secondo, Shakyamuni è il Budda di perfetta illuminazione e completa ricompensa, mentre T’ien-t’ai aveva raggiunto un livello di illuminazione che non giungeva neanche al primo dei dieci stadi di sicurezza.

                                                                                                                                                                                                Terzo, il Sutra del Loto rappresenta lo scopo originale per cui Shakyamuni e gli altri Budda fecero la loro comparsa nel mondo. Grande concentrazione e visione profonda rappresenta un’illuminazione personale di T’ien-t’ai, la cui rivelazione fu il motivo della sua comparsa nel mondo. Quarto, nel caso del Sutra del Loto, il Budda Molti Tesori conferma la verità del sutra, come anche tutte le emanazioni del Budda Shakyamuni presenti all’assemblea. Il Sutra del Loto è la grande pura Legge della quale il Budda Molti Tesori dice: «Tutto ciò che hai esposto è la verità!» e le emanazioni del Budda esprimono il loro assenso. Grande concentrazione e visione profonda è semplicemente l’esposizione personale di tale Legge da parte di T’ien-t’ai.

                                                                                                                                                                                                Il Daishonin afferma che la «Legge segreta» a cui si risvegliò T’ien-t’ai nelle profondità del suo essere attraverso la pratica del Sutra del Loto è myoho, o la Legge meravigliosa, che è l’essenza del Sutra del Loto. T’ien-t’ai esprime questa Legge meravigliosa tramite l’insegnamento della concentrazione e visione profonda il quale va considerato un insegnamento provvisorio, inteso per le persone del Medio giorno della Legge che non avevano la capacità di afferrare direttamente la Legge meravigliosa del Sutra del Loto.

                                                                                                                                                                                                Sulla base di quanto sopra, il titolo di quest’opera può essere interpretato sia su un piano esplicito sia su un piano implicito.

                                                                                                                                                                                                Su un piano esplicito, “Stabilire il metodo corretto di contemplazione”, significa confutare e respingere la dottrina erronea della scuola Tendai secondo cui l’insegnamento della concentrazione e della visione profonda è superiore a quello del Sutra del Loto, e stabilire il metodo corretto di contemplazione, conforme all’intento originale di T’ien-t’ai, basato sul Sutra del Loto.

                                                                                                                                                                                                Su un piano implicito, però, la pratica della concentrazione e della visione profonda era stata formulata da T’ien-t’ai in base alla capacità delle persone del Medio giorno della Legge, mentre il metodo corretto di contemplazione per l’epoca presente, l’Ultimo giorno della Legge, è la pratica della Legge meravigliosa stessa, o Nam-myoho-renge-kyo delle Tre grandi Leggi segrete, stabilito da Nichiren Daishonin.

                                                                                                                                                                                                Note

                                                                                                                                                                                                1. Frase di Chang-an nella sua introduzione a Grande concentrazione e visione profonda.
                                                                                                                                                                                                2. Lo “zen dottrinale” è il metodo di meditazione elaborato in base a sutra come il Lankavatara (impiegato da Bodhidharma) o il Sutra della Saggezza di diamante (impiegato da Hung-jen). Lo “zen patriarcale” è il metodo di meditazione, insegnato da Bodhidharma, nel quale l’illuminazione sarebbe trasmessa direttamente dal maestro al discepolo, senza parole.
                                                                                                                                                                                                3. Sutra degli Innumerevoli significati, prologo del Sutra del Loto, p. 17.
                                                                                                                                                                                                4. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 90.
                                                                                                                                                                                                5. Annotazioni a “Grande concentrazione e visione profonda”.
                                                                                                                                                                                                6. Il significato profondo del Sutra del Loto.
                                                                                                                                                                                                7. Eminenti princìpi del Sutra del Loto.
                                                                                                                                                                                                8. Questa frase in realtà è contenuta nel Commentario al Sutra dei Dieci stadi di Nagarjuna.
                                                                                                                                                                                                9. Sutra del Nirvana.
                                                                                                                                                                                                10. Il tipo graduale, quello indeterminato e quello immediato e perfetto sono chiamati i tre tipi di concentrazione e visione profonda. Nella concentrazione e visione profonda graduale si approfondisce gradualmente la meditazione per ottenere la visione profonda del vero aspetto. La concentrazione e visione profonda indeterminata consiste in una contemplazione priva di qualsiasi procedimento di meditazione stabilito. La concentrazione e visione profonda immediata e perfetta è quella in cui si percepisce immediatamente il vero aspetto.
                                                                                                                                                                                                11. Riferimento alla triplice contemplazione in un’unica mente, cioè la concentrazione e visione profonda perfetta e immediata. “L’eliminazione del relativo” significa eliminare la relatività, ovvero i diversi aspetti, di tutti i fenomeni. “L’eliminazione dell’assoluto” significa eliminare persino “l’eliminazione del relativo” e quindi raggiungere lo stato mentale assoluto. Grande concentrazione e visione profonda descrive questo tipo di concentrazione e visione profonda come quello in cui si eliminano, cioè non sono più d’ostacolo, tutti i pensieri, tutte le illusioni e i desideri, tutto il karma, tutti gli effetti, tutti gli insegnamenti e tutti i conseguimenti, cioè si eliminano tutte le cose prodotte dalla causalità e da vita e morte.
                                                                                                                                                                                                12. Hui-wen: prete cinese del sesto secolo. Si dice che si fosse risvegliato ai tre tipi di saggezza in un’unica mente e alle tre verità della vacuità, dell’esistenza temporanea e della Via di mezzo. Hui-wen trasmise i suoi insegnamenti a Nan-yüeh.
                                                                                                                                                                                                13. Il termine“dharani” spesso indica una formula che protegge e porta benefici a coloro che la recitano in virtù del suo misterioso potere. Ma qui significa il potere di ricordare tutti gli insegnamenti del Budda e di allontanare le influenze ­malvagie.
                                                                                                                                                                                                14. “I cinque gruppi di esercizi preparatori” corrispondono ai venticinque esercizi preparatori (vedi Glossario).
                                                                                                                                                                                                15. I cinque gruppi di esercizi preparatori, cioè i venticinque esercizi preparatori, sono pratiche che preparano alle dieci meditazioni per comprendere la verità della vita. Sia i venticinque esercizi preparatori, sia le dieci meditazioni sono descritti in Grande concentrazione e visione profonda, che T’ien-t’ai espose sulla base del Sutra del Loto.
                                                                                                                                                                                                16. L’esoterismo Tendai considera i tre veicoli insegnamenti essoterici, mentre l’unico veicolo è l’insegnamento esoterico. Perciò definisce i sutra del Loto e della Ghirlanda di fiori sutra esoterici, ma poiché questi sutra non menzionano le mudra e i mantra, che tale corrente ritiene essere la forma concreta della pratica esoterica, sono chiamati insegnamenti esoterici solo in teoria, mentre i sutra di Mahavairochana e della Corona di diamanti sono chiamati insegnamenti esoterici sia nella teoria sia nella pratica.
                                                                                                                                                                                                17. Il Sutra del Loto, cap. 11, p. 244.
                                                                                                                                                                                                18. Questo passo è in Su “Grande concentrazione e visione profonda” di Miao-lo.
                                                                                                                                                                                                19. Ibidem.
                                                                                                                                                                                                20. Ciò significa che la Legge mantiene al suo interno elementi degli insegnamenti provvisori e quindi non è pura e perfetta.
                                                                                                                                                                                                21. “L’insegnamento originale del Sutra del Loto” qui indica la Legge meravigliosa, o l’essenza del sutra.
                                                                                                                                                                                                22. In precedenza il Daishonin aveva affermato: «Egli espose la Legge meravigliosa, che insegna direttamente la verità, in una forma camuffata sotto il nome di concentrazione e visione profonda. Non si trattava dunque della Legge meravigliosa così com’è, ma di una sua veste provvisoria». Qui invece afferma che «ciò che insegnò in queste tre incarnazioni può esser chiamata la Legge meravigliosa». Quest’apparente discrepanza sarà risolta in seguito quando il Daishonin afferma, rispondendo a una domanda: «Egli la realizzò dentro di sé, ma non la propagò all’esterno. Tenne segreto il contenuto della sua realizzazione interiore o illuminazione, e nelle sue attività esteriori espose la triplice contemplazione e la dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita».
                                                                                                                                                                                                23. Fonte sconosciuta.
                                                                                                                                                                                                24. Fonte sconosciuta.
                                                                                                                                                                                                25. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 72.
                                                                                                                                                                                                26. Vedi Ibidem, p. 89.
                                                                                                                                                                                                27. Chiarificazione dei precetti.
                                                                                                                                                                                                28. Questa, come la frase precedente, è in Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 72.
                                                                                                                                                                                                29. Ibidem, p. 74.
                                                                                                                                                                                                30. Ibidem, p. 89.
                                                                                                                                                                                                31. Queste parole sono tratte da Significato profondo e da Grande concentrazione e visione profonda.
                                                                                                                                                                                                32. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 66.
                                                                                                                                                                                                33. Grande concentrazione e visione profonda.
                                                                                                                                                                                                34. Questo documento non è più esistente.
                                                                                                                                                                                                35. Quest’opera non è più esistente.
                                                                                                                                                                                                36. Chiarificazione dei precetti. Anche il passo citato nel paragrafo seguente si trova nella stessa opera.
                                                                                                                                                                                                37. Vedi myo comparativo e myo assoluto nel Glossario.
                                                                                                                                                                                                38. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 86.
                                                                                                                                                                                                La Biblioteca di Nichiren
                                                                                                                                                                                                istituto buddista italiano soka gakkai
                                                                                                                                                                                                senzamotica
                                                                                                                                                                                                Eredità della vita
                                                                                                                                                                                                otto per mille
                                                                                                                                                                                                nuovo rinascimento
                                                                                                                                                                                                buddismo e società
                                                                                                                                                                                                volo continuo
                                                                                                                                                                                                esperia

                                                                                                                                                                                                © Soka Gakkai. © Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. | Via di Bellagio 2/E 50141 Firenze FI | C.F. 94069310483 | P.I. 04935120487 | Privacy & Cookie Policy.

                                                                                                                                                                                                Gestisci consenso