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182. Sui Dieci mondi

RSND, VOLUME II

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Luogo sconosciuto, 1259. Indirizzata a Opere di riferimento

Si dice che, se le persone dei due veicoli non si liberassero dal triplice mondo, mancherebbero alcuni dei Dieci mondi che compongono il regno dei fenomeni.

    Domanda1: Se non si comprende il principio del mutuo possesso dei Dieci mondi, è possibile liberarsi dalla trasmigrazione nei sei sentieri dell’esistenza, o trasmigrazione con differenze e limitazioni, per nascere nella terra della trasmigrazione con cambiamento e avanzamento?

      Risposta: Le persone dei due veicoli hanno già sradicato le illusioni del pensiero e del desiderio e non hanno un’ulteriore causa di rinascita nel triplice mondo. Perciò, perché dovrebbero rinascere in una terra del triplice mondo? Sappiamo dunque che le persone dei due veicoli non rinasceranno mai nei sei sentieri.

        Perciò il secondo volume di Il significato profondo del Sutra del Loto di T’ien-t’ai afferma: «Ci sono tre tipi di persone che nascono nella terra della trasmigrazione con cambiamento e avanzamento: le persone dei due veicoli che seguono l’insegnamento del Tripitaka, le persone dei tre veicoli che seguono l’insegnamento di condivisione e le persone dei trenta stadi della pratica del bodhisattva2 esposta nell’insegnamento specifico».

          Le persone di queste tre categorie hanno tutte sradicato le illusioni del pensiero e del desiderio, e sono in grado di nascere nella terra della trasmigrazione con cambiamento e avanzamento. Non rinasceranno mai più nelle terre impure della trasmigrazione con differenze e limitazioni, che è una trasmigrazione nel triplice mondo.

            Obiezione: Gli insegnamenti hinayana parlano solo dei sei sentieri che sono il prodotto della mente e non dei sei sentieri che la mente possiede. Perciò le persone dei due veicoli sono incapaci di rendere manifesti i sei mondi dentro di loro, o di descrivere come questi mondi sono un possesso della mente. Come possono allora sradicare le illusioni del pensiero e del desiderio che sono associate ai sei mondi, e staccarsi dai sei sentieri?

              Il capitolo “Durata della vita” del Sutra del Loto dice: «Gli dèi, gli uomini e gli asura di tutti i mondi…»3. Ma con queste parole “dèi, uomini, e asura” si sta riferendo alle persone dei due veicoli che seguono gli insegnamenti dei sutra precedenti al Sutra del Loto e l’insegnamento transitorio del Sutra del Loto, ai bodhisattva dei tre insegnamenti4, e a quelli che seguono l’insegnamento del quinto periodo, l’insegnamento perfetto5. Queste sono sicuramente persone che non hanno ancora sradicato completamente le illusioni del pensiero e del desiderio, no?

                Risposta: Il principio del mutuo possesso dei Dieci mondi è la dottrina più profonda del Sutra del Loto, il cuore stesso degli insegnamenti di questa nostra scuola. Nei sutra predicati nei quarant’anni e più che hanno preceduto il Sutra del Loto fu tenuto segreto e mai rivelato.

                  Ma, negli insegnamenti dei sutra esposti in questi quarant’anni e più, si trovano innumerevoli persone comuni che furono capaci di sradicare le illusioni del pensiero e del desiderio, raggiungere lo stadio in cui si è liberi dagli efflussi, e ottenere lo stato incondizionato rappresentato dai due tipi di nirvana6. Bodhisattva innumerevoli come granelli di polvere furono capaci di superare le illusioni generali e quelle specifiche7, e trascendere rapidamente i vincoli che li legavano alle due categorie della trasmigrazione8.

                    Anche se nel Sutra degli Innumerevoli significati il Budda, parlando dei sutra predicati nei precedenti quarant’anni e più, dice: «Non ho ancora rivelato la verità», dobbiamo comunque ammettere che in questi sutra, precedenti al Sutra del Loto, le persone dei tre veicoli riuscivano a ottenere benefici. E, anche se nel Sutra del Loto il Budda dice che sta «mettendo da parte onestamente gli espedienti»9, in un altro passo [Shariputra] dice: «Vedevo come ai bodhisattva venisse predetto il conseguimento della Buddità»10.

                      Questi passi non indicano forse che attraverso gli insegnamenti esposti nei sutra precedenti al Loto era possibile ottenere una certa quantità di benefici?

                        Tuttavia, nei sutra precedenti al Loto, non vengono discusse due questioni. Non viene discusso del vero Budda di perfetta dotazione e nemmeno del fatto che il Budda ottenne l’illuminazione in un passato infinitamente remoto. Perciò, perfino i bodhisattva che hanno raggiunto lo stadio di illuminazione quasi perfetta sono ancora attaccati all’idea che il Budda ottenne l’illuminazione per la prima volta nel recente passato. In tal senso, i bodhisattva e le persone dei due veicoli sono uguali a quelle dei regni degli esseri umani e celesti, in quanto dottrine fuorvianti impediscono loro di liberarsi una volta per tutte dalle illusioni e dai desideri, e dal regno di nascita e morte. Per questo il Budda dice: «Non ho ancora rivelato la verità».

                          Ma è piuttosto errato insistere che, poiché il principio del mutuo possesso dei sei mondi non è rivelato negli altri sutra, non ci si può distaccare dai sei mondi attraverso tali sutra.

                            Se c’è il mutuo possesso dei sei mondi, deve esserci il mutuo possesso dei Dieci mondi. Attraverso gli insegnamenti provvisori si può comprendere che le differenze che distinguono i sei mondi l’uno dall’altro sono il prodotto della mente. E, quando si medita su questi prodotti della mente [i sei mondi e le loro differenze], allora non si può mancare [di eliminare le illusioni del pensiero e del desiderio e] di comprendere che è possibile raggiungere i quattro mondi nobili, sia quelli inferiori sia quelli superiori. [In questo senso, perciò, ci si può distaccare dai sei mondi, attraverso i sutra precedenti al Loto].

                              C’è una terza obiezione che è la seguente. Le argomentazioni cui avete accennato sembrerebbero abbastanza ragionevoli, ma, se esaminiamo l’ordine con il quale furono esposti i sacri insegnamenti della vita del Budda, vediamo che, a meno che, e fino a che, non entra in gioco la saggezza dell’insegnamento originale del Sutra del Loto e dell’osservazione della mente11, lo stato del Budda di perfetta dotazione non può mai essere conseguito. Perciò, le persone degli insegnamenti provvisori rimangono ancora nella condizione di esseri comuni e non possono mai ottenere nemmeno i frutti degli insegnamenti provvisori che hai citato.

                                I maestri non buddisti apparvero nelle cinque regioni dell’India e sostennero quattro visioni rovesciate. Per rifiutare queste quattro visioni rovesciate il Tathagata apparve nel mondo ed espose i princìpi di sofferenza, vacuità, e così via. Lo fece per dissipare la confusione creata dai maestri non buddisti.

                                  Così, per dissolvere la visione non buddista che esiste qualcosa come il sé, egli assunse la posizione del non sé, scartando il fuoco, per così dire, e adeguandosi all’acqua. Le persone ritennero quindi che, aderendo saldamente al concetto di non sé, avrebbero potuto sradicare le illusioni del pensiero e del desiderio e liberarsi dai sei sentieri, ma questa, in realtà, fu la fonte del loro equivoco. Sostennero così l’idea che sia il corpo sia la mente dovevano essere cancellati. Queste [idee buddiste e non buddiste] corrispondono alle due visioni, cioè quella che la vita finisce con la morte e quella che il sé è permanente, esposte in sutra come quello della Grande raccolta.

                                    Ci sono, per esempio, credenti non buddisti che non si sono ancora liberati dagli efflussi, ma che credono di aver raggiunto la via. Dal punto di vista della saggezza libera da efflussi, tuttavia, essi in realtà non sono usciti dal triplice mondo degli esseri non illuminati. Supporre che si possa emergere dal triplice mondo senza farlo attraverso gli insegnamenti buddisti è un’assunzione priva di fondamento.

                                      Le persone dei due veicoli che seguono gli insegnamenti hinayana sono di natura analoga. Quando il Budda predicò gli insegnamenti hinayana al Parco dei Cervi queste persone accantonarono l’idea non buddista sull’esistenza del sé e adottarono l’idea che il sé non esiste. Tuttavia, per i successivi quarant’anni e più, non riuscirono a cambiare opinione e continuarono a dimorare nella capanna dal tetto di paglia degli insegnamenti hinayana, senza mai metter piede fuori, nemmeno per un momento.

                                        Anche nel caso dei bodhisattva degli insegnamenti mahayana, fu detto loro che i Dieci mondi sono il prodotto della mente, ma non fu rivelata loro la dottrina dei Dieci mondi posseduti dalla mente. O, in alcuni casi, essi eliminarono il corpo e la mente associati ai nove mondi e abbracciarono l’idea di salire al mondo supremo, quello della Buddità. Così facendo supposero di aver sradicato le tre categorie di illusione, di essersi liberati dalla trasmigrazione con cambiamento e avanzamento, e di aver ottenuto invece la rinascita nella terra della Luce Tranquilla. Ma, supponendo di poter cancellare i nove mondi, erano caduti nella visione secondo la quale la vita finisce con la morte e, supponendo di poter salire e arrampicarsi fino al mondo della Buddità, erano caduti nella visione secondo la quale il sé è permanente. Supporre che si possano eliminare corpo e mente, costanti e immutabili, associati ai nove mondi significa avere una visione confusa e distorta della vera natura di questi nove mondi.

                                          Inoltre, il Gran Maestro Miao-lo afferma: «Ma se parliamo dell’osservazione della mente, essa non si accorda con i princìpi»12.

                                            Questo passo del commentario significa che il metodo hinayana dell’osservazione della mente non si accorda nemmeno con i princìpi dell’insegnamento hinayana.

                                              E il nono volume di Parole e frasi del Sutra del Loto di T’ien-t’ai dice: «Coloro che seguono i sette espedienti13 non raggiungeranno mai l’estinzione completa e definitiva».

                                                Questo passo del commentario significa che i bodhisattva che seguono i primi tre degli insegnamenti14 precedenti al Sutra del Loto in verità non conseguiranno mai la Buddità.

                                                  Ma, anche se nel Sutra degli Innumerevoli significati il Budda dice: «Non ho ancora rivelato la verità», sembrerebbe che le persone dei tre veicoli possano raggiungere la via. E, anche se nel Sutra del Loto il Budda dice che sta «mettendo da parte onestamente gli espedienti», in un altro passo del sutra [Shariputra] dice: «Vedevo come ai bodhisattva venisse predetto l’ottenimento della Buddità».

                                                    Nella scuola T’ien-t’ai ci sono tre criteri di comparazione. Nel secondo, che riguarda il tempo in cui ha inizio l’insegnamento da parte del Budda e quello in cui viene completato, ci sono persone che stabilirono per la prima volta una relazione con il Sutra del Loto nel lontano passato15. Allo scopo di guidarle al Sutra del Loto, nei sutra precedenti al Loto si ammette che tali persone possano in una qualche misura raggiungere la via praticando i tre veicoli. Ma quello che hanno ottenuto in realtà, dei tre stadi di semina, maturazione e raccolto, è solo lo stadio della maturazione. Questa è la visione dell’insegnamento transitorio.

                                                      Quando tale visione è paragonata a quella dell’insegnamento originale e a quella dell’osservazione della mente, si vede che non si accorda con i veri princìpi, ma si tratta soltanto di una posizione ammessa temporaneamente. Se basiamo la nostra valutazione sui veri princìpi, vediamo che queste persone non sono riuscite a capire l’illuminazione originale ottenuta dal Tathagata nel remoto passato e non hanno alcuna conoscenza della dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita, quindi non potranno mai trasmigrare oltre i sei sentieri.

                                                        Perciò il commentario dice: «Tali persone sono fuori del veicolo dell’insegnamento perfetto e perciò sono chiamate non buddisti»16. E, nel Sutra del Loto, il Budda dichiara: «Uomini devoti, [il Tathagata, vedendo che tra gli esseri viventi vi sono] individui con scarse virtù e molte impurità, che aspirano a insegnamenti inferiori»17.

                                                          Da questo possiamo vedere che sia i sutra sia i commentari sono perfettamente chiari riguardo al principio all’opera qui.

                                                            Risposta: La tua obiezione sembra basata su una rigida adesione alla tua visione personale, ma non si accorda con i princìpi. La ragione è che gli insegnamenti del Tathagata non sono esposti del tutto senza ragione, bensì mirano ad adattarsi alle capacità degli ascoltatori. Perciò egli elaborò i quattro insegnamenti del metodo, fra cui l’insegnamento immediato, e i quattro insegnamenti della dottrina, fra cui l’insegnamento del Tripitaka, per adattarsi alle persone dotate degli otto diversi tipi di capacità. È sbagliato affermare che tali insegnamenti non recano alcun beneficio a coloro che li abbracciano. Perciò il Sutra degli Innumerevoli significati dice: «Per questa ragione la via [illuminazione] raggiunta dagli esseri viventi non è uniforme, ma differisce secondo i casi».

                                                              È vero che in seguito lo stesso sutra dice: «Alla fine non otterranno la suprema illuminazione», ma questo non significa che le tre dottrine [delle quattro nobili verità, della dodecupla catena della causalità, e delle sei paramita] e le dottrine dei quattro stadi dell’illuminazione hinayana non rechino alcun beneficio. Si tratta solo di una differenza fra chi ottiene l’illuminazione immediatamente e chi si illumina soltanto dopo un processo che dura molti lunghi kalpa. Non significa, come tu asserisci, che nessuno può, in alcun senso, raggiungere la via attraverso tali metodi.

                                                                Così ci sono anche quelli che acquisiscono le tre facoltà conoscitive e i sei poteri sovrannaturali, o i bodhisattva che sono capaci di manifestare la propria forma fisica ovunque. Anche se non praticano la triplice contemplazione in un’unica mente, sradicando in tal modo le tre categorie di illusione che originano nella stessa unica mente, hanno già acquisito la saggezza per analizzare completamente la vacuità e possono sradicare le illusioni del pensiero e del desiderio. Dunque, come potrebbero non riuscire a distaccarsi dai venticinque regni che costituscono il triplice mondo?

                                                                  Perciò il commentario afferma: «Se io [il Budda] incontrando gli esseri viventi li inducessi a praticare il veicolo inferiore, sarei colpevole di avarizia e avidità, ma tale cosa sarebbe impossibile. Permetterei loro soltanto di distaccarsi dai venticinque regni del triplice mondo»18.

                                                                    Questo passo dice che tale cosa «sarebbe impossibile», ma, in effetti, ammette la possibilità di distaccarsi dal triplice mondo. Semplicemente, queste persone non hanno percepito la vacuità che va oltre la comprensione, e perciò non sono state in grado di manifestare la saggezza che accompagna la vacuità che va oltre la comprensione. Ma non si può negare che abbiano sviluppato una comprensione, seppur minima, della vacuità. Se negassimo che, attraverso la saggezza della vacuità, hanno potuto sradicare le illusioni del pensiero e del desiderio, sarebbe un punto di vista uguale a quello di Chih-tsang, del tempio K’ai-shan, il quale afferma che i veri ascoltatori della voce non erano presenti all’assemblea del Sutra del Loto.

                                                                      È ancor più chiaro se consideriamo che questo sutra, il Loto, dice che sta mettendo da parte onestamente gli espedienti e predicando l’unico vero insegnamento che è puro e perfetto. E, parlando degli ascoltatori della voce che hanno ottenuto benefici attraverso i sutra predicati prima del Loto, dice: «[Erano tutti arhat che] avevano estinto ogni efflusso, che non avevano illusioni e desideri»19 e «[Poiché se ci sono monaci] che hanno veramente raggiunto lo stato di arhat, sarebbe impensabile che non credessero in questa Legge»20. Inoltre afferma: «Quando avevano già percorso trecento yojana lungo la difficile via, fa apparire per incanto una città»21. Se gli ascoltatori della voce di cui si parla non fossero stati in alcun modo diversi dalle persone comuni, sarebbe stato impossibile per loro aver percorso anche un singolo passo, per non parlare di tutti i cinquecento yojana della difficile via descritta nel testo.

                                                                        Il Sutra del Loto afferma anche: «[Dopo la mia estinzione, ci saranno altri discepoli che non udranno questo sutra e non lo comprenderanno, né saranno a conoscenza delle pratiche dei bodhisattva; ma essi], grazie ai meriti che saranno stati capaci di accumulare, concepiranno un’idea dell’estinzione e accederanno a ciò che credevano essere il nirvana. A quel tempo io sarò Budda in un’altra terra e sarò conosciuto con un nome diverso. Quei discepoli, benché si siano formati solo un’idea dell’estinzione e abbiano avuto accesso a ciò che credono il nirvana, cercheranno la saggezza del Budda in quell’altra terra e riusciranno a udire questo sutra»22.

                                                                          Questo passo, che si riferisce alle persone che hanno già ottenuto lo stadio di illuminazione degli arhat, ma non erano presenti all’assemblea in cui il Budda predicò il Sutra del Loto, dimostra che essi hanno avuto accesso al nirvana senza residui e sono rinati nella Terra di Transizione dove udranno predicare il Sutra del Loto. Se questo è vero ed essi sono già rinati nella Terra di Transizione, come si può dire che non abbiano sradicato le illusioni del pensiero e del desiderio? Per questo T’ien-t’ai e Miao-lo nei loro commentari si riferiscono a tali persone chiamandole coloro «che udranno questo sutra in un’altra terra»23.

                                                                            E riferendosi ai bodhisattva dei sutra predicati prima del Sutra del Loto, il Budda dice nel Sutra del Loto: «Così, quando questi esseri viventi mi vedono per la prima volta e ascoltano la mia predicazione, tutti vi credono immediatamente, l’accettano e accedono alla saggezza del Tathagata»24.

                                                                              Da ciò dovremmo comprendere che i bodhisattva dei sutra predicati prima del Loto hanno sradicato le tre categorie di illusione e hanno avuto accesso alla saggezza del Budda. Perciò il commentario dice: «La saggezza del Budda dimostrata all’inizio e quella dell’ultimo periodo rappresentano ugualmente il principio della perfetta e immediata illuminazione»25. E un altro commentario dice: «Perciò, se esaminiamo il primo sutra e l’ultimo sutra, vediamo che il significato di entrambi riguarda la saggezza del Budda»26.

                                                                                Se tutti questi vari passi di sutra e commentari fossero senza senso, dovremmo ritenere che le assicurazioni di veridicità contenute nelle dichiarazioni del Budda riguardo al mettere da parte onestamente gli insegnamenti provvisori, riguardo all’«unica grande ragione»27 [per la quale i Budda appaiono nel mondo], o alla frase «Il Sutra del Loto della Legge meravigliosa […], tutto ciò che hai esposto [Budda Shakyamuni] è la verità!»28, tutte queste dichiarazioni sarebbero prive di validità. Ma di certo le parole «tutto ciò che hai esposto è la verità!» si riferiscono a tutti gli otto volumi del Sutra del Loto, non è vero?

                                                                                  Se non fosse così, i poteri sovrannaturali di cui diedero prova Shakyamuni, Molti Tesori e le emanazioni di Shakyamuni nelle dieci direzioni quando estesero le loro lingue in alto fino al cielo di Brahma, e le assicurazioni date dai Budda delle tre esistenze che il sutra è vero e libero da ogni falsità, non sarebbero altro che fandonie!

                                                                                    Tuttavia, riguardo alla tua argomentazione che i seguaci dello Hinayana non comprendono che, sia l’idea della permanenza del sé, sia l’idea dell’annientamento della vita con la morte, devono essere abbandonate, è vero che, paragonata agli insegnamenti mahayana, la comprensione dei seguaci hinayana è simile a quella dei non buddisti, ma questo non significa che sia del tutto priva di benefici.

                                                                                      Inoltre tu hai citato il passo di Parole e frasi che dice: «Coloro che seguono i sette espedienti non raggiungeranno mai l’estinzione completa e definitiva» e il passo che dice: «Ma se parliamo dell’osservazione della mente, essa non si accorda con i princìpi». Ma essi significano soltanto che, paragonati ai grandi benefici che si ottengono con l’insegnamento perfetto e vero, i benefici che si acquisiscono attraverso i sette espedienti sono inferiori e, in questo senso, nei commentari si dice che «non raggiungeranno mai l’estinzione completa e definitiva» e che «non si accorda con i princìpi».

                                                                                        Per la quarta volta, sussistono le seguenti obiezioni. Se si considerano i sacri insegnamenti della vita del Budda alla luce dell’osservazione della mente esposta nell’insegnamento originale del Sutra del Loto, se ne percepisce facilmente la vera natura, come quando si tiene un mango nel palmo della mano. Vale a dire che, quando vengono esposte le grandi dottrine dell’insegnamento transitorio del Sutra del Loto, le grandi dottrine dei sutra predicati prima del Loto sono annullate. Quando vengono esposte le grandi dottrine dell’insegnamento originale del Sutra del Loto, sia l’insegnamento transitorio sia gli insegnamenti dei sutra precedenti al Loto sono annullati. E quando viene esposta la grande dottrina dell’osservazione della mente, l’insegnamento originale, quello transitorio e quelli dei sutra precedenti sono tutti annullati.

                                                                                          Tale è la natura dei sacri insegnamenti esposti dal Tathagata, cioè, che essi vincono sulle idee illusorie un passo dopo l’altro, cominciando con dottrine superficiali per passare poi alle dottrine profonde.

                                                                                            Ma il Tathagata non predicò soltanto a beneficio di un’unica persona. Se non avesse esposto la grande via allo scopo di dissolvere le idee illusorie, sarebbe stato difficile che tutti potessero fuggire dal regno di nascita e morte.

                                                                                              I sutra predicati prima del Loto contengono otto tipi di insegnamenti. Dei quattro insegnamenti del metodo, l’insegnamento immediato è esposto nel Sutra della Ghirlanda di fiori, e l’insegnamento graduale nei sutra dei tre gusti29, mentre l’insegnamento segreto e quello indeterminato30 si trovano nei vari sutra dei primi quattro gusti.

                                                                                                Dei quattro insegnamenti della dottrina, l’insegnamento del Tripitaka si trova nei sutra Agama e nei sutra Corretti ed equi, l’insegnamento di condivisione nei sutra Corretti ed equi e nei sutra della Saggezza, e gli insegnamenti specifico e perfetto si trovano in tutti i sutra dei primi quattro gusti a eccezione di quelli predicati nel Parco dei Cervi31.

                                                                                                  Ognuno di questi otto tipi di insegnamenti era inteso per persone con differenti tipi di capacità e perciò differiscono per la particolare dottrina che contengono. I Budda che esposero i quattro insegnamenti della dottrina sono differenti l’uno dall’altro, e le persone dotate di una particolare capacità che ricevettero gli insegnamenti indirizzati a loro non sapevano niente dei Budda degli insegnamenti indirizzati ad altre persone. Perciò il commentario dice: «Ciascun esser vivente si vede davanti unicamente il particolare Budda adatto a lui»32.

                                                                                                    È perfettamente chiaro che gli esseri dei regni umano e celeste devono osservare i cinque precetti e i dieci buoni precetti, che le persone dei due veicoli devono abbracciare le quattro nobili verità e la dodecupla catena della causalità, e che i bodhisattva devono praticare le sei paramita, e dopo tre asamkhya di kalpa o cento kalpa maggiori33, o dopo tanti kalpa quanti i granelli di polvere o ancor più numerosi di essi34, o dopo innumerevoli asamkhya di kalpa35, essi possono ottenere l’illuminazione, mentre, nel caso dei bodhisattva dell’insegnamento perfetto, «quando concepiscono per la prima volta il desiderio di farlo, essi possono ottenere l’illuminazione»36.

                                                                                                      Così c’è una differenza negli insegnamenti diretti a persone di capacità differenti. Poiché c’è una differenza negli insegnamenti, c’è anche una differenza nella pratica. E poiché c’è una differenza nella pratica, c’è una differenza nei frutti, o risultati, che si ottengono. Sappiamo quindi che gli esseri di capacità differenti non sono uguali rispetto ai benefici che ottengono.

                                                                                                        Nel capitolo “Espedienti” del Sutra del Loto, però, il Budda dichiara: «I Budda, gli Onorati dal Mondo, desiderano aprire la porta della saggezza del Budda a tutti gli esseri viventi»37. Così, gli esseri viventi degli otto tipi di capacità differenti e dei quattro cattivi sentieri diventano tutti come il Tathagata Shakyamuni, nel possedere i cinque tipi di visione, nel possedere in un unico mondo tutti i Dieci mondi e nei Dieci mondi tutti i cento mondi.

                                                                                                          Quando ci soffermiamo a considerare da questo punto di vista i sutra predicati prima del Loto, vediamo che i Budda descritti in essi non possiedono all’interno del loro mondo [di Buddità] i mondi dei due veicoli, e che le persone dei due veicoli non possiedono il mondo di bodhisattva. Così gli esseri umani e celesti del triplice mondo non hanno alcuna speranza di conseguire la Buddità. Essi non si rendono conto che l’eliminazione delle illusioni effettuata dagli esseri dei due veicoli o dai bodhisattva equivale all’eliminazione delle loro stesse illusioni. Essi riconoscono che la saggezza posseduta dagli esseri dei tre veicoli o dei quattro veicoli38 può liberare tali esseri dai quattro cattivi sentieri. Ma immaginano che tutti questi mondi differenti siano separati gli uni dagli altri, e non capiscono che essi sono una sola, unica entità.

                                                                                                            Nei sutra predicati in questo primo periodo, si supponeva che le persone dei due veicoli sradicassero semplicemente le illusioni del pensiero e del desiderio all’interno dei propri due mondi degli ascoltatori della voce e dei risvegliati all’origine dipendente. Non si comprendeva che, nel far questo, essi sradicavano anche le illusioni del pensiero e del desiderio all’interno dei propri sei mondi inferiori. E lo stesso errore c’è anche nella visione dei bodhisattva esposta in quei sutra. Si supponeva che i bodhisattva cercassero di sradicare le tre categorie di illusione all’interno del proprio mondo di bodhisattva, ma non si comprendeva che, nel far questo, essi sradicavano le tre categorie di illusione anche nei propri sei mondi inferiori, e nei mondi degli ascoltatori della voce e dei risvegliati all’origine dipendente.

                                                                                                              Ma, quando ci si illumina alla verità, si comprende che gli esseri di un singolo mondo sono gli esseri dei Dieci mondi, e che gli esseri dei Dieci mondi sono gli esseri di un singolo mondo. Così, se le illusioni del pensiero e del desiderio non sono sradicate nei sei mondi inferiori, non possono mai essere sradicate nei mondi dei due veicoli.

                                                                                                                Pur stando così le cose, l’insegnamento transitorio del Sutra del Loto cerca di correggere la visione che i primi nove dei Dieci mondi siano tutti separati l’uno dall’altro, chiarendo il principio del mutuo possesso dei Dieci mondi come passo per poter diventare un Budda perfettamente dotato. Quindi non disdegna i benefici limitati che ottengono coloro che seguivano i sutra predicati prima del Loto. Perciò il Loto parla di coloro «che avevano già estinto ogni efflusso del triplice mondo»39, che «avevano già percorso trecento yojana»40, o che «mi vedono per la prima volta»41.

                                                                                                                  Inoltre, le persone dei due veicoli che erano entrate nel nirvana nei sutra precedenti al Loto, in realtà non avevano sradicato le illusioni del pensiero e del desiderio, e quindi non si erano liberate dai sei mondi inferiori. Ma poiché l’insegnamento transitorio del Sutra del Loto vuole dimostrare che le persone dei due veicoli possono effettivamente conseguire la Buddità, esso afferma che «in quell’altra terra […] riusciranno a udire questo sutra». E dato che il Sutra del Loto ha già asserito che «in quell’altra terra […] riusciranno a udire questo sutra», sappiamo che nei sutra predicati prima del Loto non esisteva una Terra di Transizione.

                                                                                                                    Da ciò sappiamo che, di fatto, in questi sutra non c’è una Terra della Ricompensa Effettiva o una Terra della Luce Eternamente Tranquilla. Per dimostrare che i bodhisattva possono conseguire la Buddità, si postula temporaneamente che la Terra della Ricompensa Effettiva e la Terra della Luce Tranquilla esistano. Ma, poiché il mondo di bodhisattva contiene i mondi dei due veicoli, se le persone dei due veicoli non possono conseguire la Buddità, anche i bodhisattva non possono, perché non hanno adempiuto il loro voto di salvare innumerevoli esseri viventi.

                                                                                                                      Se le persone dei due veicoli si perdono nel concetto di vacuità e cercano di annientare la loro stessa esistenza, allora anche i bodhisattva devono perdersi nel concetto di vacuità e cercare di annientare la loro stessa esistenza. Se le persone comuni non possono fuggire dai sei sentieri, allora le persone dei due veicoli non possono fuggire dai sei sentieri.

                                                                                                                        Poiché questi sutra non chiariscono nemmeno l’esistenza della Terra di Transizione, che è un regno inferiore, ovviamente non chiariscono l’esistenza della Terra della Ricompensa Effettiva o della Terra della Luce Tranquilla, che sono regni superiori.

                                                                                                                          Se attraverso questi sutra si potessero effettivamente sradicare le illusioni del pensiero e del desiderio, allora perché i sutra non chiariscono l’esistenza di una Terra di Transizione? E se attraverso questi sutra i bodhisattva potessero effettivamente raggiungere la Terra della Ricompensa Effettiva o la Terra della Luce Tranquilla, allora perché le persone dei due veicoli non potrebbero raggiungere la Terra di Transizione?

                                                                                                                            Quando questi sutra parlano di come i bodhisattva possono liberarsi dall’ignoranza, stanno postulando l’esistenza di una Terra della Ricompensa Effettiva e di una Terra della Luce Tranquilla, anche se in tali sutra queste due terre di fatto non esistono. In tali sutra, la Terra della Ricompensa Effettiva e la Terra della Luce Tranquilla sono meramente due terre fantasma all’interno della Terra dei Saggi e degli Esseri Comuni. Così, quando il Sutra del Loto parla di coloro che «avevano già percorso trecento yojana», non vuol dire che quelle persone si erano effettivamente liberate dal triplice mondo.

                                                                                                                              L’insegnamento transitorio del Sutra del Loto espone semplicemente il principio del mutuo possesso dei Dieci mondi dal punto di vista di chi ha ottenuto l’illuminazione per la prima volta. Non chiarisce come appare il mutuo possesso dei Dieci mondi a qualcuno che è stato nella condizione di illuminazione originale sin dall’inizio. Perciò, nell’insegnamento transitorio, i membri della grande assemblea che vengono istruiti e il Budda di perfetta dotazione che li istruisce sono tutti esseri che hanno ottenuto l’illuminazione per la prima volta. E, stando così le cose, come possono evitare di cadere nella visione errata che considera l’illuminazione qualcosa che essi non possedevano sin dall’origine, ma che adesso hanno ottenuto?

                                                                                                                                Si deve capire che, quando i Budda dei quattro insegnamenti della dottrina diventano Budda di perfetta dotazione, lo fanno secondo i punti di vista esposti nell’insegnamento transitorio. Perciò nell’insegnamento transitorio i praticanti ignorano che il Budda è stato illuminato sin dal tempo senza inizio. Nell’insegnamento transitorio manca la rivelazione di ciò che non ha inizio né fine, e non sussiste alcuna idea del genere. Manca il principio del corpo e della mente che sono costanti, immutabili e senza inizio.

                                                                                                                                  Quando il Budda dice [nell’insegnamento transitorio del Sutra del Loto]: «Ma che questi fenomeni siano parte di una Legge immutabile»42, sta parlando di ciò che nel futuro sarà costante e immutabile, non di ciò che è stato costante e immutabile sin dai tempi passati.

                                                                                                                                    A meno che, e fino a che, non sia rivelato il mutuo possesso dei Dieci mondi in relazione a ciò che è sempre stato in esistenza fin dall’inizio, non ci può essere alcun mondo dei bodhisattva mahayana che sia esistito sin dall’inizio. Da ciò dovresti capire, quindi, che le persone dei due veicoli nell’insegnamento transitorio non hanno ancora sradicato le illusioni del pensiero e del desiderio, e i bodhisattva dell’insegnamento transitorio non si sono ancora liberati delle illusioni riguardo alla vera natura dell’esistenza. E gli esseri comuni dei sei sentieri non dimorano nei sei mondi che sono esistiti sin dall’inizio. Così l’emancipazione ottenuta da queste persone esiste solo di nome e non di fatto.

                                                                                                                                      Perciò, nel capitolo “Emergere dalla terra”, parlando dei bodhisattva dei sutra precedenti al Loto e dell’insegnamento transitorio del Loto, che avrebbero dovuto essere liberi dalle illusioni sulla vera natura dell’esistenza, si dice: «Cinquanta piccoli kalpa, [… ai membri della grande assemblea] tutto sembrò durare soltanto mezza giornata»43. La ragione per cui sembrò loro un tempo così breve è che non riuscirono a comprendere che, per il Budda illuminato sin dal remoto passato, cioè il Budda di perfetta dotazione descritto nel capitolo “Durata della vita”, il tempo non è né lungo né breve, ma trascende la dualità di lungo e breve.

                                                                                                                                        Il tipo di eliminazione delle illusioni che caratterizza gli insegnamenti dei sutra precedenti e dell’insegnamento transitorio del Sutra del Loto assomiglia alla pratica non buddista di sradicare le illusioni con un insegnamento contaminato dagli efflussi44. Appena si cessa di praticarlo, le illusioni sorgeranno nuovamente. La radice, l’origine, delle illusioni sta nel non aver ancora compreso il Budda che è stato illuminato sin dal remoto passato.

                                                                                                                                          Perciò Maitreya, che ha eliminato i primi quarantuno dei quarantadue livelli di ignoranza, non riconosce nessuno nella moltitudine di esseri numerosi come i granelli di polvere di mille mondi che sono emersi dalla terra, i quattro tipi di praticanti che, riguardo alle pratiche esposte nell’insegnamento originale, hanno chiesto al Budda di esporre l’insegnamento, hanno lodato l’insegnamento, ne hanno ricavato un immediato beneficio e hanno formato un legame con esso.

                                                                                                                                            Se Maitreya avesse già eliminato almeno una parte dell’ignoranza che è senza inizio, e avesse compreso almeno una parte della natura essenziale dei fenomeni che pervade i Dieci mondi ed è senza inizio, come avrebbe potuto non riconoscere bodhisattva che avevano ottenuto lo stadio di illuminazione quasi perfetta? O, anche se non avesse riconosciuto i bodhisattva allo stadio di illuminazione quasi perfetta, come avrebbe potuto non riconoscere i praticanti che avevano ricavato un immediato beneficio dall’insegnamento del Budda e quelli che avevano formato un legame con esso?

                                                                                                                                              Ma, quando Maitreya dice: «In tutta questa moltitudine non c’è una sola persona che io conosca»45, è una prova chiarissima che in realtà egli non aveva sradicato le tre categorie di illusione.

                                                                                                                                                Quando giungiamo alla rivelazione dell’insegnamento originale, vediamo che gli insegnamenti esposti nei sutra predicati prima del Loto e nell’insegnamento transitorio del Loto sono chiamati dottrine in accordo con la mente altrui [e non in accordo con la mente del Budda]. I bodhisattva che seguono tali insegnamenti sono relegati nei regni degli esseri celesti o umani, o degli asura, esseri descritti nel Sutra del Loto come coloro che «svilupperebbero l’attaccamento ai cinque desideri e cadrebbero preda di pensieri e immagini illusorie»46, ai quali si fa riferimento nel passo che recita: «Dato che le persone comuni sono illuse»47. Il commentario parla di loro quando dice che «quando il Budda sedette nel luogo della meditazione, non acquisì una singola verità»48.

                                                                                                                                                  Sappiamo così che quando viene affermato che i Budda degli insegnamenti del Tripitaka e di condivisione hanno sradicato le illusioni del pensiero e del desiderio, o che i Budda dell’insegnamento specifico e perfetto hanno sradicato le illusioni riguardo alla vera natura dell’esistenza, in realtà nessuno di loro ha veramente sradicato le illusioni del pensiero e del desiderio o quelle che riguardano la vera natura dell’esistenza. E quando il Budda sembra affermare invece che l’abbiano fatto, sta soltanto parlando in accordo con la mente altrui. Anche se gli esseri ai quali ha insegnato credono di aver sradicato le tre categorie di illusione, in realtà non le hanno affatto sradicate.

                                                                                                                                                    Rispondendo alla mia obiezione precedente voi dite che sto abbracciando la teoria di Chi-tsang del tempio K’ai-shan, cioè, che i veri ascoltatori della voce non erano presenti all’assemblea del Sutra del Loto. Ma, nella vostra argomentazione stessa, non state invece sposando l’opinione di Fa-yün, del tempio Kuang-che, secondo il quale, quando fu predicato il Sutra del Loto, in realtà erano presenti dei veri ascoltatori della voce?

                                                                                                                                                      T’ien-t’ai, comunque, ha dimostrato che entrambi questi punti di vista sono falsi. Chih-tsang concludeva che nei sutra predicati prima del Loto non c’erano veri ascoltatori della voce, mentre Fa-yün riteneva che nel Loto ce ne fossero. Ma entrambe queste visioni lasciavano spazio a dubbi e critiche.

                                                                                                                                                        T’ien-t’ai afferma: «Nei sutra predicati prima del Loto c’erano ascoltatori della voce, ma nel Loto non ce n’era nemmeno uno. Nelle menti illuse delle persone che stavano ricevendo l’insegnamento, c’erano ascoltatori della voce, ma nella visione delle persone di eminente virtù [come il Budda] non c’erano tali ascoltatori della voce»49. In questo passo egli fa vedere che obiezioni come la vostra rappresentano un punto di vista relativo, tipico dei sutra predicati prima del Loto e dell’insegnamento transitorio del Loto. Ma, dal punto di vista dell’insegnamento originale del Loto, tali obiezioni non valgono [e non si possono usare per dimostrare che nei sutra precedenti le persone dei due veicoli erano capaci di liberarsi dal triplice mondo].

                                                                                                                                                          Inoltre, tu hai detto che il passo di T’ien-t’ai «Coloro che seguono i sette espedienti non raggiungeranno mai l’estinzione completa e definitiva» e quello di Miao-lo «Ma se parliamo dell’osservazione della mente, essa non si accorda con i princìpi» significano semplicemente che, paragonati ai grandi benefici dell’insegnamento perfetto, i benefici dei sutra predicati prima del Loto sono inferiori, e in tal senso non permettono di “raggiungere mai l’estinzione completa e definitiva” e “non si accordano con i princìpi”.

                                                                                                                                                            Ma come interpretate il passo di La lama di diamante di Miao-lo: «Concentrarsi unicamente sugli aspetti puri della natura essenziale delle cose, non corrisponde nemmeno alla verità sulla natura delle cose predicata negli insegnamenti hinayana. Che ne sarà, dunque, del principio della natura di Budda?»50.

                                                                                                                                                              Tuttavia, il passo del commentario «non corrisponde nemmeno alla verità sulla natura delle cose predicata negli insegnamenti hinayana» in circostanze normali non andrebbe citato perchè appartiene a un insegnamento della massima segretezza.

                                                                                                                                                                Voi avete detto che il passo del Sutra del Loto «Il Sutra del Loto della Legge meravigliosa … tutto ciò che hai esposto è la verità!» dimostra che, nell’insegnamento transitorio del Loto è ammesso raggiungere la via attraverso i sutra predicati prima del Loto. Questo stabilisce il principio che si può effettivamente raggiungere la via attraverso tali sutra.

                                                                                                                                                                  Ma questo passo sta semplicemente dicendo che, in paragone ai sutra predicati prima del Loto, l’insegnamento transitorio del Loto rappresenta una esposizione della verità. L’insegnamento transitorio, però, non rivela che il Budda ottenne l’illuminazione nel remoto passato, e appartiene perciò al regno nel quale il Budda “non ha ancora rivelato la verità”.

                                                                                                                                                                    Perciò nel Sutra degli Innumerevoli significati, quando il Bodhisattva Grande Ornamento e gli altri bodhisattva dicono che le persone hanno acquisito vari benefici nei primi quarant’anni e più della vita di predicazione del Budda, questi risponde dicendo che “non ha ancora rivelato la verità”.

                                                                                                                                                                      Inoltre, nel capitolo “Emergere dalla terra”, Maitreya esprime dubbi, dicendo: «Quando il Tathagata era principe ereditario, lasciò il palazzo degli Shakya e, seduto nel luogo dell’illuminazione non lontano dalla città di Gaya, conseguì la suprema perfetta illuminazione. Sono trascorsi circa quarant’anni da quel momento»51.

                                                                                                                                                                        Ma il Budda rispose: «Gli dèi, gli uomini e gli asura di tutti i mondi credono che l’attuale Budda Shakyamuni, dopo aver lasciato il palazzo degli Shakya, si sia seduto nel luogo dell’illuminazione non lontano dalla città di Gaya e là abbia conseguito la suprema perfetta illuminazione. Invece, uomini devoti, sono trascorsi innumerevoli, infinite centinaia di migliaia di miriadi di milioni di nayuta di kalpa da quando ho realmente conseguito la Buddità»52.

                                                                                                                                                                          Quando il Budda dice che è trascorso un tempo infinitamente lungo «da quando ho realmente conseguito la Buddità» intende che tutto ciò che è contenuto negli insegnamenti precedenti al capitolo “Durata della vita” riguarda un tempo in cui “non aveva ancora rivelato la verità”.

                                                                                                                                                                            Perciò il volume nove di Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto” dice: «Nel passo [di Parole e frasi] che inizia con “i sette espedienti dei tempi precedenti” e continua con “le veritiere [parole del Tathagata]”53 può sembrare che gli insegnamenti provvisori noti come i sette espedienti rappresentino solo gli insegnamenti provvisori dei periodi precedenti. Ma, quando li paragoniamo alla dottrina del conseguimento della Buddità esposta nell’insegnamento originale, vediamo che, sia nelle dottrine provvisorie sia nelle dottrine [relativamente] vere [dell’insegnamento transitorio del Sutra del Loto], il Budda sta parlando in accordo con la mente altrui».

                                                                                                                                                                              Da questo passo del commentario si capisce chiaramente che l’insegnamento transitorio del Sutra del Loto appartiene alla categoria degli insegnamenti nei quali il Budda parla in accordo con la mente altrui.

                                                                                                                                                                                Riguardo al passo del capitolo “Durata della vita” «Tutto ciò che predico è vero, non falso»54, T’ien-ta’i nel suo commentario afferma: «Per quanto riguarda gli esseri viventi dell’insegnamento della perfetta e immediata illuminazione, dei due tipi di insegnamento, transitorio e originale, uno è vero e l’altro è falso»55.

                                                                                                                                                                                  Il nono volume di SuParole e frasi” commenta così: «Perciò, sappiate che ciò che è vero nell’insegnamento transitorio è falso alla luce dell’insegnamento originale».

                                                                                                                                                                                    La falsità dell’insegnamento transitorio è già stata stabilita e non c’è bisogno di discuterla qui. Ma, riguardo alle parole del Sutra del Loto «Tutto ciò che hai esposto [Budda Shakyamuni] è la verità!», è corretto affermare che, paragonato all’insegnamento originale, l’insegnamento transitorio si può definire falso. Ma quando si discute della verità o della falsità di tutti gli insegnamenti predicati all’assemblea del Sutra del Loto si può dire che sia l’insegnamento originale, sia l’insegnamento transitorio, sono veri.

                                                                                                                                                                                      Così, per esempio, quando nell’insegnamento transitorio [Shariputra] capì sentendo predicare la dottrina, ci furono individui lenti a comprendere la verità che capirono soltanto dopo aver udito le parabole o aver saputo della loro relazione passata con Shakyamuni. Eppure, considerando l’intera assemblea alla quale fu predicato il Sutra del Loto, non si può dire che essi non udirono e non compresero la verità e, perciò, sono compresi fra quelli che si risvegliarono alla predicazione del Budda.

                                                                                                                                                                                        Il volume nove di Su “Parole e frasi” afferma: «Riguardo agli insegnamenti con valore di espediente, sia l’insegnamento sulla causa della Buddità sia l’insegnamento sull’effetto della Buddità sono falsi. Quando, nell’insegnamento transitorio del Sutra del Loto, viene rivelato l’insegnamento sulla causa della Buddità, l’insegnamento sull’effetto della Buddità dell’insegnamento originale del sutra doveva ancora essere esposto: così, c’è una verità, ma c’è anche una falsità. Quando l’insegnamento originale è rivelato, entrambi i tipi di insegnamento possono essere ritenuti veri».

                                                                                                                                                                                          Questo passo del commentario significa che, prima della rivelazione dell’insegnamento originale, l’insegnamento transitorio, se paragonato all’insegnamento originale, merita ancora di essere chiamato falso. Ma, una volta che l’insegnamento originale è stato rivelato, si comprende che la causa della Buddità esposta nell’insegnamento transitorio non è altro che l’effetto della Buddità esposto nell’insegnamento originale. Come la luna nel cielo e la luna riflessa nell’acqua56, essi sono parte di un’unica Legge che esiste intrinsecamente e sia l’insegnamento originale sia quello transitorio si rivelano costanti e immutabili attraverso le tre esistenze di passato, presente e futuro.

                                                                                                                                                                                            Ciò che consente a tutti gli esseri viventi di ottenere l’illuminazione per la prima volta è quello che è noto come la causa perfetta esposta nell’insegnamento transitorio del Sutra del Loto, e l’illuminazione originale di tutti gli esseri viventi è ciò che è noto come l’effetto perfetto esposto nell’insegnamento originale del Sutra del Loto. Questo intende il commentario quando dice: «Si pratica l’unica causa perfetta e si ottiene l’unico effetto perfetto»57.

                                                                                                                                                                                              Dunque, quando si discutono tali questioni dottrinali, bisogna capire che, a meno che, e fino a che, l’insegnamento originale non è rivelato, è impossibile liberarsi dai sei sentieri attraverso i sutra predicati prima del Loto e attraverso l’insegnamento transitorio del Loto. Come sarebbe possibile allora liberarsi dai nove mondi [ed entrare nel decimo, quello della Buddità]?

                                                                                                                                                                                                  Cenni Storici

                                                                                                                                                                                                  Nichiren Daishonin scrisse questo documento nel 1259. L’anno precedente si era recato presso il tempio Jisso a Iwamoto nella provincia di Suruga, per studiare attentamente il contenuto del deposito dei sutra. Sulla base di tali ricerche, nel 1259 scrisse Sulla protezione del paese, una delle sue opere principali. L’anno successivo completò e inviò il trattato Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese a Hojo Tokiyori, capo effettivo del governo di Kamakura.

                                                                                                                                                                                                  Sui Dieci mondi differisce dagli scritti sopracitati dello stesso periodo, i quali affrontano questioni generali relative alle condizioni del paese, alla causa delle calamità e a come comportarsi nei confronti dell’offesa al corretto insegnamento buddista; in esso vengono messi a confronto la prospettiva e i princìpi del Buddismo di Nichiren Daishonin e quelli del Buddismo della tradizione cinese T’ien-t’ai e della scuola giapponese Tendai. Non è indirizzato a qualcuno in particolare, ma probabilmente era materiale di riferimento per opere successive.

                                                                                                                                                                                                  Il Daishonin inizia citando un’affermazione della scuola Tendai secondo la quale se le persone dei due veicoli, ovvero gli ascoltatori della voce e i risvegliati all’origine dipendente, non potessero liberarsi dal triplice mondo, allora i due dei Dieci mondi che rappresentano le loro rispettive condizioni vitali non esisterebbero, e pertanto rimarrebbero solamente otto mondi.

                                                                                                                                                                                                  L’argomentazione si sviluppa attraverso una serie di domande, o obiezioni, e risposte, ma, a differenza di altri scritti in cui il Daishonin risponde a un ipotetico interlocutore, in questo caso le domande o le obiezioni rappresentano il punto di vista del Daishonin, e le risposte la posizione della scuola Tendai. Non viene fornita alcuna risposta alla quarta e ultima obiezione che in realtà espone le conclusioni del Daishonin.

                                                                                                                                                                                                  In risposta all’affermazione secondo la quale, se le persone dei due veicoli non fossero in grado di liberarsi dal triplice mondo, esisterebbero solamente otto dei Dieci mondi, il Daishonin sostiene la tesi seguente. Mentre la scuola Tendai ammette che le persone dei due veicoli possano liberarsi dal triplice mondo attraverso gli insegnamenti precedenti al Sutra del Loto, in verità senza la comprensione dei princìpi del mutuo possesso dei Dieci mondi, esposto nell’insegnamento transitorio (prima metà) del Sutra del Loto, e dell’illuminazione originale del Budda nell’infinito passato, esposto nell’insegnamento originale (seconda metà) del sutra, né le persone dei due veicoli né i bodhisattva sarebbero in grado di eliminare le illusioni di pensiero e del desiderio. Pertanto, sarebbero incapaci di liberarsi davvero dal triplice mondo e dai sei sentieri dell’esistenza.

                                                                                                                                                                                                  Le risposte contraddicono questa tesi esponendo il punto di vista della scuola Tendai: poiché il Budda aveva predicato gli insegnamenti precedenti al Sutra del Loto in accordo con le capacità individuali delle persone, esse ne potevano comunque ricevere qualche beneficio o ottenere grazie a essi un certo grado d’illuminazione. Perciò, le persone dei due veicoli e i bodhisattva possono liberarsi dai sei sentieri tramite questi insegnamenti.

                                                                                                                                                                                                  Il Daishonin obietta che solamente basandosi sull’insegnamento originale del Sutra del Loto è possibile emanciparsi realmente dai sei sentieri e conseguire la Buddità, citando varie opere di T’ien-t’ai e Miao-lo, i patriarchi della scuola T’ien-t’ai, a sostegno della sua posizione.

                                                                                                                                                                                                  Note

                                                                                                                                                                                                  1. In quest’opera le parti introdotte da una domanda o da un’obiezione rappresentano il punto di vista di Nichiren e quelle introdotte da una risposta rappresentano quello della scuola T’ien-t’ai o Tendai.
                                                                                                                                                                                                  2. I trenta stadi, dall’undicesimo al quarantesimo, dei cinquantadue stadi della pratica del bodhisattva consistono in: dieci stadi della sicurezza, dieci stadi della pratica e dieci stadi della devozione.
                                                                                                                                                                                                  3. Il passo completo è: «Gli dèi, gli uomini e gli asura di tutti i mondi credono che l’attuale Budda Shakyamuni, dopo aver lasciato il palazzo degli Shakya, si sia seduto nel luogo dell’illuminazione non lontano dalla città di Gaya e là abbia conseguito la suprema perfetta illuminazione» (Il Sutra del Loto, cap. 16, p. 311). Vedi anche nota 52.
                                                                                                                                                                                                  4. L’insegnamento del Tripitaka, l’insegnamento di condivisione e l’insegnamento specifico, i primi tre dei quattro insegnamenti della dottrina.
                                                                                                                                                                                                  5. Il “quinto periodo” è quello del Loto e del Nirvana, nell’ambito della classificazione in cinque periodi elaborata da T’ien-t’ai. L’“insegnamento perfetto” qui si riferisce all’insegnamento transitorio del Sutra del Loto.
                                                                                                                                                                                                  6. I “due tipi di nirvana” sono il nirvana con residui e il nirvana senza residui. Vedi nirvana senza residui nel Glossario.
                                                                                                                                                                                                  7. Le illusioni generali sono le illusioni del pensiero e del desiderio; le illusioni specifiche sono le illusioni innumerevoli come granelli di polvere e sabbia e le illusioni sulla vera natura dell’esistenza.
                                                                                                                                                                                                  8. Riferimento ai due tipi di trasmigrazione: la trasmigrazione con differenze e limitazioni e la trasmigrazione con cambiamento e avanzamento, menzionate in precedenza. Per entrambe, vedi Glossario.
                                                                                                                                                                                                  9. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 90.
                                                                                                                                                                                                  10. Ibidem, cap. 3, p. 95.
                                                                                                                                                                                                  11. “L’osservazione della mente” significa percepire la verità fondamentale inerente alla propria vita attraverso la pratica della meditazione. Qui “osservazione della mente” si riferisce alla pratica dell’insegnamento di Nam-myoho-renge-kyo, che Nichiren Daishonin espose per rendere possibile la percezione della verità inerente nella propria vita, cioè il conseguimento della Buddità.
                                                                                                                                                                                                  12. Annotazioni su “Grande concentrazione e visione profonda”.
                                                                                                                                                                                                  13. “Coloro che seguono i sette espedienti” sono: 1) gli ascoltatori della voce e 2) i risvegliati all’origine dipendente dell’insegnamento del Tripitaka; 3) gli ascoltatori della voce, 4) i risvegliati all’origine dipendente e 5) i bodhisattva dell’insegnamento di condivisione; 6) i bodhisattva dell’insegnamento specifico; 7) i bodhisattva dell’insegnamento perfetto. Vedi anche sette espedienti nel Glossario.
                                                                                                                                                                                                  14. L’insegnamento del Tripitaka, quello di condivisione e quello specifico.
                                                                                                                                                                                                  15. Riferimento a coloro che udirono i sedici figli del Budda Grande Saggezza Universale predicare il Sutra del Loto, come si narra nel settimo capitolo del sutra. Il sedicesimo figlio era Shakyamuni in una precedente esistenza.
                                                                                                                                                                                                  16. Commentario ai precetti del bodhisattva stabiliti da T’ien-t’ai, un’opera di Ming-k’uang, prete della scuola T’ien-t’ai.
                                                                                                                                                                                                  17. Il Sutra del Loto, cap. 16, p. 313.
                                                                                                                                                                                                  18. Parole e frasi del Sutra del Loto.
                                                                                                                                                                                                  19. Il Sutra del Loto, cap. 1, p. 41. L’edizione italiana del Sutra del Loto è leggermente diversa: «tutti arhat che avevano già sradicato ogni illusione e non avevano più alcun desiderio o illusione».
                                                                                                                                                                                                  20. Ibidem, cap. 2, p. 76. L’edizione italiana del Sutra del Loto è leggermente diversa: «Perché è impensabile che monaci che hanno veramente raggiunto lo stato di arhat non abbiano creduto in questa Legge».
                                                                                                                                                                                                  21. Ibidem, cap. 7, pp. 198-199.
                                                                                                                                                                                                  22. Ibidem, p. 197.
                                                                                                                                                                                                  23. Parole e frasi del Sutra del Loto di T’ien-t’ai e Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto” di Miao-lo.
                                                                                                                                                                                                  24. Il Sutra del Loto, cap. 15, p. 298.
                                                                                                                                                                                                  25. Il significato profondo del Sutra del Loto.
                                                                                                                                                                                                  26. Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto”.
                                                                                                                                                                                                  27. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 74.
                                                                                                                                                                                                  28. Ibidem, cap. 11, p. 244.
                                                                                                                                                                                                  29. I tre gusti: il gusto della panna, del latte cagliato e del burro, che sono tre dei cinque gusti, e corrispondono rispettivamente ai sutra Agama, Corretti ed equi e della Saggezza.
                                                                                                                                                                                                  30. Due dei quattro insegnamenti del metodo (vedi quattro metodi di insegnamento nel Glossario). “I primi quattro gusti” in questa frase sono i primi quattro dei cinque gusti: latte, panna, latte cagliato e burro, che corrispondono rispettivamente al Sutra della Ghirlanda di fiori, ai sutra Agama, ai sutra Corretti ed equi e ai sutra della Saggezza, che furono predicati prima del Sutra del Loto.
                                                                                                                                                                                                  31. “Quelli predicati nel Parco dei Cervi” sono i sutra Agama.
                                                                                                                                                                                                  32. Grande concentrazione e visione profonda.
                                                                                                                                                                                                  33. Nel caso dei bodhisattva dell’insegnamento del Tripitaka.
                                                                                                                                                                                                  34. Nel caso dei bodhisattva dell’insegnamento di condivisione.
                                                                                                                                                                                                  35. Nel caso dei bodhisattva dell’insegnamento specifico.
                                                                                                                                                                                                  36. Sutra della Ghirlanda di fiori.
                                                                                                                                                                                                  37. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 74.
                                                                                                                                                                                                  38. I “quattro veicoli”: i tre veicoli degli ascoltatori della voce, dei risvegliati all’origine dipendente e dei bodhisattva, più il veicolo della Buddità. Veicolo significa insegnamento.
                                                                                                                                                                                                  39. Vedi nota 19. Il passo del primo capitolo del Sutra del Loto non contiene le parole “del triplice mondo”.
                                                                                                                                                                                                  40. Il Sutra del Loto, cap. 7, p. 198.
                                                                                                                                                                                                  41. Ibidem, cap. 15, p. 298.
                                                                                                                                                                                                  42. Ibidem, cap. 2, p. 86.
                                                                                                                                                                                                  43. Ibidem, cap. 15, p. 297.
                                                                                                                                                                                                  44. Un “insegnamento contaminato da efflussi” è quel tipo di insegnamento che conduce alla rinascita nel triplice mondo, che è caratterizzato dagli efflussi, o illusioni.
                                                                                                                                                                                                  45. Il Sutra del Loto, cap. 15, p. 301.
                                                                                                                                                                                                  46. Ibidem, cap. 16, p. 314.
                                                                                                                                                                                                  47. Ibidem, p. 319: «Dato che le persone comuni sono illuse, sebbene io viva, faccio credere di essere estinto».
                                                                                                                                                                                                  48. Parole e frasi.
                                                                                                                                                                                                  49. Riassunto del passo di Parole e frasi.
                                                                                                                                                                                                  50. Cercare di concentrarsi solo “sugli aspetti puri della natura essenziale delle cose” è in contraddizione con l’insegnamento del Sutra del Loto secondo il quale i tremila regni esistono in un singolo istante di vita. In altre parole, bene e male, verità e falsità, ignoranza e illuminazione, puro e impuro, esistono tutti nella natura essenziale delle cose. Tale comprensione è l’illuminazione del Sutra del Loto. Perciò Miao-lo dice che, se si pratica il Buddismo soltanto per comprendere “gli aspetti puri”, non si riuscirà a percepire nemmeno la verità hinayana della vacuità, per non parlare della verità mahayana della natura di Budda.
                                                                                                                                                                                                  51. Il Sutra del Loto, cap. 15, p. 304.
                                                                                                                                                                                                  52. Ibidem, cap. 16, pp. 311-312.
                                                                                                                                                                                                  53. Riferimento al passo iniziale del capitolo “Durata della vita” nel quale il Budda afferma: «Uomini devoti, dovete credere alle parole veritiere del Tathagata e comprenderle» (Il Sutra del Loto, cap. 16, p. 311).
                                                                                                                                                                                                  54. Ibidem, p. 313.
                                                                                                                                                                                                  55. Parole e frasi.
                                                                                                                                                                                                  56. La “luna nel cielo” rappresenta l’insegnamento originale e la “luna riflessa nell’acqua” rappresenta l’insegnamento transitorio.
                                                                                                                                                                                                  57. Su “Significato profondo”.
                                                                                                                                                                                                  La Biblioteca di Nichiren
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                                                                                                                                                                                                  otto per mille
                                                                                                                                                                                                  nuovo rinascimento
                                                                                                                                                                                                  buddismo e società
                                                                                                                                                                                                  volo continuo
                                                                                                                                                                                                  esperia

                                                                                                                                                                                                  © Soka Gakkai. © Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. | Via di Bellagio 2/E 50141 Firenze FI | C.F. 94069310483 | P.I. 04935120487 | Privacy & Cookie Policy.

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