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361. Sul conseguimento della Buddità da parte delle persone dei due veicoli

RSND, VOLUME II

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Luogo sconosciuto, Data sconosciuta. Indirizzata a Destinatario sconosciuto

Fra i passi delle scritture che riguardano il raggiungimento della via attraverso gli insegnamenti esposti nei sutra predicati prima del Sutra del Loto si trova quanto segue. Nel Sutra del Loto Shariputra afferma: «[Perché in passato, allorché udivo una Legge come questa insegnata dal Budda] e vedevo come ai bodhisattva venisse predetto il conseguimento della Buddità»1. E altrove nel sutra il Budda afferma: «Così, quando questi esseri mi vedono per la prima volta [e ascoltano la mia predicazione, tutti vi credono immediatamente, l’accettano e accedono alla saggezza del Tathagata]»2.

    Da questi passi è evidente che, attraverso gli insegnamenti precedenti al Sutra del Loto, i bodhisattva hanno la possibilità di ottenere il primo stadio di sviluppo, o il primo stadio di sicurezza della pratica del bodhisattva.

      Ma, subito dopo il passo sopra citato, «vedevo come ai bodhisattva venisse predetto…», Shariputra dice: «…io e gli altri ci sentivamo sempre esclusi»3. E subito dopo il passo che recita: «Così, quando questi esseri mi vedono…», il Budda aggiunge: «…con l’eccezione di coloro che in precedenza hanno studiato e praticato il Piccolo Veicolo»4.

        Da questi ultimi passi è chiaro che le persone dei due veicoli – ascoltatori della voce e risvegliati all’origine dipendente – non possono conseguire la Buddità attraverso gli insegnamenti precedenti al Sutra del Loto.

          Domanda: È possibile per le persone dei due veicoli conseguire la Buddità attraverso l’insegnamento esplicito e determinato? È possibile che ci riescano attraverso l’insegnamento esplicito e indeterminato? È possibile che lo facciano attraverso l’insegnamento segreto [e indeterminato]?5 È possibile che le persone dei due veicoli conseguano la Buddità attraverso l’insegnamento perfetto esposto prima del Sutra del Loto?6 È possibile che la conseguano attraverso l’insegnamento specifico?

            Risposta: Anche se la tua domanda ne contiene molte, la risposta è una, e cioè che non è possibile. E se non è possibile che le persone dei mondi rappresentati dai due veicoli conseguano la Buddità, ciò significa che non possono conseguire la Buddità nemmeno quelle del mondo di bodhisattva. Infatti, se le persone dei due veicoli non possono conseguire la Buddità, allora i bodhisattva non possono adempiere il primo dei quattro voti universali, quello di salvare innumerevoli esseri viventi. Ciò, di fatto, cancella l’interpretazione [degli studiosi della scuola Tendai], secondo la quale tutti quei passi dei sutra suggeriscono che i bodhisattva possono effettivamente conseguire la Buddità attraverso tali insegnamenti.

              In effetti, allora, possiamo dire che i bodhisattva dell’insegnamento perfetto descritto nel Sutra della Ghirlanda di fiori e nei sutra Corretti ed equi e della Saggezza non possono raggiungere il primo stadio della sicurezza. E ovviamente nemmeno le persone comuni e quelle dei due veicoli.

                Diventa possibile per i bodhisattva conseguire la Buddità solo quando il Budda dichiara nel Sutra del Loto: «Ho convertito tutti gli esseri viventi e li ho fatti entrare tutti nella via del Budda»7.

                  Domanda: Nell’insegnamento perfetto esposto prima del Sutra del Loto, viene detto ai bodhisattva che le persone dei due veicoli possono conseguire la Buddità?

                    Risposta: No, non viene detto. È chiaro se esaminiamo il commento di T’ien-t’ai al passo del Sutra del Loto «Non ne aveva mai fatto parola con nessuno»8.

                      Domanda: C’è un passo del Sutra della Ghirlanda di fiori che recita: «La mente, il Budda e gli esseri viventi: non c’è distinzione fra queste tre cose». Non è forse una prova evidente del mutuo possesso dei Dieci mondi?

                        Risposta: In realtà, dopo il passo che hai citato, ce n’è un altro in cui si dice che il Grande Albero Re della Medicina simboleggia la saggezza del Tathagata, e si afferma che ci sono due posti in cui quest’albero non cresce: il mondo degli ascoltatori della voce e quello dei risvegliati all’origine dipendente9. È un’indicazione chiara che le persone dei due veicoli non possono conseguire la Buddità. Dunque, anche se il passo che hai citato sembrerebbe indicare il mutuo possesso dei Dieci mondi, poiché le persone dei due veicoli non possono conseguire la Buddità, non può esistere alcun vero mutuo possesso dei Dieci mondi.

                          Inoltre, i sutra predicati prima del Sutra del Loto devono essere interpretati alla luce di ciò che è rivelato in quest’ultimo. E nel Sutra del Loto il Budda ha già detto: «Con l’eccezione di coloro che in precedenza hanno studiato e praticato il Piccolo Veicolo». Ciò prova chiaramente che negli insegnamenti del Sutra della Ghirlanda di fiori le persone dei due veicoli non possono conseguire la Buddità. E lo stesso vale per gli insegnamenti dei sutra Corretti ed equi e della Saggezza.

                            In generale, due sono i punti da comprendere riguardo all’insegnamento perfetto dei sutra predicati prima del Loto.

                              Il primo è che in realtà, nel periodo precedente al Primo concilio10 in cui Ananda compilò i sutra, ogni frase del Budda conteneva immancabilmente princìpi che riguardavano sia l’insegnamento specifico sia quello perfetto e ogni singola frase immancabilmente comprendeva i quattro insegnamenti o i tre insegnamenti11. Perciò il puro insegnamento perfetto non si trova nei sutra che precedettero il Sutra del Loto. Quindi, anche se si parla di insegnamento perfetto esposto in quei sutra, paragonato all’insegnamento perfetto del Sutra del Loto esso in realtà appartiene alla categoria dell’insegnamento specifico.

                                Il volume dieci di Annotazioni su “Il significato profondo del Sutra del Loto” afferma: «Si dimostra inoltre come ogni stadio separato [dei cinquantadue stadi della pratica del bodhisattva] rappresenti due tipi di dottrina, una che tratta dell’interezza universale e una che tratta dei passi distinti nel processo di ascesa. Così sappiate che questi passi espongono l’insegnamento perfetto, ma al tempo stesso lo includono nella categoria dell’insegnamento specifico». Ciò significa che gli insegnamenti precedenti al Sutra del Loto non permettono alle persone dei due veicoli di raggiungere la via.

                                  Il secondo fatto da notare è che, quando Ananda compilò i sutra sulle foglie di palma al tempo del Primo concilio, li trascrisse in modo che il puro insegnamento specifico fosse contenuto in una sezione e il puro insegnamento perfetto in un’altra. La stessa cosa si osserva nel caso dei sutra Corretti ed equi e della Saggezza. Di conseguenza le sezioni in cui è scritto l’insegnamento puro e perfetto dei sutra predicati prima del Loto assomigliano a grandi linee al Sutra del Loto. A questo si riferisce Su “Significato profondo” quando dice che il Sutra della Ghirlanda di fiori, nel descrivere i diversi stadi della pratica del bodhisattva, chiarisce anche in larga misura l’aspetto di perfetta compenetrazione di tutti i dieci stadi della sicurezza.

                                    Il Gran Maestro T’ien-t’ai Chih-che comprese questo principio implicito nel testo, e perciò la sua interpretazione del Sutra della Ghirlanda di fiori e degli altri testi è completamente diversa da quella degli altri maestri buddisti.

                                      Potremmo chiederci come il Gran Maestro T’ien-t’ai giunse a questa interpretazione. Egli comprese che, nel capitolo “Fede e comprensione” del Sutra del Loto12, ciascuna delle parole del testo è indirizzata sia ai bodhisattva dell’insegnamento perfetto sia a quelli dell’insegnamento specifico e che ciascuna parola si riferisce ai quattro insegnamenti o ai tre insegnamenti. Con questo tipo di saggezza e visione profonda egli poté esaminare i sutra predicati prima del Loto e rendersi conto che alcuni riguardavano unicamente l’insegnamento specifico, mentre altri riguardavano unicamente l’insegnamento perfetto. E poté anche accorgersi che questa separazione dei due insegnamenti era già stata stabilita al tempo in cui Ananda compilò i testi.

                                        Fra gli studiosi Tendai c’è chi, non avendo capito questo principio, crede che l’insegnamento perfetto dei sutra prima del Loto, esposto all’inizio della vita di predicazione del Budda, e l’insegnamento perfetto del Sutra del Loto, esposto al termine della sua vita, siano uguali nei princìpi. Di conseguenza, vedendo l’insegnamento perfetto esposto in un unico passo di quei primi sutra, ipotizzano che i princìpi dell’insegnamento puro e perfetto debbano trovarsi in uno o persino due o più volumi di quei sutra. Per questo molte persone credono che quei sutra espongano la dottrina che le persone possono rinascere nella pura terra e ivi conseguire la Buddità. Poiché, al tempo del Primo concilio, quando Ananda compilò i sutra inserì un volume sull’insegnamento perfetto nei testi dei sutra della Ghirlanda di fiori, Corretti ed equi, della Saggezza e della Meditazione, queste persone, vedendo esprimere tali idee sul conseguimento della Buddità nella forma presente o sull’ottenimento immediato della rinascita nella pura terra, suppongono che nell’arco di questa vita o in quella immediatamente successiva otterranno la rinascita nella pura terra e conseguiranno la Buddità.

                                          Ma, se esaminiamo le dottrine espresse dalle reali parole del Budda pronunciate prima del tempo in cui Ananda compilò i sutra, e ne indaghiamo il significato, scopriamo che in queste idee sul conseguimento della Buddità nella forma presente o sull’ottenimento immediato della rinascita nella pura terra, è sempre implicita la clausola che tale conseguimento richiede molti kalpa successivi di pratiche austere, o che in certi casi tale rinascita è esclusa per sempre.

                                            Il volume tre di Parole e frasi del Sutra del Loto cita il passo del Compendio del Mahayana in cui si afferma che quando si leggono i sutra completi e definitivi bisogna basarsi sui testi per arrivare al significato essenziale [ma che quando si leggono i sutra incompleti e non definitivi bisogna basarsi sul significato essenziale dei sutra completi e definitivi per interpretarne i testi]. La ragione è che, se si interpretano letteralmente i sutra precedenti al Loto, ci si ritroverà a contraddire la volontà del Budda.

                                              Nel volume tre di Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto”, quando Miao-lo dice: «Poiché i sutra predicati prima del Loto sono sutra incompleti e non definitivi»13 sta commentando il precedente passo di Parole e frasi. E, nel volume dieci di Su “Significato profondo”, Miao-lo chiarisce ulteriormente il significato del passo dicendo che solo quest’unica opera, il Sutra del Loto, spiega completamente sia lo scopo dei precedenti insegnamenti del Budda sia l’intento del Loto.

                                                Potremmo chiederci come l’interpretazione di T’ien-t’ai differisca da quella degli altri maestri buddisti. Gli altri maestri del Buddismo, nel loro approccio ai sutra, consideravano ciascun sutra separatamente e in tal modo credevano di averne compreso il significato. Invece il Gran Maestro T’ien-t’ai afferma che le ragioni per le quali il Budda espose gli altri sutra durante i primi quarant’anni e più della sua vita di predicazione sono rivelate nel Sutra del Loto, e alla luce di esse elabora i suoi commentari sui vari sutra. Perciò, anche se i suoi commentari sembrano apparentemente contraddire ciò che è scritto nei testi dei vari sutra compilati dal venerabile Ananda, si accordano però con le intenzioni del Budda.

                                                  Così, per esempio, nel commentario di T’ien-t’ai sul Sutra della Meditazione, anche se non risulta ovvio dal testo del sutra stesso, egli interpreta ogni parola del sutra riferendola in qualche modo ai quattro insegnamenti della dottrina. In tal modo dimostra che un passo nel testo del sutra riguarda l’insegnamento specifico, un altro l’insegnamento perfetto e un altro ancora l’insegnamento di condivisione. Nella sua interpretazione egli applica le categorie dei quattro insegnamenti della dottrina [a ciascuna parola del sutra] perché comprende che le vere intenzioni del Budda sono quelle rivelate nel Sutra del Loto.

                                                    Nei sutra compilati dal Venerabile Ananda un certo passo è scritto in modo tale da riguardare il puro insegnamento specifico e un altro in modo tale da riguardare il puro insegnamento perfetto, ma il Sutra del Loto rivela che ogni singola parola dei vari sutra contiene sia l’insegnamento specifico sia l’insegnamento perfetto. Il Sutra del Loto rivela dunque il vero significato dei sutra predicati prima di esso.

                                                      Perciò, quando riconsideriamo i sacri insegnamenti esposti dal Budda nel corso della sua vita, se non lo facciamo alla luce del Sutra del Loto, non possiamo comprendere il vero significato di una sola parola dei vari sutra. E sebbene i praticanti del Sutra del Loto possano leggere e recitare il testo del sutra, se non capiscono questo, non si può dire che abbiano veramente letto il Sutra del Loto.

                                                        Anche se alcuni dei sutra predicati prima del Loto possono essere ritenuti profondamente significativi, non aiutano a rivelare il significato di altri sutra che sono meno profondi. E ancora, anche se alcuni dei sutra possono sembrare superficiali, non è impossibile che al loro interno vi siano passi di profondo significato. Nel caso del Sutra del Loto, però, ogni parola del testo serve a portare alla luce il vero significato dei sutra predicati prima di esso e al tempo stesso il vero significato del Sutra del Loto stesso. Perciò se si legge anche solo una parola del Sutra del Loto, si stanno leggendo tutti i vari sutra, e se non si legge almeno una parola del Sutra del Loto, non si può dire di aver letto alcun sutra.

                                                          E, stando così le cose, se in un paese non c’è il Sutra del Loto, pur essendoci altri sutra sarà molto difficile che le persone possano raggiungere la via.

                                                            Quando si leggono i vari sutra nel periodo successivo alla morte del Budda, per esempio quando si legge il Sutra della Ghirlanda di fiori, se si vuole farne emergere il vero significato, occorre leggerlo sempre insieme al Sutra del Loto. Leggendo il Sutra della Meditazione, per farne emergere il vero significato si deve immancabilmente leggerlo insieme al Sutra del Loto e lo stesso vale per tutti gli altri sutra.

                                                              Gli studiosi vissuti in India nel periodo più tardo e i maestri buddisti della Cina non capirono questo. Essi tenevano lezioni separate su ciascun sutra e credevano in tal modo di averne esposto il vero significato. Quando poi arrivarono a dire che il sutra della loro particolare scuola era superiore a tutti gli altri sutra, non solo non ne colsero il vero significato, ma si resero anche colpevoli di offesa alla Legge.

                                                                Domanda: Tra gli studiosi dell’India e i maestri buddisti ve ne furono alcuni, come T’ien-t’ai, che riuscirono ad afferrare il vero significato dei sutra per come furono predicati oralmente dal Budda, prima che Ananda li compilasse?

                                                                  Risposta: Il Bodhisattva Asanga nel suo Compendio del Mahayana impiega il concetto delle quattro intenzioni della predicazione14 nell’interpretare i sutra. E il Bodhisattva Nagarjuna nel suo Trattato sulla grande perfezione della saggezza usa il concetto dei quattro modi di insegnamento15 come mezzo per arrivare al vero significato degli insegnamenti della vita del Budda. Questi metodi di interpretazione trasmettono in maniera generica il significato dei sutra, ma non lo rivelano chiaramente come l’interpretazione di T’ien-t’ai. Lo stesso si può dire del Trattato sul Sutra del Loto del Bodhisattva Vasubandhu.

                                                                    In Cina, durante i cinquecento anni precedenti all’apparizione di T’ien-t’ai non ci fu nessuno che capì in alcun modo il vero significato dei sutra. Così, [come dice Chang-an nel] volume tre di Il significato profondo del Sutra del Loto: «Anche i grandi eruditi indiani non erano alla sua altezza».

                                                                      [Domanda]: Il volume tre di Su “Significato profondo” afferma: «I commentari della nostra scuola sono fondati sui princìpi del Buddismo e sugli insegnamenti del Budda. Perciò nel complesso hanno un significato diverso da quelli di altre scuole che, per propagare i propri insegnamenti, ricoprono di lodi i testi sui quali si fonda la loro scuola. Se, per propagare il Sutra del Loto dovessimo ricoprirlo di lodi, sarebbe un errore, e un errore ancor più grave sarebbe lodare un qualsiasi altro testo».

                                                                        Perché? Perché il Sutra del Loto in realtà ha già “aperto gli insegnamenti provvisori e rivelato il vero insegnamento”16. Che ragione c’è dunque di parlare con disprezzo degli insegnamenti provvisori?

                                                                          Quando i maestri della scuola della Ghirlanda di fiori interpretano il passo del Sutra della Ghirlanda di fiori che recita: «La mente, il Budda e gli esseri viventi: non c’è distinzione fra queste tre cose», dicono che si riferisce a tre cose, cioè, alla singola mente [dell’individuo], all’illuminazione [del Budda] e alla mancanza di illuminazione [degli esseri viventi]17. Nell’interpretare questo passo prendono a prestito i termini contenuti originariamente in Il risveglio della fede nel Mahayana.

                                                                            Il Gran Maestro Nan-yüeh, nell’interpretare le due parole “meravigliosa” e “Legge” nel titolo del Sutra del Loto della Legge meravigliosa, prende a prestito questo stesso passo del Sutra della Ghirlanda di fiori e afferma che si riferisce alla natura meravigliosa dei tre elementi [gli esseri viventi, il Budda e la mente]18. Il Gran Maestro T’ien-t’ai Chih-che adotta la stessa interpretazione. Dunque le persone della scuola Tendai considerano di pari livello il Sutra della Ghirlanda di fiori e il Sutra del Loto?

                                                                              Inoltre, Ch’eng-kuan, nella sua interpretazione di questo passo sulla mente, il Budda e gli esseri viventi nel Sutra della Ghirlanda di fiori, non solo afferma che si riferisce alla singola mente, all’illuminazione e alla mancanza di illuminazione, ma sostiene che si riferisce anche al male intrinseco nella mente del Budda19. Così Cheng-kuan nel suo commentario dice: «La scuola T’ien-t’ai definisce questo insegnamento come la verità. Le dottrine di quella scuola sulle questioni teoriche non si discostano in alcun modo da quelle della nostra scuola [della Ghirlanda di fiori]»20.

                                                                                Questo punto di vista di Ch’eng-kuan e quello che ho menzionato prima si possono considerare dottrinalmente corretti?

                                                                                  Risposta: Il volume uno di Annotazioni su “Grande concentrazione e visione profonda” afferma: «Se non si comprende il significato dei vari passi sul principio perfetto della nostra scuola [T’ien-t’ai], sarà veramente difficile riuscire a cogliere il principio che sta dietro a questo passo in versi [sulla mente, il Budda e gli esseri viventi] del sutra [della Ghirlanda di fiori]». E il volume cinque della stessa opera afferma: «Se non si comprende il passo di T’ien-t’ai sui tremila regni in un singolo istante di vita, come si può comprendere il significato del Sutra della Ghirlanda di fiori quando dice: “Così, di tutti i fenomeni dell’intero mondo, non ve n’è nemmeno uno che non sia creato dalla mente. […] La mente, il Budda e gli esseri viventi: non c’è distinzione fra queste tre cose”?». E il volume sette di Su “Parole e frasi” afferma: «Il termine “male inerente alla mente del Budda” non si trova negli scritti di nessun’altra scuola».

                                                                                    Dai passi citati è evidente che, se non si comprende l’interpretazione del passo che dà T’ien-t’ai, è molto difficile comprendere il vero significato del passo in versi del Sutra della Ghirlanda di fiori che abbiamo discusso. Inoltre, fra i maestri buddisti della Cina, c’è solo T’ien-t’ai che impiega l’espressione “male inerente alla mente del Budda”. E se non si fa riferimento al Sutra del Loto, non si può iniziare a discutere la dottrina dei tremila regni in un singolo momento di vita.

                                                                                      Gli studiosi della scuola della Ghirlanda di fiori del periodo successivo a quello di T’ien-t’ai e quelli della scuola della Vera parola parlano come se la dottrina del male inerente alla mente del Budda fosse esposta nei sutra sui quali si basano le loro rispettive scuole. Questa interpretazione deriva da fonti indiane, o deriva dai fondatori di queste scuole? Oppure significa che hanno rubato l’espressione “male inerente alla mente del Budda” da T’ien-t’ai e l’hanno fatta sembrare parte della dottrina della loro scuola? Si dovrebbe esaminare attentamente la questione.

                                                                                        Domanda. È corretto, allora, dire che il termine “male inerente alla mente del Budda” appartiene unicamente alla scuola legata a T’ien-t’ai e a nessuna delle altre scuole? Se non ci fosse un concetto come il male inerente alla mente del Budda, sarebbe difficile spiegare come la causalità per manifestare [il male de] i nove mondi possa esistere nel mondo di Buddità.

                                                                                          Risposta: Perciò I princìpi e le pratiche di “Grande concentrazione e visione profonda”21 dice: «Se tutto il male inerente al mondo di Buddità fosse cancellato [come potrebbe manifestarsi il Budda in tutte le sue varie forme differenti]?».

                                                                                            Domanda: Se, quando si spiegano i concetti della concentrazione e visione profonda perfetta e immediata 22 e dei tremila regni in un singolo istante di vita, si cita il passo del Sutra della Ghirlanda di fiori che afferma: «La mente, il Budda e gli esseri viventi: non c’è distinzione fra queste tre cose», significa che in quel sutra sono esposti questi due concetti?

                                                                                              Risposta: Alcuni aderenti alla scuola Tendai credono che l’insegnamento perfetto esposto nei sutra precedenti al Loto e quello esposto nel Sutra del Loto abbiano lo stesso significato.

                                                                                                Domanda: Nei sessanta volumi dei commentari23 di T’ien-t’ai e Miao-lo, quando si citano passi tratti dai primi tre dei quattro insegnamenti della dottrina allo scopo di spiegare il significato dell’insegnamento perfetto, si ritiene che tali passi siano presi in prestito a scopo esplicativo. Ma, quando si citano passi sull’insegnamento perfetto tratti dai sutra precedenti allo scopo di spiegare il significato dell’insegnamento perfetto del Sutra del Loto, dovremmo dire che tali passi non sono “presi a prestito”?

                                                                                                  Se è così, allora come si spiega che, quando nella sua esposizione dei tre tipi di concentrazione e visione profonda24 T’ien-t’ai cita passi dai sutra precedenti e, nella sua esposizione della perfetta e immediata concentrazione e visione profonda, cita il passo del Sutra della Ghirlanda di fiori che recita: «Quando i bodhisattva, riguardo alle sofferenze di nascita e morte, risvegliano per la prima volta un’aspirazione all’illuminazione…», Miao-lo aggiunge il commento: «Egli in realtà sta prendendo a prestito gli insegnamenti precedenti allo scopo di rivelare l’insegnamento meraviglioso e perfetto [del Sutra del Loto]»25?

                                                                                                    Non è forse un caso in cui un passo dell’insegnamento perfetto dei sutra precedenti viene preso a prestito per spiegare il Sutra del Loto? E se è così, non dobbiamo forse dire che quando il passo sulla mente, il Budda e gli esseri viventi viene citato per spiegare il concetto dei tremila regni in un singolo istante di vita26 anche questo è un “prestito”?

                                                                                                      Risposta: La scuola Tendai dei tempi recenti, sposando tale punto di vista sta semplicemente seguendo la stessa interpretazione della scuola della Ghirlanda di fiori. Nella scuola della Ghirlanda di fiori ci sono due punti di vista che riguardano il Sutra del Loto e il Sutra della Ghirlanda di fiori; il primo è che sono di pari livello e il secondo che uno dei due sutra è superiore all’altro.

                                                                                                        Il primo punto di vista sostiene che il Sutra del Loto e il Sutra della Ghirlanda di fiori sono allo stesso livello perché espongono le stesse dottrine.

                                                                                                          Il secondo punto di vista, che ritiene che uno sia superiore all’altro, è di due tipi. La scuola della Ghirlanda di fiori dei tempi antichi riteneva che il Sutra della Ghirlanda di fiori fosse superiore al Sutra del Loto perché il Budda che espone gli insegnamenti, i bodhisattva e le altre persone a cui vengono esposti nel caso del sutra della Ghirlanda di fiori hanno natura superiore27.

                                                                                                            La scuola della Ghirlanda di fiori dei tempi recenti sostiene due opinioni: una afferma che il Sutra del Loto e quello della Ghirlanda di fiori sono di pari livello, e l’altra che uno è superiore all’altro. Anche quest’ultima interpretazione è di due tipi.

                                                                                                              Riguardo alla posizione relativa del Sutra della Ghirlanda di fiori e dell’insegnamento transitorio del Sutra del Loto ci sono due punti di vista: il primo afferma che sono uguali e il secondo che uno è superiore all’altro.

                                                                                                                Il primo punto di vista sostiene che l’insegnamento perfetto del Sutra della Ghirlanda di fiori e l’insegnamento perfetto del myo comparativo espresso nell’insegnamento transitorio del Sutra del Loto sono simili perché il primo giudica gli altri insegnamenti un’espressione grossolana della verità e il secondo fa altrettanto.

                                                                                                                  Il volume due di Su “Significato profondo” afferma: «Il Sutra del Loto usa i due tipi di myo, il myo comparativo e il myo assoluto28, per illuminare la natura meravigliosa dei tre elementi della mente, del Budda e degli esseri viventi. Così, sebbene i vari insegnamenti precedenti trattino della natura perfetta e compenetrata di tutti i fenomeni, essi sono del tutto privi dei due tipi di myo». Annotazioni personali su “Parole e frasi del Sutra del Loto”29 dice: «L’insegnamento perfetto esposto negli otto insegnamenti del primo periodo30 è uguale all’insegnamento perfetto del myo comparativo [espresso nell’insegnamento transitorio] del Sutra del Loto». Questi sono esempi che i due tipi di insegnamento perfetto sono uguali.

                                                                                                                    Il volume quattro di Su “Parole e frasi” dice: «Riguardo all’intero regno dei fenomeni, la discussione del Sutra della Ghirlanda di fiori è esauriente. E riguardo alla saggezza del Budda la discussione nel Sutra del Loto è esauriente». Afferma inoltre: «Sappiate che la frase “per tutta l’eternità”, nel Sutra della Ghirlanda di fiori, ha lo stesso significato delle parole “sono sempre vissuto sul sacro Picco dell’Aquila”31 nel Sutra del Loto». Questi passi del commentario esprimono la visione che l’insegnamento perfetto dei sutra precedenti e l’insegnamento perfetto del myo comparativo [nell’insegnamento transitorio] del Sutra del Loto sono uguali.

                                                                                                                      Ma il myo assoluto e la funzione di apertura e fusione nell’insegnamento transitorio del Sutra del Loto sono completamente diversi dall’insegnamento perfetto dei sutra precedenti. Così il volume uno di Su “Significato profondo” afferma: «Il Sutra del Loto ha due scopi e cioè, l’apertura degli insegnamenti provvisori e la rivelazione del vero insegnamento, e l’apertura della condizione transitoria e la rivelazione della vera identità32. In questo senso è completamente diverso dagli altri sutra». E il volume quattro di Su “Parole e frasi del Sutra del Loto” dice: «A proposito della saggezza del Budda, il Sutra del Loto riafferma ciò che si trova nei sutra precedenti. Ma l’apertura e la fusione degli altri insegnamenti con il suo stesso insegnamento si trova solo nel Sutra del Loto e non nei sutra precedenti»33. Questo passo del commentario dimostra che, anche se la saggezza del Budda è rivelata sia nei sutra precedenti sia nel Sutra del Loto, la funzione di aprire e fondere gli altri insegnamenti con il proprio viene compiuta solo dal Sutra del Loto, e in questo il Sutra del Loto è superiore.

                                                                                                                        È chiaro che non è possibile raggiungere la via attraverso gli insegnamenti esposti nei sutra predicati prima del Loto. La ragione è che occorrono i due tipi di myo, quello comparativo e quello assoluto, per far emergere la natura meravigliosa di ognuno dei tre elementi: la mente, il Budda e gli esseri viventi. Nell’insegnamento perfetto dei sutra precedenti manca il myo assoluto e perciò gli esseri viventi sono incapaci di conseguire il meraviglioso stato di Buddità. Perciò il volume tre di Su “Significato profondo” commenta così: «Il meraviglioso si trasforma in grezzo». Con ciò si intende che l’insegnamento perfetto esposto nel Sutra della Ghirlanda di fiori si trasforma e diventa l’insegnamento specifico.

                                                                                                                          I due tipi di myo dell’insegnamento originale del Sutra del Loto, il myo comparativo e il myo assoluto, non sono contenuti nei sutra precedenti e nemmeno nell’insegnamento transitorio del Sutra del Loto. Sebbene i sutra precedenti e l’insegnamento transitorio del Sutra del Loto differiscano l’uno dall’altro, entrambi a prima vista sembrano dire che le persone dei due veicoli possono sradicare le illusioni del pensiero e del desiderio e che i bodhisattva possono sradicare le loro illusioni riguardo alla vera natura dell’esistenza34. Ma, a un più attento esame, si vede che non è così. Alla luce del capitolo “Durata della vita” dell’insegnamento originale del Sutra del Loto appare chiaro che nei sutra precedenti e nell’insegnamento transitorio del Sutra del Loto né le persone dei due veicoli, né i bodhisattva possono veramente sradicare le tre categorie di illusione.

                                                                                                                            Siccome non hanno compreso questo principio, gli studiosi della scuola Tendai, guardando solo l’interpretazione che considera i sutra precedenti e il Sutra del Loto in qualche misura della stessa natura e dimenticando l’interpretazione che li considera completamente diversi l’uno dall’altro, alla fine permettono che il loro modo di pensare, di membri della scuola Tendai, degeneri nelle opinioni caratteristiche della scuola della Ghirlanda di fiori. E poiché cadono in queste visioni tipiche della scuola della Ghirlanda di fiori, regrediscono ancor di più abbracciando l’insegnamento perfetto dei sutra Corretti ed equi e dei sutra della Saggezza. Alla fine giungono a un punto tale per cui le loro visioni non differiscono da quelle di gente come Shan-tao, e infine essi diventano uguali a quel denigratore della Legge che è Honen. Come dice il sutra35 sono i vermi nati dal corpo del leone che divoreranno il leone.

                                                                                                                              Il secondo volume del Sutra dei Re benevolenti afferma: «Grande Re, dopo la mia estinzione, le quattro categorie di discepoli buddisti36 delle epoche a venire, i sovrani, gli eredi al trono e altri principi dei vari piccoli paesi, quelle persone che dovrebbero sostenere e proteggere i tre tesori del Buddismo, diventeranno al contrario i distruttori dei tre tesori, proprio come i vermi nati dal corpo di un leone morto, che si cibano della sua carne. Non saranno i non buddisti, ma nella maggior parte dei casi i discepoli stessi del Budda, che distruggeranno questa mia Legge buddista, commettendo in tal modo una colpa gravissima».

                                                                                                                                Il volume dieci di Su “Significato profondo” dice: «[Nella descrizione del Sutra della Ghirlanda di fiori dei cinquantadue stadi della pratica del bodhisattva] i passi che trattano dei primi dieci stadi, i dieci stadi della fede che conducono al primo dei dieci stadi della sicurezza, sono completamente dedicati ai princìpi dell’insegnamento perfetto. Quelli per gli stadi che vanno dal secondo al settimo dei due stadi di sicurezza sono diversi l’uno dall’altro e quindi assomigliano nel significato all’insegnamento specifico.

                                                                                                                                  «Nella trattazione che riguarda il settimo dei dieci stadi della sicurezza c’è una spiegazione sulla mutua identità dell’uno e dei molti, ovvero su come ogni singolo stadio della pratica abbracci ampiamente tutti gli altri stadi. In seguito, nella discussione dei dieci stadi della pratica, dei dieci stadi della devozione e dei dieci stadi di sviluppo, si spiega gradualmente come questi vari stadi differiscono l’uno dall’altro. Si dimostra inoltre come ogni stadio separato [dei cinquantadue stadi della pratica del bodhisattva] rappresenti due tipi di dottrina, una che tratta dell’interezza universale e una che tratta dei passi distinti nel processo di ascesa. Sappiate dunque che questi passi espongono l’insegnamento perfetto, ma al tempo stesso lo includono nella categoria dell’insegnamento specifico».

                                                                                                                                      Cenni Storici

                                                                                                                                      La data e il destinatario di questa lettera sono sconosciuti, anche se si ritiene che essa appartenga al primo periodo della vita d’insegnamento di Nichiren Daishonin.

                                                                                                                                      Analizzando da diversi punti di vista il tema del conseguimento della Buddità da parte delle persone dei due veicoli, quest’opera chiarisce che gli insegnamenti esposti dal Budda precedentemente al Sutra del Loto non permettono alle persone dei due veicoli, cioè gli ascoltatori della voce e i risvegliati all’origine dipendente, di conseguire la Buddità, e che solo il Sutra del Loto ha questo potere.

                                                                                                                                      Il Daishonin inizia citando alcuni passi del Sutra del Loto, l’ultimo dei quali è contenuto nel seguente passo più lungo: «Così, quando questi esseri mi vedono per la prima volta e ascoltano la mia predicazione, tutti vi credono immediatamente, l’accettano e accedono alla saggezza del Tathagata, con l’eccezione di coloro che in precedenza hanno studiato e praticato il Piccolo Veicolo. Ma ora anche a queste persone farò ascoltare questo sutra e le farò accedere alla saggezza del Budda». In questo passo la frase «coloro che in precedenza hanno studiato e praticato il Piccolo Veicolo» si riferisce alle persone dei due veicoli, e afferma che solo questo sutra è in grado di condurle al conseguimento della Buddità.

                                                                                                                                      Anche se il Sutra della Ghirlanda di fiori afferma: «La mente, il Budda e gli esseri viventi: non c’è distinzione fra queste tre cose», il Daishonin spiega che questo non rappresenta il mutuo possesso dei Dieci mondi, poiché tale sutra nega che le persone dei due veicoli possano conseguire la Buddità. Il Daishonin dimostra che l’insegnamento perfetto dei sutra predicati precedentemente al Sutra del Loto non conduce al conseguimento della Buddità perché esso è mescolato ad altri insegnamenti dei quattro insegnamenti della dottrina.

                                                                                                                                      Il Daishonin afferma che, poiché T’ien-t’ai basò il suo giudizio sul capitolo “Fede e comprensione” del Sutra del Loto, fu in grado di distinguere tra l’insegnamento perfetto del Budda predicato congiuntamente ad altri insegnamenti e lo stesso insegnamento perfetto che Ananda trascrisse separatamente nella sua compilazione dopo la morte del Budda. Con questo il Daishonin si riferisce alla classificazione dottrinale dei cinque periodi e degli otto insegnamenti stabilita da T’ien-t’ai sulla base, tra le altre cose, del suddetto capitolo e del concetto dei cinque gusti del Sutra del Nirvana. Questa classificazione chiarisce, ad esempio, che l’insegnamento perfetto del Sutra della Ghirlanda di fiori è mescolato all’insegnamento specifico.

                                                                                                                                      Il Daishonin afferma che solo quando si comprende il Sutra del Loto è possibile afferrare il vero significato degli altri sutra, perché il Sutra del Loto spiega le ragioni per cui essi furono predicati.

                                                                                                                                      Citando Miao-lo, il Daishonin afferma che non è possibile capire il vero significato del passo sopra citato del Sutra della Ghirlanda di fiori riguardante la mente, il Budda e gli esseri viventi, senza una conoscenza della dottrina di T’ien-t’ai dei tremila regni in un singolo istante di vita. Ch’eng-kuan, il patriarca della scuola della Ghirlanda di fiori, volle leggere in quel passo il concetto di «male inerente», proprio di T’ien-t’ai. Tale concetto spiega come il Budda appare nel mondo, manifestando il «male» dei nove mondi.

                                                                                                                                      Il Daishonin cita Annotazioni su “Il profondo significato del Sutra del Loto” per dimostrare i due scopi del Sutra del Loto, ovvero, quello di aprire gli insegnamenti provvisori e rivelare il vero insegnamento, e quello di aprire lo stato transitorio e rivelare la vera identità. Queste sono dottrine che appartengono esclusivamente al Sutra del Loto. Egli cita anche Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto”, che afferma: «A proposito della saggezza del Budda, il Sutra del Loto riafferma ciò che si trova nei sutra precedenti. Ma l’apertura e la fusione degli altri insegnamenti con il suo stesso insegnamento si trova solo nel Sutra del Loto e non nei sutra precedenti».

                                                                                                                                      Il Daishonin afferma che sono necessari i due tipi di myo, il myo comparativo e il myo assoluto, per conseguire lo stato meraviglioso di Buddità. Pertanto, solo con l’insegnamento perfetto dei sutra precedenti e l’insegnamento transitorio del Sutra del Loto, che mancano del myo assoluto, gli esseri viventi non sono in grado di conseguire la Buddità.

                                                                                                                                      Il Daishonin cita poi Su “Significato Profondo”, dove si afferma: «Il meraviglioso si trasforma in grezzo» intendendo che l’insegnamento perfetto esposto nel Sutra della Ghirlanda di fiori si trasforma e diventa l’insegnamento specifico.

                                                                                                                                      Sempre citando Su “Significato Profondo”, il Daishonin discute dei cinquantadue stadi della pratica del bodhisattva descritti nel Sutra della Ghirlanda di fiori, ma la sua spiegazione si interrompe a metà; sembra che la parte finale di questo scritto sia andata persa.

                                                                                                                                      Note

                                                                                                                                      1. Il Sutra del Loto, cap. 3, p. 95.
                                                                                                                                      2. Ibidem, cap. 15, p. 298.
                                                                                                                                      3. Ibidem, cap. 3, p. 95.
                                                                                                                                      4. Ibidem, cap. 15, p. 298.
                                                                                                                                      5. La domanda fa riferimento ai quattro insegnamenti del metodo, o quattro metodi di insegnamento, una classificazione degli insegnamenti di Shakyamuni elaborata da T’ien-t’ai secondo il modo in cui furono esposti. L’insegnamento esplicito e determinato corrisponde all’insegnamento immediato e all’insegnamento graduale; l’insegnamento esplicito e indeterminato corrisponde all’insegnamento indeterminato, e l’insegnamento segreto [e indeterminato] corrisponde all’insegnamento segreto. Vedi quattro metodi di insegnamento nel Glossario.
                                                                                                                                      6. T’ien’tai chiamò l’ultimo dei quattro insegnamenti della dottrina “insegnamento perfetto” e lo distinse in due categorie: l’insegnamento perfetto esposto nei sutra precedenti al Loto e quello esposto nel Sutra del Loto. Entrambi insegnano il concetto del conseguimento della Buddità da parte delle persone comuni, ma T’ien-t’ai osserva che il primo lo nomina soltanto senza citare esempi concreti, mentre il secondo insegna che tutte le persone possono ottenere l’illuminazione, facendo vari esempi.
                                                                                                                                      7. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 80.
                                                                                                                                      8. Ibidem, cap. 4, p. 135. Il passo recita: «Questi [il padre] non aveva smesso di pensare al figlio per un solo istante, sebbene il figlio si fosse allontanato da lui da almeno cinquant’anni; tuttavia, non ne aveva mai fatto parola con nessuno». E T’ien-t’ai commenta in Parole e frasi del Sutra del Loto che il Budda, sin dal suo avvento nel mondo, non aveva mai detto ai vari bodhisattva dei periodi della Ghirlanda di fiori, Corretto ed equo e della Saggezza, che gli ascoltatori della voce erano figli del grande veicolo.
                                                                                                                                      9. Il Grande Albero Re della Medicina è un enorme albero con innumerevoli radici che si dice cresca sulle Montagne Nevose. È il re di tutti gli alberi ed è alto 168.000 yojana. Tutti gli altri alberi e piante di Jambudvipa dipendono dalle radici, dai rami, dai fiori e dai frutti di quest’albero per poter fiorire e fruttificare. Nel Sutra della Ghirlanda di fiori quest’albero è una metafora della natura di Budda, e gli altri vari alberi rappresentano tutti gli esseri viventi. Ma questo grande albero non crescerà in un abisso infuocato o in un cerchio d’acqua. L’abisso infuocato è una metafora che indica la mente delle persone dei due veicoli, e il cerchio d’acqua indica la mente degli icchantika, o persone d’incorreggibile miscredenza.
                                                                                                                                      10. Concilio buddista che ebbe luogo poco dopo la morte di Shakyamuni nella Grotta delle Sette foglie, nel Magadha.
                                                                                                                                      11. I tre insegnamenti sono: l’insegnamento di condivisione, quello specifico e quello perfetto dei quattro insegnamenti della dottrina, la classificazione degli insegnamenti di Shakyamuni effettuata da T’ien-t’ai secondo il loro contenuto. I quattro insegnamenti sono questi tre più l’insegnamento del Tripitaka.
                                                                                                                                      12. Si fa riferimento in particolare alla parabola dell’uomo ricco e del figlio povero. In Il significato profondo del Sutra del Loto T’ien-t’ai impiegò questa parabola per classificare gli insegnamenti di Shakyamuni nei cinque periodi e quattro insegnamenti.
                                                                                                                                      13. Questo passo è contenuto nel volume quattro della versione ancora esistente del testo.
                                                                                                                                      14. Quattro intenzioni del Budda quando predica i suoi insegnamenti come espedienti: predicare l’eguaglianza di tutti i Budda; predicare il conseguimento in qualche altro tempo futuro; predicare con intento variabile; predicare in accordo con i desideri di tutti gli esseri viventi.
                                                                                                                                      15. Quattro modi in cui il Budda espone i suoi insegnamenti: insegnare il Buddismo in termini secolari; insegnare in accordo alle rispettive capacità delle persone; aiutare le persone ad abbandonare le loro illusioni e liberarsi dai tre veleni di avidità, collera e stupidità; rivelare direttamente la verità fondamentale.
                                                                                                                                      16. Riferimento alla dottrina dell’apertura degli insegnamenti provvisori, o espedienti, e della rivelazione del vero insegnamento del Sutra del Loto, che è esposta nell’insegnamento transitorio (prima metà) del sutra. Il decimo capitolo afferma: «Questo sutra spalanca la porta degli espedienti e mostra la forma della vera realtà» (Il Sutra del Loto, cap. 10, p. 237). Il Budda espose gli insegnamenti provvisori come espedienti per condurre le persone al vero insegnamento del Sutra del Loto.
                                                                                                                                      17. Questa frase è contenuta in Annotazioni sul Sutra della Ghirlanda di fiori di Ch’eng-kuan.
                                                                                                                                      18. L’elemento degli esseri viventi si riferisce ai nove mondi; significa che il mondo di Buddità è inerente alla vita dei nove mondi degli esseri viventi. L’elemento del Budda si riferisce al mondo di Buddità; significa che il vero aspetto di tutti i fenomeni può essere compreso e condiviso solo fra Budda. L’elemento della mente significa osservare la propria mente, ovvero percepire in essa tutti i fenomeni.
                                                                                                                                      19. La dottrina del male inerente alla mente del Budda è un concetto esposto in Il significato profondo del capitolo “Percettore dei Suoni del Mondo” di T’ien-t’ai. Significa che il Budda mantiene comunque il male come qualità intrinseca.
                                                                                                                                      20. Il significato del Sutra della Ghirlanda di fiori sulla base di un commentario antico.
                                                                                                                                      21. Opera di Miao-lo, che descrive a grandi linee i contenuti di Grande concentrazione e visione profonda e spiega l’insegnamento di T’ien-t’ai sulla pratica della meditazione.
                                                                                                                                      22. Uno dei tre tipi di concentrazione e visione profonda esposti in Grande concentrazione e visione profonda. Gli altri due sono la concentrazione e visione profonda graduale e la concentrazione e visione profonda indeterminata. La concentrazione e visione profonda perfetta e immediata significa vedere la realtà di tutte le cose in maniera perfetta e immediata. La concentrazione e visione profonda graduale significa concentrare la mente su un argomento dopo l’altro, cominciando da un soggetto più facile e passando successivamente a questioni più profonde. La concentrazione e visione profonda indeterminata significa praticare la meditazione liberamente senza comandi o regole prestabilite.
                                                                                                                                      23. Le tre opere maggiori di T’ien-t’ai, Grande concentrazione e visione profonda, Parole e frasi del Sutra del Loto e Il significato profondo del Sutra del Loto, che consistono di trenta volumi, e i tre commentari a esse di Miao-lo, che consistono anch’essi di trenta volumi.
                                                                                                                                      24. Vedi nota 22.
                                                                                                                                      25. Annotazioni su “Grande concentrazione e visione profonda”.
                                                                                                                                      26. In Grande concentrazione e visione profonda T’ien-t’ai insegna la meditazione per percepire “la regione dell’insondabile”, che viene interpretata come i tremila regni in un singolo istante di vita. Nella spiegazione sulla regione dell’insondabile egli usa il passo del Sutra della Ghirlanda di fiori che dice: «La mente è come un abile pittore, che crea varie forme costituite dalle cinque componenti. Così, di tutti i fenomeni dell’intero mondo, non ve n’è nemmeno uno che non sia creato dalla mente. Il Budda ha la stessa natura della mente e gli esseri viventi hanno la stessa natura del Budda. La mente, il Budda e gli esseri viventi: non c’è distinzione fra queste tre cose».
                                                                                                                                      27. La “scuola della Ghirlanda di fiori dei tempi antichi” indica la scuola della Ghirlanda di fiori prima della fondazione della scuola T’ien-t’ai, e la “scuola della Ghirlanda di fiori dei tempi recenti”, nella frase seguente, è la scuola della Ghirlanda di fiori dopo la nascita della scuola T’ien-t’ai. Il Budda della scuola della Ghirlanda di fiori è il Budda Vairochana, e coloro ai quali si rivolge sono grandi bodhisattva come Capo Saggio e Luna della Liberazione, mentre il Budda del Sutra del Loto è il Budda Shakyamuni e i suoi interlocutori non sono solo bodhisattva, ma anche persone dei due veicoli.
                                                                                                                                      28. Due prospettive secondo le quali T’ien-t’ai interpretò il carattere myo, o meraviglioso, nel titolo del Sutra del Loto della Legge meravigliosa, Myoho-renge-kyo, per dimostrare la profondità del Sutra del Loto. Myo comparativo significa che il Sutra del Loto è meraviglioso, o mistico, perché, paragonato agli altri insegnamenti, è superiore. Myo assoluto significa che il Sutra del Loto non è paragonabile a nessuno degli altri insegnamenti perché li comprende e li integra tutti.
                                                                                                                                      29. Commentario a Parole e frasi del Sutra del Loto di T’ien-t’ai, scritto da Chih-yün, prete della dinastia T’ang.
                                                                                                                                      30. Riferimento a tutti gli insegnamenti esposti prima del Sutra del Loto. Per otto insegnamenti vedi Glossario.
                                                                                                                                      31. Il Sutra del Loto, cap. 16, p. 318.
                                                                                                                                      32. “Aprire lo stato transitorio e rivelare la vera identità” si riferisce alla rivelazione della vera condizione di Budda di Shakyamuni. Nel sedicesimo capitolo del Sutra del Loto Shakyamuni dichiara di aver scartato la sua identità provvisoria di Budda che ottenne l’illuminazione per la prima volta in India sotto l’albero di bodhi per rivelare la sua illuminazione originale, ovvero l’illuminazione che ottenne in un passato inconcepibilmente remoto.
                                                                                                                                      33. Il passo è nel volume cinque della versione del testo oggi ancora esistente.
                                                                                                                                      34. Riferimento a due delle tre categorie di illusione; l’altra sono le illusioni innumerevoli come i granelli di polvere e sabbia. Vedi tre categorie di illusione nel Glossario.
                                                                                                                                      35. Sutra dei Re benevolenti.
                                                                                                                                      36. Quattro tipi di discepoli buddisti: monaci, monache, laici e laiche.
                                                                                                                                      La Biblioteca di Nichiren
                                                                                                                                      istituto buddista italiano soka gakkai
                                                                                                                                      senzamotica
                                                                                                                                      Eredità della vita
                                                                                                                                      otto per mille
                                                                                                                                      nuovo rinascimento
                                                                                                                                      buddismo e società
                                                                                                                                      volo continuo
                                                                                                                                      esperia

                                                                                                                                      © Soka Gakkai. © Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. | Via di Bellagio 2/E 50141 Firenze FI | C.F. 94069310483 | P.I. 04935120487 | Privacy & Cookie Policy.

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